Il mio blog preferito

sabato 28 febbraio 2009

Io canto quando posso e come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi



Concerto di Guccini al PalaMandela di Firenze. Il mio PRIMO concerto di Guccini, per la cronaca, perché Guccini l'ho cantato sulla spiaggia, comprato (e Stanze di vita quotidiana a quindici anni non è una scelta delle più domestiche, devo ammettere), pazientemente chiosato, mandato a memoria, ma dal vivo l'avevo sentito solo... nei dischi, appunto.  Nella mia mente lo consideravo legato alla mia generazione.
Invece ho scoperto che, come tanti, pure lui ci ha il seguito trasversale. Il PalaMandela era pieno ben più di un uovo (e, sospetto, ben più di quanto le norme di sicurezza avrebbero consentito) e il pubblico comprendeva vecchi e bambini (due dei quali, giuro, ci sono passati davanti proprio durante l'omonima canzone) e tutto quanto ci sta in mezzo, compreso uno scolaro di St. Mary Mead. Difficile trovare parcheggio, impossibile raccattare un posto comodo, in compenso l'acustica era buona, gli strumentisti bravi e Guccini ha mantenuto la stessa vocee la stessa impeccabile intonazione nel corso dei decenni, caso mai perdendo un po' della sua tipica R (il pubblico invece, per quel molto che ho potuto sentire, steccava alla grande).
Ne sono risultate due ore abbondanti di piacevoli conversari dove Guccini mi ha cantato buona parte delle mie preferite e ben poco di ciò che non mi ha mai molto entusiasmato (questa parte include Il vecchio e il bambino, che ho sempre trovato piuttosto soporifera ma che ha fatto scattare il maggior numero di accendini). Giusto prima del Gran Finale (la canonica Locomotiva, cantata in versione rigorosamente integrale, con il coro del pubblico che decresce di strofa in strofa - come succedeva anche in spiaggia - ma io la conosco TUTTA e non ho avuto incertezze) è arrivata la mia preferitissima: Dio è morto (che allego in una versione presa da un altro concerto).

Diciamo che sono quelle esperienze che ti aiutano a ritrovare un certo senso di appartenenza.
E che mi ha fatto molto bene.

martedì 24 febbraio 2009

Cat's Eye ovvero Sono Una Vittima Di Brunetta




Sì, in apparenza quella di stanare gli assenteisti sembrava una buona idea; nella scuola però, secondo me, presenta dei lati negativi che non sono stati ben ponderati dal legislatore.

Di fatto, un insegnante che ha l'allergia all'insegnamento è meglio per tutti che se ne stia a casa (caso mai sarebbe ancor meglio convincerlo a cambiare lavoro, ma questa è un'altra storia).
E dunque alla scuola di St. Mary Mead siamo tutti bravi e infaticabili e dediti al lavoro, praticamente stakanovisti MA anche noi, come tutti, ci abbiamo qualche pecorella nera.
Una, in particolare, amava molto prendersi ogni tanto qualche giorno di ferie in più e farsi un bel ponte nella sua casa al mare. Lo faceva in particolare quando... ecco, diciamo quando certi suoi sintomi cominciavano a intensificarsi.
Quali sintomi? Diciamo che soffre di cleptomania. Ama moltissimo tutto quel che luccica, e anche i pupazzetti che i bambini portano appesi agli zaini e tanti altri simpatici oggettini. Nelle sue classi si creano spesso dei notevoli vuoti.
La cosa è assolutamente nota a scuola, nel paese, tra le famiglie e tra i ragazzi. I colleghi fanno finta di niente, aiutandosi con larghe fette di salame da occhi e prosciutto da orecchie. Gli annali riportano che, quando provarono a metterla alle strette, finì con una fuga in piena lezione e minacce di suicidio. Io per me l'avrei anche lasciata minacciare, ma forse son cose che si fa prima a dire che a fare.
Comunque quest'anno la Cleptomane, spaventata dallo Spettro della Visita Fiscale, non ha osato prendersi alcun ponte; in compenso ha preso un sacco di altre cose.
Nel mio cassetto tenevo una piccola pochette azzurra metallizzata - un regalino di Natale di una cara amica - con dentifricio, spazzolino, cipria e consimili.
L'ho tenuta per almeno due anni. Improvvisamente, il giorno prima delle vacanze di Natale scopro che è scomparsa.
Il problema era che si era volatilizzato anche il DVD del Gattopardo, che contavo in quei giorni di far vedere alla classe e che non era mio ma di una collega. Ora, il Gattopardo non è un DVD particolarmente economico, e nel periodo sotto Natale sembrava essersi volatilizzato. Sono riuscita a trovarne una copia solo verso metà Gennaio. Se raccontavo alla collega quel che era successo c'era pure la consistente possibilità che mi dicesse che non importava, non dovevo disturbarmi etc. etc. Così ho preferito non dire nulla e restituire il DVD nuovo senza perdermi in racconti inutili - però, insomma, il DVD nuovo non me l'hanno regalato e con quel che ho speso ci potevo noleggiare una buona decina di film, andare al ristorante indiano, fare un'offerta a qualche ente di quelli che scavano pozzi in Africa o insegnano un lavoro alle donne in Afghanistan, comprarmi un paio di orecchini e via dicendo.
Naturalmente non c'era l'ombra di una prova. Per quel che ne so la Cleptomane potrebbe essere innocentissima. Magari anche la Donazione di Costantino è autentica, e l'originale si era perso, così l'hanno riscritta come se la ricordavano per cui è venuto fuori un latino un po' informale.

