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mercoledì 16 agosto 2023

Candy e Terence (Separate quella coppia!)


Candy Candy arrivò sui nostri teleschermi nel 1980 e piacque subito moltissimo a tutti e in particolar modo a tutte.
Rientrava nel filone delle storie di orfanelle tratte dai classici della letteratura occidentale per ragazzi, con la differenza che alle spalle non aveva alcun classico di nessuna letteratura e la vicenda se l'erano cavata dalla testa le due autrici. 
A quanto ricordo in Italia la pioggia delle orfanelle arrivò appunto nel 1980, con Anna dai capelli rossiPeline Story (che avevano un romanzo alle spalle, peraltro piuttosto sconosciuto da noi prima dell'arrivo del cartone animato), Charlotte e appunto Candy Candy (che erano invece storie originali). 
Era una serie lunga (115 episodi) e venne trasmessa dal circuito di cui faceva parte la mia amata Tele Libera Firenze, quello cioè dove si prendeva un anime, si mandava in onda ad un orario fisso, si partiva dall'inizio e si trasmetteva tutto, finale compreso, senza interruzioni a parte la pausa estiva - insomma, gente seria. Bene così, perché gli episodi non erano autoconclusivi e raccontavano la storia passo per passo - e si trattava di una storia abbastanza complessa ma non accatastata, com'era il caso di Charlotte: gli eventi si snodavano con un buon ritmo ma erano anche ben approfonditi, e saltabeccare come api ubriache da una puntata all'altra sarebbe stato un problema per gli spettatori.
Come molte serie Candy Candy aveva alle spalle un manga di grande successo avviato qualche anno prima e probabilmente già concluso quando da noi arrivarono le prime puntate. I primi episodi erano ambientati negli Stati Uniti ma più avanti la storia si sposta anche in Europa. La vicenda partiva dai primi anni del XX secolo per arrivare alla fine della prima guerra mondiale. Si tratta in sintesi di una storia di formazione, e all'educazione sentimentale della protagonista è riservata una porzione senz'altro generosa, ma che non trascura altri elementi come gli studi, il lavoro, la posizione sociale eccetera. I disegni sono molto colorati e gradevoli e già la sigla assai fiorita promette una protagonista allegra e solare e un lieto fine - insomma si parte molto ben predisposti e pronti a godersi una storia piacevole.
Candy non è una orfanella particolarmente vessata dalla sorte: l'orfanotrofio dove cresce, "la casa di Pony", è un posto piacevole immerso nel verde e con un delizioso  tocco country, gestito da alcune signore (tra cui una suora) di ottimo carattere, senza regole particolarmente severe o illogiche: nessuno patisce la fame e non si registrano soprusi né cattiverie. Quanto alla protagonista, ha un bel carattere e risulta subito molto simpatica ma non superficiale e come animale da affezione tiene un delizioso procione che si segnala per simpatia e fedeltà.
Già nella prima puntata (e nelle prime tavole del manga) c'è l'incontro col principe della collina, ovvero un bel ragazzo in kilt che suona la cornamusa. I due si scambiano qualche frase gentile e l'incontro resta ben fisso nella mente di Candy, che lo ricorda molto spesso.

Dopo le prime puntate di assaggio condite di quadretti di vita quotidiana Candy viene adottata dalla perfida famiglia dei Legan, che la vuol tenere come cameriera da fatica e la fa dormire nella stalla, lasciandola in balìa dei capricci e dei dispetti dei due giovani figli, Neal e Iriza, che per tutta la serie svolgeranno coscienziosamente il loro ruolo di antagonisti e soprattutto di grandissimi rompiballe, a volte anche in modo piuttosto forzato. Candy comunque si difende bene; quasi subito poi entra in scena un gruppo di cugini della villa vicina che invece la prendono in simpatia; tra loro c'è anche Anthony, che sembra un sosia del principe della collina e che, preso atto della situazione, procura di farla adottare dal capofamiglia degli Andrew (il misterioso Prozio William, destinato a restare nell'ombra fino all'ultima puntata). 
Gli Andrew trattano Candy come una vera figlia adottiva: niente stalla ma una bella camera in una splendida villa con parco dove Candy ha un sacco di alberi su cui arrampicarsi col suo procione (che viene incluso d'ufficio nel pacchetto dell'adozione). Con il gruppo dei cugini nasce una bella amicizia e in particolare con Anthony si avvia un rapporto molto affettuoso.
Il primo amore di Candy è un personaggio che è stato molto amato dagli spettatori: oltre ad essere molto carino ha un carattere dolce ma piacevolmente concreto e tiene testa ai Legan nel migliore dei modi, sfanculandoli con molta eleganza. E' anche un appassionato coltivatore di rose e a Candy dedica appunto una varietà da lui selezionata, la "dolce Candy". E tutto ciò è estremamente gradevole fino al giorno in cui Anthony, durante una caccia alla volpe, cade da cavallo e muore. Così, di punto in bianco. All'inizio della puntata, perché non ci sia nemmeno la speranza di scoprire alla puntata successiva che è stato tutto un equivoco.

