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domenica 5 dicembre 2021

Diario di Natale - 3 - Il presepe tradizionale, qualsiasi cosa esso sia

 

Il rapporto tra gatti e presepe non sempre è dei migliori. Tutto sommato, agli umani di questo gatto direi che è andata di lusso.

Come ho scritto nel post precedente, nonostante ami svisceratamente il Natale il presepe mi ha sempre lasciata del tutto indifferente - forse perché in casa non è mai stato fatto, forse boh.
Non c'entra il fatto che non sono cristiana: un sacco di atei dichiarati fanno il loro bravo presepe ogni anno, talvolta arricchendolo con sempre nuovi arrivi, e altrettanti vanno in giro per presepi, alcuni dei quali sono davvero molto suggestivi.
Tuttavia sul presepe mi sono fatta un bel po' di domande in qualità di storica, e mi sono pure data qualche risposta - e così è nato il presente post.

Il presepe, dunque. Quello che non è stato inventato da Francesco d'Assisi, come ci spiega Una penna spuntata, ovvero una blogger che del presepe si è occupata tantissimo e nel migliore dei modi.
In tanti e tanti proclamano fieramente "Sì, io faccio il presepe, quello tradizionale".
E allora guardiamola, questa tradizione.
Nel presepe tradizionale c'è la neve.
Neve per un bambino nato in Palestina? Mah.
La temperatura media a Betlemme in quel periodo va da una minima sugli 8-10 gradi a una massima che può raggiungere anche i 18 gradi. Di neve, manco a parlarne.
Senza contare che, quando c'è la neve, i pastori si guardano bene dal tirare fuori le pecorelle dagli ovili. A che pro, per portarle a pascolare sul ghiaccio? Figurarsi di notte, quando le povere bestie giustamente dormono.
Eppure nessun preseparo, per quanto sprovveduto, si azzarderebbe a fare un presepe senza un po' di pecorelle. I Vangeli parlano solo di pastori, in effetti. Ma le pecorelle nei presepi ci sono sempre.
(Chi legge i commenti scoprirà però che le pecorelle, anche in inverno, anche in paesi freddi, talvolta vagano di notte.
Dunque le pecorelle sono legittimate, tanto più in Palestina dove di notte non rischiano di prendere freddo).
Siccome c'è la neve c'è anche tutta una letteratura sul povero bambinello infreddolito, che include anche il bue e l'asinello che lo riscaldano col loro calore - e nessuno al mondo si sognerebbe mai di fare un presepe senza bue e asinello.
Ma perché il bue e l'asinello? E perché in una stalla?
E poi: siamo sicuri che ci sia di mezzo una stalla?
Gesù è nato in una stalla? O non piuttosto in una grotta o in una capanna?
Ecco, la prima cosa che deve decidere chi fa il presepe è appunto l'ambientazione. Grotta, capanna o stalla? 
E' una scelta come tante, e ognuna ha i suoi fan. Molto spesso è una scelta imposta dalla tradizione (=a casa ci piace farlo così).
Naturalmente, davanti a un evento della portata della nascita del Redentore, non ha nessuna importanza dove scegli di farlo nascere e la forza del messaggio resta comunque. Una discarica di rifiuti? Un campo profughi? Un bosco? Una fabbrica abbandonata? Va bene tutto, l'importante è che sia una sede almeno un po' disagiata: il figlio di Dio avrebbe potuto nascere senza difficoltà in un luogo caldo, ricco e sontuoso, e invece ha scelto di nascere in una situazione scomoda, perché è venuto per tutti e non solo per i ricchi, ed ha scelto di accollarsi sin dall'inizio la sofferenza degli ultimi. Un bel messaggio, che arriva facilmente e su cui è facile predicare.
Ma era davvero così disagiata, la sede in cui nacque Gesù secondo i Vangeli?
Un pochino sì, si direbbe. Più che altro, era molto improvvisata. Ed ecco la citazione da cui è impossibile esimersi, e l'unica nota "storica" che abbiamo sulla nascita di Gesù, dal Vangelo di Luca:

