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domenica 23 agosto 2020

L'Innovativissima Riforma del MIUR per Educazione Civica

Pallade Atena è dea della Saggezza e della Giustizia.
Questa statua si trova a Vienna, davanti al parlamento austriaco e non davanti al Ministero dell'Istruzione a Roma.
Chissà perché.

Avviso per gli sventurati lettori: il post è lungo e anche molto soporifero.
In chiusura però c'è una sintesi.

L'Educazione Civica è, giuridicamente parlando, l'opposto delle province: mentre queste ultime sono state più volte abolite negli scorsi anni pur esistendo ancora*, l'Educazione Civica è stata molte volte istituita dalla pubblica istruzione pur esistendo in modo molto vago e indefinito sin dalla fondazione della repubblica (e probabilmente anche da prima) come ho già avuto occasione di narrare.
L'ultimo strampalato tentativo per infilare l'Educazione Civica (che già c'era) nei programmi di scuola risale alla legge 20 Agosto 2019 entrata in vigore il 5 Settembre dello stesso anno. La sua applicazione era stata rimandata però all'anno scolastico 2020-2021 perché nel frattempo il nuovo anno scolastico era ormai iniziato e ancora mancavano le linee guida per applicarla.
Siccome in primavera al Ministero dell'Istruzione, come ognun sa, non avevano granché da fare essendo la situazione del tutto ordinaria e tranquilla nonché scevra della benché minima problematica, qualcuno laggiù ha pensato bene di dedicarsi alla stesura delle linee guida, che sono state pubblicate il 23 Giugno di quest'anno e definite dal Ministero un documento agile e di facile consultazione. Piuttosto vuoto, aggiungerei - anche perché, in effetti, si limita a complicare un po' qualcosa che già c'era.
La Ministra l'ha poi descritto come un documento snello, che i dirigenti scolastici potranno consultare e attuare facilmente.
Andiamo dunque a esaminarlo nel dettaglio, questo documento agile e snello che i Dirigenti Scolastici potran consultare e applicare facilmente. 
Ma prima è opportuno soffermarsi sulla legge che ha prodotto il documento agile e snello, ovvero la legge 20 Agosto 2019, n. 92 dedicata all'Introduzione (nei programmi di scuola) dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica 
Tale legge inizia spiegando che l'educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e che sviluppa nelle istituzioni scolastiche conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell'Unione Europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute e al benessere della persona. (art. 1) Invero, un programma assai vasto.
Con queste ampie finalità viene dunque istituito l'insegnamento trasversale dell'educazione civica, che sviluppa la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società. (art. 2)
Di che cazzo stiamo parlando?
Onestamente non saprei. Il concetto di profilo sociale mi sfugge, e nemmeno Google è riuscito a schiarirmi le idee. So cos'è un profilo sui social ma non credo sia esattamente la stessa cosa. 
Un profilo economico invece mi sembra vagamente comprensibile: per esempio se qualcuno (lo stato, poniamo, oppure un istituto di sondaggi) conoscesse i movimenti del mio conto in banca, le mie dichiarazioni dei redditi, le mie proprietà immobiliari, la mia posizione lavorativa e qualcosina sulla mia famiglia di origine (e relative possibili eredità in arrivo) e sul la situazione economica del mio partner potrebbe tracciare il mio profilo economico inquadrandomi in una serie di categorie economiche - ma cosa c'entrerebbe tutto ciò con l'educazione civica? Proprio nulla, sospetto. E un profilo economico della società?
O un profilo ambientale? Peggio che andar di notte.
Un profilo giuridico della società invece si capisce molto meglio, purché si parli di una società commerciale - ma non mi sembra un argomento di educazione civica.

