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sabato 11 dicembre 2021

Diario di Natale - 9 - Perché festeggiamo proprio il 25 Dicembre? (...e nei giorni successivi, anche)


Nel 1993, durante una udienza fatta sotto Natale, papa Giovanni Paolo II ricordò che il 25 Dicembre era una data convenzionale, e raccontò di come fosse stata scelta da Costantino perché era la festa del Sol Invictus. La cosa suscitò un gran vespaio, dando la stura a una quantità di sciocchezze davvero immane.
Dall'alto dell'istituto di studi sul latino medievale dove lavoravamo, seguimmo la Gran Questione con una certa sorpresa.
Embé, non si sapeva da tempo?
Che nei Vangeli non c'è data di sorta per il celebre evento è noto a chiunque gli abbia dato una scorsa, per quanto distratta.
Che i cristiani nei primi secoli avessero innestato le loro feste più importanti su feste pagane già esistenti era noto e arcinoto. Non si trattava di informazione di nicchia, riservate a pochi eletti: bastava un manuale di storia medievale decente. Non era stata una manovra fatta di nascosto e tramata nell'ombra: abbiamo gran copia di dichiarazioni e istruzioni dove i papi dei primi secoli suggeriscono, una volta convertita una popolazione, di consacrare i templi degli dei pagani e dedicarli a qualche santo. 
Sembra ragionevole, in effetti: se una popolazione è abituata ad andare nel luogo X a festeggiare le sue divinità, non c'è motivo di mandarla in un posto completamente nuovo a pregare il Vero Dio che hanno finalmente conosciuto. Riciclare si può, riciclare si deve.
Davvero non riuscivano a capire dove stesse la gran novità.
Tuttavia il dio Mitra e il Sol Invictus piombarono sulla folla dei fedeli come due mannaie, e la polemica si trascinò per qualche tempo. Poi tutti se ne fecero una ragione, grazie a dio.

Tuttavia questo sposta soltanto un po' la domanda. Natale si festeggia il 25 Dicembre perché è stato deciso di utilizzare una festa precedente. Ma la festa precedente, perché era proprio quel giorno?
Natale arriva nel periodo più buio dell'anno. Più esattamente, ripensandoci, Natale apre il periodo più buio.
C'è Natale il 25 Dicembre, sei giorni dopo c'è la notte di Capodanno, altri sei giorni dopo c'è la Dodicesima Notte, quando la Chiesa decise di festeggiare l'arrivo dei Magi ma viene festeggiata pure una strana vecchietta che, anche se prende il nome dall'Apparizione (in greco, appunto, Epifanìa) ha un certo qual tocco pagano - o comunque non ha molto a che vedere col lato strettamente teologico del Natale.
Dodici giorni di festa tra canti e luminarie, poi tutti si danno una calmata e si ricomincia a lavorare. E le giornate si allungano.
Le feste non lasciano mai indifferenti. Molti, appunto, festeggiano e sono di buon umore. Molti festeggiano per dimenticare che non sono affatto di buon umore. E molti invece sono di pessimo umore e sono depressi, in varie forme e in varie misure.
Certo, se sei di malumore essere circondato notte e giorno da gente in festa ti fa venire vieppiù i nervi. 
Ma perché sei di malumore?
Il lavoro che non va o che non c'è, la salute, l'amore che è finito, il pensiero di chi soffre, i debiti. Sì, d'accordo, ma è tutta roba che di solito si innesta in un arco di tempo più lungo di dodici giorni. Perché pesa soprattutto in questo periodo?
C'è poca luce, certo. La mancanza della luce deprime. Le giornate sono molto corte, almeno in buona parte del nostro emisfero. La mancanza di luce innesta facilmente la depressione in chi c'è portato*. In questo periodo, notoriamente, ci sono dei picchi di suicidi.
La prima cosa che si fa a Natale sono le luminarie. Candele, luci, ghirlande di lumini. Luci, luci dappertutto. Comuni e strade e rioni si tassano per piazzare luci per ogni dove. E oltre alle luci ci sono cristalli, stagnole, plastiche a forma di prisma e palline di metallo o similmetallo che scintillano al primo barlume di luce che riescono a cogliere dalla fonte luminosa più vicina. Cacciare il buio, ad ogni costo.
In mezzo a questi dodici giorni di festa e bagordi, proprio in  mezzo, c'è un evento oggettivo: la fine dell'anno astronomico. La notte del 31 Dicembre la Terra finisce il suo giro intorno al Sole e ne apre uno nuovo. Le attività umane non cambiano vistosamente, nel corso della notte: guerre, inondazioni, cicli di crescita, gravidanze, percorsi politici e scientifici proseguono imperterriti. Ma i singoli esseri umani avvertono con forza che sta succedendo Qualcosa.
Non tutti i popoli fanno finire l'anno il 31 Dicembre - nemmeno tra i cristiani, anzi tra loro in certi periodi era di gran moda legare l'inizio dell'anno al Natale, alla Pasqua o all'Incarnazione. Altre culture si legano ad altri eventi, ad esempio alla primavera. L'anno astronomico comunque termina il 31 Dicembre e ricomincia il 1 Gennaio. Non è una questione culturale o legata alle convenzioni, è regolata da altre leggi sulle quali gli esseri viventi non hanno alcun potere.
Qualcuno lo sente di più, qualcuno meno e qualcuno è convinto di non sentirlo. Molti, comunque, hanno deciso di festeggiarlo - anche tra coloro che non sono confessano religione alcuna; per contro molti sinceri e devoti cristiani non si sentono granché inclini a festeggiare e gli viene più spontaneo soffermarsi sulle molte cose che non vanno per niente bene. Costoro fanno parte di una specifica rama di tradizione strettamente natalizia, ovvero quella del "Ma che cazzo festeggi, che il mondo va a rotoli. Grunt!" che ho sempre avuto cura di scansare il più possibile perché li trovo piuttosto noiosi.
Sì, d'accordo, il mondo va a rotoli, si son persi i bei valori di un tempo e non ci sono più le mezze stagioni.
A me comunque le feste piacciono.