Trauma generale e gran disperazione di tutti, personaggi e spettatori - e non parliamo di come si sente Candy. Dopo un intermezzo di convalescenza alla casa di Pony il prozio William la spedisce con tutto il gruppo dei nipoti in un college a Londra a studiare - e sì, al college vanno anche i giovani Legan, ma non certo perché glielo ha chiesto il prozio William. In compenso c'è anche il procione, che attraversa l'oceano con tutti loro.

Candy si riprende, si ambienta al college - e al college c'è Terence, che in verità aveva già fatto una comparsata a bordo della nave e che si presenta sin da subito con tutte le caratteristiche tipiche dell'enfant terrible dal cuore d'oro (oltre a essere una gran bel ragazzo) conquistando rapidamente le spettatrici, oltre a Candy. Anzi, se vogliamo dirla tutta conquista anche Iriza, ma naturalmente per lei non c'è partita.
Non so se vale la pena di stare a descrivere Terence: è un personaggio costruito con cura ma è anche estremamente canonico. Ai nostri occhi di liceali apparve subito come il tipico rappresentante di una categoria ben precisa - in una compagnia teatrale del Settecento sarebbe stato un perfetto Primo Amoroso e in effetti quasi subito gli spettatori vengono informati che è un aspirante attore.
Terence viene da una famiglia nobile, che disapprova il suo desiderio di impelagarsi in una professione sconveniente com'è quella dell'attore, ha un vissuto piuttosto complesso col padre, gode di una serie di privilegi particolari all'interno del college, dove fa strame dei vari regolamenti senza preoccuparsi granché di coprire le tracce delle sue infrazioni, è irriverente e mordace (ma con una certa moderazione) ma si mostra anche assai consapevole dei suoi doveri di aristocratico di difendere gli oppressi... insomma, le solite cose. L'unica nota insolita ai nostri occhi occidentali era che invece che in un romanzo (magari ambientato ai tempi della Reggenza) se ne stesse in un cartone animato - cioè proprio l'aspetto che per i giapponesi era assolutamente normale, dal momento che i loro cartoni animati sono sempre stati molto variegati e includono assolutamente di tutto, dalla preistoria alle distopie.
Ad ogni modo, appena lo vedemmo, già dall'incontro sulla nave, prendemmo atto che sarebbe stato il futuro partner di Candy, dando anche per scontato che sarebbe stato quello definitivo, e seguimmo la loro danza di corteggiamento con grande interesse.
Era un cartone animato, per giunta giapponese; tutti sapevamo dunque che le storie d'amore erano più accennate che concrete. Quella però procedeva proprio bene, con grande sfoggio di situazioni tipiche e topiche incluse le scenate di gelosia della giovane Legan - che Terence gestiva con un certo stile, tra l'altro.
E a sorpresa arrivò il bacio, il primo bacio in un cartone animato per tutti noi. 
No, sul serio, ci si poteva addirittura baciare in un cartone animato? Il brusio di commenti si trasformò ben presto in una sorta di alveare impazzito. E poi...
E poi la storia tra Candy e Terence si arenò.
Roba da impiccarli tutti dal primo all'ultimo, a partire dalle autrici.
Anzi, soprattutto le autrici.
Senza nemmeno perder tempo a insaponare la corda.
Il bacio infatti era finito in un gran volare di schiaffi, come usava nei vecchi film americani. E d'accordo con le situazioni tipiche o topiche, ma lì gli schiaffi non c'entravano proprio niente.
Vabbé, si sarebbero spiegati. Bastava aspettare.
I due però, invece di spiegarsi, si guardano da lontano. Poi fissano un appuntamento nelle stalle, vengono sorpresi (grazie a una spiata della giovane Legan) con grande scandalo della collettività, Terence lascia il college, Candy si dispera perché non è nemmeno riuscita a dirgli addio e piange davanti alla nave che si allontana nella notte...
E i due non si incontreranno quasi più nella successiva settantina di puntate. Candy Candy passa così nel filone delle Storie d'Amore In l'Assenza.

