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sabato 24 febbraio 2024

La guerra in Ucraina - Due anni dopo

Gli ucraini, a due come a quattro zampe, non hanno problemi di autostima

Due anni fa, all'alba, l'esercito russo entrò nella repubblica di Ucraina e diede inizio alla Operazione Militare Speciale; nelle intenzioni doveva essere una rapida scorreria che nel giro di poche settimane avrebbe portato l'Ucraina a cambiare il suo governo con uno più gradito alla Russia che avrebbe prontamente accettato una sorta di annessione o federazione con il paese invasore nell'indifferenza del resto del mondo - dopotutto il colpo gli era già riuscito nel 2014 con l'invasione della Crimea e degli oblast del Donbas. 
Le cose tuttavia non andarono come previsto: c'erano stati dei grossi errori di progettazione e una eccessiva fiducia nelle informazioni ricevute, in base alle quali gli ucraini sarebbero stati non solo disponibili, ma perfino contenti di riunirsi ai loro fratelli russi; sta di fatto che il governo presieduto da Zelensky, che al momento della tentata invasione non godeva di un appoggio entusiasta da parte degli ucraini, reagì con notevole vivacità avviando una reazione decisamente inaspettata con l'appoggio di tutta la popolazione, diventando improvvisamente apprezzatissimo. Un giorno, quando questa tristissima vicenda sarà conclusa e gli archivi verranno aperti, si capirà se la cosiddetta intelligence russa aveva effettivamente sbagliato di brutto, se era stata ingannata da sottili giochi sotterranei, se il capo del governo russo si fosse autoconvinto che le cose sarebbero andate come voleva lui in barba a tutti i segnali contrari o se semplicemente gli ucraini, che come tutti i popoli slavi reagiscono con estrema irritazione ai tentativi di invasione (cosa, questa, che i russi dovrebbero sapere meglio di chiunque altro, tanto più che la versione ufficiale del loro governo sostiene che gli ucraini come popolo semplicemente non esistono e sono anzi russi a tutti gli effetti) stabilirono come un sol uomo/donna/altrigeneriascelta che proprio di diventare ufficialmente russi non ne volevano sapere; è anche possibile, peraltro, che sia intervenuta una miscela di tutti questi ingredienti e magari di altri ancora.
Se l'intelligence russa aveva perso colpi, va apertamente riconosciuto che la propaganda russa invece aveva lavorato ottimamente, almeno in Italia, aiutata anche dalla completa e totale ignoranza della storia dell'Europa orientale in cui versa da sempre il popolo italiano, non solo per sua colpa perché i manuali di storia della scuola dell'obbligo ci informano abbastanza dettagliatamente su Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, qualcosina ci raccontano su Portogallo, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia e Danimarca ma sul resto tacciono assai pudicamente. A partire dalla costa orientale del mar Adriatico, anche in Europa ci sono i leoni - e siamo d'accordo che non si può sapere tutto di tutti, ma qualcosa in merito, davvero, andrebbe fatto. A parziale testimonianza di ciò posso citare un mio post dove, parecchi anni fa, raccontai il mio doloroso sconcerto scoprendo per puro caso l'esistenza del Granducato di Lituania. Wikipedia, che oggi conta una voce piuttosto corposa sull'argomento, all'epoca non mi fu di alcun aiuto, e le mie ricerche nelle biblioteche locali mi portarono alla desolante constatazione che in Italia sul Granducato di Lituania era stato tradotto poco o niente. Infine mi arresi, sperando che un giorno sarei riuscita a completare tale enorme voragine nelle mie conoscenze. Guarda caso, il Granducato di Lituania comprendeva anche l'Ucraina; ma io, come tanti della mie età, sono cresciuta in un mondo dove la Russia si era ingoiata l'Ucraina tutta intera con la stessa disinvoltura con cui io ingoio tartine e pasticcini mignon ai ricevimenti.
Insomma, niente di strano che da noi la propaganda russa abbia avuto vita facile quando ha proposto la stravagante teoria che entrando in Ucraina i russi andavano solo a riprendersi quel che era loro e che anzi la Russia era stata vilmente maltrattata, calpestata e oppressa dall'Ucraina.
Quel che però sta risultando in questi due anni con sempre maggiore chiarezza è che anche i russi hanno idee molto vaghe sulla storia dell'Europa dell'Est, perché da sempre nelle loro scuole si studia una versione della storia decisamente addomesticata - dove per esempio l'Ucraina è solo un casuale incidente di percorso (una versione che circola è addirittura che l'errore è stato fatto nientemeno che da Stalin in persona - un tipo un po' drastico, se vogliamo, ma davvero non mi risulta che la distrazione rientrasse nei suoi tratti caratteristici.
