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giovedì 1 agosto 2024

La Prima Stressante

Questo coniglio e questa tigre sono molto cortesi.
Ecco, nella Prima Stressante le cose non vanno esattamente così.

Che dire della Prima Stressante, che a Giugno è diventata una Seconda e a cui insegno (senza grossi risultati, al momento) Storia e Geografia?
Sulla carta è una buona classe. Anzi, come continuo a ripetere ai Consigli, secondo me sarebbe addirittura una classe potenzialmente ottima
Siccome in quel Consiglio sono la Decana e alzo di parecchio l'età media lì dentro le mie giovani colleghe non osano contraddirmi più di tanto. Tuttavia di questa presunta ottimità si fatica assai a vedere traccia.
Certo, anche lì ci sono alcuni elementi deboli, ma hanno tanta buona volontà. A me poi non sembrano nemmeno tanto deboli. E poi sono tre su diciotto.
Ad ogni modo, fare lezione con loro è molto, molto complicato.
Il punto è che costoro passano il loro tempo non già a seguire le nostre belle lezioni, e nemmeno a farsi delle gran teglie di cavoli loro, bensì a rimbeccarsi, criticarsi e correggersi a vicenda.
Facciamo un esempio.
L'insegnante fa una domanda, poniamo "Di che colore era il cavallo bianco di Carlo Magno?".
Teodorico, cui è stata fatta la domanda, risponde "Bianco".
E subito interviene Alboino "No, è verde!".
"Ma che sciocchezze dici" interviene Rosmunda "Quando mai si è visto un cavallo verde?".
"Sul libro c'è scritto che in cavallo di Carlo Magno era verde" ribatte Alboino.
"No" interviene l'insegnante "Sul libro si dice che i cavalli dell'esercit..."
"Ma certo che è verde, solo un idiota potrebbe dire il contrario!"  interviene Teodosio.
"I cavalli nell'esercito carolingio..." prova a insistere l'insegnante, che sui carolingi ha fatto degli studi specifici ed è perciò convinta, a torto o a ragione, di essere una vera autorità in materia.
"Ma perché devi sempre intervenire? La domanda era stata fatta a me!".
"Sì, ma se dici certe sciocchezze...".
A questo punto l'insegnante ruggisce, sovrastando tutti con la sua voce forte e chiara, e avvia una bella tirata dove specifica che 
1) il libro dichiara che il cavallo bianco di Carlo Magno era bianco mentre i cavalli delle truppe carolinge erano verdi 
2) Che la domanda è stata fatta a Teodorico e quindi solo lui deve rispondere 
3) Che quand'anche Teodorico avesse sbagliato la risposta, è l'insegnante che deve correggere e soprattutto 
4) che l'insegnante percepisce regolare stipendio dallo stato italiano tutti i mesi, più una tredicesima a Dicembre, grazie alle tasse che le loro famiglie pagano regolarmente  e
5) tra le mansioni che deve svolgere per guadagnarsi lo stipendio di cui sopra, più la tredicesima di Dicembre, c'è quella di correggere chi sbaglia e 
6) per venire lì dentro a insegnare l'insegnante ha preso una laurea quadriennale e fatto due anni di scuola di specializzazione e anche un concorso, e quindi ha una certa competenza nelle materie che insegna e perciò
7) non va per niente bene che loro impediscano all'insegnante in questione di fare il suo lavoro, guadagnandosi così onestamente lo stipendio di cui sopra.
A questo punto la classe si calma? 
Nossignore: la classe non solo non si calma affatto chiudendosi in un silenzio contrito&rispettoso, bensì si mette a discutere su chi per primo ha interrotto / disturbato / ostacolato la lezione. 
E di nuovo l'insegnante ruggisce ma alla fine dell'ora la classe continua ad avere le idee piuttosto confuse sulla situazione cromatica dei cavalli dell'esercito di Carlo Magno e l'insegnante non è riuscita a spiegare come era organizzato l'impero carolingio, che era l'argomento che si era proposta di trattare quel giorno.

Facciamo un secondo esempio. 
L'insegnante chiede "Avete avuto problemi con gli esercizi sulle frazioni?".
Teodorico alza la mano e riferisce che non è riuscito a fare il quarto e il quinto esercizio.
L'insegnante apre bocca per chiedere ulteriori dettagli sugli ostacoli incontrati da Teodorico ma nel frattempo Niceforo Foca ha già detto "Ma come non ti sono riusciti? Erano facili". Teodorico prova a farfugliare qualcosa ma poi si chiude in un silenzio mortificato.
L'insegnante si domanda preoccupata se qualcuno lì dentro oserà di nuovo dichiarare che non è riuscito a fare qualcosa nella speranza di avere lumi e sospetta che no. 

Terzo esempio: l'insegnante ha preparato la piantina con i posti assegnati alla classe per quel mese. Tutti si affollano intorno alla piantina sulla cattedra, commentano variamente e poi qualcuno comincia ad avviarsi verso il posto assegnato. Interviene Ermengarda, rimprovera tutti e spiega dove dovrebbero invece andare, mettendosi a dirigere il traffico nemmeno si fosse nell'A1 all'uscita di Firenze Sud. Poi interviene  Rosmunda, spiega che così non va bene e si mette anche lei a dirigere il traffico. Piccolo ma non trascurabile dettaglio, nessuna delle due indirizza i compagni nella zona giusta della classe.  
Collocare 18 alunni in una classe di media grandezza si rivela così una impresa singolarmente complicata.

Spero di aver reso l'idea.

