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venerdì 16 agosto 2024

Con Valditara troverai / la scuola in tutti i suoi viavai (parte prima)

L'attuale Ministro dell'Istruzione (e del Merito) è molto meno bello di questo pesce d'Aprile, ma non c'è dubbio alcuno che egli sia un perfetto Pesce d'Aprile.
Lui e le sue circolari.

Da dove viene il ministro Valditara?
Dalla Lega*.
Per quale motivo gli è stato assegnato un ministero?
Son misteri. Per ogni governo c'è sempre un piccolo (quando va bene) gruppo di persone cui viene assegnato un ministero per questioni di quote-partito, di amicizie influenti o vai a sapere. 
Qualche volta poi il vero motivo è che il ministro, per quanto sconosciuto ai più, vanta una ammirevole competenza in quello specifico dicastero.
Sembrerebbe di capire che il ministro Valditara non rientri in questa categoria di illustri sconosciuti, perché di scuola sembra sapere o capire veramente il giusto. Oppure fa finta, non so: perché alla fine nel ramo dell'Istruzione lavorano più di 900.000 docenti, e più di 700.000 sono di lungo corso. Possibile che non uno solo di loro sia in rapporti di amicizia e parentela col ministro e non possa intervenire ad evitargli certi interventi davvero fuor di luogo?
Senza contare che detto Ministro lavora al Ministero, dove senza dubbio qualcuno che sa qualcosa di legislazione scolastica c'è. Ma non tra i suoi consiglieri di fiducia, par di capire. 

E dunque, l''attuale ministro è stato messo nel dicastero dell'Istruzione (e del Merito, anche se in merito all'istruzione le sue competenze sono piuttosto esigue) con qualche oscura motivazione, oppure perché gli andava comunque assegnato un ministero e non sembrava il caso, visto il periodo che stiamo attraversando, di dargli gli Esteri o le Forze Armate. L'Istruzione in fondo è un ministero innocuo, e all'apparenza non c'è spazio per fare grossi danni se non ti metti in testa di fare  (o al governo decidono che devi fare) qualche Grande Riforma.
Stai lì, prometti di fare grandi cose, ogni tanto dici qualche sciocchezza oppure riempi qualche vasca di acqua calda e questo è quanto. 
Il ministro Valditara ha deciso di puntare sulle sciocchezze, più che sulle vasche di acqua calda; e siccome è un uomo di coscienza e non vuole mangiare alle nostre spalle limitandosi a scaldare la poltrona, di sciocchezze ne ha collezionate già parecchie. Ho deciso quindi di premiare questo suo attivismo dedicandogli non uno, bensì ben tre post - con la speranza che la mia sensibilissima coscienza non mi costringa a dedicargliene altri, ché ci sarebbero anche argomenti più interessanti di cui vorrei occuparmi.
In questa primo post quindi ripercorrerò quelle poche sue uscite che sono arrivate fino alle mie distratte orecchie, prima che si lanciasse nella Crociata Contro l'Istituzione della Festa del Ramadan.

A pochi giorni dal suo insediamento il ministro decise di mettersi in mostra affrontando un tema fresco e nuovo, ovvero quello dell'uso dei cellulari in classe, e a tal scopo  provvide ad emanare apposita circolare; di cotal circolare a dire il vero non si avvertiva soverchia necessità, dato che si limitava a ripetere quanto detto sin dal 1998, e cioè che non era consentito agli studenti l'uso del cellulare per cazzi propri durante le ore di scuola. E grazie tante.
Visto che era a ripetere il già detto, in quella circolare si aggiungeva che L’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”. Insomma l'uso del cellulare in classe è vietato tranne quando è consentito. E, di nuovo, grazie tante. 