La settimana scorsa ha colpito di nuovo, e stavolta qualche prova incrociata c'è.
Nel cassetto della cattedra tenevo una scatolina di legno, di quelle che si usano come astuccio. Era di legno, dipinta in verde e azzurro, con sopra un gufetto laureato - un oggettino un po' scemarello e molto frivolo, di quelli che mi piace usare a scuola. Dentro ci tenevo qualche penna, un lapis, appuntalapis, uno stick di colla, qualche grappetta - insomma, quel po' di cancelleria che può sempre risultare utile quando sei in cattedra, così anche i colleghi erano sicuri di avere sempre una penna per firmare il registro o simili. C'era anche una bella penna di un verde squillante per quando correggevo qualcosa sul momento (considerate le circostanze, le stilografiche le lascio a casa. Anche perché l'unica che ho portato a scuola un bel giorno è sparita).
La mia collega di matematica è stata assente per malattia un paio di settimane (polmonite) e insomma per la prima volta la Cleptomane è venuta a fare due ore di supplenza in classe mia. Finora in tre anni non era mai capitato.
Così un mattino apro fiduciosa il cassetto della cattedra e scopro che l'astuccio è scomparso.
In tono sconsolato chiedo ai ragazzi se ne sanno niente - magari qualche collega l'ha preso perché gli serviva... (beh, in un certo senso è proprio quel che è successo).
I ragazzi si guardano. "L'avrà preso la Cleptomane" stabilisce Cuorcontento.
Mostro un po' di indignazione per l'Accusa Gratuita (anche se non so proprio quanto possa essere risultata credibile).
"Che ne sai?" ribatte la Garantista "Potremmo averlo preso anche noi".
Cuorcontento la guarda con aria di vivo compatimento "E son due anni che è lì, se qualcuno di noi voleva pigliarlo aveva avuto cinquecento occasioni per farlo!"
La Garantista si stringe nelle spalle come a dire "io ci ho provato".
Sospiro, tiro fuori una penna dalla borsa e firmo con quella.
Poi faccio il conto: cipria, spazzolino, l'astuccio era costato 4 euro, più il DVD...
A chi lo mando, il conto? A Brunetta, sotto la voce "Danni subiti sul lavoro"?

venerdì 20 febbraio 2009

Incognite di primavera (il trasferimento che non sai)



