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lunedì 29 novembre 2021

Lunedì Film - Lezioni di sogni (film per le medie)


Nel 2011 uscì, abbastanza alla chetichella, questo grazioso filmetto tedesco di cui non avevo assolutamente sentito parlare prima di due settimane fa, quando una collega di Inglese mi chiese, visto che la sostituivo per un'ora in Terza, di "finire di farlo vedere ai ragazzi". 
I ragazzi in effetti gradirono molto, ma anch'io, e la settimana dopo l'ho scodellato alla Seconda Insopportabile ottenendo se non altro una completa e pietrificata attenzione per novanta minuti.
Si tratta di una produzione semplice, senza grandi effetti speciali e racconta una storia vera, anche se riadattata e con tanti risvolti interessanti. Anche il titolo è semplice: "Il grande sogno". Perché in italiano l'abbiano trasformato in un corso di psicanalisi o di divinazione non mi è chiaro, ma si sa che la distribuzione ha le sue ragioni che la ragione talvolta fatica a comprendere.

Germania, 1874, più esattamente bassa Sassonia.
Appunto, Germania: il paese è stato appena riunificato, dopo aver fatto polpette del Secondo Impero francese. Il nazionalismo è alle stelle, il militarismo pure, il patriottismo imperversa per ogni dove. Ciò che è tedesco è buono per definizione, il resto è spazzatura - in ispecie la perfida Albione, terra provinciale e decadente ma che aveva messo su un colossale impero coloniale.
In un liceo tedesco di mentalità assai chiusa il Preside, che avrebbe l'intenzione di ampliare un po' l'orizzonte, chiama un bel giovane per insegnare lingua inglese - e già questa è una sperimentazione con i fiocchi, guardata con una certa diffidenza. A cosa serve conoscere l'inglese, quando già si conosce lo splendido e meraviglioso tedesco?
Il docente di inglese, Konrad Koch, ha un passato ibrido perché ha fatto i suoi studi in Inghilterra e ha finito per apprezzare molte cose di quel paese di "bevitori di tè".
I giovani scolari, imbottiti di propaganda nazionalista, ostentano un gran disprezzo per tutto ciò che è inglese. Il bel docente decide perciò di aggirarli con una manovra assai abile, coinvolgendoli in un nuovo sport, qualcosa di mai visto: sì, il football, da noi detto "calcio".
I ragazzi impazziscono per il calcio e cominciano a studiare inglese come tanti castori (ammesso che i castori studino inglese); e giocano, giocano e ancora giocano.
Scoppiano le polemiche e monta il malcontento: prima tra gli insegnanti, a partire da quello di Scienze Motorie, che non capisce perché i ragazzi non si applicano invece agli anelli e al cavallo; poi tra i genitori, che disapprovano tutto quell'anglico ciarpame; alla fine, perfino la stampa locale si mobilita: il calcio è uno sport decadente, e inevitabilmente travierà il nobile sostrato germanico dei fanciulli in crescita. Il calcio è tossico, immorale, sovverte i sani principi - soprattutto il calcio è inglese, e non è nato in Germania, e dunque non può portare a niente di buono.
Infine la scuola decide di proibire il calcio all'interno delle sue mura ma i ragazzi, al grido "calcio o morte!", dopo un primo, modesto tentativo di scansare il divieto giocando a calcio in un parco cittadino, messi alle strtette decidono di chiedere una Commissione Ministeriale che esamini dal vivo la nuova materia e decida se è praticabile dai giovani senza fargli perdere il contatto con le proprie radici, o se addirittura non possa essere ammesso come "attività didattica aggiuntiva", magari in qualche club dedicato.
Con abile scelta, il film non scende nei dettagli ministeriali ma si limita a chiudere in un'atmosfera di festa - tanto gli spettatori sanno benissimo, tutti, che oggi la Germania gioca a calcio e a nessuno che guardi una delle tante finali di europei o mondiali dove la nazionale tedesca è impegnata verrebbe in mente che calcio e spirito germanico siano in qualche modo incompatibili.

Diversi sono gli spunti che il film può offrire a una scolaresca, per quanto indomabile. 
Il modello scolastico, per esempio. Non ci sono solo le bacchettate e le punizioni particolarmente rigide (dove "rigide" sta per "sadiche" e volendo può sostituire pure altre parole di uso comune che cominciano per S e continuano con il nesso consonantico TR), ma anche l'inno tedesco cantato ogni mattina all'inizio delle lezioni o le esercitazioni di marcia militare nel cortile della scuola. 
Oppure il calcio come sport di squadra che fonde improvvisamente la classe infida e litigiosa in un mirabile esempio di solidarietà di gruppo - una qualità che un governo guerrafondaio ha tutto l'interesse a coltivare, e non è escluso che la commissione che alla fine approva quella "nuova materia didattica integrativa" non abbia dato un certo peso a questo aspetto.
Ma anche la sempiterna tendenza a considerare qualsiasi cosa venga apprezzata dalle nuove generazioni come corrompente, corrosiva e decadente (tendenza che data come minimo al II secolo a. C. quando a Roma si affermò il decadente e perverso Circolo degli Scipioni).
Poi la nascita dell'industria tedesca, che porta alla ribalta una nuova mentalità molto diversa da quella aristocratica (personalmente ho trovato delizioso il rapporto tra padre-imprenditore e figlio-futuro imprenditore, così ricco di sottintesi, dove il padre decide di lasciar fare al figlio che vuole avviare una produzione di palloni da calcio all'insegna di "questi giovani ne sanno una più del diavolo, vuoi vedere che?") con tutti i conflitti sociali che si porta dietro e la paura del socialismo che incombe.
Infine, e sopra a tutto, la Glorificazione di Sua Maestà il Calcio.

Caldamente raccomandato per Seconde e Terze. Per trovarlo, anche se non è molto famoso, non ci sono problemi, basta una visita su YouTube:

2 commenti:

Fiordicactus ha detto...

Credo che l'abbiano fatto vedere al nipote (MyLord) quest'anno, II media!
E, stranamente per lui, è tornato a casa entusiasta, affascinato da questo insegnante "che ha portato il calcio in Germania"!
Oggi vedo se se lo ricorda! Altrimenti lo metto nella "lista" dei film da vedere tutti insieme durante le vacanze di Natale (altrimenti mi propinano tutti i film sui supereroi (e pensano, tra madre e figlio, che per me siano una novità. Peccato che durante un trasloco tutta la collezione di mio fratello sia stata lasciata indietro)

Ho scoperto il tuo blog seguendo un commento da "Emily", ma abbiamo in comune anche il blog "Una penna spuntata". Ti metto nella mia lista!

Ciao, Fior

Murasaki ha detto...

@ Fiordicactus:
Bentrovata! Garantisco che sui ragazzi quel film ha un effetto quasi ipnotico e in realtà affronta diverse questioni oltre a quella del calcio, in modo molto tranquillo e non dichiarato: la paura delle novità e dello straniero, l'indottrinamento che ogni scuola di massa produce quasi inevitabilmente sui ragazzi (a volte in modo molto, molto intenzionale come in quel caso, anche se senza cattive intenzioni), il contrasto con gli adulti, la resistenza (con maiuscola o minuscola, a scelta)...