Si racconta che, sul finir della carriera, molti insegnanti di Lettere manovrino abilmente per avere gli elementi migliori nelle loro classi - e per migliori di solito si intende quelli delle famiglie più colte e benestanti e, in teoria, quelli che non daranno problemi - evitando con cura i casi più notoriamente conclamati come critici.
Naturalmente in una scuoletta di provincia con tre sezioni non sempre è possibile manovrare più di tanto, e la cosa si ottiene più facilmente nelle scuole da cinque sezioni in su, dove non è raro vedere autentiche classi-ghetto formate con i casi più deprimenti dell'intero comparto.
I risultati però non sono sempre quelli previsti, così come non lo sono nelle scuole dove ci si ingegna al contrario a distribuire equamente rose con le spine, rose senza spine, azalee, cardi e cavolfiori (in quest'ultimo caso però, se non altro, le coscienze saranno immacolate e la scuola potrà onestamente dire che ha provato a fare del suo meglio).
Ci sono infatti due grosse varianti che sfuggono completamente al controllo umano. La prima è che solo Dio* nel massimo del suo fulgore è in grado di prevedere l'evoluzione che un giovinetto può compiere nei misteriosissimi anni dell'adolescenza, dove molti gigli si trasformano in acacie e molti cardi diventano begonie o gelsomini (per poi magari cambiare non meno di altre quindici specie floreali prima di assestarsi, detto e non concesso che un essere umano riesca mai a stabilizzarsi davvero); ma ancor più imprevedibile è l'effetto che la classe e i docenti avranno su di lui e l'insieme delle reazioni alle reazioni.
Capita così che una classe che all'inizio si presentava assai gradevole e ricca di potenzialità si trasformi in un micidiale nido di vipere (ed è stato il caso della Terza Capricciosa) ma anche che una classe si sintonizzi, entri in armonia e proceda felicemente per la sua strada.
Tanto per fare un esempio, la mia prima supplenza consisté nel portare all'esame una Terza caratterizzata da una bravura davvero singolare; quando andai dalla titolare prima dell'esame per avere qualche lume su quel che dovevo fare, esordii con una serie di apprezzamenti; la collega mi raccontò molto divertita che il primo anno era stata una classe molto faticosa, dove tutti litigavano con tutti per i motivi più assurdi e dove lei ogni tanto si vedeva costretta a ricordargli che l'asilo era dall'altro lato della strada e che quella in teoria era una scuola media dove ci si aspettava da loro un minimo di impegno in qualcosa che non fosse solo becchettarsi con il compagno di banco. Quella che trovai io due anni dopo invece era una classe di fulmini di guerra caratterizzata da rapporti interni assai virtuosi. Succede.
Sulla carta la 1 C che venne formata tre anni fa, subito dopo il lockdown, era una vera collezione di poveri diavoli. Abbondavano i casi di famiglie decisamente critiche, e gran parte dei componenti si era segnalata alle elementari per varie e numerose prodezze. I primi mesi accoglievamo spesso in Sala In segnanti colleghi affranti in cerca di conforto. Le cose però cominciarono a migliorare quasi subito: la classe di Poveri Diavoli diventò in seguito una classe di Livello Modesto ma dotata di Una Certa Disponibilità, poi una classe Tutto Sommato Gradevole, poi una classe dove Non Si Lavorava Male e infine una classe molto rispettabile. Le lezioni si fecero via via sempre meno addomesticate, i lavori diventarono più complessi e già a fine anno la classe si caratterizzava per una sua giocosità non disgiunta da un certo impegno.
Il miglioramento proseguì, e mentre la Seconda Capricciosa sprofondava in una spirale sempre più cupa loro vivevano serenamente il loro percorso scolastico, affrontando le difficoltà invece di cercare di aggirarle e mantenendo un certo buon umore di fondo. Ci ho fatto qualche sostituzione e rimasi piacevolmente colpita dalla loro ragionevolezza e dalle buone vibrazioni che si percepivano nel gruppo.