Dove il fattore X non è quel qualcosainpiù che dovrebbe portare i cantanti al successo, e che in queste settimane dà vita all'omonimo reality, ma il ben più inquietante fattore X che aleggia in ogni scuola in questa stagione, ovvero "Sarò ancora qui l'anno prossimo?".
A St. Mary Mead siamo tutti molto, molto perplessi sulla nostra sorte futura, e va detto che su di noi pesano tutte le incognite possibili&immaginabili.
Punto primo, siamo una scuola di paese circondata da paeselli e con un gruppo di scuole medie più o meno raggiungibili nelle vicinanze. Si tratta prima di tutto di capire se da Borgonuovo e da Villa Antiqua arriveranno tutti i ragazzi disponibili, solo una parte o niente del tutto, oppure se i genitori preferiranno la scuola di Badia a Monte o di Colle al Piano come è già successo rispettivamente due, quattro e sette anni fa. A seconda di questo avremo due o tre prime, e adesso che il numero minimo si è alzato si dovrebbe, si potrebbe, potrebbe capitare... insomma, boh.
Poi siamo una scuola a tempo prolungato. Ci lasceranno il tempo prolungato? Lo lasceranno a tutte le sezioni? Lo lasceranno solo a chi lo ha già cominciato? I genitori chiederanno il tempo prolungato?
Ah, saperlo, saperlo.
Come funziona il nuovo orario per Lettere? E per Matematica? E per Tecnologia? Ci lasceranno la sperimentazione di Informatica?
E chi lo sa.
Ci assegneranno l'organico sulla base di quello di diritto o di quello di fatto?
Si accettano scommesse.
Abbiamo poi il solito gruppetto di figure di cui ogni scuola dispone, ovvero:

- l'Insoddisfatta/o, che ogni anno ci spiega che si è assolutamente rotta/o le scatole, che qui proprio non si può, che c'è un limite a tutto e quest'anno ha veramente deciso di chiedere il Trasferimento alle Superiori - salvo poi non chiederlo, ogni anno accampando un motivo diverso (mai uno che stia in piedi, tra l'altro).
(Attenzione: questa tipologia di collega, dopo anni in cui ha preso i moduli per chiedere il passaggio, e magari li ha pure compilati, improvvisamente un anno li consegna davvero, i moduli, magari stavolta senza dirlo a nessuno - ma non puoi sapere in quale anno questo succederà, perché spesso non lo sa nemmeno lei).

- L'Indecisa/o, che fa la stessa identica trafila ogni anno per la pensione. Nel suo caso però c'è un anno in cui DOVRA' comunque andare in pensione perché la Natura ha fatto il suo corso.

- Il Pacco Sorpresa, che in silenzio, senza dire nulla a nessuno, chiede e ottiene il trasferimento e nessuno se lo aspettava.

- Il/La Ciarliero/a, che ogni anno ti spiega con dovizia di dettagli di come X chiederà il ricongiungimento familiare, Y ha fatto domanda per questa scuola e Z si trasferirà in altra provincia con tutta la famiglia (ma non è detto che X abbia una famiglia a cui ricongiungersi, che Y abbia effettivamente fatto domanda e tanto meno che Z intenda spostarsi di un solo metro da dove abita al momento. Non è nemmeno detto che costoro abbiano sia pur lontanamente accennato a tali possibilità).

- Il/la Supplente Annuale che giura e spergiura di come l'anno prossimo è fermamente decisa a tornare lì perché "non può lasciare i ragazzi, ci si è tanto affezionato/a", o che viceversa garantisce che piuttosto che tornare lì va a insegnare in piena Terra di Mordor. L'anno dopo scopri che hanno fatto esattamente il contrario di quanto proclamato a gran voce.

- L'Incognito/a, di cui tutti ignorano financo l'esistenza e che proprio quell'anno, per motivi di cui nessuno sa nulla e che magari sono maturati a sorpresa nel giro di poche settimane, decide di chiedere il trasferimento proprio nella tua scuola, magari con un passaggio di ruolo.

L'attuale ministro dell'Istruzione Tremonti e la sua prestanome Gelmini hanno particolarmente contribuito a sviluppare ognuno di questi X Factor, incluse le scelte dei genitori che a volte risultano davvero curiose (ricordo una conversazione in treno dove qualcuno spiegava a qualcun altro che suo nipote era anche più piccolino della sua età, ma siccome si partiva con la Riforma Moratti e non si sapeva cosa sarebbe successo avevano deciso di fargli fare l'anticipo, e ne parlava come di una decisione logicissima, del tipo che "siccome è inverno tiro fuori le coperte dall'armadio e faccio scorta di legno per il caminetto").
Per giunta circola la voce che "tutte le scuole perderanno posti", anche se non riesco bene a capire come facciano a calcolarlo visto che il Ministero ondeggia e beccheggia su dove fare questi tagli e ogni mattina fa partire un treno diverso.