Con tre rilassanti eccezioni*, ognuno di quei ragazzi è convinto di essere l'unico là dentro che capisce qualcosa, e non cessa mai di esortare i compagni a fare o dire quel che lui/lei ritiene opportuno, avendo sempre cura di spiegare agli altri che non capiscono niente. I compagni, comprensibilmente, non gradiscono quel tipo di trattamento, e tuttavia non esitano a infliggerlo a loro volta agli altri.
Abbiamo variamente rampognato i ragazzi, esortandoli a un maggior rispetto dei compagni. Abbiamo anche consegnato loro un piccolo decalogo su come comportarsi in classe che recava, come prima regola "Un po' di gentilezza non ha mai ucciso nessuno". I ragazzi hanno commentato, si sono divertiti e, in obbedienza alle istruzioni ricevute, hanno incollato il foglio all'inizio del quaderno. E poi hanno continuato a fare esattamente come prima.
Ci siamo preoccupati di spiegare ai rappresentanti di classe che questo tipo di comportamento ostacola assai il normale svolgimento delle lezioni - ottenendo come unico risultato quello di sentirli lamentarsi assai dei genitori che rappresentavano. E' stata nel suo genere una scena interessante e  ci ha permesso, se non  altro, di capire che il comportamento dei ragazzi ha radici profonde e difficili da sradicare, e che i suddetti ragazzi non si sono fatti da soli.
Abbiamo anche osservato una certa tendenza da parte degli alunni a dettarci la scaletta di cosa dobbiamo fare durante la lezione. Più di uno si è lamentato "Ma io voglio fare questo, non quest'altro".
Li abbiamo presi con le buone. Li abbiamo allisciati. Li abbiamo garbatamente presi in giro (io, in particolare). Li abbiamo aspramente rimproverati. Niente di tutto ciò ci ha aiutato a cavare un singolo ragno dal singolo buco; la pioggia di valutazioni negative per la condotta che abbiamo generosamente distribuito al primo quadrimestre non ha portato a miglioramenti degni di nota.
E a fine anno eravamo pesantemente in ritardo con la programmazione. Tutti.

La mia personalissima teoria è che dietro questo perverso modo di interagire ci sia soprattutto molta ansia legata a una forte carenza di autostima. All'apparenza tutti sono convinti di essere gli unici, là dentro, che capiscono qualcosa e che tutto andrà male se gli altri non gli danno retta, e quindi in apparenza si tratta di una forte forma di presunzione. Io però ci vedo soprattutto una irragionevole ansia.
Ho provato a esporre questa mia teoria anche ai rappresentanti di classe, ma  mi han guardato come si guarda lo scemo del villaggio - perché, ripeto, il problema ha radici profonde, e non va nemmeno trascurata la possibilità che io sia, effettivamente, la scema del villaggio - in effetti è un ruolo che mi sono ritrovata a recitare spesso, nella vita.
Ad ogni modo, quando ho proposto per l'anno prossimo il classico "intervento esterno" nella classe*** tutti hanno convenuto che sì, era una cosa da farsi al più presto.

A parziale soccorso, a fine anno c'è stato il solito corso di teatro - che, volendo, è anche quello in un certo senso, un intervento sulla classe.
L'operatrice ha sputato una discreta quantità di sangue all'inizio ma, vivaddio, arrivati al momento dello spettacolo la magica alchimia del teatro ha finalmente prodotto qualche effetto, e il giorno della rappresentazione, con nostro grandissimo sollievo, li abbiamo visti per la prima volta lavorare insieme invece di limitarsi a ostacolarsi a vicenda.
Ci auguriamo tutti che l'estate porti consiglio perché la Seconda è già una classe difficile di per sé, e nei ritagli di tempo ci sarebbero anche un po' di cosiddetti contenuti da insegnargli.

* che non coincidono con i tre elementi fragili.
** chiamasi "intervento esterno sulla classe" l'entrata in scena di una qualche cooperativa specializzata in interventi educativi che aiutino i ragazzi a sviluppare un po' di introspezione - poniamo, un percorso sulla scrittura autobiografica o sul passaggio nell'adolescenza. Se fatti bene portano ottimi risultati. Naturalmente il vero problema è riuscire a catturare la classe, ma per un gruppo di operatori esterni è relativamente più semplice che per gli insegnanti curricolari.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Pesantucci. Quando mia sorella è andata in pensione ha provato a fare volontariato presso il locale centro anziani con annessa bocciofila, e si è trovata di fronte esattamente le stesse dinamiche, ma con soggetti ultrasettantenni. Che dire, speriamo che prendendoli presto migliorino
Lurkerella

Dolcezze ha detto...

Mi sembra la mia prima di quest'anno, misterioso coacervo di varia umanità ( e definita da me " la corte dei miracoli "). Qui una lezione ordinata, rilassata, pacifica non è mai stata possibile. La motivazione che io do è quella di volersi mostrare a ogni costo, dimostrando di esserci. E penso con raccapriccio all'anno prossimo

Murasaki ha detto...

@ Lurkerella:
Ecco, soggetti ultrasettantenni. Come ho detto, sospetto che il problema abbia radici molto profonde, e che i ragazzi stiano ereditando problemi che non sono loro. Non so se riusciremo a combinare qualcosa a questo riguardo, ma se non ci riusciamo questi ragazzi avranno dei problemi piuttosto seri in futuro, e il fatto di avere accumulato qualche lacuna alle medie sarà, temo, il problema minore.

@ Dolcezze:
Il punto è che questa non sarebbe una vera corte dei miracoli, in teoria. E l'idea di passarli così alle mani degli sventurati insegnanti delle superiori mi inquieta assai!