Dunque viene istituito un insegnamento trasversale che non si capisce di cosa parla.
Per fortuna, riguardo all'insegnamento trasversale lo scuolese un po' ci assiste: perché già dai tempi del ministero Moratti Educazione Civica diventò una materia trasversale, fatta cioè da tutti gli insegnanti. Come idea è pure valida: non c'è materia che non si agganci a questioni etiche e giuridiche, sia che si parli di correttezza nello sport o di norme igieniche o di colonialismo. 
Ma cosa c'entrano i profili? Boh.
A questo punto ci vengono indicati i contenuti infilando in un unico calderone tripartito Costituzione italiana ed europea, organismi internazionali, inno nazionale, Agenda 2030 (sì, quella di Greta), educazione digitale, legislazione con particolare riguardo al diritto del lavoro, educazione ambientale, lotta alle mafie, tutela del patrimonio culturale, educazione stradale, educazione alla salute, volontariato, cittadinanza attiva; tutto ciò è finalizzato ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura. (art. 3)
Seguono qualche dettaglio sulle conoscenze della Costituzione e una ben più dettagliata descrizione di cosa si intende per educazione digitale  - un programma invero assai vasto, anzi vastissimo! (artt. 4 e 5).
Siccome quest'ultima parte di insegnamento richiede competenze specifiche di cui molti di noi insegnanti non disponiamo, ci si occupa poi della formazione dei docenti, e a questo scopo viene stanziato un pingue finanziamento annuale di ben 4 milioni di euro, all'incirca un po' meno di cinque euro per insegnante (calcolando 835.000 insegnanti in base ai dati forniti dal MIUR per l'anno scolastico appena trascorso). A occhio mi sembrano pochini, ma magari trattandosi di grandi numeri e di corsi collettivi sono bastevoli, e poi ci si può organizzare istituendo reti di scuole e simili.
Sta di fatto che, nell'anno appena trascorso che, mi pregio di ricordare, si è svolto in presenza per tre quinti della sua durata, per la formazione in tal senso di noi insegnanti non è stato speso nemmeno un centesimo bucato. Di nuovo, boh?
Seguono qualche cenno di organizzazione territoriale, l'istituzione di un Albo di Buone Pratiche e di un concorso annuale per premiare i risultati migliori e il buon proponimento di fare una relazione biennale alla Camera dei Deputati sui risultati conseguito con questa legge...
Fino ad arrivare all'articolo 13, l'ultimo, dove con nonchalance si informa che per l'attuazione di tutto quanto sopra progettato e istituito le amministrazioni scolastiche useranno le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica, applicando dunque quel che è stato definito il metodo dell'ultimo biscotto, quello che si fa con i ritagli di pasta rimasti prima di infornare la teglia. 

Dunque: niente nuovi insegnanti, perché il fantomatico monte ore (33, che è pure un bel numero, ricco di rimandi religiosi e letterari) destinato alla nuova fantomatica materia viene appunto diviso in maniera trasversale tra gli insegnanti già esistenti.
Che non prendono un soldo in più.
Del resto, perché dovrebbero? L'orario resta lo stesso, in quelle ore qualcosa avrebbero comunque dovuto fare, giusto?
Giustissimo, e infatti il monte ore istituito con questa legge già da gran tempo, almeno nella scuola dell'obbligo, viene riempito di contenuti collegati a educazione civica:  laboratori, cerimonie, uscite didattiche, gite scolastiche su razzismo, multicultura, stereotipi, Shoah; lettura e commento di articoli della Costituzione; lezioni dedicate all'inno d'Italia e la lotta alle mafie; corsi di esperti esterni sulla gestione delle emozioni, l'educazione all'affettività, il cyberbullismo,; cartelloni e attività varie sulle bufale in rete, l'agenda del 2030, la biodiversità, le fonti energetiche rinnovabili, l'inquinamento, l'importanza di mangiare frutta e verdure fresche, il rapporto con gli animali... non per 33 ore, ad occhio direi che almeno una sessantina di ore all'anno se ne vanno in quel modo per ogni classe. Ma forse sono di più.
Con la nuova legge però non si tratta solo di svolgerle, queste ore dedicate a questi numerosissimi temi. C'è anche da mettere un voto. Trasversale. E per mettere il voto ci vuole del tempo.
La legge prevede l'istituzione di un Coordinatore per ogni classe** che deve raccogliere voti e informazioni su come si è svolta la materia e poi fa la media per calcolare il voto, poi il Consiglio di Classe lo aggiusta, eventualmente. In molti casi andrò fatta una votazione, immagino.
La presenza del voto sulla scheda, immagino, è stata decisa per motivi di immagine: c'è un voto in più, dunque c'è una materia in più. In realtà non c'è una materia in più, ci sono un gruppo di tematiche che concorrono a fornire un voto. Ma l'insieme mi lascia piuttosto perplessa,  perché le ore dedicate a quelle tematiche fanno tutte parte di altre materie di cui influenzano il voto. Per intendersi, se qualcuno piglia 4 alla verifica sull'inno d'Italia, questo influenzerà anche il suo voto, certamente a Storia e forse anche a Italiano, se gli faccio anche quello.
Secondo dubbio: una volta esaurite le ore, le tematiche restano. Se io dedico le mie tre ore in quota Geografia a parlare dello scioglimento dei poli o della desertificazione, non mi resta niente per l'inquinamento delle acque o le elezioni del presidente degli Stati Uniti. Chiaramente non cambio la programmazione, ma una parte delle ore dedicate alle tematiche ambientali contribuisce alla formazione del voto di Geografia e l'altra parte al voto di educazione civica? Non esiste. Il gruppo di ore influirà su entrambe le materie, inevitabilmente.
Immagino però che non siamo in molti a farci questo tipo di seghe - almeno, lo spero.