Ad ogni modo per la cultura occidentale un paese convinto di esistere da svariati decenni e molto convinto di esistere esiste e si deve tener conto di questa sua convinzione che basta da sola a farne una entità distinta (caso classico, l'Italia; con buona pace di quel ministro austriaco che la definiva un'espressione geografica, cosa di cui gli portiamo ancora rancore a distanza di due secoli); in generale ci arrangiamo con accordi federali, autonomie e bi e trilinguismo ufficiale, anche perché se non lo facciamo si finisce a bombe e terrorismo. Nell'Europa occidentale ormai siamo dei veri esperti in materia, perché con le frontiere a rotelle che abbiamo avuto per tanto tempo, e con quell'abitudine cretina di scambiarci e riscambiarci territori di confine alla fine di ognuna delle nostre numerosissime guerre, ormai le minoranze etniche abbondano per ogni dove, e infine sterminarle tutte sarebbe davvero disdicevole. Vogliamo ricordarci la politica di annessione fascista che ha portato alle foibe e a quarant'anni di terrorismo nel Sud Tirolo? (No, personalmente non voglio ricordarmene: la trovo una pagina piuttosto disdicevole della storia italiana).
E' cosa nota che la propaganda russa da noi funziona bene ed è assai diffusa, in rete e fuori. Chi come me sta in rete ci parecchio tempo, anche per lavoro,  la nota di più, perché è davvero molto capillare - basta pensare che un blog di nicchia come il mio ha ricevuto svariati commenti filoputiniani ai post che ho dedicato all'argomento (compresa una imperdonabile esortazione a "pensare piuttosto ai gattini" che sarei pronta a lavare col sangue perché ai gattini mi sembra di dedicare davvero parecchio tempo e parecchi post, proprio non si può dire che sotto questo aspetto non mi dia da fare) e perfino un paio di richieste di pubblicazione di improbabili post sul traffico di organi umani e di bambini gestito dagli ucraini. 
Ovunque qualcuno si azzardi a criticare l'invasione russa stormi di bot arrivano di volata ammanendo a tutti le più assurde sciocchezze, ed è un vero peccato perché c'è perfino gente che si scomoda a rispondere ed è triste che oltre a subire tutta quella spazzatura qualcuno si senta in dovere di perder tempo a rispondere.
D'altra parte la rete è un luogo molto vasto, che oltre ai bot della propaganda russa contiene anche un sacco di esperti che smantellano con metodo e criterio gran parte dei temi della propaganda in questione, e al giorno d'oggi in Italia abbiamo grande abbondanza di russi (spesso dissidenti col loro governo in modo più o meno aoerto) ma anche ucraini, polacchi, lituani e quant'altro che con la Russia hanno un discreto dente avvelenato per varie vicende storiche. 
In qualità di storica sono davvero contenta che in tanti si dedichino a questo lavoro perché ho imparato tantissime cose di economia, storia, diffusione della propaganda in guerra eccetera, e sono tutte cose che per la scuola mi sono state e mi saranno molto utili; sul piano dell'informazione tuttavia questo prezioso lavoro non risulta molto efficace perché fatica a uscire dalla bolla formata da quelli che cercano informazioni approfondite. Fuori dalla rete invece la propaganda russa è meno capillare ma più efficace, perché la cerchia (nemmeno troppo ristretta, ma comunque minoritaria) di chi segue la guerra passo passo finisce appunto per informarsi in rete, come è successo a me, mentre la gran parte della popolazione che non ha il tempo e l'interesse a smontare e rimontare una notizia per dieci volte prende il primo piatto che gli passano, convinta che sia buono. 

L'anno scorso, quando ho scritto il post sul primo (e, speravo, unico) anniversario di questa guerra la situazione era molto diversa e in tanti eravamo assai fiduciosi&edificati per la vivace resistenza ucraina e pronti a un lieto fine con gli invasori che tornavano a casa scornati e il governo russo che ci pareva assai vicino a subire un brusco cambiamento. Adesso invece circola una vulgata che dice che nel corso di quest'anno non è successo niente e che la guerra è in stallo; in realtà quello che non è successo è che la controffensiva di primavera risolvesse la questione in modo definitivo, ma gli avvenimenti non sono mancati, da entrambe le parti. 