Questo ci piacque molto meno, ma non servì a metterci sull'avviso via via che la storia si sviluppava. Una separazione tra innamorati che presto... no, non esattamente presto... no, decisamente non presto... ma prima o poi quei due si sarebbero riuniti, giusto?
Qualsiasi ragazzino giapponese avrebbe potuto metterci in guardia e spiegarci che a quel punto la cosa era tutt'altro che scontata, ma noi all'epoca ragazzini giapponesi non ne conoscevamo, e quand'anche ne avessimo conosciuti non avremmo davvero saputo in che lingua parlarci. Forti della nostra conoscenza delle convenzioni occidentali per le storie d'amore continuammo ad aspettare con fiducia (e pian piano anche con un certo qual fondo di noia, nel mio caso).
Prima di tutto ci fu una lunga serie di incontri saltati, annullati, rimandati, perduti per colpa di circostanze esterne, di complotti esterni, di...
insomma, i due tentato di rivedersi ma non ci riescono. Mai. Dopo un po' è un meccanismo che comincia a stufare.
Nel frattempo Terence si unisce a una compagnia di attori che guarda caso preparano il Romeo e Giulietta di Shakespeare, che è una specie di tormentone ricorrente della serie ma anche della formazione culturale giapponese nonché uno dei soggetti preferiti delle recite scolastiche - un po' come i Promessi sposi da noi, per intendersi. Guarda caso, gli viene assegnato il ruolo di Romeo. Guarda caso la sua Giulietta si innamora di lui e comincia a fargli il filo - senza ottenere alcun risultato, va detto.
Candy invece si mette a studiare da infermiera. 
A sorpresa, una parte della scena viene poi occupata da Albert.

Albert non è un personaggio nuovo: fin dalle prime puntate lo vediamo comparire sporadicamente, soprattutto quando a Candy serve consiglio o conforto. 
Si tratta di un bell'uomo con una decina di anni più di Candy, che fa il naturalista nei boschi vicino alla casa di Pony e alle tenute dei Legan e degli Andrew. Con Candy sviluppa un rapporto molto amicale, diciamo da fratello maggiore, e ha  praticamente tutti i pregi che si possono attribuire a un giovane uomo: bello, gentile, istruito, amante dell'avventura e della natura, simpatico ma anche provvisto di grande sensibilità, intuito e discrezione.
Già che ci sono, anticipo che oltre ad essere Albert è anche il Principe delle Colline, ovvero il ragazzino in kilt che Candy aveva incontrato nel primo episodio (e nelle prime tavole del manga) ed in più è anche il mitico Prozio William: il suo nome completo è infatti William Albert Andrew; ma questo sia Candy che gli spettatori lo scopriranno soltanto nell'ultima puntata.
Dopo aver collezionato una serie di comparse occasionali, improvvisamente Albert entra in scena collezionando una serie di incidenti e si ritrova senza memoria. Candy decide di occuparsi di lui. A quanto ricordo a nessuno venne in mente che Albert avrebbe potuto avere un qualche risvolto sentimentale nella vicenda: prima di tutto era ormai cosa nota che Candy e Terence prima o poi dovevano riunirsi - e caso mai qualcuno avesse deciso di dimenticarsi di Terence, le autrici avevano avuto gran cura di continuare a seguirne le vicende e di farlo quasi incontrare con Candy non so più quante volte; ma soprattutto, il rapporto tra Candy e Albert era sempre stato assolutamente amicale e fraterno.
Mentre il povero Albert si arrangia con la sua amnesia, ecco che arriva la Gran Tragedia - ed è una tragedia davvero, non un modo di dire: la Giulietta dello spettacolo dove Terence fa Romeo durante le prove vede un riflettore che sta per cadere addosso a Terence e gli fa scudo col proprio corpo. Ci rimette una gamba, che viene amputata.
E tutto ciò non rispetta gli schemi nemmeno un po', ma lo spettatore occidentale fatica a rendersene conto, tanto è salda la sua convinzione che la Coppia che uscirà fuori dalla storia sarà quella di Terence e Candy. Coltiva però sin dall'inizio una sorta di rancore per quel grandissimo impiastro femmina, a nome Susanna, che sembra dare per scontato di essersi guadagnata col suo eroico salvataggio l'amore di Terence.
Il quale Terence si ritrova incastrato senza rimedio e finisce col sottomettersi alla sua dura sorte; e così l'unico incontro che avrà con Candy in circa settanta puntate sarà quello in cui si dicono addio, addio per sempre. E mentre guardavo la scena  cercavo invano di ricordare quando mai si erano effettivamente messi insieme. Eppure le puntate le avevo viste tutte...
A quel punto sia io che le mie amiche eravamo diventate abbastanza insofferenti: naufragi, amnesie, gambe amputate - e siccome nel frattempo era arrivata anche la prima guerra mondiale, uno dei ragazzi del clan di Andrew decide pure di partire volontario come pilota, e naturalmente morirà in battaglia lasciando un fratello e una fidanzata affranti. Più che un romance sembrava un racconto dell'orrore.