Ma veniamo alfine allo snello ed agile documento, che consta di sette pagine distribuite su su tre allegati. Mentre la legge ha un testo tutto sommato chiaro e comprensibile, il documento agile e snello indulge ad uno strano fraseggio nel corso dell'Allegato A.
La Legge***, ponendo a fondamento dell'educazione civica la conoscenza della Costituzione Italiana, la riconosce non solo come norma cardine del nostro ordinamento, ma anche come criterio per identificare diritti, doveri, compiti, comportamenti personali e istituzionali, finalizzati a promuovere il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti i cittadini all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
E meno male che è arrivata la Legge per fare tutto ciò, altrimenti tutti noi avremmo pensato che la Costituzione è solo un pezzo di carta buono al più per improvvisare un ventaglietto nelle giornate più calde.
Le Istituzioni scolastiche sono chiamate, pertanto, ad aggiornare i curriculi di istituto e l'attività di programmazione didattica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, al fine di sviluppare "la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società". Resta però da capire cosa sia un profilo sociale, e come se ne possa parlare in una programmazione: ma immagino che i cinque quarti della scuola prenderanno la strampalata frase di cui sopra e la infileranno pari pari nelle apposite scartoffie senza stare a farsi troppe domande; del resto non avrebbe davvero senso fare diversamente.
Veniamo all'agghiacciante paragrafo intitolato Aspetti contenutistici e metodologie (immagino che "contenuti e metodi" fosse troppo comprensibile per essere usato in un documento agile e snello):
I nuclei tematici dell'insegnamento, e cioè quei contenuti ritenuti essenziali per realizzare le finalità indicate nella Legge, sono già impliciti negli epistemi delle discipline.
E qui sorge spontanea una domanda, almeno per me: che cazzo è l'episteme?
Per fortuna ci sono i dizionari, nonché san Google. E quindi eccomi pronta a illuminare quei pochissimi individui ridotti a tal bassura di ignoranza da non usare colloquialmente nella vita di tutti i giorni la parola "episteme".
Si tratta di un termine filosofico derivato dal greco che sta a indicare la conoscenza comprovata su basi scientifiche.
Ed ecco qui la signora (ma il termine è unisex) Episteme, raffigurata in forma umana nella biblioteca di Celso ad Efeso:
Volendo quindi provare a tradurla in lingua corrente, la curiosa frase starebbe a indicare che i contenuti delle varie materie contengono già dei collegamenti al programma di educazione civica. Beh, forse bastava dirlo, non c'è niente di male a scrivere in italiano. E comunque mi sembra un concetto piuttosto ovvio.
Ma al misterioso redattore dello snello e agile documento l'italiano non doveva piacere granché, oppure aveva fatto una scommessa con qualcuno sul numero di parole balorde che sarebbe riuscito ad infilare nell'agile documento**** perché, elencando i possibili collegamenti per i temi di educazione civica si slancia in ardite metafore e vola verso nuove terre: l'educazione alla legalità e al contrasto delle mafie si innerva non solo della conoscenza del dettato e dei valori costituzionali, ma anche della consapevolezza dei diritti inalienabili dell'uomo e del cittadino, del loro progredire storico, del dibattito filosofico e letterario.
Si innerva, nientemeno. Beh, anch'io mi innervo a leggere certa roba.

