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venerdì 30 giugno 2023

Il mistero del London Eye - Siobhan Dowd

Nella sua purtroppo breve esistenza (1960-2007) la scrittrice inglese Siobhan Dowd ha pubblicato una breve serie di bellissimi libri per ragazzi che in Italia sono stati tutti pubblicati dalla casa editrice uovonero, che prende il nome da una fiaba di Luigi Capuana ed è specializzata in libri per ragazzi che utilizzano strumenti di comunicazione aumentata e alternativa - insomma, una roba stranissima anche se molto rispettabile dove i romanzi di Dowd, che sono proprio romanzi normali che raccontano delle storie con un inizio, una fine e divisi in rispettabili capitoli, spiccano nel catalogo come un quadro di Botticelli in un museo di pittura d'avanguardia russa.

Passiamo a presentare il Mistero: lunghezza intorno alle 250 pagine, copertina non priva di eleganza ma soprattutto pertinente alla storia (ebbene sì, in un romanzo che parla del London Eye la copertina raffigura proprio il London Eye. Ammettiamolo, è abbastanza insolito. Ma non solo: il London Eye è inquadrato con una prospettiva particolare e la chiave del mistero si troverà proprio guardando le cose da una prospettiva diversa da quella consueta). Prezzo accettabile. 
La storia si ascrive al genere mistery, come per altro dichiarato apertamente già nel titolo. La vicenda è raccontata in prima persona dall'investigatore, che rientra nel classico filone degli investigatori inglesi à la Sherlock Holmes. Palatabile dagli undici anni in su, è anche un libro adattissimo per la lettura in classe e anche per essere ascoltato mentre lo legge l'insegnante, sia per la seconda che per la terza media (forse anche per una prima, ma meglio dalla primavera in poi, quando sono un po' cresciuti).
Quale sia il mistero del London Eye viene indicato già dal primo capitolo: dopo una affascinante descrizione sia del London Eye* che del viaggio dentro la capsula, il narratore racconta di come un tal Selim, suo amico, salì sulla cabina ma quando la capsula atterrò nuovamente sulla terraferma il suo amico non c'era più, e passa poi a spiegare che sta per raccontare la storia di come è riuscito a capire cosa è successo, e di esserci riuscito perché la sua testa funziona con un sistema operativo diverso da quello degli altri.