La storia in realtà ha anche un seguito, perché il Nostro, in non so quale trasmissione televisiva, qualche tempo fa dichiarò che l'uso del cellulare in classe sarebbe stato vietato anche se usato a fini didattici, e il divieto esteso anche ai tablet; tutto ciò serviva principalmente a fare scena perché in classe l'insegnante si muove in libertà, anche se col limite inderogabile del codice civile e penale e naturalmente il vincolo della Costituzione, ma se decide di coltivare fagioli o incenso, di fare collage e mosaici, di parlare di demografia o di traffico internazionale di droga e quant'altro, purché lo faccia a fini didattici è nel suo pieno diritto - e infatti spesso lo fa. E' raro che gli insegnanti di geografia coltivino fagioli a scuola e che Scienze Motorie metta le sue classi a lavorare con pietre, riso o pezzetti di carta colorati per fare mosaici, ma mai dire mai. Per tacere del fatto che ci sono da tempo classi 2.0 dove l'uso del tablet non solo è consentito ma pure obbligatorio, e anzi i tablet in questione sono pagati proprio dal Ministero.
Incurante (o forse ignaro) di ciò in una nota ufficiale del 24 Febbraio 2024 il Ministro ha mandato a dire  che nelle linee guida in via di pubblicazione l'uso del cellulare in classe viene sconsigliato anche se è per fini didattici. Di più non si poteva fare e alla fine lo sconsiglio, anche se personalmente lo trovo abbastanza fuor di luogo (chi sei tu, per dirmi cosa devo fare in classe?) è, appunto, uno sconsiglio e niente di più**.

A Dicembre del 2022 c'era poi stata una sortita sull'umiliazione come fattore indispensabile di crescita che aveva suscitato un certo, comprensibile, disappunto: tutti sappiamo che l'umiliazione è talvolta inevitabile nelle alterne circostanze della vita e può talvolta produrre effetti positivi, se corroborata da adeguata riflessione ed introspezione; l'idea però di utilizzarla deliberatamente a scopi educativi evoca istantaneamente ricordi legati al buon vecchio olio di ricino e insomma non è stata percepita come un consiglio dei più opportuni; ci fu un certo brusìo di sottofondo e il Nostro quasi subito circostanziò, precisò, fece capire che era stato frainteso eccetera. Vivaddio, non mi risulta si sia impegnato a mettere nelle linee guida una esortazione agli insegnanti a usare in classe l'umiliazione a scopo didattico (ma, anche lì, mai dire mai).
Ci sono state diverse di queste tempeste da bicchier d'acqua, alcune della quali proprio da bicchier d'acqua non erano, e di solito sono sempre finite con il Nostro che spiegava, circostanziava e assicurava di essere stato frainteso. Il mondo della scuola comunque non le ha gradite e nelle Sale Insegnanti serpeggia verso di lui una certa qual irritazione da cui anch'io non posso dirmi del tutto esente.

