Il mio blog preferito

sabato 11 aprile 2020

L'anno delle false partenze (molti mali hanno in sé la propria cura)

L'ho presa dalla pagina FB Considerazioni molto ovvie
Dicono che è autentica

Sapevo che quest'anno scolastico per me sarebbe stato diverso da tutti gli altri: rientrare in classe dopo un involontario anno sabbatico, fare solo Storia e Geografia con un orario ridotto, avere cinque classi invece delle solite due o tre... insomma certo non prevedevo di annoiarmi. 
Ma mai e poi mai avrei immaginato l'andamento a montagne russe che quest'anno ha avuto sin dall'inizio e quante notevoli sorprese mi avrebbe riservato, soprattutto nel mio specifico di insegnante delle scuole medie di St. Mary Mead.

È cominciato ai primi di settembre con un piccolo antipasto; durante l'estate infatti il MIUR aveva partorito una nuova pensata: nientemeno che l'Educazione Civica nelle scuole. 
Wow, questa sì che era una novità!
La questione dell'Educazione Civica è da tempo uno dei tormentoni della scuola. Prima dell'arrivo della ministra Moratti era di pertinenza di Storia*, che la risolveva facendo qualche lezione sulle istituzioni italiane (più avanti anche su quelle europee) in terza media.
Con la cosiddetta Riforma Moratti è diventata una materia trasversale e un po' impicciona e ce ne occupiamo tutti: Fisica parla del dooping e del fair-play nello sport, Scienze spiega che non fa bene fumare e che si devono mangiare molte verdure, Lettere spesso si occupa di raffinate tematiche interiori - io comunque di solito risolvevo il tutto facendo un po' di lezioni sulle istituzioni italiane e internazionali, evitando di intromettermi in quel che mangiavano i ragazzi, e accettavo volentieri qualche laboratorio sul razzismo o gli stereotipi quando me lo proponevano (il che avveniva abbastanza spesso).
Qualche anno fa, ai tempi della ministra Gelmini, apparve dal nulla una strana materia denominata Cittadinanza e Costituzione. Nessuno seppe mai di che si trattava perché non vennero mai stilate linee guida né le venne attribuito un qualche orario, men che meno ci spiegarono mai chi dovesse insegnarla. Io comunque ogni anno staccavo un gruppetto di ore che segnavo, appunto, come "Cittadinanza e Costituzione" dove appunto di costituzione parlavo, e non solo di quella della Repubblica Italiana, e le spalmavo con varie modalità sui tre anni.
Il 1 Agosto 2019 comunque il Senato ha votato una strana roba che diceva che Educazione Civica avrebbe avuto un monte ore (mi sembra 33, che è un numero molto fascinoso) ma c'erano un sacco di cose non chiare - e sinceramente non riesco a capire perché tutti insistano a fare leggi su leggi per l'Educazione Civica ma a nessuno venga mai in mente di farne una che faccia capire dove si vuole andare a parare. Purtroppo nello stesso modo si comportano anche in molti altri casi, non solo per quel che riguarda il comparto scuola, e a volte essere un cittadino italiano è davvero molto complicato.
Durante l'estate il governo che aveva fatto la legge cadde, e si ebbe la crisi di governo più pazza del mondo che ci portò al presente governo. C'erano un bel po' di cose da fare e a nessuno venne in mente di occuparsi dell'Educazione Civica, in quelle prime settimane - o, se a qualcuno venne in mente, si mise seduto e aspettò che gli passasse. 
Insomma, il decreto apparve sulla Gazzetta Ufficiale quando l'anno scolastico era ormai iniziato, ma il nuovo Ministro chiese che venisse intanto autorizzata una sperimentazione per quell'anno (che sarebbe poi quello presente).
E così a St. Mary Mead venne convocata in gran fretta ai primi di Settembre una riunione per decidere cosa fare qualora la sperimentazione fosse passata. E venne (giuro) nominata una commissione che decidesse e studiasse come affrontare il caso. C'era per esempio il Gravissimo Problema della valutazione; come si valuta una materia trasversale?
Comunque due giorni dopo la riunione il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, colto da un singolare attacco di buon senso, mandò a dire che no, non si sarebbe sperimentato un bel cazzo di niente per quell'anno perché era tardi. Se ne sarebbe riparlato l'anno successivo.
Da allora tutto tace, nel modo più assoluto, né si è vista l'ombra di una parvenza di un appunto sulle modalità di questo insegnamento-fantasma. Ci sono dunque ben tre  possibilità:
1) a metà Agosto qualcuno si sveglierò dal letargo e si accorgerà che tutto va ancora organizzato, e improvviseranno in fretta e furia un qualche tipo di orrore giuridico assolutamente impraticabile, e qualcun altro nelle varie scuole dovrà sistemare un po' di scartoffie per salvare la forma (non essendoci alcuna sostanza da salvare) e nei fatti non cambierà niente.
2) Qualcuno se ne ricorderà la sera del 7 Settembre o simili e farà votare in fretta e furia un nuovo rinvio di un anno.
3) Nessuno ne parlerà mai più e Educazione Civica Nuovo Modello finirà accanto al Porfolio nell'archivio della coscienza inquieta dell'Istruzione 
Teoricamente esisterebbe anche la possibilità
4) Verranno elaborate apposite linee guida e diramate istruzioni sennate a tutte le scuole, che le applicheranno coscienziosamente
ma al momento sulla possibilità numero 4 non ci punterei su nemmeno il proverbiale centesimo falso e pure bucato.
Comunque, le nostre due ore di riunione sono state tempo del tutto sprecato, e temo purtroppo che non siamo state l'unica scuola che si è riunita per parlare di tale inesistente argomento.

