Banchi con le rotelle: non solo per l'autoscontro |
E così, come mi ero ripromessa, ho portato anche la Terza in gita di piacere in Aula Magna a vedere i banchi con le rotelle. Ho aspettato che fossero loro a chiedermelo, si capisce. In effetti mi chiedono di portarli a vedere i mitici banchi con le rotelle.
"D'accordo, ma niente autoscontro" dichiaro in assoluta ipocrisia.
Li guardano, ne discutono. E "Prof, possiamo provarli?"
"Sì, ma con cautela. Ricordatevi che sono oggetti fragili".
E lo sono davvero, a quel che sembra. Scontra che ti scontro, dopo nemmeno due minuti uno dei banchi cade per terra. Peccato solo che sul banco ci fosse un ragazzo.
"No, troppo forte così. Non dovete urtarvi bruscamente" li rampogno con dolcezza controllando che il caduto non si sia fatto male (non se ne è fatto manco un po', a giudicare da come ride).
Altri due minuti, e un altro si ritrova a terra sul sedile. Infatti, come in tante sedie con le rotelle, c'è un perno che tiene unite le due parti, e con un po' di fortuna puoi staccarlo.
"Nemmeno così va bene. Sono oggetti delicati, manovrateli con dolcezza" li rimprovero con un pelino di dolcezza in meno.
Sono una classe molto ragionevole, e infatti cominciano a fare l'autoscontro, ma con dolcezza. Si urtano con garbo, si allontanano con garbo, si circondano e allargano e restringono con garbo. Mentre li guardo capisco finalmente perché a qualcuno è venuto in mente di acquistarli: effettivamente in quel modo il distanziamento di un metro e qualcosa si mantiene. Sono davvero banchi di sicurezza (se non ti attacchi al conducente di un altro banco e non cerchi di tirarlo giù, si capisce. E nella maggior parte delle classi è proprio quel che farebbero, e non solo a titolo di esperimento iniziale come ha fatto la Terza).
Ben presto l'Aula Magna è percorsa da banchi pattinanti. A modo suo, è uno spettacolo grazioso, ricorda vagamente certi galà di pattinaggio su ghiaccio.
Ma, ahimé, entra la custode. Molto arcigna, e piuttosto scandalizzata.
E no, no, no e assolutamente no! Loro quei banchi non avrebbero nemmeno dovuto toccarli, e certo non erano lì per giocarci in quel modo! E vengo rimproverata con una certa asprezza anch'io, ma un po' sotto le righe: ormai sono una decana anch'io, là dentro, più di tanto non si può mancarmi di riguardo. Accetto il rimprovero senza ribattere: non ho particolari argomenti da portare a mia difesa, se non il fatto che i banchi sono ancora in perfetta salute e i ragazzi si sono divertiti, ma in sicurezza. D'altra parte non ho nemmeno voglia di difendermi e del resto sarebbe perfettamente inutile.
Domi, ma neanche un po' pentiti, rientriamo in classe e riprendiamo la lezione senza spendere nemmeno un quarto di parola sull'accaduto. C'è la Belle Epoque che ci aspetta.
Ma secondo me avevamo trovato un ottimo utilizzo per quei banchi.
4 commenti:
Potrebbe diventare davvero un premio per chi si comporta bene...prendi 7 all'interrogazione, 15 minuti sui banchi a rotelle, 8 mezz'ora, 9 un'ora. Che ne dici, potrebbe rivoluzionare la valutazione scolastica! ������
@Romolo:
giusto! E' importante motivare i giovani allo studio e all'impegno con adeguate gratificazioni ☺️
@ Filippo:
Dici? 🤣😂🤣
ahahah mi piace che li avevi ammoniti al niente autoscontro e invece è la prima cosa che hanno fatto. Si vede che hanno percepito il tuo non essere del tutto convinta del tuo ammonimento! :D
Ma perché nessuna classe può usufruire di quei banchi in classe? sono scomodi per metterci libri quaderni ecc.? Immagino di sì.
@Kuku:
E' stato un ammonimento molto blando... e soprattutto non è stato ripetuto. Sì, è anche probabile che non suonasse molto convinto.
No, non sono particolarmente scomodi, se ci segui, poniamo, una conferenza o una riunioncina. E un blocco per appunti o un tablet ci stanno, i libri no. Per questo motivo non ha senso farli usare agli allievi durante le normsli lezioni (anche perché ci farebbero l'autoscontro, penso).
Nelle aule di laboratorio alle superiori un senso probabilmente ce l'hanno. Forse. Può essere. Credo.
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