Risulta comunque chiaro, in questa giostra di variabili impazzite, che quel che serve davvero quest'anno a un'insegnante non è tanto il fattore X (ben più utile a cantanti e musicisti) bensì il fattore C (sì, quello dove la C sta per "fortuna"), in cui ahimé non siamo certo usi a primeggiare. 
Anzi volendo il nostro motto potrebbe essere l'incipit della Frottola di Marchetto Cara, che appunto grazie a X Factor (e al pregevole gruppo dei Bastard Sons of Dioniso che l'hanno riarrangiata) conosce in questi giorni una meritata notorietà:



ch'ella è falsa mercanzia
solo attendo a dare via
quella poca che m'avanza.
  Io non compro più speranza
  ch'ella è falsa mercanzia.

Cara un tempo la comprai,
  or la vendo a buon mercato
  e consiglio ben che mai
  non ne compri un sventurato
  ma più presto nel suo stato
  ne rimanga con costanza
 
El sperare è come el sogno
che per più riesce in nulla
el sperare è il bisogno
de chi al vento si trastulla,
el sperar sovente annulla
chi continua la sua danza

Io non compro più speranza
ch'ella è falsa mercanzia.

(qui sotto, per chi preferisse, una versione un po' più tradizionale)

giovedì 19 febbraio 2009

Ti accorgi che sei un vero insegnante quando....


Giorno libero, e un bel raffreddore.
Tisana calda, effervescente alla propoli, fazzoletti - gran copia di fazzoletti.
Decido di ignorare la pila di panni da stirare, i bottoni da riattaccare, il blog da aggiornare, i libri da adottare. Scanso anche l'enorme pila di verifiche & compiti vari da correggere.
Scanso perfino la scheda del Cineforum da preparare ("Ho pensato che questo film potrebbe essere visto come introduzione ai prossimi due. e quindi potremmo limitarci ad analizzarne alcuni tratti" - anche se non è detto che domattina alle prime luci dell'alba non mi venga una Luminosa Ispirazione. Ho fatto anche di peggio che saltare la colazione per elaborare la mia Nuova Grande Idea al computer).
Ma tra un fazzoletto, una tisana e un giallo che non mi piace trovo lo stesso un'oretta per telefonare ad una collega. Motivo: lamentarci del Nuovo Preside e concordare insieme una linea d'azione da proporre ai colleghi - che la collega ha già provveduto a sondare e di cui sa dirmi le correnti in cui andranno ad articolarsi.
E giusto prima della minestrina calda un'altra collega mi chiama, per riferirmi di un alunno ammalato - o meglio, all'ospedale per accertamenti (e qui, ammetto che non mi sarebbe mai passato per l'anticamera del cervello di disturbare la famiglia, a causa dei miei residui di Mentalità Cittadina. Lei invece è nata e cresciuta a St. Mary Mead).

martedì 17 febbraio 2009

17 Febbraio 2009 - Giornata Nazionale del Gatto


Considerando che al momento gli uomini non stanno facendo proprio una meraviglia, mi auguro che alla fase di pianificazione segua una fase di AZIONE riccamente coronata dal successo.

domenica 15 febbraio 2009

L'amico ritrovato - 1



In una terza media, naturalmente, si legge L'amico ritrovato di Fred Uhlman. La cosa è talmente consueta che qualcuno ha la copia già usata dal fratello (o sorella) maggiore*. Con l'occasione, gli spiego anche qualche minima regola di pronuncia tedesca che ci tornerà utile molto a breve perché io la repubblica di Ueimar e il Furer non li voglio neanche intrasentire di lontano.