Tuttavia, per quanto costui voli liricamente esponendo in cinquanta sfumature di episteme i tre temi centrali di educazione civica (costituzione, ambiente e vita in rete), non gli sovviene nemmeno un delicato accenno alle pari opportunità (pur citate sia nella Costituzione che nell'Agenda 2030 e di cui tanto si parla in rete, spesso in toni assai incivili) e nemmeno all'educazione all'affettività. Il codice della strada, i regolamenti comunali, la giurisdizione sul lavoro, perfino i regolamenti delle associazioni bocciofile - ma non sia mai che a scuola raccontiamo qualcosa sui bambini e le cicogne!
Insomma, da tanti voli pindarici non esce né una lista indicativa né una generica dichiarazione di intenti lodevole per brevità. Per fortuna esiste la libertà di insegnamento e per quanto l'agile (e snello) documento insista su certi temi e sorvoli su altri alla fine la scelta è talmente vasta che ogni docente può tranquillamente trovare grande abbondanza di pascolo per il suo mucchietto di ore di Educazione Civica, esattamente come già avviene.
L'educazione civica, pertanto, supera i canoni di una tradizionale disciplina, assumendo più propriamente la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di studio, per evitare superficiali e improduttive aggregazioni di contenuti teorici e per sviluppare processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari.
Che vuol dire tutto ciò? Non ne ho idea e me ne vanto, e per quanto è in mio potere nessuno dei miei alunni e delle persone che conosco mi sentirà mai parlare di matrici valoriali trasversali. Ho una dignità da difendere, io.
Comunque, una listarella di argomenti condita con un paio di queste assurde frasi andranno inserite nel documento sull'offerta formativa dell'istituto, ovvero il celebre PTOF - ma sospetto che ci siano già, annidati da qualche parte, perché son tutte cose che già facciamo, quindi basterò spostare un paio di paragrafi e formarci un capitoletto nuovo.

Ma veniamo alla valutazione, ovvero il famigerato voto collettivo.
I criteri di valutazione, ovvero cosa si deve fare per prendere sei, sette, otto eccetera andranno appositamente integrati con qualche frasetta ad hoc. Tutto ciò sarà assai palloso, specie per chi si ritroverò il cerino in mano, ma alla fine se ne dovrebbe venire facilmente a capo. 
I docenti della classe e il Consiglio di Classe (sorpresa! Sono le stesse persone, solo chiamate in modi diversi) possono avvalersi di strumenti condivisi, quali rubriche e griglie di osservazione, che possono essere applicati ai percorsi interdisciplinari, finalizzati a rendere conto del conseguimento da parte degli alunni delle conoscenze e abilità e del progressivo sviluppo delle competenze previste  nella sezione del curriculo dedicata all'educazione civica.
Tuttavia ci si augura che i docenti non facciano niente di così astruso e che nessun Dirigente Scolastico si impunti per avere l'ennesima griglia del tutto inutile in una scuola sprovvista di barbecue. 