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

Nessuno mi ha mai spiegato come funziona che dovessero farsi registrare anche le donne, e che non fossero esentate nemmeno se malate o incinte. Comunque, dando per possibile che tutti dovessero andare a farsi registrare per il censimento, uomini e donne (e bambini?) si suppone che di donne incinte non ci fosse solo Maria. Possibile che non fosse stata approntata una nursery?
Chissà, magari c'era ma era già piena. Quando c'è un grosso raduno il pericolo di restare senza alloggio c'è sempre. E insomma, con una donna così evidentemente incinta qualcuno poteva pensare a darle un asilo migliore ma si sa come vanno queste cose. Di fatto Giuseppe e Maria trovarono tutto pieno nell'albergo, e qualcuno li indirizzò... boh, in un luogo con una mangiatoia. Quindi una stalla? O una capanna per il bestiame (che è un altro modo per indicare una stalla)? Oppure una grotta? 
Ci sono grotte a Betlemme?
Ce ne sono, da dare e da serbare. 
Si è mai sentito di qualcuno che alloggia in una grotta il bestiame?
Certo che sì, è un riparo come tanti. E non solo per il bestiame: un sacco di gente ci vive tuttora, nelle grotte, specie nelle zone a clima caldo, e un sacco di gente ci ha abitato, sin dai tempi più antichi: se cerchi un riparo ma non hai ancora inventato l'architettura, la grotta è una soluzione molto valida.
Comunque si trattava di un posto con una mangiatoia, segno inequivocabile che il bestiame c'era o c'era stato in altri periodi. Magari c'era una mangiatoia in più, oppure ne hanno liberata una all'ultimo momento oppure in quel periodo la stalla/grotta/capanna era vuota o in parte vuota.
Mandare l'ospite in più o arrivato all'ultimo momento a dormire nella stalla col bestiame non era affatto una cattiveria: nella stalla si stava caldi e al riparo e c'era pure il fieno come materasso. Di meglio non c'era, evidentemente, ma avrebbe potuto esserci ben di peggio.
Quindi Gesù può essere nato in una stalla, in una capanna o in una grotta, tutte e tre le possibilità sono ugualmente valide.
Maria si era portata con sé il necessario (o qualcuno glielo aveva fornito) e dunque il bambino venne fasciato, come si conveniva a un bambino appena nato, e posto in una culla di emergenza.
E tutta la retorica sul bambino che nasce in povertà?
Insomma, direi che ci può stare. A casa sua sarebbe stato più comodo. Tra l'altro non risulta da nessuna parte nelle fonti ufficiali che Giuseppe fosse particolarmente povero (e nemmeno che fosse un falegname, a dirla tutta).

Ma continuiamo con la grotta. Da dove salta fuori, visto che nei Vangeli non se ne parla?
Dai Vangeli apocrifi, ovvero quel gruppo di scritti che non sono stati inseriti nella Bibbia pur parlando di Gesù perché ritenuti inattendibili (oppure perché contraddicevano i Vangeli, che è più o meno la stessa cosa dal nostro punto di vista).
Cosa ha di particolare la grotta, legata alla nascita di un dio?
Parecchio. Grotte e dei sono collegati in molti casi, anzi nelle tradizioni mediterranee mettere un dio in una grotta o farcelo nascere era un classico. Le grotte si addicono agli dei, vuoi per la nascita e vuoi per il tempo dell'allattamento.
Tanto per citare i primi nomi che vengono in mente, Zeus venne portato in una grotta dopo la nascita e allevato in gran segreto perché Kronos non si accorgesse che la moglie l'aveva ingannato, e per nutrice ebbe la celebre capra Amaltea. Poi c'è Dioniso, un dio che è stato sacrificato smembrandolo (e pure mangiato) appunto in una grotta in una delle decine di versioni sulla sua nascita e prima infanzia. E nelle grotte gli dei venivano venerati, con altari e tutto quanto - per esempio il dio Mitra (pure lui, sembra, nato in una grotta).
Insomma, per un dio la grotta era un posto assai adatto per nascerci, vivere, morire (smembrato) e poi rinascere. Un luogo assai mistico e niente affatto sconveniente. Un po' esoterico, magari, ma alla fine una tradizione esoterica c'è anche per il Figlio di Dio. Insomma, la grotta è un po' più pagana della capannuccia ma nello stesso tempo anche più internazionale.
Poi, certo, c'è anche chi mette la capannuccia all'imboccatura di una grotta ma secondo me esagera.
E, a proposito di capannuccia, ecco qua una canzone molto filologica e leggerissimamente toscana, dove ci sono anche i venditori di caldarroste (da noi dette bruciate) e pure di castagne bollite (ovvero le ballotte):