Il grande successo del cartone animato aveva spinto la Fabbri a pubblicare il fumetto originale (la parola manga ancora non esisteva in Italia). Anzi, avviarono addirittura una rivista chiamata Il giornalino di Candy Candy, con tanto di rubriche, lettere e curiosità. Non era una edizione filologica, perché il fumetto era colorato (i manga sono sempre in bianco e nero, tranne alcune tavole iniziali di certi episodi) e naturalmente il verso di lettura era all'occidentale. Si dice anche che la traduzione non fosse delle più impeccabili, ma naturalmente nessuno era in grado di controllare. Per la cronaca, la rivista ebbe un grande successo, tanto che quando il manga finì... venne continuato da disegnatori italiani, con vicende inventate di sana pianta, e senza avvisare i lettori. Lo usarono anche per pubblicare altri shojo, tra cui Lady Oscar.
Chi leggeva quella rivista raccontò in giro che sembrava, pareva, si diceva, correva voce che alla fine Candy si sarebbe messa con Albert. Restammo perplessi, appunto perché niente nel cartone animato lasciava trapelare che il rapporto tra Candy e Albert fosse diverso dalla più pura amicizia.
E poi, via, sapevamo tutti che alla fine Terence e Candy avrebbero fatto coppia fissa, nonostante la questione di Susanna complicasse non poco la questione.

