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domenica 28 novembre 2021

Quarantene veloci e come praticarle

In questo caso, lo stiamo dicendo in parecchi
La sera di Giovedì, verso le sette, mi arriva una mail dal padre di Carl Palmer: "ci hanno informato che Carl è stato messo in quarantena."  A seguire, la solita richiesta per la Didattica a Distanza.
Mando tosto celere risposta dicendo che se ne sarebbe parlato a partire da Lunedì, considerata l'ora, e ancor più tosto mando avviso di tutto ciò ai colleghi del Consiglio di Classe.
Dieci minuti dopo arriva la prima telefonata, da Arte "Ma è positivo?" mi domanda "Perché sai, ieri ero in classe con lui e siamo stati abbastanza vicini..."
"Immagino che mi avrebbe avvisato se il figlio fosse stato positivo. Direi che è un contatto di contatto, così, a occhio".
Altri dieci minuti e Tecnologia mi chiama con lo stesso dubbio e la stessa perplessità perché "sai, disegnando insieme capita di avvicinarsi, magari gli guido la mano...".
La rassicuro come posso e poi mi metto a pensare. In effetti la mail del padre è un po' strana. Di solito mi spiegano come e perché il figlioletto va in quarantena: la squadra di rugby, il gruppo di karate, il corso di danza... E se c'è un tampone positivo dicono sempre, e senza infingimenti, che il figlio è positivo.
Del resto, perché dovrebbero nascondercelo?
Qui sembra che la notizia sia piovuta dall'alto "Salve, oggi abbiamo deciso che suo figlio è in quarantena. Così, senza un perché, giusto per scocciarvi un po'.".
Boh?

La mattina dopo trovo la Referente Covid che schiuma e ribolle.
"In Segreteria sono degli idioti!" mi dice a mo' di saluto.
Beh, che in Segreteria siano idioti è cosa nota. Ma per quale dei moltissimi motivi che ormai da anni la segreteria ci ha dato di pensare che siano idioti...
"Abbiamo due ragazzi dello stesso nome, uno alle elementari e uno alle medie. Quello delle elementari è positivo, quello delle medie, per quanto se ne sa, è sano come una lasca" ruggisce la Referente Covid (che è persona comunque piuttosto irritabile, e figurarsi da un anno e mezzo a questa parte).
Del resto, Carl Palmer è un nome molto comune, almeno qua in Toscana.
"Buon per lui, ma allora..."
"E allora hanno messo in quarantena il ragazzo sbagliato, e l'altro stamani era a scuola prima che riuscissi a farlo mandare via!".
Interessante.
"E quindi adesso dovremmo avvisare..." azzardo io.
"No, adesso faccio avvisare dalla Segreteria. E tu raccomandati  con la famiglia che Lunedì Carl arrivi senza nessunissimo tipo di giustificazione, perché c'è un limite a tutto!".
In effetti, mi sembra il minimo.

La Referente Covid se ne va, avvolta da una spessa nuvola di fumo e livore.
Quanto a me, prendo il primo computer disponibile e scrivo la buona novella ai colleghi del Consiglio.
E dentro di me, sconfortata, medito che non le fanno più, quelle belle quarantene di un tempo. Ormai durano poco, sempre di meno, quasi un batter di ciglia.
E a volte non cominciano nemmeno.

2 commenti:

dolcezzedimamma ha detto...

Nel caso specifico…meglio così. E comunque in questo folle periodo lo scambio di persona è ben poca cosa: c’è di peggio, molto di peggio…

Murasaki ha detto...

Non mi lamento, si capisce - anzi ho accolto la notizia con grande soddisfazione e con me Carl Palmer e famiglia.
Ma se è vero che in questo periodo c'è ben di peggio... ecco, la nostra amata Segreteria è comunque sempre al suo peggio, con o senza pandemia :)