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venerdì 31 dicembre 2021

Frate Leone pecora d'Iddio, parte terza

Anne Mortimer - Christmas Visitor
In una radiosa e splendente mattinata di fine anno, cosa di meglio di una bella puntata in un centro vaccinale per la tanto attesa terza dose?
Qualche considerazione comunque si impone.
La prima è che, se non trovo modo di farne una rubrica fissa come, ad esempio, Il vero Insegnante non teme il Ridicolo, non ha molto senso continuare con queste comunicazioni. Tanto per cominciare, vaccinarmi ha perso ogni tratto di originalità: sono insegnante, ergo devo vaccinarmi, così come ogni anno devo scrivere una programmazione per ogni materia di ogni classe, due volte all'anno devo fare gli scrutini alle classi in questione e ogni mese ricevo una busta paga. 
Si parla di farne un appuntamento fisso semestrale o quadrimestrale, quindi almeno per qualche anno tutto ciò farà parte della consueta routine del mio lavoro.

La seconda considerazione è che la macchina organizzativa sta perdendo colpi. Abbiamo un tot di gente che sta facendo la prima dose, un altro tot di gente che sta facendo la seconda e in più ci siamo noi della terza. A questo punto sarebbe interessante capire perché i punti di vaccinazione sono diminuiti e a Lungacque non ce n'è più nessuno.
D'accordo, non siamo una metropoli, ma abbiamo pur sempre 20.000 abitanti e una stazione ferroviaria con biglietteria, oltre ad essere lo snodo di diverse linee. Qualcosina potevano lasciarcelo. E qualcosina in più potevano lasciarla anche a Firenze e comuni limitrofi.

Terzo punto: il morbus italicus del Dato Inutile, che alle prime due dosi sembrava debellato, torna a colpire. C'è una sorta di diavoletto burocratico che ogni anno e per ogni pratica suggerisce "Fagli inserire un nuovo dato". Per accedere al portale delle prenotazioni, per esempio, mi chiedono in più, rispetto alle prime volte, il numero della tessera sanitaria  e di dichiarare che mi vaccino di mia spontanea volontà e sono consapevole dei rischi che corro. Il tutto per accedere alla disponibilità della prenotazione. Magari potresti chiedermelo quando prenoto. Oppure potresti non chiedermelo affatto, visto che poi mi fai compilare un lungo modulo in proposito (dove devo scrivere, di nuovo,  il lunghissimo numero della tessera sanitaria. A che pro, visto che me la farai tirare fuori tre volte? Alla terza volta, a mia domanda, mi spiegano che è per "sparare" il codice fiscale e farmi avere a casa il Green Pass. Ma non è chiaro a cosa è servito controllarla due volte in precedenza, e farmi scrivere il numero sul modulo).
Inoltre, stando alle istruzioni, avrei dovuto venire con ben due moduli compilati di tutto punto, ma nessuno mi chiede, nemmeno pro-forma, se li ho portati, e me li fanno riempire sul momento.
Ha un senso che me li facciano riempire lì, ma stando alle istruzioni avrei dovuto stamparli e compilarli a casa. Invece tutti danno per scontato che non l'abbia fatto. Allora, perché mi ricordano che devo farlo?
(D'altra parte lavoro in una scuola dove nel modello dei PDP per dislessici chiedono di indicare se la famiglia è "regolare" (qualsiasi cosa sia una famiglia regolare"), adottiva o affidataria. Naturalmente mi sono sempre ben guardata dal compilare quelle caselline, e nessuno ha mai protestato per questa mia voluta dimenticanza ma la perplessitudine rimane: essere adottati potrà forse innescare particolari questioni psicologiche, ma con la dislessia c'entra quanto il numero di coperti che tieni nel servito buono o una qualsivoglia altra cosa che non c'entra niente).

In questa immensità di dubbi s'annega il pensier mio, per cui lascio spazio anche al signor Covid, qui in una sua esternazione:

2 commenti:

Kukuviza ha detto...

Che casino! Ma come sarebbe che prima non ti chiedevano il numero di tessera sanitaria per entrare nel portale delle prenotazioni? Certo che firmare una dichiarazione di aver capito i rischi addirittura in fase di controllo della disponibilità!
LA fusione delle facoltà cerebrali è vicina, anzi già in atto!

Murasaki ha detto...

@ Kuku:
Giuro, bastava il codice fiscale. In effetti dovrebbe comunque bastare il codice fiscale. E le dichiarazioni di aver capito i rischi ho dovuto continuare a sottoscriverle anche per la terza dose, quando ormai ero obbligata sia per età che per professione a vaccinarmi.
Ma in Italia funziona così, e tutto AMANO fare collezione di dati inutili che poi al momento giusto non ritrovano mai. Che tu faccia un vaccino, un abbonamento ferroviario o una tassa di successione, il dato inutile è sempre in agguato e guai se non lo dichiari :(