Come ogni 17 Febbraio, ritorna la festa italiana del gatto, nobile animale che allieta con la sua dolce e confortevole compagnia tante delle nostre case.
Per questa lieta ricorrenza ho deciso di omaggiare una specifica tipologia di gatto che, con mio dispiacere, non ho mai potuto annoverare nel mio assortimento: il gatto rosso - anche se posso pur sempre contare su Fiammetta, che è una soriana a sprazzi rossi.
Il colore dei gatti in realtà conta poco per il carattere: ogni gatto funziona a modo suo e si tratta di una creatura troppo individualista per farsi influenzare da un casuale accidente come quello del colore del mantello. Tuttavia, in base alla mia personale esperienza e a testimonianze varie da me raccolte, il gatto rosso presenta almeno due caratteristiche specifiche.
La prima, ahimé, è di essere piuttosto raro. Anche i soriani rossi sono tutt'altro che comuni, ma un gatto con il mantello ben aranciato come quello della foto qua sopra è una rarità. Per questo motivo chi cerca un gatto rosso di solito deve cercare a lungo e con attenzione, e raramente basta bussare al gattile vicino a casa - anche perché i pochi fortunati che hanno un gatto rosso di solito se lo tengono ben stretto e si guardano bene dall'abbandonarlo.
La seconda caratteristica si collega a quanto detto sopra: il gatto rosso è raramente abbandonato ma più facilmente abbandona, perché solitamente è un gatto di carattere molto dolce e affettuoso e dispensa affetto a qualsiasi umano gli capiti di incontrare. Non è quindi insolito che l'umano che si trova così omaggiato pensi "Oh, povero micio così strofinoso, evidentemente stai cercando una casa. Sarà mia cura fornirtene una al più presto", e mosso dalle più pure e caritatevoli intenzioni prende il micio e se lo porta a casa, mentre l'infedele fusa con gran convinzione.
Si tratta inoltre di un gatto molto amichevole con gli ospiti di casa, e sembra vada particolarmente d'accordo con i bambini - ma in questo caso parlo solo per sentito dire.
Visto che si tratta di un gatto così propenso all'amore, e che in questi giorni ricorre la festa degli innamorati, aggiungo dunque un quadro forse ispirato alla storia di Romeo e Giulietta, oppure, chissà, a una qualsiasi storia dove la bella sta al balcone e l'innamorato sale verso l'agognato premio.
Gli auguri comunque valgono per tutti i gatti, e siccome questo è un blog inclusivo sono come sempre estesi d'ufficio anche ai diversamente gatti.
Con un doveroso ringraziamento a Pensierini, che mi ha ricordato questa bella ricorrenza di cui mi stavo completamente dimenticando permettendomi di rimediare in tempo utile - perché, come credo di aver ripetuto fino allo sfinimento, in questo periodo tendo a dimenticarmi davvero di tutto (ma non di omaggiare le belle gatte che vivono con me, quello continuo a farlo sempre e comunque).
2 commenti:
Ma grazie a te! Anch'io, da ragazza, ho avuto (per modo di dire) una gatta, durante un'estate trascorsa in campagna: l'avevo chiamata Jessica, un nome a molla come lei. Non entrava in casa, si faceva viva solo alla sera, per mangiare e farsi coccolare. Le volevo bene, per quel che potevo e per quel che è durata, forse anche lei me ne voleva. I gatti sono misteriosi. Ricordo che si strofinava volentieri intorno alle mie gambe e che io l'accarezzavo molto. Poi sono tornata a casa, in città. Non l'ho più vista.
@ Filippo:
Grazie!
@Pensierini:
Ma certo che ti voleva bene! I gatti in realtà si affezionano facilmente ^__^
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