Infine, qualche parola sul bue e l'asinello (pure questi attestati solo negli apocrifi).
L'asino, che noi insegnanti siamo soliti evocare a sproposito parlando di taluni alunni non sempre molto studiosi, è animale dalla simbologia complessa ed è stato anche visto come simbolo di regalità. In tutti i casi Gesù entra a Gerusalemme a cavallo di un asino, e la cosa può essere interpretata in molti modi, compreso quello di una rivendicazione di regalità. Sta di fatto che quelli che lo acclamano al suo passaggio non sembrano trovare nulla di sconveniente o inadeguato nella scelta della cavalcatura.
Quanto al bue, diciamo che il maschio bovino si ricollega a una grande quantità di divinità dei bei tempi andati. Zeus, per dirne uno, e il suo forse fratello e forse figlio Dioniso. E poi c'è la casa reale di Creta e il dio Mitra, il sol invictus, che ha come animale sacro un toro (regolarmente ammazzato, per altro, nel corso del rito). La cultura mediterranea ha davvero molto da raccontare sulla regalità e la divinità dei bovini,. e non parliamo delle giovenche.
Insomma come aiutanti, nella primissima e potenzialmente critica fase della sua vita, Gesù si sceglie due animali piuttosto blasonati.
Blasonati o meno, comunque, in una stalla potevano esserci eccome.

Dunque: capannuccia, stalla o grotta a scelta del preseparo, l'importante è che ci sia una mangiatoia e che il bambino sia fasciato.
Il bue e l'asinello non sono attestati, ma pur sempre possibili.
La stella cometa forse non era una cometa ma di sicuro era una stella. E comunque un punto-luce ci vuole anche nel presepe. I re Magi arrivano dopo, ma comunque va benissimo metterli con un po' di anticipo.
L'Angelo ci può stare, dopotutto se ne parla anche se nessuno dice che si accampò nella zona per tutto il tempo delle feste - e in effetti nessuno ci dice nemmeno che sia andato via subito dopo aver dato l'annuncio ai pastori.
La neve la mettiamo tra le licenze poetiche: dov'è nato Gesù non c'era, ma in un sacco di posti cristiani intorno al 25 Dicembre la neve non manca, quindi vada anche per i fiocchi di ovatta. 
I pastori sì, perché li mette il Vangelo. 
Le pecore servono a fare un po' di scena, come tutto il resto, il moltissimo resto che resta e che piace tanto ai bambini (e ai cosiddetti adulti, anche).
Ed ecco pronto un perfetto presepe, tradizionale anche nella sua illogicità.

Per chi poi volesse puntare davvero all'essenziale, ecco un presepe minimalista che ho pescato per puro caso in rete - dove Gesù si è evidentemente partorito da solo visto che non c'è nemmeno Maria, e la scelta tra grotta e capannuccia è stata risolta non mettendo né l'una né l'altra:
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18 commenti:

Lurkerella ha detto...

