Il vero inizio della pandemia per me è stato quando la Preside mi spiegò con bel garbo che no, di Mostre del Libro non era il caso di parlare per il momento, e io mi ritrovai con tre bellissimi post ormai del tutto inutilizzabili.
Siccome l'ottimismo non mi ha mai fatto difetto, e tra tutti non ci rendevamo minimamente conto della tegola che ci era cascata in testa, arrotolai i poster e li riposi con cura nei grandi armadi della Sala Insegnanti avvisando le custodi che non li buttassero via.
"Quando questa storia sarà passata basterà incollare le nuove date sui poster" spiegai loro.
Le custodi convennero che era una buona idea e garantirono che mai e poi mai li avrebbero toccati.
Così fu, e per più di due anni i poster rimasero a riposare nel loro cantuccio. Siccome il cantuccio era in Sala Insegnanti li avevo sempre sotto gli occhi e potevo controllarli quando volevo, mi bastava lanciare uno sguardo distratto in quel punto.
Passò il primo anno e il mio ottimismo subì colpi notevoli. I poster però erano sempre lì.
Passò il secondo anno e i poster erano sempre lì, tuttavia la stessa idea di fare una Mostra del Libro mi sembrava ormai argomento buono tutt'al più per un racconto fantastico, di quelli che ci si scambiano davanti al caminetto quando si sbucciano le castagne arrostite.
Venne il terzo anno, e in primavera le cose cominciarono a migliorare. I poster stavano sempre lì e nel mio fiducioso cuoricino ricominciava ad albergare la speranza.
Quest'anno, a Settembre, eravamo tutti assai rimpannucciati. Alla mia timida proposta di fare la Mostra del Libro mi fu risposto con un trionfante "Certo che sì!" e così compilai il mio solito schema di progetto, sezione "Arricchimento dell'Offerta Formativa", che il Consiglio di Istituto approvò senza batter ciglio.
A fine Febbraio dunque entrai nell'ordine di idee di organizzare il tutto.
La trafila in realtà era piuttosto semplice e con gli anni era diventata una confortevole routine.
Contattare la libreria, far telefonare alla cooperativa che ci presta i tavoli, prendere i poster...
Ed ecco che, improvvisamente, scopro che i poster non sono più lì.
Sia io che le custodi abbiamo fatto una accurata ricerca e controllato il controllabile ma, niente: improvvisamente i poster sono scomparsi.
In quell'occasione ho scoperto che il celebre detto La scuola è come la casa: nasconde ma non ruba reca con sé il corollario ma quando nasconde, nasconde davvero bene.
A tutt'oggi di quei poster non si trova traccia. Immagino che prima o poi salteranno fuori, probabilmente il giorno prima di una nuova pandemia o in qualche altra circostanza che li renderà del tutto inutilizzabili*.
A quel punto si imponevano dei nuovi poster e pure dei nuovi volantini, anche se ormai la piattaforma e l'uso generalizzato della posta elettronica rendeva questi ultimi abbastanza inutili.
Bastava forse ritoccare qualche file dei poster degli anni precedenti?
Ebbene no, non bastava - perché durante il lockdown il computer della Sala Insegnanti che custodiva quei file era irreversibilmente morto: quando lo abbiamo riacceso al nostro rientro nella scuola, semplicemente, non ha dato segni di vita.
Sic transit.
"In fondo è meglio riaprire questo nuovo corso con un poster nuovo" han provato a consolarmi.
Ad ogni modo, se mi andava bene c'era da fare un poster nuovo, e se non mi andava bene il poster nuovo era lo stesso da fare.
A sorpresa, ho scoperto che con il programma della piattaforma preparare poster e volantini era di una facilità commovente anche per una analfabeta grafica come me, e dunque l'unica difficoltà era trovare una bella immagine - che per me di solito non è affatto una difficoltà.
Dopo una breve navigatina ho proposto ai colleghi la scelta tra un bel drago azzurro in biblioteca, il solito libro magico che si apre mostrando paesaggi insoliti che si sprigionano in un volar di scintille e l'immagine che apre questo poster, e che è poi quella che è stata scelta. Qualcuno ha notato che il mappamondo che si apre davanti al ragazzo che legge non è il mappamondo che conosciamo (cosa a cui non avevo fatto minimamente caso), in compenso nessuno ha colto il raffinato messaggio implicito: leggere è (anche) una cosa da ragazzi, intesi come maschi. Di fatto, nelle ultime generazioni (intendo dagli anni 80 in poi) la lettura è diventata sempre più un affare da donne, e personalmente deploro abbastanza questa tendenza. Lungi da me criticare le scelte individuali, ma un piccolo messaggio subliminale, forse?
Così i poster sono stati stampati e affissi, la cinquantina di volantini** rigorosamente a gatti anche, i tavoli sono stati montati e addobbati come di consueto dalle custodi e la libreria di Lungacque ha portato gran copia di eccellenti libri di assai varia tipologia, che ha distribuito sui tavoli aiutata da alcuni alunni accuratamente scelti da noi insegnanti di Lettere.
E la Mostra fu.
I risultati sono stati ottimi: molti libri sono stati venduti, tanto che la libreria ha dovuto tornare due volte con vari rinforzi librari e l'incasso è stato decisamente alto anche tenendo conto del tasso di inflazione che ci ha allietato negli ultimi due anni; grazie a tale pingue incasso abbiamo così potuto prendere una fornitura di omaggi davvero lussuosa . La Mostra è stata assai apprezzata anche da genitori e colleghi, io mi sono come sempre stancata ma anche divertita molto e mi sono pure fatta un po' di aggiornamento aggratisse.
E per me la pandemia è ufficialmente finita il giorno in cui ho compilato la mia prima ricevuta di vendita.
Ad maiora, semper!
* in effetti avevo sperato di vederli risbucare dall'universo parallelo in cui erano finiti dopo aver fatto stampare i nuovi poster, ma non è successo nemmeno quello. Magari sono davvero spariti per sempre?
**prima della pandemia ne stampavamo circa trecento, di cui gran parte venivano distribuiti nelle classi, e sparivano quasi tutti. Quest'anno non sono statio quasi toccati. Un buon risparmio di carta, decisamente.
Chissà...
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