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sabato 21 novembre 2020

Il magnifico collegamento in rete di St. Mary Mead

 
La Seconda Asserpentata ride allegramente alle spalle della prof. Murasaki
- e per fortuna non sa quanto motivo ha di ridere. L'immagine è di Monokubo.

Quando la Terza Brillante stava per uscire dalla quarantena, l'intera Toscana è passata dall'arancione al rosso, e a quel punto a far lezione in presenza alle medie restavano soltanto le classi prime.
Chi voleva o poteva grazie alla struttura del suo orario comunque poteva fare lezione da casa.
Ma, nonostante mi si offrisse la possibilità di passare da un caldo letto a una postazione informatica munita di tutti i comfort senza soluzione di continuità, non ho esitato a optare per la scomoda postazione nella fredda scuola di St. Mary Mead* in virtù dell'assai migliore qualità del collegamento.
Che però Lunedì mattina non c'era, né buono né cattivo; c'era solo il tradizionale dinosaurino che segnalava l'assenza di collegamento. Cinque insegnanti curriculari vagavano per i corridoi deprecando e ululando, mentre una sesta si arrampicava in Biblioteca, sede della Gran Centralina del Collegamento, dove ha scoperto... che la linea non funzionava, cosa segnalata da una lucina arancione invece che verde, e in mancanza di meglio ha tentato il vecchio Rimedio della Nonna "spengi tutto e poi riaccendi".
I Rimedi della Nonna hanno questo di buono: sono rudimentali ma funzionano; e infatti tutto si è riacceso e il collegamento è partito, ma tutte noi eravamo ormai abbastanza di malumore.
Due giorni dopo tocca alla ex-Prima Asserpentata, ormai passata di grado a Seconda e più Asserpentata che mai.
Il collegamento, davvero, non è stato cosa. Qualcuno non vedeva, qualcuno non sentiva e tra questi Qualcuni c'ero anch'io, che sono entrata e uscita tre volte.
Ieri però la lezione è stata un orrore dall'inizio alla fine. Diluviava, e dunque il collegamento andava male di per sé. GoogleChrome si è rifiutato di fare il suo dovere e quindi ho dovuto ripiegare su Firefox che, nonostante una icona veramente deliziosa, è ormai antiquato e nessuno lo usa più, per cui ho dovuto ridargli le impostazioni. 
Poi, in un attacco di acuta imbranataggine sono riuscita a chiudermi da sola il programma senza preavviso. A quel punto, misteriosissimamente, Google Chrome è ripartito senza batter ciglio.
Con un po' di pazienza la lezione si è riavviata e  avevo appena finito di rampognare Colombelli perché le sue domande sull'Unione Europea non erano state svolte con adeguata accuratezza e coscienziosità quando il collegamento se n'è andato di nuovo e il nostro amico dinosaurino è ricomparso al posto di GoogleMeet. 
Anche in Sala Insegnanti troneggia il dinosauro. Evidentemente la rete è saltata in tutta la scuola.
Colpa dei lavori? Colpa del maltempo? Colpa del Fantasma Formaggino?
La Custode suggerisce di riprovare il Rimedio della Nonna e dunque salgo in Biblioteca.
Dove tutto è calmo e tranquillo, soprattutto la luce della centralina che non è né verde né arancione, ma proprio spenta. Niente di strano dunque che il segnale non arrivi nelle aule, stante che non c'è alcun segnale da far arrivare.
In un angolo l'impeccabile prof. Chantelle, con la sua aureola più lucente in testa, sta prendendo appunti da un paio di libri di matematica. Quando mi vede guardare perplessa la centralina si informa con la consueta e impeccabile cortesia sul motivo della mia perplessità.
-E' che qui dovrebbe esserci una lucina, ma non c'è - spiego.
-Oh? Probabilmente perché ho staccato la spina e ho messo in carica il mio computer.
-Hai staccato l'unica spina di tutta la stanza? Ma qui siamo pieni di prese, abbiamo anche una ciabatta a sei piazze - boccheggio incredula.
-Sì, ma quella è l'unica presa Shuco, il mio è un portatile vecchio e qui non ci sono adattatori.
-...cioè hai tolto la rete a tutta la scuola per mettere in carica il tuo portatile? - riesco ad articolare.
-Non avevo fatto caso a quel box. E' lì che c'è il modem? - chiede Chantelle blandamente interessata.
Da cinque anni orna di sua bella presenza la nostra scuoletta di campagna, ed è una delle informatiche rampanti del gruppo. Usa con grande naturalezza un informatichese stretto che riesce regolarmente a farmi sentire una povera sprovveduta che coi computer si arrangia alla meno peggio (del resto, è esattamente quel che sono: molta pratica e pochissima teoria, per giunta risalente ormai al secondo millennio). 
Ma non sapeva da dove la rete arrivava alla scuola. Giusto così, del resto, perché lo dovrebbe sapere? Lei ha un contratto a giga infiniti e lavora dai suoi strumenti, mica come me che a scuola uso solo le attrezzature della scuola.
-E' grave quel che ho fatto? - si informa cortesemente.
-Sì, è grave: hai tolto la rete a tutta la scuola, e soprattutto a me che stavo facendo lezione  - rispondo con altrettanta cortesia. Sembriamo uscite da un romanzo di Wodehouse. Stacco la spina al suo computer e riaccendo la centralina - Sappi che se non ti picchio è solo perché... - pausa. Già, perché non la picchio?
-Solo perché in fondo mi vuoi bene? - suggerisce Chantelle speranzosa.
-Sì, esattamente per questo motivo - ammetto.
Scendo giù e, con la rete di nuovo in funzione, mando una mail alla classe spiegando pudicamente che "ahimé, la rete era saltata, ci vediamo alla prossima lezione e continuerò a risentirvi le domande sull'Unione Europea".
Poi, dopo aver concluso (se vogliamo dire così) la lezione più inconcludente in ventun anni di onorata carriera, mentre suona la campana tolgo il piumino dalla custodia antiCovid, lo infilo e mi avvio verso casa.