Il presepe ho smesso di farlo quando i figli hanno smesso di giocarci (come del resto mia madre prima di me). Non è un vero presepe senza triceratopi, gormiti o vezzosi pony arcobaleno. Una amica catechista mi aveva detto che in albergo non avevano voluto Maria perché era a termine e c'era l'impurità delle puerpere, una specie di quarantena che colpiva tutta la casa, e se nasceva una femmina durava il doppio: nessun albergatore avrebbe rischiato di chiudere proprio quando grazie al censimento c'era un sacco di gente. Questa cosa la raccontava come fosse stata proprio lì a fare il check-in nello stesso momento, quindi non saprei quanto sia effettivamente vera. Insomma, verosimile. Così però Gesù ha potuto spuntare una casellina del curriculum delle divinità nascendo in una grotta.

minty ha detto...

Noi il presepe lo facciamo (cioè, quello grande e ufficiale lo fa soprattutto mia sorella. Io semino per casa tanti presepini "prefabbricati" dentro tazzine, palle di vetro, zucche intagliate, grottine di terracotta, ecc. - ché per un certo periodo regalare/comprare mini-presepi è stato di moda...) senza neve. Ma dentro oltre le pecore ci mettiamo mucche, maiali, anatre, gatti, stambecchi, mufloni (sì, sono gli avanzi di quelle buste animali-della-fattoria o animali-del-bosco comprate in estate sulla spiaggia ormai 30 anni fa! XD)e, inderogabilmente, un brachiosauro di gomma che spunta col suo collo lungo da dietro la capannuccia di compensato. Questo a casa mia è il presepe tradizionale, visto che viene fatto così da decenni XD

Tenar ha detto...

Il presepe l'ho eredito da mio nonno e viene dal tempo precedente alla bancarotta che colpì il mio bisnonno. È così ricco che i re magi oltre ai cammelli hanno anche i cammellieri, tre piacenti schiavetti che cercano di far andare delle bestie evidentemente poco propense ad avanzare ancora. Ma, sopratutto, è fornito di omino delle caldarroste con stufa in ghisa, tipica della Palestina romana e di un nobile settecentesco con il parrucchino che non si sa come si trova a passare di lì. Dopo cotante generazioni ovviamente metà delle statuine sono zoppe, le pecore hanno il vello in lana vera di un colore ormai indefinibile e l'asinello che il caprone non hanno più il muso. Invece le papere e le galline evidentemente hanno figliato perché ce ne ne sono a manciate e pretendono ogni anno lo stagno, dietro a cui sistemiamo le torri fatte con i torsoli di pannocchie ormai fossili...

dolcezzedimamma ha detto...

Il mio presepe è tradizionalissimo e ricco di simboli. Conto di parlarne in questi giorni. Dobbiamo ringraziare Simona per averci coinvolto in questa avventura

Kukuviza ha detto...

Hai sviscerato tutto in una maniera quasi chirurgica, credo che questo pezzo potresti addirittura recitarlo in teatro e non sto scherzando. E mi sono schiantata alla frase su chi mette la capannuccia davanti alla grotta. Un po' alla "punto, due punti, punto e virgola..."
Nemmeno io ho la tradizione del presepe, anche se mi piace quello a casa di mia zia, che però fa mia madre, che però a casa nostra non ha mai fatto. Però ora, col minigatto scatenato, non so se il presepe arriverà incolume a Natale.

Stavo pensando alla storia dei pastori e delle pecore, potrebbe essere che non avessero proprio un ovile in senso stretto e che lasciassero le pecore abbastanza libere. Forse erano quei pastori seminomadi.
Sennò mi viene in mente un'altra ipotesi. Nei libri di James Herriot più di una volta lui dice che si è trovato a dover aiutare a partorire pecore di notte, in inverno, in giro per i pascoli. I proprietari delle pecore avevano le stalle ma non sembre rimettevano tutto dentro di notte. Anche perché mi pare che dormano poco le pecore, quindi può essere che mangino anche di notte, soprattutto se di giorno non hanno mangiato tanto.
Ipotesi da prendere per quel che valgono.