Incredibile ma vero, il governo russo è ancora lì al suo posto, anche se ci sono stati diversi attentati di vario tipo e numerosi generali, oligarchi e funzionari han dimostrato una spiccata tendenza a volare giù dalla finestra. Questo, però, è un dato che non siamo in grado di interpretare perché a tutt'oggi conosciamo benissimo la propaganda russa, anche nei suoi tratti più divertenti - per esempio il video che ci prometteva un crollo economico che ci avrebbe portato a mangiare, in un gelido appartamento, i nostri animali da compagnia per rimediare una zuppa di Natale con un po' di carne, che non riesco più a trovare in rete - ma di cosa succeda davvero nelle alte sfere russe sappiamo e capiamo pochissimo, intelligence comprese.
Abbiamo anche assistito attoniti al più stravagante tentativo di colpo di stato che mai mi sia stato dato di vedere, ovvero la ribellione della Compagnia Wagner che si è diretta verso Mosca nel plauso generale per poi cambiare idea a mezza strada dicendo "Scusate, s'è scherzato" - almeno agli occhi di noi comuni mortali è sembrato che la cosa sia andata così, ma immagino ci siano qualche centinaio di risvolti che ci sono completamente sfuggiti. Sta di fatto che l'intero staff della Wagner qualche settimana dopo prese un aereo e che questo aereo precipitò in malo modo, ma tu guarda i casi della vita.
C'è stato poi il crollo dell'enorme diga di Nova Kakhovka che ha allagato una immane porzione di territorio ucraino, costretto non so quanta gente a sfollare e devastato l'ecosistema della zona procurando danni inenarrabili, e che sembra sia stata bombardata involontariamente per colpa di un incauto ufficiale russo piuttosto bevuto - ma anche lì, vai a sapere. Sta di fatto che nei primi giorni la propaganda russa cercò di rifilarci la versione che erano stati gli ucraini a distruggerla "perché gli conveniva", ma senza scendere nei dettagli di questa fantomatica convenienza. Ricordo che un giorno chiesi al troll di turno "Ma che convenienza avrebbero gli ucraini ad allagarsi mezzo paese?" e l'unica risposta che ottenni fu uno stentato "Ma via, è così evidente!". Ammettiamolo, era in effetti una tesi difficile da sostenere con degli argomenti concreti.
Abbiamo poi avuto la Saga del Mar Nero, cominciata nei primissimi giorni di guerra con la conquista dell'isola dei Serpenti (quattro scogli in croce, mi dicono) che in qualche modo controllava gran parte del mar Nero. Difenderla non era facile, e infatti già pochi mesi dopo gli ucraini se la ripresero - a quel punto ricordo che i russi spiegarono che in realtà l'Isola dei Serpenti non serviva a nulla, il che forse è vero e forse no; sta di fatto che l'anno scorso la flotta russa del mar Nero è stata progressivamente affondata, ma non in regolamentari battaglie navali perché gli ucraini una flotta militare non ce l'hanno. Tutto ciò ha comunque risolto il problema delle esportazioni ucraine, che sono riprese serenamente con il consueto ritmo dopo che per tutto il primo anno di guerra il tema del grano ucraino lasciato a marcire nei silos aveva imperversato per i giornali insieme alla minaccia di terribili carestie nel pianeta, quasi che l'Ucraina fosse l'unico paese dove il biondo cereale riusciva a crescere. Naturalmente le navi non trasportano solo grano ma anche molte altre derrate, e naturalmente la cosa ha degli effetti che oltrepassano di gran lunga il tema delle esportazioni, ma in effetti non se ne parla molto.
C'è stata e c'è ancora la telenovela delle munizioni, di cui entrambi i paesi ormai scarseggiano (comprensibile, visto il ritmo con cui le hanno sparate) e lì pare sia colpa dell'Europa che non ne produce abbastanza per l'Ucraina, e anche questa è una questione importante di cui si parla moltissimo, ma senza che il comune mortale riesca a capirci molto - per limiti nostri, suppongo.
Nelle ultime settimane abbiamo poi avuto la Gran Crisi del Congresso USA che sta bloccando un consistente finanziamento per l'Ucraina in nome di una strana questione interna legata ai migranti dal Messico e indirettamente anche alle future elezioni presidenziali. Ogni settimana ci mandano a dire che la situazione si sta sbloccando e i due partiti principali del Congresso sono in grandi trattative,  ma ce lo mandano a dire ormai da tre mesi e quindi qualche dubbio al cosiddetto uomo della strada viene. 