Ed eccoci al voto. Scopriamo che per i primi tre anni, questo voto (o giudizio, per le elementari) farà riferimento agli obbiettivi/risultati di apprendimento e alle competenze che i collegi docenti, nella propria autonomia di sperimentazione, avranno individuato e inserito nel curricolo di istituto. Dopo no, dopo si farà riferimento ai traguardi di competenza e agli specifici obbiettivi di apprendimento per la scuola di primo ciclo e per i Licei, e ai risultati di apprendimento per i tecnici e professionali. In pratica, visto che tra la prima e la seconda formula prevista per il primo ciclo non cambia niente, sarebbe molto interessante che l'agile e snello documento spiegasse perché tecnici e professionali non avranno più traguardi di competenze per l'educazione civica, e come mai una materia che è trasversale per eccellenza e addirittura matrice valoriale trasversale sviluppi competenze solo per alcuni ordini di scuole. Tuttavia a questo punto il documento si ricorda di essere snello e agile e non dà nemmeno mezza parola di spiegazione.
Di nuovo, e a rischio di essere monotona: Boh?
Si apprende poi che il voto influisce sulla valutazione del comportamento, il che non mi convince molto e in effetti sembra non convincere nemmeno gli autori del documento agile e snello, perché il testo, dopo un paio di riferimenti normativi, recita si ritiene pertanto che, in sede di valutazione del comportamento dell'alunno da parte del Consiglio di classe, si possa tener conto anche delle competenze conseguite nell'ambito del nuovo insegnamento di educazione civica.
Si ritiene? Si possa anche?
E queste sarebbero delle linee-guida grazie alle quali i Dirigenti (poveri loro!) dovrebbero applicare la legge? Se non lo sapete voi, di cosa possiamo tener conto, a chi dobbiamo rivolgerci per saperlo, all'oracolo di Delfi? Cos'è, un gioco a indovinelli?
Evidentemente il documento, oltre che agile e snello, è anche pensieroso.
E dopo aver pensato, passa a suggerire di mediare col gioco i contenuti di educazione civica nella scuola dell'infanzia. Dobbiamo apprezzare questo suggerimento, senza il quale certamente gli insegnanti delle materne avrebbero dato in mano  ai bambini di tre anni il Codice Civile facendogli leggere le leggi atte a dirimere le contese sui confini e le servitù. 

L'allegato B è invece una nuova e più aggiornata descrizione di quella meravigliosa creatura che è lo Studente Ideale, cui a suo tempo ho già dedicato un post. Si tratta stavolta non soltanto di uno Studente Ideale, ma anche Civicamente Educato, e quindi capace di compiere ulteriori prodigi oltre ai molti che già faceva.
Al termine della Terza media questa splendida creatura comprende i concetti del prendersi cura di sé, della comunità e dell'ambiente e noi tutti poveri insegnanti lo lovviamo tantissimo per questo e andiamo a frotte da lui per imparare. Naturalmente è consapevole che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che sorreggono la convivenza felice e favoriscono la costruzione di un futuro equo e sostenibile, ma in verità a questo livello di elevazione spirituale è arrivato già da tempo, come spiegavo anni fa nel mio post.
Questa creatura Superiore però va anche oltre perché sa riconoscere le fonti energetiche e promuove un atteggiamento critico e razionale, nonché un utilizzo consapevole delle risorse ambientali. Promuove il rispetto verso gli altri, l'ambiente, la natura. Prende piena consapevolezza dell'identità digitale come valore individuale e collettivo da preservare. È consapevole dei rischi della rete e di come riuscire ad individuarli.
Di fronte a tanto splendore, il fatto che sappia anche gestire correttamente una raccolta differenziata, conosca la Dichiarazione universale dei diritti umani e sappia utilizzare le attrezzature informatiche in modo corretto non appare gran cosa, e quanto a saper distinguere notizie corrette da altre non attendibili confrontando varie fonti, questa da gran tempo è una capacità innata in lui.
Resta da capire in che modo questo prodigio sceso in terra a miracol mostrare abbia imparato tutto ciò - di sicuro non per merito di noi poveri mortali che solo con grandissima presunzione possiamo credere di avere qualcosa da insegnargli.
Naturalmente chi esce dal secondo ciclo di scuola ha conseguito livelli di perfezione ancora maggiori, che vengono esposti nell'allegato C.