Ornella ha detto...

La cosa più divertente, a parer mio , è che il post metta in dubbio la presenza delle pecore a seguito dei pastori, della neve, dell'asino e del bue ( che pure trovano regione in alcune profezie del Vecchio Testamento, se non erro) , e poi nei commenti si scopre che nei presepi si vede di tutto, compreso il dinosauro...
Ma la cosa che mi ha fatto più sorridere è l'idea della nursery per le donne gravide.... come no, la potevano allestire direttamente nel palazzo di Re Erode, già che c'erano....

Romolo ha detto...

E poi i Magi che arrivano 10 giorni dopo trovano ancora tutti lì? ��

Murasaki ha detto...

@ Lurkerella:
D'accordissimo che senza triceratopi ecc. NON è un vero Presepe Tradizionale.
Quanto alla storia dell'impurità, ci vorrebbe uno storico serio - che per prima cosa ci ricorderebbe quante e infinite sono le cose che NON sappiamo non dico sulla nascita di Gesù, ma sul periodo - per esempio ho scoperto in questi giorni che sono 50 anni fa han trovato una iscrizione che testimoniava che Ponzio Pilato era governatore della provincia in quel periodo: nella mia santa ingenuità ero sicura che avessimo splendide liste complete di tutto l'organigramma romano a partire almeno dal II secolo a. C. e invece solo in quell'occasione è stata confermata l'esistenza di una figura direi abbastanza importante nella storia di Gesù e del cristianesimo.
Per quel che ho capito l'impurità delle partorienti (o delle donne col ciclo) riguardava LORO, non tutta la casa e nemmeno la singola stanza. In quel periodo, ci spiega il Levitico, non dovevano toccare "niente di sacro" per non contaminarlo, ma per il resto potevano condurre una vita decente. Inoltre il problema sarebbe stato aggirabile appunto allestendo una nursery. Perché, di nuovo: o le donne non partecipavano al censimento (e nessuno, a dire il vero, ci dice che dovessero farlo) oppure dovevano andare anche loro a registrarsi e allora ce ne saranno state in giro parecchie, anche prossime al parto. Ostacolo aggirabile predisponendo una "casa delle impurità" riservata alle gestanti e alle donne mestruate; perché direi che se ti aspetti un grosso afflusso di gente certi problemi te li poni secondo me.

Murasaki ha detto...

@ Minty:
Le buste di animali comprate sulla spiaggia! ECCO da dove vengono tutte quelle bestiole che si aggirano in tutti i presepi! Perché, d'accordo, metti un rinoceronte nel presepe e perché no, ma eri andato apposta a comporare il rinoceronte proprio per metterlo nel presepe? Sembra strano. Se invece per casa hai qualche rinoceronte o leopardo di gomma senza fissa dimora, quale utilizzo migliore? Mi hai risolto un bel dubbio.
Quanto al brachiosauro, conferisce senz'altro un tocco di tradizione al presepe oltre a testimoniare che il messaggio di Cristo è senza tempo ^__^

Murasaki ha detto...

@ Tenar:
Il tuo è un presepe davvero speciale. Con cose del genere ci si può regolare in due modi: o custodirlo sotto una campana di vetro guardandosi bene dal toccarlo, o USARLO. In questo modo si logora, certo, ma ti dà piacere e rendi onore a chi si è affaticato a farlo. L'omino con le caldarroste è tradizionale sul serio, anzi molto più antico del brachiosauro - e certo tutti conosciamo l'importanza che hanno le caldarroste in Palestina (come i dinosauri, del resto)!

@ Dolcezze:
Infatti io la ringrazio moltissimo, e aspetto con gioia il tuo post sul presepe. Ma credo che il presepe da solo basterebbe come argomento per un blog corposissimo, e anzi immagino che ne siano diversi in rete.