Giusto negli ultimissimi giorni abbiamo anche avuto la morte di Aleksej Naval'nyj, dissidente russo di lungo corso che giusto qualche settimana prima era stato deportato dalla scomodissima prigione dove era detenuto dopo una condanna basata su imputazioni abbastanza fumose, e trasportato in gran segreto in ghiacciaia al circolo polare artico. La faccenda è avvenuta in gran segreto e il governo russo ha fatto onestamente tutto quanto era in suo potere per insospettire anche il più distratto e fiducioso degli individui bofonchiando qualcosa di una morte naturale per arresto cardiaco - e davvero mi piacerebbe sapere quale morte al mondo non è avvenuta per arresto cardiaco - impedendo ai familiari di vedere o riavere il cadavere e arrestando numerose persone colpevoli del grave reato di portare fiori in piazza davanti a qualche foto del defunto, e non si capisce come mai elargire fiori a un morto possa essere un reato - roba che nemmeno Antigone nella tragedia omonima.
Secondo la vulgata questa è stata una prova di forza minacciosa da parte del governo; e che ci sia un tono di minaccia in tutto ciò mi sembra fuor di dubbio, ma a me un pasticcio simile sembra soprattutto una gran prova di debolezza e ci vedo dietro parecchia inquietudine per non dire paura. Naturalmente la propaganda ha avuto gran cura di spiegarci che il defunto non era assolutamente noto in Russia, che nessuno se lo filava se non in Occidente eccetera - e infatti è noto che davanti alla morte di qualsiasi sconosciuto tutti noi andiamo in piazza a portare fiori davanti alla sua foto, in pieno inverno che nemmeno possiamo cavarcela cogliendo un paio di rose dal giardino. BAH.
Il secondo anniversario della guerra ci trova dunque in piena impasse. Le guerre sono cose scomode, che fanno fare tardi a cena e che complicano la vita. Le guerre lunghe poi sono un vero strazio, e questa mi era sembrata lunga già al secondo giorno e figurarsi adesso.
La versione vulgata in questi giorni è che la Russia sta vincendo. Il punto è che secondo quelli che lo sostengono la Russia stava vincendo sin dal primo giorno, ma una invasione dove, passata la prima settimana, l'invasione si è praticamente fermata non mi sembra si possa definire questo gran trionfo, comunque la si voglia rigirare.
Appare sempre più chiaro però che la Russia è una padrona decisamente scomoda oltre che incapace, e non solo non meraviglia che gli ucraini continuino a versare il loro sangue per allontanare da sé una tale iattura ma anzi getta una cupa ombra sulle frontiere europee: la Russia è una pessima padrona, ma è anche una vicina molto minacciosa oltre che del tutto irragionevole e questa è sempre stata una guerra che ci riguarda tutti, volenti o nolenti.
Tutto ciò era risultato chiaro sin dalle prime settimane - direi dal terzo giorno, quando il primo missile russo per un errore (un errore? Chissà...) varcò i confini e cadde in territorio polacco. Da allora ci sono stati almeno altri due incidenti di questo tipo, e anche se ufficialmente si tratta, appunto, di incidenti, in molti siamo sempre stati piuttosto perplessi a riguardo.
Nel frattempo anche i cani e gatti ucraini soffrono a causa dei bombardamenti, dei crolli degli edifici e della perdita dei loro umani. Questo pensiero mi ha fatto sempre molto soffrire ma finalmente ho trovato un'associazione che se ne occupa e fa dei video pubblicitari talmente belli e ben fatti che merita comunque di essere aiutata, secondo me. Il fatto di potere in qualche modo contribuire ad aiutarli mi è di un qualche conforto. E poi, naturalmente, pago le tasse che contribuiscono a mandare in Ucraina aiuti umanitari ma anche visori e puntatori notturni e altri tipi di aiuti anch'essi strettamente militari. La vedo come una forma di investimento per il futuro - perché, davvero, vorrei un futuro in cui la Russia si desse una calmata e cercasse sul serio di diventare una grande potenza, non abborracciando improbabili invasioni ma distinguendosi per tecnologia, benessere e ricerca scientifica ed esportando non solo materie prime ma anche film, musica, manufatti di alto livello, strumenti scientifici e quant'altro e lasciandoci tutti ammirati e un po' invidiosi per il suo alto valore produttivo, tecnologico e culturale.
Tuttavia sono anche una storica, e una delle prime cose che si imparano studiando storia è che cominciare una guerra è cosa facile e veloce, ma terminarla è sempre terribilmente lungo e complicato, soprattutto con le guerre moderne - motivo per cui sarebbe molto più comodo evitare di cominciarle.
Da comune cittadina invece ho sempre saputo che la propaganda di guerra è stucchevole e irritante - anche se quella russa, davvero, ha passato il segno sin dai primissimi giorni e non accenna in alcun modo a migliorare.

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