A questo punto si impone qualche anticipazione: la versione originale del cartone animato non contiene alcun tipo di riferimento ad un futuro legame tra Candy e Albert ma nemmeno contiene niente che impedisca di credere che ciò avverrà in futuro - insomma è uno di quei classici finali giapponesi dove si evita accuratamente di sporcarsi le mani: la nostra storia finisce qui, su quel che succede dopo pensatela un po' come vi pare.
Il fumetto offre un po' di pietanza in più, e diciamo che l'impressione di un possibile legame futuro si insinua sottopelle. Chi non approva quel tipo di soluzione, può comunque tranquillamente ignorare il tutto e immaginarsi quel che gli pare.
Naturalmente il fatto che Albert si riveli essere il principe della collina, cioè in pratica di essere sempre stato nel cuore di Candy, è un elemento che non può sfuggire allo spettatore, per quanto distratto o maldisposto verso la coppia Candy-Albert.
E magari se qualcuno passa di qui e si mette a leggere potrebbe pensare "Ma perché mai tutta questa preoccupazione di dire e non dire, di far capire ma non troppo, di seminare indizi ma senza parere? Se Candy avvia una relazione con Albert, oppure se lo sposa e magari ci fa pure sette figli, infine non fa mica niente di male! Perché non dirlo apertamente?".
A questa più che legittima domanda si possono azzardare due diverse risposte che non sono incompatibili tra loro: la prima è che i giapponesi fanno tutto a modo loro e un finale del genere non è insolito laggiù, mentre è piuttosto contrario ai nostri usi e costumi occidentali. La seconda è che, anche in Giappone, Terence era rimasto molto più impresso di Albert come potenziale compagno di Candy e i lettori anche lì avrebbero preferito che la coppia si riunisse in qualche modo. Lasciando il finale aperto, volendo, si poteva anche immaginare che così sarebbe stato.
Che tutti gli spettatori dei due emisferi si fossero fissati sulla coppia Candy-Terence La cosa non è poi così strana per vari motivi, il primo dei quali è che Terence era stato presentato sin dall'inizio come potenziale partner e i due si erano effettivamente  innamorati: che quindi gli spettatori fatichino a distogliere l'attenzione da lui per puntarla su un personaggio che è stato fino a quel momento tenuto lontano da ogni tipo di implicazione romantica mi sembra piuttosto comprensibile. Va poi considerato il fatto che i due si sono separati non perché il loro rapporto presentasse delle reali criticità, ma solo perché le autrici si sono impegnate con molta determinazione in tal senso, costruendogli una serie di circostanze esterne di cui nessuno dei due è responsabile - per tacere del fatto che i due non sono mai riusciti davvero a formare una coppia, ma solo a separarsi, che in effetti a me è sempre parsa una roba piuttosto contronatura.
Sia come sia, pare che anche per le autrici separare i due sia stato un dispiacere: messo nella storia come riempitivo, Terence aveva preso loro la mano. Al che viene da osservare che infine Terence non si è fatto da solo e non gode quindi delle attenuanti che valgono per la vita reale, dove incontri gente di tutti i tipi senza poterla scegliere da un catalogo, ma è un personaggio immaginario e, come tutti i personaggi immaginari, del tutto in balìa di chi l'ha creato; e dunque qualcuno avrebbe ben potuto dire a quelle due: Terence è stato accuratamente costruito con tutte le caratteristiche giuste per essere un perfetto partner da innamoramento adolescenziale, il pubblico che vi siete scelti è in gran parte formato da adolescenti, sembra dunque più che comprensibile che come innamorato costui piaccia più di un personaggio che è stato tenuto con gran cura lontano da ogni risvolto sentimentale. Perché non accettate le cose come stanno e magari non cambiate idea sul finale?
Così non è stato, e le autrice-coccodrillo han mantenuto fede ai loro propositi iniziali, avendo cura di tenere separati i due fino all'ultima tavola del manga e all'ultimo fotogramma del cartone animato. Ma poi han detto che gli è tanto dispiaciuto (e qui non commento perché ho già parlato più che a sufficienza di corde non insaponate e se mi ripetìessi rischierei di diventare monotona).
Tuttavia, come sa ogni spettatore che seguì la storia fino alla fine, alla fine Candy e Terence tornano insieme, perché Susanna si è decisa infine a fare un bel gesto lasciando Terence libero di seguire il suo cuore.