E giusto ieri che era San Valentino i due protagonisti si sono messi insieme, dopo un regolamentare colpo di fulmine e un cauto corteggiamento.
"Lui però sembra innamorato, più che amico" osserva alla fine qualcuno.
Eh sì, sembra proprio, e l'autore non fa niente per evitare l'equivoco - proprio niente. I due protagonisti sono evidentemente innamorati. Però non sembrerebbero gay - Konradin ha una simpatia per una fanciulla del suo aristocratico giro, il narratore si sposa e non sembra che il suo matrimonio sia infelice. Però i due sono innamorati - anzi sono amici che, volendo, è molto di più.
Provo a spiegare che l'amicizia può essere un'esperienza emotiva più intensa dell'amore, specie in certi momenti, che i due sentimenti si somigliano... ascoltano con attenzione ma nei loro occhi è scritta una certa perplessità.
Non è la prima volta che mi succede. Una vera storia d'amore tra due ragazzi (come Maurice di Forster) non creerebbe problemi, ma questa forma ibrida li mette un po' a disagio. Quando ci si ama non ci si limita a parlare, no?
Non è detto. "Il primo amico che ti tradisce, o che tradisci tu" come rappa Jovanotti raccontando appunto il sollievo di aver passato i vent'anni, è ancora oggi una tappa molto consueta ma viene molto meno celebrata. Le lodi e gli inni all'amicizia abbondano, ma celebrano soprattutto i gruppi di amici - il team, la squadra, il quintetto, il quartetto, almeno il trio. L'amico o l'amica del cuore sono diventati quasi marginali.
Non per questo hanno smesso di esistere o di essere importanti, però.

*rigorosamente in edizione scolastica, che così costa qualche euro in più e c'è anche un sacco di esercizi-zavorra.

sabato 14 febbraio 2009

Un (bel) po' di zucchero


Non sono mai andata pazza per la festa di San Valentino: che io sia o no innamorata e/o accoppiata non è cosa con cui il calendario abbia molto a che vedere. Tuttavia...



mercoledì 4 febbraio 2009

Ab scrutatio dicitur scrutinio


Prima fase degli scrutini: dovevamo andare nella Sede Centrale a riempire con i nostri voti un Grande Tabellone, qualche giorno prima degli scrutini.
Faccio il conto, scopro che per una fortunata coincidenza di orari la cosa mi è difficile e non ci vado, anche perché nessuno mi ha spiegato il come e il perché e soprattutto come mai non posso spedire i voti via fax.
Seconda fase: NON arriva uno straccio di circolare su nulla. Possiamo portare o no i registri in sede?
Chiamo il VicePreside. "Non potete, bensì dovete portare i vostri registri. Se no come fate a fare gli scrutini?"
"Io veramente di solito li faccio senza registro. Comunque, se li dobbiamo portare, mandateci due righe di autorizzazione".
"Ma no, l'autorizzazione è implicita".
Mi suona un campanello, non so perché "No" assicuro "Per il trasporto fuori dalla scuola ci vuole sempre l'autorizzazione del DS".
Dice che sì, ora sente il Preside. E, ormai lo sappiamo, quando dice "ora sento il Preside", su qualsiasi questione cala un silenzio di tomba.
In assenza di autorizzazioni andiamo via senza registri. E del resto, se abbiamo già inserito i voti (procedura non legalissima, sospetto)...
La mia classe è la quarta. La prima (gli sventurati della IA, che già hanno avuto il piacere di sciropparsi il Nuovo Preside in consiglio di classe) restano dentro quasi un'ora: scopriamo poi che gli ha ripetuto le istruzioni su cosa e come fare e soprattutto che ha cambiato idea almeno cinque volte sulla spinosa questione "Ma come cavolo si fa a mettere i voti al Disabile grave?"
A noi va molto meglio: il giocattolo lo sta stancando e chiacchiera poco. Cambia idea solo una o due volte in corso d'opera sul nostro Disabile Ancor Più Grave, anche se cerca di scaricare la decisione su uno degli insegnanti di sostegno (il meno competente dei tre, si capisce). Tira anche un po' in lungo rispondendo a un paio di domande mie.
Vengono letti i voti (compresi i miei, aggiunti all'ultimo momento); vengono letti i voti di condotta. Mi viene dato il registro dei verbali dicendo che farò il verbale con comodo nei prossimi giorni (?), e così per la prima volta nella mia onorata carriera esco dagli scrutini senza verbale già scritto e firmato ma con il registro dei verbali in borsa (che è ancora a casa mia perché ieri ho dimenticato di portarlo a scuola).
Scendo in segreteria per le Operazioni di Controllo: controlliamo se la stampa dei voti e i voti sul computer coincidono (e come potrebbero non coincidere, visto che uno è la stampa dell'altro?!?).
Comunque eseguo il controllo, passo a salutare i colleghi e torno a casa. Col registro dei verbali sottobraccio.
Le schede le stampano in segreteria, e noi a tutt'oggi non sappiamo come sono fatte.
Immagino che lo scopriremo, prima o poi.