La Guida galattica entrò nella mia vita solo verso la fine dello scorso millennio, quando entrai in rete e cominciai a frequentare ragazzini con dieci o quindici anni meno di me appassionati di letteratura fantastica. Scoprii quindi questo famosissimo oggetto di culto, lo presi in biblioteca e lo lessi con modesto, non so come e non so perché. Storia complicata, piuttosto frenetica, nessuno si fermava mai a prendere una bella tazza di tè - anche se qualcuno, a dire il vero, ci provava con tutte le sue forze - e niente conversazioni tranquille e introspettiche. O quasi.
Tuttavia ho continuato a sentirne parlare, sono inciampata in qualche video del film e alla fine ho deciso di riprovare. Stavolta però mi sono comprata l'intero ciclo, in un comodo volumone di poco più di 800 pagine per la modica cifra di 17.00 euro - altri infatti, al contrario di me, lo apprezzavano assai e dunque viene periodicamente ristampato. Con la riapparizione della micidiale Didattica a Distanza, quando una lettura brillante si imponeva ci ho riprovato, con risultati decisamente migliori. E dunque eccomi qui a presentare un libro per volta l'intero ciclo di una trilogia in cinque volumi più un raccontino.
Il vantaggio di comprare l'intero ciclo, oltre al risparmio di soldi e di spazio, consiste in una deliziosa prefazione della buonanima dell'autore che ne racconta le origini, invero complicate.
Il ciclo della Guida galattica infatti non si limita ai cinque romanzi più raccontino, ma comprende anche una serie radiofonica, una serie televisiva, un film e un videogioco.
"Mbeh?" si dirà "Anche da Orgoglio e Pregiudizio sono stati tratti tre film e uno sceneggiato più svariati fumetti e chissà quante edizioni radiofoniche, e non c'è niente di complicato nelle sue origini".
Vero, ma nel caso della Guida Galattica tutta questa roba è stata fatta quasi contemporaneamente.
In principio era la serie radiofonica, poi arrivò il primo libro che in parte la contraddiceva, poi la seconda serie radiofonica, e insieme i vari libri più il progetto del film e... ripeto, è una storia complicata e non starò a spiegarla perché in fondo io mi limito a presentare i libri. Tuttavia almeno il film (uscito nel 2005, ormai a palle ferme, ma in progetto da più di venti anni) l'ho visto e garantisco che qualche piccola discrepanza c'è, a partire da uno dei protagonisti che ha una sola testa, ed è difficile non rendersi conto che i singoli libri sono collegati tra loro con - ehm - diciamo qualche lieve contraddizione interna. D'altra parte la buonanima dell'autore dichiara con fermezza nella sua introduzione che grazie all'edizione completa del ciclo adesso il tutto si contraddice come vuole lui e solo con l'autorizzazione dell'autore che è poi lui stesso medesimo. E vallo a contraddire, se ti riesce.
D'altra parte non si tratta certo di cinque romanzi appiccicati con la colla: non solo i protagonisti sono e rimangono sempre gli stessi dall'inizio alla fine, ma vediamo spesso piccoli inserti, dettagli di contorno, graziosi intermezzi che un romanzo o due dopo si rivelano in tutta la loro importanza e diventano la trama portante - caso classico i delfini che appaiono e scompaiono e a metà del quarto libro sto ancora aspettando che facciano qualcosa di rilevante per guadagnarsi i loro salmoni.
A proposito dei delfini, eccoli in apertura del film (unico momento in cui compaiono ma è una comparsa davvero spettacolare):
e per la versione in lingua originale della canzone basta guardare qui.
Stabilito che i delfini ci sono (forse) solo per fare un po' di scena, parliamo invece della Guida. No, non del romanzo, ma del libro che dà il titolo al romanzo: uno strumento davvero essenziale per ogni il viaggiatore dello spazio, ma soprattutto per chi vuole girare per la galassia in... no, autostop non è una buona parola, e temo che il traduttore abbia fallato nel tradurre la parola hitchhiker, che è parola che sta ad indicare chi viaggia grazie a passaggi ottenuti gratis - i quali passaggi, chiaramente, per viaggiare nello spazio non sono su automobili o camion; e allora è più esatto dire che la Guida si rivolge a chi sceglie di girare la galassia spendendo poco e risparmiando soprattutto sulla spesa dei biglietti. Il pubblico di questo libro è vasto, e il libro ancor più vasto, tanto che passa il milione di pagine ed è dunque contenuto... sì, oggi lo chiamiamo tablet, ma quando uscì la serie radiofonica, nel 1978, il tablet non c'era nemmeno nei telefilm di Star Trek. E dunque abbiamo questa amplissima pubblicazione che tratta un argomento invero assai vasto ed è composta e costantemente aggiornata da molti redattori, che accompagna il ciclo fornendo informazioni sui più vari argomenti - e, come capita molto spesso nelle guide, raramente sono informazioni di rilievo.
Dicevo, siamo nel 1978 (più o meno) e la galassia vive e brulica di infiniti pianeti abitati da infinite specie. Di tutto questo la Terra nulla sa, anche se ospita un redattore della Guida che è bloccato lì da svariati anni e smania di andarsene via (in astronavestop, si capisce) per ritornare nell'universo civile.