Questo Natale infine è ritornato un tormentone ricorrente, ovvero la Scomparsa del Presepe dalle Italiche Scuole. Uno dei partiti di governo ha infatti presentato un disegno di legge intitolato niente meno che al Rispetto e tutela delle tradizioni religiose italiane che a quel che è trapelato del testo sembra un triste monito per tutti noi sugli effetti dovuti a un eccessivo uso di bevande ad alto contenuto alcolico.
Partiamo dalla presentazione della legge:
Alla garanzia costituzionale di libertà di religione e di culto non corrispondono né la facoltà, né tantomeno il dovere di ricusazione dei simboli religiosi, storici e culturali, i quali sono espressione valoriale della tradizione identitaria del popolo italiano. Consentire la trasformazione delle sacre festività cristiane in altra anonima tipologia di celebrazione costituirebbe una discriminazione nei confronti degli alunni e delle rispettive famiglie praticanti la religione maggioritaria oltre che un attentato ai valori e alla tradizione più profonda del nostro popolo. Si rende dunque necessario un intervento legislativo che impedisca a taluni dirigenti di istituzioni scolastiche, universitarie di cancellare o chiamare in altro modo le celebrazioni e tradizioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana.
Sarebbe interessante capire di che accidenti stanno parlando, dal momento che non risulta che alcun Dirigente Scolastico abbia mai cercato di cambiar nome alle feste di Natale e di Pasqua. Si racconta bensì come in alcuni ambienti stia vagamente affermandosi una certa tendenza a parlare di generiche "feste" e perfino di "Stagione delle feste" in zona Natale, con l'intento di non vincolare alla parte religiosa di cotali feste chi religioso non è, ma nella scuola questa tendenza non ha ancora dato particolari segni, e mi sembra che qui in Italia abbia attecchito in modo davvero marginale anche fuori dal mondo della scuola.
Ma torniamo al disegno di legge, che nell'articolo 2 dice che negli istituti di istruzione pubblici è fatto divieto di impedire iniziative promosse da genitori, studenti o dai competenti organi scolastici, volte a proseguire attività legate alle tradizionali celebrazioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana, come l'allestimento del presepe, recite e altre manifestazioni ad essi collegate al fine di ricordarne il loro profondo significato di umanità e il rapporto che le lega all'identità nazionale italiana e per impedire tutto ciò il Ministero dell'Istruzione stabilirà apposite sanzioni.
Tutto ciò non ha alcun senso: se le iniziative in tal senso saranno promosse dai competenti organi scolastici non si capisce davvero perché i suddetti competenti organi scolastici dovrebbero prima avviarle e poi impedirne il regolare svolgimento, al solo e unico scopo di complicarsi vieppiù l'esistenza, mentre se sono avviate da genitori o studenti, potranno svolgersi solo dopo apposita approvazione dei competenti organi di cui sopra (ovvero Consigli di Istituto, Collegi Docenti e Consigli di Classe) che, dopo averle approvate, vieppiù non si capisce perché dovrebbero impedirle. Anche se ogni tanto** qualche politico diffonde la leggenda di Dirigenti Scolastici che vietano l'allestimento di presepi, per quel che mi risulta si tratta sempre e comunque di leggende metropolitane che vengono sempre e regolarmente smentite.
Di fatto, copo la tempesta di Dicembre del disegno di legge non si è più saputo niente - sperando caldamente che non riemerga stile torrente carsico verso la fine del Novembre prossimo venturo. 
Come spesso succede in questi casi, la Chiesa romana cattolica e apostolica ha portato le uniche parole sensate sulla deplorevole vicenda, non per bocca di qualche sacerdote alternativo ma facendo parlare il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI e noto per essere persona abbastanza allineata al pensiero cattolico più ortodosso, che ha parlato di inclusione, rispetto delle altre credenze e ha sintetizzato il tutto spiegando che il presepe non si può imporre per legge, rischia di diventare antipaticoricordando garbatamente come l'approccio alla religione cattolica in Italia sta cambiando (ovvero che l'identità nazionale italiana non è più così strettamente collegata alla religione cattolica).

Non parendo che la questione del Natale a scuola fosse stata trattata con sufficiente spazio, il ministro Valditara ha ritenuto opportuno mandare il 21 Dicembre dal sito del Ministero una lettera a tutto il personale scolastico che era una vera sviolinata sullo spirito del Natale, l'importanza dello spirito del Natale e l'effetto positivo e fecondo del vero spirito di Natale nel costruire un mondo migliore; e per carità, non metto in dubbio la bontà dell'intenzione, ma confesso di aver trovato l'epistola piuttosto pallificante: alla fine, puoi chiamarlo Spirito del Natale, oppure buonismo, oppure buona volontà, ma di fatto non è una cosa strettamente collegata al Natale e puoi ben praticarla anche se per te Natale è solo un nome proprio di persona.

Tuttavia dopo il Natale (abbastanza dopo, quest'anno) è arrivato il Ramadan (continua...)

Da sempre il cognome del ministro mi richiama questa bella canzone da Notre Dame de Paris

anche perché non riesco a immaginare quale mai altro partito, per quanto male in arnese, avrebbe voluto prenderselo.
In realtà, come spiega Pellegrina in un lungo ed esaustivo commento, il percorso politico di Valditara è stato più complesso di quel che credevo, e soprattutto l'uomo si è già occupato più volte di scuola.
** ma su questo tema c'è stato un seguito, che sarà il tema del terzo post della miniserie.
*** ovvero una o due volte all'anno, guarda caso in corrispondenza delle feste di Natale e di Pasqua.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ero sinceramente convinta che avesse confuso umiliazione con umiltà. Ora non sono più tanto sicura.
Una estremamente irritata Lurkerella

Anonimo ha detto...

Ce l’hanno messo perché a quello dell’università dov’era con Conte non l’hanno voluto e hanno preferito la forza italiota Bernini - salvo poi frignare che costei tagliava i fondi, manco non sapessero di che pasta è fatta.