E qui entrano in scena gli adattatori italiani del cartone animato, che si ritrovarono tra le mani un finale dove, nelle ultime scene, Candy saliva sulla collina della Casa di Pony (dove a suo tempo aveva incrociato per la prima volta il suo Principe vestito col kilt) e salutava i suoi più cari ricordi del passato: Anthony, morto ormai anni prima, l'amico morto da poco in guerra... e Terence. "Addio, amici, addio, addio!". 
I primi due personaggi citati in questo struggente saluto sono morti, e quindi siamo tutti d'accordo che salutarli ha un suo perché. Quanto al terzo, ormai gravi impegni d'onore lo vincolano in una vita dove per Candy non c'è più posto, e Candy questo lo ha accettato (e addirittura incoraggiato, e vabbé).
Insomma, da qualsiasi parte lo si guardi è un addio al passato che ci si lascia alle spalle prima di voltare pagina e aprire una nuova fase della vita. 
Ma gli adattatori sapevano perfettamente che il pubblico voleva con tutte le sue forze una riunione tra Candy e Terence, in base al principio cardine che regola i nostri romance: alla fine l'amore vince sempre. 
La serie finiva lì. Non c'erano tempi di recupero. Ma se non facevano qualcosa il pubblico sarebbe rimasto assai insoddisfatto.
E insomma fu fatta una scelta altamente discutibile sul piano della filologia, e volendo anche nell'etica, ma anche molto pratica: il finale venne riaggiustato. Gli adattatori insomma coniugarono insomma il nobile verbo "arrangiarsi",  inventando di sana pianta un dialogo dove veniva ufficialmente annunciato che Susanna aveva lasciato "libero" Terence, e una voce fuori campo annunciava che Candy avrebbe trascorso la vita con lui e che l'amore di Terence l'avrebbe sempre accompagnata. 
Fine dell'episodio, della serie e del problema.
Da brava filologa dovrei lanciare strali infuocati e piogge di fuoco, ma in realtà non sono del tutto convinta che abbiano sbagliato a fare quel che hanno fatto. Opinione personalissima, naturalmente, e massimo rispetto per chi la pensa diversamente.

Gli sforzi degli adattatori italiani per soddisfare il pubblico non furono comunque accompagnati da particolari ovazioni: gli spettatori avrebbero voluto vederla, questa riunione, e vedere la coppia insieme al momento del finale. Perché chiudere di punto in bianco in questo modo e annunciare solo con una specie di nota a pié di pagina che tutto finiva bene? In questo modo il lieto fine sembrava appiccicato con lo sputo (e lo era, infatti)! 
D'altra parte si sarebbe potuto fare di meglio solo pescando un po' di frammenti di qualche altra puntata e inventandosi completamente i dialoghi - un lavoro più complesso cui gli infaticabili adattatori si sono in effetti dedicati al momento di preparare per le sale cinematografiche il secondo dei film tratti dalla serie - che nella versione italiana si chiude con i due che si incontrano alla stazione e  assicurano che adesso non si lasceranno più.
Ricordo che anche quel finale fu trovato scarsino, ma insomma fu preso quel che c'era e amen, l'importante era che la storia finisse con Candy e Terence che stavano insieme. 
Qualcuno sospettò qualcosa? 
Ebbene no, abboccammo tutti come carpe. L'idea che dall'alto avessero osato rimaneggiare dei brani di uno sceneggiato non ci sfiorò nemmeno la scala esterna che precede l'ingresso dell'anticamera del cervello - erano cose che proprio non si facevano, suvvia. 
Eravamo tutti molto più fiduciosi, in quegli anni; il tempo della diffidenza per noi era ancora lontano, anche perché quasi nessuno sapeva il giapponese e il Giappone era per noi un paese molto esotico e molto lontano. Oggi probabilmente qualcuno si insospettirebbe e andrebbe subito in rete a cercare l'originale, magari con i sottotitoli in inglese, se pure non si rivolgerebbe a qualche circolo specializzato o direttamente a quel suo amico che conosce il giapponese e in Giappone ci va una o due volte l'anno per lavoro, e l'inganno sarebbe stato scoperto quasi in tempo reale. 
Invece ci limitammo ad abboccare ingoiando l'esca, l'amo e già che c'eravamo anche la lenza.

Come ho già anticipato anche il finale del manga venne rimaneggiato (in modo piuttosto robusto) e non contenti di questo gli editori, visto che la rivista vendeva bene, decisero pure di continuarlo mettendo al lavoro disegnatori e sceneggiatori italiani. Per la cronaca, onde meglio allungare il brodo, risultò subito che la separazione tra Terence e Susanna era stata un equivoco e i due innamorati continuarono a lungo a navigare in acque perigliose e alla fine della storia non si erano ancora definitivamente uniti. Per chi vuole saperne di più sullo sfinimento cui venne sottoposta questa disgraziata coppia, basta andare sul canale Il tempo dei cartoni su YouTube, e in particolare al video dedicato al rimaneggiamento del finale e al sequel della Fabbri.