La Terra, oltre a non sapere molto della galassia sa poco anche di sé stessa, e gli uomini poi sono a uno stato di ignoranza addirittura patetica. Molto più esperti del viver dell'universo sono i delfini, e tuttavia anche loro sono solo la seconda specie più evoluta. La prima la scopriremo abbastanza avanti nel romanzo, ed è quella che la Terra l'ha fatta costruire, per un complesso esperimento di gran portata, ovvero scoprire una domanda (no, non la risposta. La risposta non serve, se non hai la domanda giusta). Proprio cinque minuti prima di avere la domanda però la Terra viene distrutta, per far posto a una strada speciale per astronavi - giusto un attimo prima che una nuova grandiosa scoperta scientifica rendesse del tutto inutili le strade per astronavi.
Si salveranno solo due terrestri: una bella e saggia ragazza, che incontreremo solo dopo diversi capitoli, e il protagonista principale, Arthur Dent, interpretato nel film dal mio amato Martin Freeman e che è un eroe abbastanza simile a Bilbo Baggins, prima tra tutte una singolare capacità di ritrovarsi portato dalla piena. I due si incontreranno, dopo qualche galattico incidente, su una astronave di nome Cuore d'oro che ha una caratteristica davvero speciale: un motore ad improbabilità assoluta che permette viaggi particolarmente veloci e spericolati. Tra gli altri membri dell'equipaggio contiamo un robot vagamente antropomorfo di grandi capacità intellettive ma assai portato alla depressione e all'autocommiserazione, un computer terribilmente giulivo e ciarliero e, naturalmente, il capitano, tal Zaphod Beeblebrox, che in sintesi è il classico personaggio apparentemente frivolo che riserva grandi sorprese, e che è il capitano dell'astronave... perché l'ha rubata il giorno del varo. E ha due teste.
Da sinistra: Zaphod, la fanciulla, il robot depresso, il compilatore di guide e Arthur Dent. Non è un caso se gli ultimi due hanno grossi asciugamani. |
Dunque abbiamo un gruppo di personaggi apparentemente un po' di maniera e uno sfondo avventuroso. Non è che per caso magari c'è anche una trama?
Sì che c'è, ed è anche complessa. Si sviluppa in modo abbastanza diverso dal solito, con una tecnica narrativa particolare che dopo Adams ha avuto una certa fortuna tra gli scrittori di letteratura fantastica, ma che richiede una particolare abilità per non lasciare il lettore confuso, stordito o annoiato per il troppo rumore di fondo. Al contrario di molti suoi colleghi Adams azzecca il ritmo giusto e la lettura scorre molto bene, col solo inconveniente che non sempre si memorizza a dovere quel dato essenziale che servirà di lì a cinquanta pagine perché questo dato importante non è preannunciato da trombe, timpani e tamburi e segnalato da cinquanta frecce illuminate ma, come nei migliori gialli, inserito in silenzio col più sornione dei modi.
Per dirla in sintesi: la Terra viene distrutta e si scoprirà che distruggerla è stato un grave errore che rischia di avere ancor più gravi conseguenze. Alla fine del romanzo poi tutti vanno a cena, in un ristorante al termine dell'universo. Che guarda caso è il titolo del romanzo successivo.
Consigliato nelle quarantene e nei lockdown, ma anche nei momenti in cui si desidera una lettura vivace ma diversa dal solito che sia nel contempo piuttosto profonda.
Con questo post ritorno con gioia a partecipare al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro buone letture e un totale stato di negatività a chiunque passi da qui.
3 commenti:
Invece a me hai fatto venir voglia di leggerlo. Anche se, come sai visto che l'ho utilizzato come guida del mio blog, (http://viaggiermeneutici.com/guida-intergalattica-per-un-blog-minchione/) il titolo mi aveva già stuzzicato da tempo
L'ho letto, ma non so perché non sono riuscita a farmici prendere. Non sono riuscita a tararmi sul livello di bislacchità della storia. E non mi è nemmeno rimasto impresso, infatti leggendo la trama che hai scritto non mi è tornato nulla alla memoria. Non so, magari prima o poi ci riprovo.
@ Filippo:
Sono contenta che i miei post ti piacciano, un po' meno che non ti piacciano quelli sulla Guida... perché alla fine saranno cinque (il finale semiapocrifo ve lo risparmio). Ma puoi sempre saltarli :)
@ Romolo:
Ah, ma tutti lo conosciamo di straforo. E i titoli sono molto, molto azzeccati. Il mio primo impatto fu quando intravidi "Addio, e grazie per tutto il pesce" anni fa. Lo trovai incredibilmente suggestivo ^__^
@ Kuku:
Probabilmente perché il primo non è il migliore, anche se ebbe un grandissimo successo - troppo frammentario, secondo me. Gli altri mi han preso come una droga. Comunque l'interesse mi si è riacceso vedendo il film, che ha una parte finale che nei libri non c'è ma che è molto Adamsiana - anche perché è uscito dopo la morte di Adams, ma i produttori giurano che la sceneggiatura era tutta sua, e loro ci si sono attenuti rigorosamente. In un certo senso, anche il corpus della Guida nel suo sviluppo tiene fede al concetto che l'universo è fatto di universi paralleli che si incrociano e di assi temporali che si intersecano.
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