Non è esatto che se lo sia preso solo la Lega, che anzi lo ha più o meno messo alla porta dopo due anni di militanza negli anni ‘90 perché troppo vicino a Miglio e Maroni.
Dopodiché ha trovato accoglienti braccia altrove, giacché ha fatto un bel passaggio di quasi un quarto di secolo, con bella carriera e incarichi vari, nel partito della “brava ragazza”, (come la chiami tu perché manda armi in Ucraina) dov’è stato responsabile scuola e università dal 2001 e per cui è stato eletto due volte al Parlamento ed è in Alleanza Nazionale che ha costruito la sua carriera politica e la sua “specializzazione” conseguente peraltro al fatto di essere docente universitario. In AN c’è rimasto esattamente dal 1995 al 2018, quando è passato alla Lega.
Ha lavorato qualche anno al Ministero come capo dipartimento e durante la pandemia ha concordato con Crisanti un piano di rilevazione dei positivi asintomatici di estremo buonsenso, il cosiddetto piano Valditara, appunto, che ahimé non è stato applicato dal governo Conte II né Draghi, per non investire nelle strutture che avrebbe richiesto sul territorio, preferendo mandare i cittadini a schiantarsi nella crociata si vax vs no vax, stupida e riduttiva come tutte le guerre della stessa specie.

Le iniziative che citi, quantomai discutibili, riportano all’importanza che le questioni di costume e identitarie vanno sempre più assumendo in una società in cui i personaggi politici che tu sostieni apertamente qui sopra e presumibilmente non solo, hanno distrutto e stanno distruggendo le modeste possibilità e dignità di vita che il welfare aveva costruito, da Prodi coi cococo alle proposte di Bonino e Cottarelli sul debito pubblico, in piena osservanza alla “forte competizione” delle economie voluta dai trattati UE, che hanno portato allo smantellamento bipartisan di pensioni, diritto del lavoro, servizi pubblici e quant’altro.
Poiché nessun partito è intenzionato a restituire queste garanzie costituzionali art. 35-47 ( https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/parte-i/titolo-iii/articolo-35 ) preferendo al suo posto baloccarsi con le pippe mentali del “pareggio/equilibrio di bilancio” infilate a forza in una Costituzione lavorista, la sola cosa che resta per ottenere il consenso a entrambe le parti sono questi coretti sul sesso degli angeli da cui saggiamente, la chiesa si è chiamata fuori, capendo con lungimiranza che imporre il presepio, oggi, sarebbe semplicemente controproducente, quindi stupido ancora prima che inutile.
Pellegrina

Anonimo ha detto...

Di conseguenza, quando tu scrivi che la nauseante frase sull'umiliazione sa di olio di ricino, hai perfettamente ragione: ci vuole altro che qualche t di bombette, sbaciucchiamenti di un presidente USA cosiddetto democratico, o il salto tardivo dal partito di Alleanza nationale alla Lega dopo ventitrè anni di militanza a perdre quel pelo lì.

Anonimo ha detto...

Pellegrina il commento sul pelo AN di Valditara sopra l'ho scritto io.

Murasaki ha detto...

@ Lurkerella:
Temo proprio che non abbia confuso un bel niente. E, sull'irritazione, sono ASSOLUTAMENTE d'accordo!

Murasaki ha detto...

@ Pellegrina:
Benritrovata, e spero che le cose ti vadano un po' meno da schifo di quando ci siamo incrociate in rete l'ultima volta.
Ti ringrazio molto di questa bella carrellata biografica, che per certi versi però mi inquieta: l'uomo dunque non è affatto digiuno di questioni scolastiche, insomma. Da quelle poche dichiarazioni che gli avevo visto o sentito fare mi era sembrato piuttosto ignaro. Invece no, è solo un... bah, non saprei bene come definirlo ma il sentore di olio di ricino sembra sempre più forte.
Attenzione, il fatto di essere, diciamo, piuttosto conservatore nella mentalità non gli impedirebbe in teoria di prendere provvedimenti pertinenti e ritoccare qua e là alcuni aspetti piuttosto assurdi di quello strano carrozzone che è la scuola italiana. Ma lui provvedimenti non ne ha presi, a parte la sparata sui cellulari, e si è limitato per ora a dichiarazioni piuttosto fuor di luogo.
Meglio così, verrebbe da pensare. E, soprattutto, meglio all'Istruzione che agli Interni.