C'è poi un ulteriore tassello in questa intricata vicenda: molti anni fa le due autrici hanno furiosamente litigato e sono finite a processo. Il risultato è che né il manga né l'anime né i film di Candy Candy possono essere nuovamente stampati e distribuiti se non col consenso di entrambe (che non lo vogliono dare) anche se la rete ha salvato comunque parecchie cose nelle sue viscere.
Dieci anni fa l'autrice del soggetto della storia decise di scriverci su un romanzo: le immagini non le poteva usare, ma la storia le apparteneva. Così ha prodotto un grosso tomo corredato da un epistolario dove Candy racconta... la storia del manga; tutto ciò si immagina scritto diversi anni dopo la fine del manga, nella casa dove adesso da tempo Candy vive con suo marito, il carissimo Anohito di cui si rifiuta di dire però il nome. Naturalmente il tutto è disseminato da numerosissimi indizi che puntano a volte verso Albert e a volte verso Terence ed è nel complesso una delle più spudorate prese di giro di cui abbia mai avuto notizia. 
Se qualcuno desidera saperne di più, Il tempo dei cartoni offre grande abbondanza di notizie e osservazioni, e in più descrive anche il ribollente fandom che a quanto sembra è diviso in gruppi filoterenciani e filoalbertini che litigano assai volentieri tra loro e con chiunque gli capiti a tiro - tanto per ricordarsi che sui social non ci si insulta soltanto nelle pagine di politica o di calcio e che il mondo non è bello se non è litigarello.

Mentre mi istruivo su tutto ciò passando di sorpresa in sorpresa ho finito per domandarmi come mai le autrici si sono impuntate con sì grande determinazione nel rifiutare a Candy e Terence il lieto fine che sarebbe stato così gradito a lettori e spettatori e come mai avessero manovrato così male nel farlo. 
L'opinione del pubblico ha un grosso peso in un mondo che dà tanta importanza alle vendite e agli indici di gradimento, e non sempre è superficiale  e irragionevole - ad esempio è stato grazie a una specie di insurrezione armata che il più famoso degli investigatori è stato riportato in vita nonostante l'ostilità del suo autore e personalmente, come lettrice, sono molto contenta che ciò sia successo. 
D'altra parte, per quanto la mancata felice conclusione della storia con Terence abbia afflitto le sue autrici e anche, a quanto ho capito, il pubblico giapponese, il vero problema è arrivato quando l'anime è approdato in Europa (ma come tutte le storie ambientate in occidente, Candy Candy era nata appunto per essere venduta anche fuori dal Giappone, e magari una cosa del genere era prevedibile e avrebbe potuto essere calcolata).
L'idea di base, par di capire, era di fare una storia di formazione. Ci si forma e modella attraverso le varie esperienze: il lavoro, le avversità, le amicizie e naturalmente anche attraverso l'amore. Perciò a Candy venivano fornite non una ma ben tre storie d'amore, legate a tre fasi distinte della sua vita: la prima era la tarda infanzia, con Anthony. L'uscita di scena di Anthony però era stata gestita molto bene: il ragazzo aveva lasciato di sé un ottimo ricordo, il dolore aveva molto maturato Candy e tutti si erano rassegnati senza problemi al triste evento anche se molti fazzoletti erano stati usati per asciugare molte lacrime.
Terence doveva essere, pare, l'amore passionale e irragionevole dell'adolescenza: una tappa importante per lo sviluppo della personalità, ma anche qualcosa che è meglio lasciarsi alle spalle una volta che si è cresciuti. 
In realtà per i canoni occidentali quello tra Candy e Terence è esattamente il tipo di amore che dovrebbe portarci all'altare o davanti all'ufficiale di stato civile, come del resto succede regolarmente nei romanzi (dopo che i protagonisti han passato svariate pagine a becchettarsi) e non si tratta solo di convinzioni teoriche, perché anche nella vita reale in molti han sposato  l'amore conosciuto sui banchi di scuola, e i risultati non di rado si sono mostrati piuttosto validi, per sorvolare pietosamente sui molti trattati che spiegano come grande scoperta che comunque anche l'amore più passionale può avere una sua evoluzione che lo porta a diventare magari meno irruento ma più solido (ma non mi dire?).
C'è poi un terzo tipo di amore: quello più posato, basato sull'amicizia e la stima, magari meno violento ma più duraturo; questo terzo e definitivo amore comunque entusiasmava a tal punto le autrici, che costoro si sono ben guardate dall'approfondire la questione nonostante il personaggio che avevano deciso di riservare a Candy come scelta finale fosse più che meritevole di un qualche tipo di risvolto romantico. 
A ben guardare, più ci ripenso e più l'unione con Albert mi ricorda il buon vecchio matrimonio combinato - una pratica tuttora abbastanza comune in Giappone e che probabilmente ai tempi in cui fu scritto e disegnato Candy Candy doveva essere ancor più diffusa che adesso.
La teoria che la passione non è necessariamente un buon fondamento in un matrimonio vanta un piccolo ma consistente filone anche nella letteratura occidentale: per esempio in Julie o la nuova Heloise di Rousseau, dove la protagonista rifiuta proprio in nome di questa tesi (che espone con gran dovizia di argomenti per paginate intere, ma Rousseau non è mai un autore sintetico, qualsiasi argomento tratti) di sposare il suo amatissimo precettore quando ne ha la possibilità e opta per un marito più saggio pur non dimenticando mai il primo amore; e caratteristica comune di tutte le stesure di Guerra e pace era che in nessuna Natascia sposava il principe Andrej, nemmeno quando questi sopravviveva alla battaglia, perché sin dall'inizio era stato stabilito che dopo una giovinezza piuttosto irrequieta Natascia avrebbe trovato la serenità con Pierre (va detto comunque che Tolstoj gestisce la cosa con grande naturalezza e il lettore non trova forzatura alcuna nella vicenda, cosa che davvero non mi sento di affermare nel caso della Nuova Heloise); per il fronte italiano possiamo poi citare il percorso piuttosto avventuroso con cui nella Coscienza di Zeno il protagonista approda ad un ottimo matrimonio dopo una disastrata storia di passione.
Valida o meno che sia questa scuola di pensiero, ad ogni modo, mi sento di affermare che gli adolescenti ben di rado han dimostrato di apprezzarla e che forse le due autrici avrebbero dovuto manovrare con maggior perizia invece di appiccicare malamente alla storia il terzo amore di Candy.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ero fermamente convinta che Candy sposasse Albert, forse perché detestavo Terence, poveretto, o forse perché influenzata dalla lettura di Papà Gambalunga. A un certo punto (quando ha iniziato a fare l'infermiera) ho smesso di guardarlo.
La tirava veramente troppo per le lunghe e c'era una deplorevole mancanza di robottoni