L'anno scolastico si avviò. Scoprimmo che per la scuola media di St. Mary Mead era stato deciso di fare i famosi lavori di ristrutturazione durante l'estate: lungi dal rifare la scuola da capo a pié ci avrebbero fatto... un cappotto.
"Ma d'estate fa caldo" osservò qualcuno "Non sarebbe meglio uno spolverino? È più leggero".
"No" ci venne risposto "Il cappotto è un cappotto antisismico". 
Così ci siamo rassegnati al cappotto ma in molti (in particolare tra i genitori) dubitavano assai che i lavori sarebbero stati terminati entro la fine dell'estate - perché, signori miei, si è mai dato il caso di un lavoro, specie al pubblico, che sia stato consegnato entro la data stabilita?  E difatti si racconta che più di un genitore abbia iscritto altrove la sua prole per paura dei container. 
E tuttavia, alla luce degli sviluppi successivi, mi sento di prevedere che i container NON saranno presi in considerazione, qualsiasi cosa succeda, perché le loro dimensioni sono piuttosto contenute e improvvisamente tutti si sono accorti che i ragazzi necessitano di un certo spazio vitale, e questa mi sembra una bella cosa indipendentemente da come ci si è arrivati.
Resta da capire se entro la fine dell'estate i lavori saranno, non dico terminati ma almeno avviati: dal Comune tutto tace e le incognite in gioco sono davvero parecchie.

Poche settimane dopo, colta da subitaneo  e soverchio timore che gli alunni della scuola media si buttassero nella tromba delle scale - timore davvero eccessivo perché, suvvia, non credo che le nostre lezioni siano poi talmente terribili da istigare al suicidio - alla scuola media di St. Mary Mead venne deciso da un giorno all'altro di murare gli alunni nelle classi durante l'intervallo.
La prima settimana fu tremenda per me. Non dormivo di notte, scalpitavo di giorno e ululavo incessantemente alla luna. Decisi di chiedere il trasferimento - ero così decisa a chiederlo che non ne feci parola assolutamente a nessuno, all'interno della scuola.
I genitori protestarono con moderazione, i ragazzi si mostrarono più docili del previsto e venne infine elaborato un tipico pasticcio all'italiana che personalmente trovavo perfino peggio della prima soluzione: durante l'intervallo gli alunni potevano stare anche nel tratto di corridoio antistante alla porta, purché l'insegnante li sorvegliasse (sulla porta). Mi rafforzai vieppiù nella decisione di chiedere il trasferimento perché, per quanto rimesse in sesto dalle abili cure del reparto gastroenterologia dell'ospedale di Careggi, le mie povere budella non riuscivano a sopportare lo stress né il mio fegato reggeva l'idea di contare i passi di quelle povere creature affidate alla mia sorveglianza e tenuti come cani alla catena.
L'anno prossimo tuttavia sembra che il problema più serio sarà tenere adeguatamente distanziati i ragazzi ed evitare assembramenti, piuttosto che insistere per tenerli chiusi in classe. È molto probabile quindi che la regola subirà un certo ulteriore smorzamento, fino a diventare la disposizione più ipocrita e mendace di tutto il regolamento della scuola media di St. Mary Mead.

