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lunedì 10 luglio 2023

Lunedì film - Marie Antoinette (film per le medie)

Arrivati alla rivoluzione francese, considerata fin da quando avvenne un punto di svolta della storia occidentale, c'è sempre una certa difficoltà nel far capire ai giovinetti tredicenni l'enorme balzo che rappresentò, soprattutto per i francesi, e qual incredibile novità fosse per la cosiddetta gente comune il fatto che re e nobili erano fatti della stessa pasta di tutti loro. A rendere assurda, eretica e perfino ridicola questa possibilità c'era non solo la legislazione dell'ancien régime ma tutto quell'incredibile apparato montato a Versailles. Il ragazzino che non si è letto millemila romanzi storici  e testi dell'epoca, e magari non si è nemmeno visto Lady Oscar  fatica a comprendere l'enormità del salto e la frattura che detto salto creò in tutta l'Europa. Marie Antoinette aiuta parecchio a colmare questo vuoto, oltre ad essere un film molto gradevole alla vista.
Il film, uscito nel 2006 per la regia di Sofia Coppola, racconta il tempo della permanenza di Maria Antonietta a Versailles: si parte con un paio di scene alla corte austriaca, poi il viaggio e il passaggio della frontiera: la futura delfina deve entrare in Francia nuda e senza portarsi dietro assolutamente nulla dal suo paese di origine, né vestiti, né servitù e nemmeno il suo amato cagnolino. Naturalmente il passaggio del confine avviene dentro una simpatica casetta nei boschi e la futura regina di Francia viene subito rivestita (con abiti francesi, certo) e dopo qualche mese il cagnolino le verrà rispedito, ma insomma il messaggio è molto chiaro: da quel momento Maria Antonietta appartiene alla Francia - una presa di possesso piuttosto brutale e va detto che in pieno illuminismo la cosa sembra piuttosto anacronistica.
L'impressione della povera ragazza è di essere capitata in una gabbia di matti: il folle rituale del risveglio, che il film racconta in tutti i complicatissimi dettagli,  i pasti consumati in pubblico con la coppia circondati da enormi ed elaboratissime piramidi di cibo, dove il giovane Luigi XVI mostra chiaramente di essere spaesato quanto la sua consorte.
I dolci hanno una bella parte nella scenografia, e la prima immagine del film che è circolata è questa, molto famosa:
un vero trionfo di bianco, rosa e zucchero, estremamente rococò.
La principessa sopporta con pazienza, cerca di cogliere gli aspetti positivi e col tempo impara a ritagliarsi i suoi spazi, con una certa complicità sotterranea del giovane marito al quale, per quel che se ne sa, ha sempre avuto in grande uggia il cerimoniale di Versailles anche se non ha mai cercato di fare qualcosa per ridimensionarlo.
Anche la misteriosa storia della consumazione del matrimonio è affrontata con gran cura e abbondanza di dettagli, e se ci sono degli aspetti che restano piuttosto oscuri non è colpa del film, ma del fatto che a tutt'oggi la faccenda non è granché chiara.
E' noto che per diversi anni la delfina,  poi regina di Francia, rimase vergine. Tutte le biografie affrontano la questione con gran sfoggio di dettagli, ma di fatto non si capisce bene cosa è successo. Luigi XVI non aveva nessuna avversione per la sua giovane sposa, anzi sin dall'inizio le mostrò molto affetto. Era in grado di fare il suo real dovere (e infatti lo fece), la regina era assolutamente disponibile a fare la sua parte (e infatti la fece, scodellandogli poi ben quattro figli, due dei quali morti in tenera età) e ha sempre avuto un rapporto molto affettuoso col re, e in aggiunta era molto attraente. 
Sta di fatto che per diversi anni Luigi non batté chiodo. Pare che non ci fossero problemi tecnici (Sua Maestà, per intendersi, reagiva correttamente), ma il colpo non partiva. Abbiamo un intero carteggio tra Austria e Francia dove la questione veniva discussa nei dettagli e la povera Maria Antonietta veniva regolarmente rimproverata dalla madre di non essere abbastanza affettuosa col suo sposo. A un certo punto intervenne addirittura l'Arciduca, che oltre a mandare lunghe lettere di consigli prese una carrozza e venne ad esaminare la questione di persona. Non è chiaro se si limitò a dare dei consigli tecnici  al re o se ci fu un qualche piccolo intervento chirurgico - è un classico caso in cui tutti gli storici hanno la verità in tasca ma non la spiegano al lettore che pure sarebbe disponibile ad ascoltarla - e non è nemmeno molto chiaro perché nessuno alla corte di Francia cercò di  sistemare la questione; c'è chi dice che la Francia preferiva non farsi troppo coinvolgere in una alleanza con l'Austria e fin quando il matrimonio non era consumato lo si sarebbe potuto sciogliere; va detto però che in Francia nessuno, a quel che so, mosse un dito per sciogliere il matrimonio, e anzi molti a suo tempo avevano mosso ben più di un dito per avviare l'alleanza. A corte però in tanti spettegolavano sulla presunta sterilità della principessa austriaca, e si sa che l'ambiente di Versailles a definirlo tossico gli fai un complimento.
Alla fine comunque la coppia fece il suo dovere e arrivarono prima una principessina, poi un principe erede al trono. Maria Antonietta si dimostrò un madre molto affettuosa e anche un po' borghese, perché badava molto ai suoi figli, secondo la moda che in quegli anni andava affermandosi e vige tuttora: fai un figlio, e poi gli dedichi un sacco di tempo se sei una donna. Nel caso di Maria Antonietta comunque fu una scelta, anche un po' criticata, perché in Francia le grandi dame lasciavano volentieri la gestione dei figli alla servitù.
Un giusto spazio viene poi dedicato anche al conte di Fersen. 
Siccome costui, oltre ad essere assai noto per la sua bellezza era anche un modello di discrezione, a tutt'oggi non c'è niente di sicuro sulla sua relazione con la regina e le circa 750.000 prove indiziarie che abbiamo in proposito non vengono dal suo ermetico diario né dalle sue lettere né da alcuna chiacchiera imprudente o vanteria da lui fatta. 
Di lui, come della regina, abbiamo molti ritratti, ma sospetto che non gli rendano giustizia - di tendenza, i ritratti di quegli anni mi è sempre sembrato che non rendessero giustizia a nessuno.
Molto meglio la versione che ne dà il manga Lady Oscar di Ryoko Ikeda dove entrambi hanno un ruolo piuttosto importante, sia come personaggi che come coppia. L'immagine che segue è presa dall'anime, dove il character design è stato curato dal bravissimo Shingo Araki
Nel film, esattamente come nel manga, la relazione viene data per certa, mentre non viene indicato se il re ne sapesse qualcosa. E se Fersen sulla questione è stato di una discrezione esemplare, Luigi XVI non è stato da meno perché non diede mai segno di sapere qualcosa in merito, e men che meno di essersene adombrato. Di fatto Fersen andava e veniva per la corte di Versailles come più gli comodava, ed era sempre accolto come un caro amico. Di sicuro la real coppia si fidava di lui, tanto che in seguito lo incaricò di organizzare il tentativo di fuga verso l'Austria (dove Fersen non diede prova di soverchio buon senso e i reali di Francia vennero fermati alla frontiera. Storia tristissima).