Anonimo ha detto...

Anonima Lurkerella

Murasaki ha detto...

Il riscontro con Papà Gambalunga è stato osservato anche da altri, e di per sé sarebbe andato benissimo perché Albert è un gran bel personaggio. Mi sarebbe piaciuto vedere la questione gestita un po' meglio, ma direi che leggendo il post si capisce bene.
Anch'io smisi di seguire la storia quando Candy comincia a frequentare la scuola per infermiere, anche perché mi stava venendo il latte alle ginocchia.
Sulla deplorevole mancanza di robottoni, temo che non ci sia nulla da obbiettare: purtroppo è così ^__^

Paola ha detto...

Mi era sfuggito questo post e sono stata molto contenta di trovarlo e leggerlo! A ma Candy piaceva molto, più di tutto la parte nel collegio inglese, ma ho guardato la serie e anche, per un certo tempo, comprato il giornalino. La conclusione non aveva accontentato il mio animo romantico ma alla fine mi era rimasta l'idea che fosse Albert l'uomo definitivo e che in fondo andava bene così. Andrò a guardare il video segnalato! Ho apprezzato molto queste riflessioni e notizie perché la storia di Candy mi è rimasta nel cuore, come un amore di ragazzina.

Murasaki ha detto...

A quanto ho scoperto per molti è stato così, anche tra i ragazzi. E anche per me la parte del college è di gran lunga la preferita (e anch'io ho accettato Albert come partner di Candy... ma solo adesso, perché finora avevo creduto con santa ingenuità che il finale taroccato fosse quello originale!

minty ha detto...

Team-Terence vs Team-Albert fa un po' come Team-Laurie vs Team-Baher per Piccole Donne XD