Speriamo di uscire presto dalla Zona Rossa.

*Lunedì mattina spesso le scuole sono fredde. Per vari motivi, in questo periodo la scuola media di St. Mary Mead è anche umida.

8 commenti:

dolcezzedimamma ha detto...

Se non fossi ragionevolmente certa che tu hai fatto una cronaca vera, mi complimenterei per le brillanti trovate... ma, appunto, temo sia tutto vero e quindi ti esprimo tutta la mia solidarietà.

Murasaki ha detto...

Mentre la scrivevo credo aver adottato lo stile della Guida Galattica, che sto leggendo in questi giorni - forse ho SCELTO lo stile della Guida Galattica in quanto adattissimo a narrare il fedele svolgimento degli avvenimenti. Ma d'altra parte anche la Guida Galattica in fondo è un romanzo realistico condito con qualche astronave. Ecco, io ho rinunciato anche alle astronavi, non mi servivano ^___^ (e grazie della solidarietà)

Romolo ha detto...

Sarebbe stato meglio il fantasma formaggino! Wodehouse ce ne avrebbe avuto di materiale da scrivere in questi strani tempi che stiamo vivendo....

Tenar ha detto...

Ti capisco benissimo! È tutto terribilmente tragicomico!

Kukuviza ha detto...

ahahaha, miticissima la scena della professoressa che stacca la spina a tutta la scuola! mi ha ricordato uno degli episodi natalizi di mr bean dove lui, per provare il funzionamento di un pacco di lampadine, stacca la spina che dà corrente a tutta la luminaria dei magazzini Harrod's per inserire quella delle lampadine.

MA io uso Firefox! La volpe sempre e comunque! Tanto non è vero che occupa più memoria di Google Chrome!

emily ha detto...

oddio non ci posso credere!!! come hai fatto a non saltarle alla gola? complimenti x il sangue freffo

emily ha detto...

volevo scrivere freddo....

Murasaki ha detto...

@ Romolo:
Non saprei, col Fantasma Formaggino le cose si sarebbero risistemate più lentamente, temo. Così almeno ho risolto tutto molto in fretta.

@ Tenar:
Sì, diventa difficile arrabbiarsi davvero nonostante tutto ^_^

@ Kuku:
Sembrerebbe anche a me, ma mi han spiegato... ma ripensandoci potrei provare a impostarmi l'account lì e nessuno verrebbe a intromettersi.

@ Emily:
Probabilmente non le sono saltata alla gola perché in cuor mio stavo ridendo pazzamente. E poi saltarle alla gola avrebbe rovinato quel bel tono inglese con cui stavamo conversando ^_^