@ Kuku:
Grazie per i complimenti, prima di tutto. Ma non mi dire che non ne hai mai visti, presepi con la capannuccia all'entrata della grotta! Tra l'altro li avevo sempre registrati mentalmente ma non avevo mai fatto caso alla contraddizione interna - come credo tutti, primi fra tutti quelli che lo fanno.
Per quanto riguarda le pecore: è una osservazione molto valida. Immagino che non valga quando c'è la neve e dunque l'erba manca, ma stabilito che in Palestina la neve non c'era allora le pecore sono perfettamente giustificate nella loro presenza.

@ Ornella:
Una nursery a palazzo reale non sarebbe servita, perché il palazzo reale era a Gerusalemme e non a Betlemme; quanto al fatto che nei presepi tradizionali ci sia di tutto, ma VERAMENTE di tutto, direi che non è proprio una novità.
Il bue e l'asinello ci sono, ma nei Vangeli apocrifi - evocati, probabilmente, dalle parole della profezia di Isaia sul Messia. Oppure evocati dal fatto che c'erano perché c'erano e basta. In tutti i casi POTEVANO ragionevolmente essere presenti. La neve, invece, si può classificare solo come "licenza poetica", esattamente come i dinosauri - pure attestati con molta frequenza.

@ Romolo:
In realtà di giorni ne passano ben 12. Abbiamo due possibilità:
la scena è un quadro vivente multitemporale e raffigura tutta una serie di eventi collegati alla nascita di Gesù, e dunque comprende anche l'arrivo dei Magi e la Stella
oppure i Magi arrivano in tempo reale la notte della nascita.
C'è anche una terza possibilità, ripensandoci: l'Angelo staziona lì per un po' e i pastori con le pecore passano regolarmente davanti alla grotta/capannuccia per fare un saluto al bambinello e portare un po' di latte e formaggio alla famiglia. La terza mi sembra la più credibile, dopotutto i bambini piacciono a tutti tranne che a me e un aiuto a una famiglia in difficoltà che si trova nei paraggi capita a tutti di darlo, per fortuna. Senza contare che a Natale siamo tutti più buoni ^__^

Murasaki ha detto...

E grazie, state facendo dei commenti bellissimi!
Un bel regalo di Natale, devo dire ^_^

Melchisedec ha detto...

Adoro il presepe e quando posso lo allestisco anche con molta fantasia, ma senza distaccarmi troppo dalle vulgate classiche popolari. Per me ha un valore affettivo personale notevole, pensa che conservo le statuine del presepe ricevuto in regalo da bambino, un presepino di scarso valore(in plastica dura), ma c’è anche un gusto estetico che va al di là della fede; proprio in base a ciò mi piacerebbe prepararne alcuni con paesaggi letterari e fantastici, ma manca il tempo e forse anche la voglia autentica. A livello di riflessione generale non è detto che tutto ciò che non è storicamente accertato e accertabile non possa essere oggetto e soggetto di rappresentazione, purché chiaramente non nuoccia agli altri nelle diverse forme in cui si esercita la malvagità umana. Il problema è quando ci si erge a depositari di verità talebana che non ammette repliche e peggio ancora quando questa verità la si vuole imporre… da qualunque parte provenga l’imposizione.
Ho letto con molto interesse il post sul presepe di Greccio e l’analisi condotta non fa che confermare la grandezza incommensurabile di Francesco d’Assisi.

Murasaki ha detto...

@ Mel:
Mi sembra di ricordare che ci hai postato il tuo presepe più di una volta, e di sicuro ci hai fatto dei reportage sui vari presepi della tua zona.
Sono d'accordissimo sul fatto che la rappresentazione storica alla fine c'entra il giusto - il presepe in particolare raccoglie davvero un sacco di elementi eterogenei, talvolta legati anche alla storia contemporanea, come per contro l'albero di Natale, simbolo pagano per eccellenza, viene quasi immancabilmente decorato con una stella cometa e adornato con presepi mignon dentro alle palle (ne avevamo uno perfino noi. Anzi non uno, bensì due: uno dentro la palla, e uno dipinto sulla palla, più una palla con re Magi e stella cometa), angeli, campane e vari san Nicola.

