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lunedì 13 dicembre 2021

Diario di Natale - 11 - Do They Know It's Christmas Time? ovvero il Senso di Colpa del Natale


It's Christmas time, there's no need to be afraid...

Mentre attraversano il Sobborgo Agonia e guardano gli smunti bambini che lo popolano, Qui Quo e Qua si sentono tre grassi porcellini, con garbata citazione di uno dei più popolari cartoni della Disney all'epoca. Questa scomoda sensazione li spinge a cercare di fare qualcosa per rimediare.
La stessa sensazione colpì con forza gli spettatori della BBC quando, nel Novembre 1984, guardarono uno straziante documentario sulla carestia allora in corso in Etiopia. Tra gli spettatori c'erano anche Bob Geldof e Midge Ure, leader rispettivamente dei Boomtown Rats e degli Ultravox. I due convennero che andava fatto qualcosa e siccome erano musicisti scrissero una canzone per devolvere l'incasso a favore degli etiopi affamati. Poi Bob Geldof chiamò un po' di colleghi e il 25 Novembre registrarono la canzone.
Stando al racconto che ne fa Bob Geldof nella sua autobiografia, il disco uscì praticamente aggratis, compreso l'imballaggio dove molti operai fecero degli straordinari non retribuiti - insomma, fu un pacco dono molto riuscito ed ebbe un grande successo.
Questa è la copertina (regalata dall'autore, naturalmente):
Rappresenta perfettamente lo spirito della canzone: sullo sfondo, la paccottiglia del Classico Natale Vittoriano (tutti quelli che lavorarono al progetto erano inglesi), in primo piano due bambini molto denutriti e malmessi che sbocconcellano la loro magra porzione. Il pasciuto Occidente apriva una finestra sul resto del mondo e rabbrividiva, travolto da un irragionevole ma forte senso di colpa. Né Bob Geldof né Midge Ure né alcuno dei musicisti, tecnici, operai e disegnatori che lavoravano al progetto Band Aid avevano l'ombra di una responsabilità diretta della carestia in Etiopia, e tuttavia restava il fatto che anche il più sfigato di loro era messo infinitamente meglio dei due bambini sulla copertina del disco.
Il testo della canzone ricama appunto su questo tema: è Natale, siamo tutti sereni, pieni di pace e di amore per il mondo; e poi ci sono loro, quelli che vivono in un mondo dove niente cresce, l'acqua non scorre e i rintocchi delle campane sono a morto; bene, stanotte ringrazia dio che è toccato a loro e non a te:

Well tonight thank God it's them instead of you

canta Bono Vox nel verso centrale (e sulla nota più alta).

Questo è il celebrissimo video, dove una lunga serie di cantanti e strumentisti assonnati e vestiti con gli abiti di tutti i giorni, all'epoca tutti ai primi posti nelle classifiche del mondo che non conosceva carestie*, cantarono e suonarono con grande impegno e dedizione alla causa. L'ho sempre amato molto perché per me erano tutti volti conosciutissimi e molto cari, quasi tutti miei coetanei, e le loro voci erano la mia colonna sonora di tutti i giorni. Vederli tutti insieme, ognuno con la sua coppia di versi che cantava a modo suo mi piacque moltissimo. Al di là della nobile causa, era un esperimento musicale davvero affascinante:
Anche il testo mi è sempre piaciuto molto, proprio per questo descrivere l'angoscia del povero cittadino occidentale che nel profondo del suo cuore ringrazia assai Dio perché è toccato a loro e non a lui - ma che soprattutto non riesce assolutamente a capire perché debba comunque toccare a qualcuno e vorrebbe tanto fare qualcosa per evitarlo.

Il seguito della storia è meno entusiasmante: Bob Geldof raccolse effettivamente una quantità immane di soldi, prima col disco e poi col concerto, e anche da altri paesi i musicisti si mossero per raccogliere soldi, conseguendo lusinghieri risultati. Raccogliere soldi non è mai stato il problema: la vera difficoltà è farli arrivare nelle tasche giuste, o anche semplicemente farli arrivare;  anche in quel caso fu complicato e non tutti i soldi arrivarono dove dovevano. A distanza di quasi quarant'anni, nel Corno d'Africa continuano a fare la fame e la guerra come principali attività né si vedono concrete speranze di una svolta positiva a breve termine.
D'altra parte a volte è difficile anche aiutare i gatti randagi sotto casa, figurarsi chi sta all'altro capo del pianeta, ma questo non è un buon motivo per non provarci.

* mi sembra si chiamasse la British Invasion. Ad ogni modo in quegli anni i musicisti inglesi avevano invaso il mondo come cavallette. Io li amavo praticamente tutti, incondizionatamente.
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2 commenti:

dolcezzedimamma ha detto...

E no! Questo è un tiro mancino! Riportare alla memoria voci e volti di vite precedenti non è carino, specie sotto le feste!

Murasaki ha detto...

Eddai, un piccolo amarcord... Oggi va di moda parlarne male, ma io gli anni Ottanta li ricordo sempre volentieri.
Soprattutto la musica inglese! ^_^