Alla fine delle tre pagine che compongono il primo capitolo sappiamo già diverse cose, dunque: che la storia riguarda la scomparsa di tal Selim, che alla fine del libro il mistero sarà risolto, e che sarà risolto proprio grazie al narratore che è una persona con un cervello che funziona in modo particolare - con un sistema operativo diverso, secondo la splendida definizione che ricorre più e più volte.
Il narratore è Ted, un ragazzo con la sindrome di Asperger, che non viene mai nominata nel libro ma che il lettore riconosce facilmente già dalle prime pagine dal fatto che Ted, nel raccontare la sua colazione, dà un numero ai cheerios che inzuppa nel latte.
Il lettore la riconosce facilmente? E parliamo di un lettore inglese o italiano? Come funzionavano le cose nel 2006, quando il libro venne pubblicato?
C'era già stato nel 2003 Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, dove il protagonista era un ragazzo piuttosto geniale ma strano, che si ritrova a indagare sul caso di un cane (il suo!) trovato ucciso nel giardino, e dalle indagini ricaverà, oltre alla soluzione, un sacco di scoperte, non tutte e non solo spiacevoli, sulla sua famiglia. E' un romanzo crudo e piuttosto angoscioso, e ho faticato abbastanza a leggerlo. Prima ancora, nel 1995 Oliver Sacks aveva descritto molto dettagliatamente l'autismo in Un'antropologa su Marte dove racconta la storia di Temple Grandin.
Il mistero del London Eye però è un libro per ragazzi, ed è stato scritto con l'intenzione di presentare le potenzialità positive che possono esserci nei disturbi dello spettro autistico proprio ai lettori più giovani - una operazione molto intelligente, in effetti, e condotta con grande abilità.
Ted vive in un contesto familiare molto affettuoso e ragionevole: la famiglia non fa nulla per rimuovere la sua, chiamiamola diversità, anche se lo maneggia un po' con i guanti, e d'altra parte Ted segue da tempo un percorso medico per imparare a convivere con la sua sindrome. E' un po' disorientato e abbastanza preoccupato dalle molte cose per lui incomprensibili, ma è un ragazzo intelligente e cerca di limitare i danni. Di fatto viene presentato al lettore come uno dei tanti adolescenti più o meno in difficoltà a trovare il loro posto nel mondo - un problema, questo, che accomuna tutti gli adolescenti indipendentemente da qualsiasi eventuale sindrome si ritrovino in sorte ad avere - e che in qualche modo se la cava, pur con qualche scossone. Sa di essere diverso, ogni tanto (...ogni poco) ha la sensazione di essere circondato da dei perfetti idioti e che nessuno lo capisca - come tutti, insomma, e non soltanto a quell'età.
Alla fine del romanzo, dopo aver risolto il caso e aver impedito che si concludesse in una tragedia, si ritroverà ad aver aumentato in modo cospicuo la sua autostima e questa è senz'altro una buona cosa. Inoltre avrà anche constatato come la sindrome di Aperger non sia certo l'unica problematica in cui un ragazzo può inciampare - solo per dirne due, ci possono essere anche le difficoltà di rapporto con i coetanei e avere dei genitori troppo accentrati su sé stessi per riuscire ad ascoltare i figli.
Il romanzo si snoda come un perfetto racconto giallo assai ben costruito, della tipologia più classica; personalmente ci ho trovato un bel po' di Agatha Christie: il tema della prospettiva diversa da cui guardare le cose, per esempio, e gli elementi apparentemente discordanti che compaiono per caso ma invece non sono affatto delle casualità. Hercule Poirot poi avrebbe senz'altro apprezzato la lista delle otto possibili spiegazioni che Ted stila: Selim non è mai salito sulla capsula del London Eye, è andato in autocombustione, è stato rapito dagli alieni... nessuna possibilità viene eliminata a priori, ma solo dopo attenta verifica e qualsiasi letture che abbia frequentato le storie di Sherlock Holmes** ritorna col pensiero al celebre adagio una volta eliminato tutto l'impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere per forza la verità; ma cosa è effettivamente impossibile, a parte l'autocombustione, che non avrebbe certo potuto passare inosservata agli altri passeggeri?
Una delle otto possibilità elencate da Ted si rivela in effetti valida, ma non in grado di spiegare tutto, e sarà dunque necessario scovarne una nona che possa completare il quadro.
Come sempre succede nei gialli in questi casi, buona parte dei personaggi rifiuta ostinatamente di ascoltare la lista - dal che il lettore si rende conto che in quella lista qualcosa di buono c'è per forza. La sorella Kat invece la lista la esamina con pazienza e la discute con Ted, in base al principio che, se non si muovono loro, gli adulti ben difficilmente combineranno qualcosa di valido - e questo è invece un principio universalmente valido nei romanzi per ragazzi, e che porta inevitabilmente alla soluzione del problema, qualsiasi esso sia.
Con un lento e paziente carotaggio la soluzione arriva, portando una serie di colpi di scena e un momento decisamente drammatico che comunque si risolverà per il meglio. La catarsi porta un deciso miglioramento della situazione e molti spunti di riflessione.
Agli adulti il romanzo piace perché è molto politically correct oltre ad essere scritto bene. Ma soprattutto, e questo è l'importante, piace molto ai ragazzi.
Caldamente consigliato.

* poniamo che tra i lettori di questo post ci sia qualche povero diavolo che versa nello stesso stato di patetica ignoranza in cui versavo io quando per la prima volta mi han parlato di questo libro: il London Eye è una grande ruota panoramica posta a Londra sulla riva del Tamigi e inaugurata nel 2000. Dietro pagamento di un non risibile biglietto, si fa un giro della ruota in una piccola cabina che può contenere fino a una ventina di persone. Il giro dura più di mezz'ora e permette una bella visualizzazione di Londra. Imperdibile per i turisti, anche gli indigeni lo frequentano molto volentieri.
** che in effetti molti sospettano essere stato un caso non diagnosticato di sindrome di Asperger

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Brève esistenza? Pellegrina

Murasaki ha detto...

oops... le ho appena accorciato la vita di 500 anni, grazie della segnalazione ^__^

Pellegrina ha detto...

(-;

Anonimo ha detto...

Mooolto interessante

Anonimo ha detto...

E sono Dolcezze

Filippo ha detto...

Allora, o si è travestito o è sceso di nascosto da un’altra parte. Non ci sono praticamente altre possibilità. Temo che mi toccherà comprare il libro perché mi hai incuriosito troppo.

Murasaki ha detto...

@ Filippo:
Non è necessario *comprare*, il libro si trova facilmente nelle biblioteche comunali.
E no, naturalmente, non svelerò l'arcano ^__^

@ Dolcezze:
Oddio, anche tu... Google sta VERAMENTE diventando insopportabile!