Abbiamo quindi un sacco di dolci, di pettegolezzi, di intrighi di corte e anche una bella storia d'amore. Non abbiamo invece la Rivoluzione, che in effetti fu un evento che si svolse al di fuori della corte. Il film si chiude proprio nel momento in cui il popolo, scalata la collina di Versailles, entra nella reggia. Sappiamo che da lì la famiglia reale venne portata a Parigi, dove venne confinata nelle Tuileries, con la scusa che "il popolo voleva vicino il suo re" - e gli ultimi minuti del film mostrano molto bene il terrore di quella notte. 
Il resto della rivoluzione, gli anni di prigionia, il processo e la decapitazione restano fuori, e la trovo una scelta molto felice.
Il film è molto ben fatto storicamente e c'è una gran cura nei dettagli. Costumi, acconciature, dolci, ambienti, arredi, dorature, il palazzo e il parco di Versailles, tutti recitano splendidamente e ricostruiscono a meraviglia un'epoca tanto pazza quanto dispendiosa. Anche gli attori fanno molto bene la loro parte e dopo avere visto Kirsten Dunst interpretare Maria Antonietta diventa quasi impossibile immaginarsi una Maria Antonietta diversa.
Come ho già detto, il film scorre molto bene nonostante la lunghezza di due ore e offre ai ragazzi materia per un sacco di domande: ma non erano scomode quelle acconciature? Perché fare quelle piramidi di cibo che nemmeno un elefante tenuto a digiuno riuscirebbe a mangiare? Ma i reali non si sentivano un po' osservati? Ma sul serio dopo la prima notte di nozze facevano il bollettino con il risultato? Ma è vera la storia con Fersen? Ma il re lo sapeva?
Il tutto offre quindi l'occasione per una lezione supplementare sotto forma di risposte e dettagli aggiuntivi.  Fra film e domande dunque va via parecchio tempo, ma si tratta comunque di un buon investimento.

2 commenti:

Elena ha detto...

Questo film mi è piaciuto, l'ho visto da adulta però. Da quello che ho capito è piuttosto fedele ai fatti storici, dialoghi, o per lo meno porzioni di dialoghi compresi. Fa sicuramente gioco il fatto che le immagini e i colori siano molto belli e più "moderni" dei film storici e in costume che siamo abituati a vedere 🙂.

Murasaki ha detto...

Il rococò è stato un periodo molto colorato e luminoso (e un tantinello sovraccarico, a dirla tutta). Per contrasto, il periodo della rivoluzione e del romanticismo si ritrovò ad essere molto scuro, con una certa tendenza al cupo - e questo aspetto colorato nel film è messo nel suo giusto rilievo. E confermo per i dialoghi e tutto il resto!