Ad ogni modo il trasferimento non l'ho chiesto, perché non ho voluto privarmi del piacere di vedere come saremmo riusciti a conciliare almeno vagamente l'idea dell'intervallo in classe con la nuova, innovatissima didattica DADA, che prevede il passaggio regolare di ampi stormi di alunni su e giù per la scuola, rigorosamente non accompagnati dagli insegnanti; e invero il progetto DADA sembrava foriero di vari spunti di divertimento, primo fra tutti il problema di far convivere due insegnanti a orario complessivo di 36 ore in un locale detto classe dove si fa lezione per 30 ore settimanali. Al momento però della didattica DADA han smesso tutti di parlarne, vuoi perché non è possibile andare ai convegni per informarci, vuoi perché non possiamo mettere nemmeno la punta di un piede dentro la scuola per studiare i lavori necessari da fare. E poi, chi li farebbe i lavori? E soprattutto; sarebbe una buona idea iniziare l'anno scolastico con ampi stormi di alunni che vagano tra una classe e l'altra, rigorosamente in gruppo?

Incredibile come basta poco a cambiare prospettiva sulle questioni. Al momento una roba potenzialmente pericolosissima come una classe, una banalissima classe nemmeno tanto numerosa, come quella che abbiamo a St. Mary Mead, 20-22 alunni, ci sembra improponibile ma soprattutto strana. 22 persone in una stanza? Ossantocielo, ma come è potuta venire in mente una roba così?
Aspettiamo sospesi la prossima svolta di questo serpente. Tutte le scuole sono in sospeso, ma a St. Mary Mead di cose in sospeso ne abbiamo davvero un bel po'.

* tuttora io risulto abilitata ad insegnare Italiano, Storia ed Educazione Civica, Geografia. Ignoro il motivo per cui non hanno mai cambiato nome alla classe di concorso, e nutro in cuor mio il sospetto che il vero motivo sia "perché son grulli". Ma sono opinioni personali, e una vale l'altra.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ogni cosa è stata "coronavirata" a dovere, forse da questo possiamo trarre, anche egoisticamente, i migliori vantaggi, penso alle classi-pollaio, ignote alla mia esperienza didattica, e alle misure che si renderanno necessarie per affrontare il futuro.
Intanto serena Pasqua! :-)

Murasaki ha detto...

Grazie, anche a te!

Unknown ha detto...

Mamma mia, certo se la scuola è lo specchio del Paese non siamo messi tanto bene!

la povna ha detto...

A latere del tuo racconto, mi si conferma il ruolo cruciale di un organo come il CSPI, spesso misconosciuto e che non a caso la nostra simpatica ministra voleva abolire nell'ultimo Decreto dell'8 aprile (per fortuna poi la cosa è parzialmente rientrata anche se per tutti i decreti del periodo dell'emergenza in CSPI avrà tempo solo una settimana per esprimere parere contrario e bloccare). Che fatica.

Fatevi i Gatti Vostri ha detto...

Boia dé ma na cosina semplice mai in Italia!
Ciao Bella i filmi te li sta mettendo la mi nipote perché io m'attrigo. Li dovrebbe avé feniti oggi. M'hai fatto un regalone a rammentammi il nome spazio uno perché ho ritrovato il sito e anche dele vecchie locandine intestate kinospazio che m'hanno riempito di bei ricordi compresa Marylin che in una appare nella su stupenda posa mezzagnuda posterò la locandina prossimamente. Un abbraccio scrivi tanto e tieni la bocca chiusa che il virusse dicano entri di lì e dar naso.
Dante

Murasaki ha detto...

@ Mel:
è probabile che si farebbero meno seghe per riaprire la scuola se le scuole non fossero piccole e le classi zeppe - fermo restando che l'attuale ministra mi sembra discretamente portata dalla piena e buona parte del governo pure. Ma è possibile, sì, è possibile che tante scelte fatte in nome di una presunta efficienza e ottimizzazione dei costi (seee...) abbiano mostrato i loro limiti oggettivi, nella scuola come nella sanità.
Così come è possibile che dopo i Grandi Proclami venga il momento di archiviare il tutto fino alla prossima pandemia.

@ Unknown:
la scuola non è specchio del paese: la scuola è il paese, nel bene e nel male, in tutto e per tutto.

@ la povna:
Certo che ha cercato di abolirlo; il CSPI ha dato in troppi casi segno di possedere tracce di buon senso, mentre c'è chi da deciso di riformare il mondo da zero...

@Fatevi i Gatti Vostri (Dante, in questo caso):
In Italia a volte si sono viste delle cose semplici.
Nell'istruzione, per quel che ricordo, MAI