Elena ha detto...

Mi dispiace ma vi batto tutti, il presepe di famiglia consta di ben quattro Magi! Il mio presepe invece vanta la presenza (oltre di tutto l'armamentario sopra menzionato) anche di un coniglio e di una rana. Anche noi abbiamo l'omino delle caldarroste, oltre a un muratore che sta costruendo qualcosa e a diversi banchi del mercato (pescivendolo, macellaio, vasaio...).
Naturalmente tutti di dimensioni diverse perché acquistati nel corso del tempo. Gli unici che mi rifiuto di inserire e rimangono nella scatola sono un centurione (per ovvi motivi), uno schiavo africano (???), una vecchina che fila (anche se potrei inserirla in omaggio alla Befana) e un personaggio bruttissimo che si tocca la pancia (secondo me non si sente bene).
Tra l'altro la questione del quarto magio è di una certa importanza e ne scrisse anche Una Penna Spuntata...

Murasaki ha detto...

@ Elena:
Il post dei quattro magi di Una penna spuntata non lo conoscevo, e vado subito a rimediare.ù
Invece ho visto anch'io presepi con le bancarelle del pesce eccetera - e in effetti hanno un senso: intorno a qualsiasi evento fioriscono sempre bancarelle di venditori di cibo, e se è inverno anche di caldarroste (tipico piatto della Palestina per riscaldare le mani e lo stomaco nei gelidissimi inverni di laggiù). E la rana mi sembra molto carina e anche piuttosto originale, mentre i conigli sono più consueti.
Non capisco invece perché escludere il povero centurione: il cristianesimo si diffuse quasi subito tra i soldati, e nei Vangeli c'è un bell'episodio con un centurione che chiede a Gesù di guarire il figlio. D'accordo, a quel tempo Gesù era ormai adulto, ma se ci si mette a spaccare il capello in quattro finisce che nel presepe si mette a malapena il bambinello, come nell'immagine che ho pubblicato (a posteriori) in fondo al post!

Elena ha detto...

Io forse sbagliando collegavo i centurioni alla strage degli innocenti per cui non mi piaceva l'idea di un soldato armato nel presepe...d'altra parte ogni presepe ha la sua logica illogica e in effetti la pignoleria potrebbe privarci di personaggi interessanti! Buon Natale!

Murasaki ha detto...

@ Elena:
Non ci avevo proprio pensato, anche perché la strage degli innocenti non è descritta, solo accennata di striscio, quindi non c'è una figura di soldato romano da collegarci. Credo però che il centurione nel presepe si colleghi al centurione che va a chiedere di guarire il figlio, oppure al fatto che ci furono cristiani nell'esercito fin dall'inizio.
Ma qui ci vorrebbe qualche esperto di presepi, perché io so solo che il centurione nei presepi è piuttosto comune, ma su come e perché sia capitato fin lì, insieme ai venditori di caldarroste e agli aristocratici del Settecento, davvero non saprei dire

Murasaki ha detto...

@ Elena:
Navigando senza meta il giorno dopo gli scrutini ho trovato questo:
https://www.youtube.com/watch?v=D7LW-s7UFK4
video di analisi assai storica appunto sulla presenza di legionari nel presepe. In sintesi, a seconda che per la nascita di Gesù si prendano come buoni uno dei due possibili censimenti, in un caso non va bene perché all'epoca non c'erano milizie romane, mentre nell'altra data presunta sì.
E ascoltando sono rimasta a riflettere su come per tutti noi il milite romano ovunque e comunque sia quello di Asterix, mentre in buona parte dell'esercito romano le truppe... non erano affatto romane né vestite come legionari romani.
Incredibile quanto poco sappiamo di quegli anni.