Sintesi: a parte un po' di copia&incolla nei documenti ufficiali e qualche minuto in più da dedicare al nuovo voto nei consigli di classe, la Grandiosa Introduzione di Educazione Civica nella scuola italiana è una scatola vuota, almeno per il primo ciclo di istruzione; tuttavia, se venduta bene, può dare l'impressione di essere qualcosa di nuovo, e al momento la politica adora chiamare vecchie cose con nomi nuovi o riesumati per l'occasione.
È comunque una buona cosa che venga dato un certo rilievo a quella che viene chiamata educazione digitale, di cui davvero in Italia si avverte grandissima necessità. Peccato che al momento gli insegnanti siano abbastanza a digiuno di competenze sull'argomento, e sia piuttosto complicato stabilire come possano insegnare qualcosa che spesso loro per primi gestiscano abbastanza malamente. D'altra parte l'argomento è molto nuovo e soprattutto in continuo, velocissimo cambiamento, e non è facile immaginare chi o come possa impartire loro la formazione necessaria per istruire le giovani leve - si tratta insomma di un campo dove si andrà avanti necessariamente per tentativi e aggiustamenti, ma è chiaro che non basta la buona volontà individuale.
Qualcuno ha osservato che gli argomenti di questa materia sono troppi e nessuna scuola potrà mai lavorare su tutti. Naturalmente è vero ma vale un po' per tutte le materie: si fanno delle scelte e si cerca di farle secondo un certo criterio - che cambia a seconda delle circostanze e delle classi, che non sempre prendono a cuore gli stessi argomenti.
Ho come l'impressione, per esempio, che nel prossimo anno scolastico in molti ci concentreremo soprattutto sull'educazione alla salute, l'importanza del rispetto delle regole e il valore della solidarietà; e non è così sicuro che potremo occuparci di prevenzione del cyberbullismo perché, dopotutto, ognuno a casa sua fa quel che vuole.

* come dimostra il fatto che la sua abolizione era parte dell'ultimo disegno di riforma costituzionale, quello che non è stato approvato col referendum del dicembre 2016.

** e, adesso che ci penso, è la prima volta che la figura di un Coordinatore di classe è istituita per legge. Peccato che non sia prevista fra gli obblighi contrattuali. Come funziona? Viene scelto dal Dirigente? Può rifiutare? Mi viene da pensare che la risposta, almeno alla seconda domanda, sia "sì", ma questa è materia sindacale e ne so poco.

*** No, non quella dettata da dio a Mosè, la legge che fa finta di istituire Educazione civica. Nel documento agile e snello han deciso di chiamarla così, con la maiuscola, e visto che il documento è scritto con grande prosopopea l'effetto suona piuttosto comico.

**** che per sua fortuna è agile e quindi può scappare molto veloce nel non improbabile caso che qualcuno lo insegua armato di bastone nocchieruto.

5 commenti:

Sary ha detto...

Il post è lungo ma molto interessante e ci offre svariati spunti per riflettere e lamentarci. Siccome le incognite quest'anno evidentemente non bastavano, è giusto evitare il rischio di annoiarci...

Melchisedec ha detto...

Sarà l'ennesimo fallimento, come già avvenuto per i tentativi degli anni scorsi. Credo che l'attenzione di certi politici all'educazione civica scaturisca da rigorismo e moralismo falsi. Che poi tutti noi, o quasi, facciamo già di fatto educazione civica, anzi se esageri ti tirano pure le orecchie.

Murasaki ha detto...

@ Sary:
Complimenti per la pazienza, se te lo sei sciroppato tutto!
Riflettere, soprattutto, aggirare l'ostacolo, limitare le scartoffie... e concentrarci sui contenuti. Quelli delle lezioni, intendo. Le lezioni che già facciamo in gran copia su temi di cittadinanza reale e virtuale e sui temi ambientali, intendo.

@ Mel:
Ebbene no, non potrà essere un fallimento perché si tratta solo di continuare a fare quel che facciamo (cercando sempre di migliorarci, si capisce) evitando di farci intralciare. Ché, come osservi giustamente, educazione civica ne facciamo già in gran copia, ed è cosa buona e giusta e pertinente ai programmi e alle linee guida generali.

la povna ha detto...

"Il metodo dell'ultimo biscotto"... (cuore).

Murasaki ha detto...

@ la povna:
Oh sì, i biscotti a cuore mi piacciono moltissimo ^_^