* non parlo di carattere, ma di questioni fisiche e chimiche. Venendo da parte di madre da una famiglia che la depressione sa cos'è solo per sentito dire sono assolutamente convinta che sia una questione fisica. Non è che mia madre, mia nonna e i miei zii - e nemmeno io, in effetti - abbiamo avuto una vita perennemente cosparsa di rose, ma di depressione non abbiamo mai sofferto, nemmeno nei momenti più cupi. Essere tristi, angosciati o di malumore per questioni oggettive è una cosa completamente diversa dall'essere depressi e purtroppo le due situazioni possono essere tra loro compatibili.

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4 commenti:

Romolo ha detto...

Sapevo anch'io l'abbinamento con la precedente festa pagana, però avevo letto che si erano trovati dei riferimenti (possibile nei rotoli di Qumran?) che attesterebbero il censimento voluto dai romani in quegli anni, vicino al periodo natalizio. Devo cercare, forse lo ritrovo

Murasaki ha detto...

@ Romolo

Credo che si tratti di questo: https://www.ventiperquattro.it/2018/12/24/da-qumran-la-prova-che-gesu-e-nato-il-25-dicembre/
La cosa viene spiegata più chiaramente qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Data_di_nascita_di_Gesù nel paragrafo sulle "indicazioni evangeliche" - e si spiega che ci sono anche diverse incognite, pur essendo la cosa effettivamente possibile.
Il vero problema è che, non conoscendo né l'anno esatto né la turnazione effettivamente adottata per i sacerdoti la questione non è affatto sicura - e immagino che sia per questo che le fonti ufficiali della Chiesa contemporanea (contemporanea noi, intendo) non hanno preso posizione.
Almeno penso. Credo.Presumo. Opino. Ritengo.

Elena ha detto...

A me hanno sempre detto che anche l'Epifania ha "coperto" la festa della Befana e che quest'ultima è una tradizione molto più antica... però a dire il vero non ho mai approfondito la questione...

Murasaki ha detto...

@Elena:
Dopo aver seguito il blog di Una penna spuntata di quest'anno mi sono fatta l'idea che tutte le feste di tradizione presunta pagana siano in realtà nate da radici cristiane e poi riadattate perché insomma, Natale è (anche) una festa religiosa, ma è soprattutto una festa.
Dopotutto, il cristianesimo c'è ormai da una ventina di secoli, ed è ben possibile che le feste precedenti siano state dimenticate, ancor più che riadattate...