Quando uscì Titanic accolsi la notizia con un certo interesse, tanto più che c'era il mio amatissimo Leonardo Di Caprio tra i protagonisti. Quasi subito però venne fuori che Di Caprio sarebbe morto annegato, in modo assai struggente, e che vedendo quel film qualsiasi donna dotata di sentimento avrebbe sparso fiumi di lacrime.
Questo, ai miei occhi, chiuse la questione: spendere dei soldi, e pure buona parte di un pomeriggio o una intera serata al nobile scopo di veder annegare uno dei miei attori preferiti davvero non mi sembrava cosa.
Intendiamoci, se una qualche comitiva di amici mi avesse offerto di uscire per vedere Titanic mi sarei accodata senza protestare - non rifiuto mai un invito al cinema per principio, che il film mi interessi o meno, in base al principio che un film in compagnia è sempre una esperienza valida; ma muovermi di mia spontanea volontà o addirittura organizzarla io, la comitiva, è una cosa che faccio solo per film che mi ispirano particolarmente. Tra i miei amici però nessuno mostrò interesse per la questione o cercò di portarmi con sé.
Mi rallegrai per il grande successo del film in questione, apprezzai la canzone di Celine Dion e addirittura mi comprai un libro sull'argomento (in quel periodo ne uscirono svariate tonnellate) per informarmi sull'argomento. I commenti che mi arrivaroino non sembravano entusiasmanti, e insomma non l'avevo mai visto. All'epoca, devo dire, la Belle Epoque mi entusiasmava ben poco, come tutto quel che era successo dopo il periodo napoleonico; e siccome ancora non ionsegnavo non ero entrata in quell'ordine di idee per cui andavo a vedere certi film per decidere se era il caso o no di somministrarli alle classi.
Passarono gli anni e mi ritrovai una volta a fare la cosiddetta ora di Approfondimento affiancando la prof. Quadrella che decise di spendere quell'ora appunto per far vedere film alla sua classe - un'esperienza che si rivelò molto utile. Un giorno mi disse che stavano vedendo Titanic - mi spiegò che glielo avevano chiesto i ragazzi perché c'era Kate Winslet nuda. Lei non lo trovava un gran motivo, mentre io di fatto lo trovavo un motivo valido come tanti altri ma mi tenni quella considerazione per me. Vidi l'ora centrale, dove non solo c'era Kate Winslet nuda (e Di Caprio che le faceva il ritratto) ne mi dissi che probabilmente mi ero persa qualcosa. Non solo, guardando il tutto con occhi insegnanteschi mi accorsi che 1) la nave recitava benissimo 2) che era un film perfetto per descrivere gli anni prima della Grande Guerra. Certo, era un film lungo che si mangiava un sacco di ore, ma la nave recitava davvero bene e la storia d'amore tra l'aspirante immigrato e la ragazza di buona famiglia (ma povera) in crisi esistenziale era fatta proprio benino. In effetti, mi dissi, se un film incassa undici Oscar di solito qualche motivo c'è.
Non ci furono occasioni in seguito, ma quest'anno improvvisamente ho stabilito che era il momento giusto e la classe giusta: una volta tanto avevo fatto la Belle Epoque con una certa cura, e la Terza Sfigata si era mostrata molto interessata al cancan, ai poster pubblicitari e alle innovazioni tecnologiche.
Così, finalmente, me lo sono vista tutto dall'inizio alla fine e sono rimasta molto ammirata, soprattutto dalla ricostruzione della nave che più che una nave sembrava un palazzo reale. Come ho spiegato alla classe, si trattava di una ricostruzione assai accurata.
Questo è lo scalone che portava alla sala da ballo. Perché, com'è noto, c'era una sala da ballo. Le scialuppe no, ma la sala da ballo sì. Evviva l'intelligenza. |
(A proposito, esiste anche una versione alternativa di questa storia dove Kate Winslet è rimpiazzata da una bella micia nera)
I paesaggi erano suggestivi, la storia ci piaceva molto, il fidanzato di Rose era oggetto di supremo disprezzo da parte di tutti...
Poi è arrivato il naufragio. E che naufragio! Settanta minuti buoni con acqua, acqua, acqua dappertutto.
Piuttosto freddina, immagino - ma nessuno dei protagonisti sembra accorgersene fin quando non arriva la celebre scena della porta-zattera.
Devo dire che tutto sembra molto naturale, e solo più avanti mi sono domandata come han fatto a fare certe scene. Per esempio:
Comunque sulla rete c'è una risposta a quasi tutto, e qui raccontano le immani peripezie della troupe che si ritrovava a lavorare su non meno di tre Titanic di varie dimensioni, tutti minuziosamente ricostruiti
Noi andiamo al cinema (o in Aula Magna, dipende) con la nostra bella scorta di fazzoletti e guardiamo la scena ma c'è un sacco di gente che ha sputato sangue per farci ammirare un transatlantico che affonda. Così ho caricato anche questo video sulla Classroom perché è bene che le nuove generazioni imparino che gli effetti speciali che siamo abituati a dare tanto per scontati non crescono sugli alberi.
E' stata una esperienza davvero affascinante. A volte i film che facciamo vedere a scuola piacciono, a volte la classe si distrae, a volte dimostrano chiaramente di non gradire. La classe della prof. Quadrella aveva apprezzato, sì, ma non è che proprio si fosse fatta travolgere dall'entusiasmo. La Terza Sfigata si è tuffata dentro l'incantesimo e non ha mosso la punta di un dito per cercare di uscirne. Le scene d'amore sono state seguite in un silenzio davvero insolito - non c'è stata l'ombra di un commento o di una risatina, mai vista una roba del genere.
Siamo tornati in classe piacevolmente rintronati e abbiamo passato una piacevole mezz'ora a discuterne.
Consigliato caldamente. Anche con classi meno disponibili a farsi travolgere l'effetto dovrebbe funzionare. Dopotutto, se un film incassa undici Oscar, di solito qualche motivo c'è.
1 commento:
Anche ho visto per la prima volta Titanic qualche anno fa, dopo molti anni dalla sua uscita, e in effetti mi aveva sorpreso piacevolmente, avevo sempre pensato che fosse una tamarrata sopravvalutata, invece dai, il suo perché ce l'ha.
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