Ieri mattina ero a scuola per sistemare una immane quantità di robe da fine anno quando ho sentito un festoso rumore.
Mi affacciai dalla Sala Insegnanti e vidi una fila di tavoli allestiti nell'atrio con tovaglie, vassoi di dolcetti e salatini e bibite di ordinanza. Un gruppetto di genitori presiedeva. Gli alunni giravano con graziosi sacchettini infiocchettati.
Avevano appena finito gli esami e avevano preparato un piccolo ma grazioso rinfresco per i loro professori e un regalino per ognuno di loro corredato da un biglietto.
"Ne ho viste tante, ma la festa di fine esame mi mancava" dissi ai custodi.
"Anche per noi è la prima volta" mi rispose compiaciuta la custode, che è lì da trent'anni.
Pandemia o non pandemia, la classe si era fatta il suo percorso, si era divertita e si era goduta questi tre anni e insieme con qualche genitore aveva allestito un piccolo ringraziamento per chiudere il ciclo festeggiando tutti insieme.
Sono quelle cose che ti riconciliano con la vita.
(Sì, c'era stata anche la consueta cena di fine anno, ma questa era un di più. E sì, ho mangiato qualcosa anch'io, ma solo dopo essere stata invitata formalmente. E mi sono molto congratulata con loro per la bella idea).
* se esiste, certo. La questione è da sempre oggetto di grandi discussioni e non sarà qui che approfondiremo il tema.
3 commenti:
Ma come si fa a manovrare per avere gli elementi migliori in classe? Per le seconde e le terze i giochi sono fatti...forse provano al momento della formazione delle prime? Controllano i voti delle elementari? Perché non è detto che venire da una "buona famiglia" sia sinonimo di bravura a scuola 🤔.
@ Elena:
Chiedo scusa, lavorando nella scuola si finiscono per dare molte cose per scontate.
Passo a spiegarti come si formano le classi:
Ogni scuola media è collegata a una scuola elementare, e le iscrizioni vengono fatte già a Febbraio.
A Maggio o all'inizio di Giugno le insegnanti delle Quinte in uscita convocano una riunione di presentazione, dove partecipano i professori della commissione che formerà le classi e qualche professore che sa che avrà le prime l'anno seguente (Lettere e Matematica, di solito, ma anche altri se vogliono). I futuri alunni vengono presentati uno ad uno, e i professori prendono appunti come se non ci fosse un domani. Ci si sofferma in particolare sui DSA, i casi problematici, gli stranieri in via di alfabetizzazione, i casi con problemi familiari, i certificati, i sospetti DSA, gli elementi equilibratori, i ragazzi più disponibili, i più bravi - insomma, su TUTTI. In una scuola di paese poi ci sono anche gli esperti di araldica, come li chiamo io, che sanno individuare chi è cugino di chi e fratello di chi altro e chi ha famiglie problematiche e via dicendo. Si tiene conto poi delle amicizie, dei rapporti diciamo discutibili (in pratica: chi litiga con chi) e delle materie preferite, ma anche delle richieste dei genitori all'atto di iscrizione (mettete A con B ma non con C) indicando quali vanno seguite e quali bellamente ignorate. Da notare che anche gli insegnanti possono scazzare e che i ragazzi mutano, o meglio si EVOLVONO, in continuazione, quindi non tutto è attendibile. Infine ci sono anche le schede finali dove possiamo vedere i voti.
Sulla base di tutto ciò vengono formate le classi, con pazienza certosina.
A questo punto domanderai: e le manovre?
Non avendone mai fatte non ne so nulla, e del resto credo che nessun insegnante ammetterebbe mai apertamente di farne - almeno, lo spero perché alla fine dovrebbe esistere anche una cosa chiamata pudore. Però di solito il/la Dirigente ha potere di intervento - per non scontentare i genitori, per non scontentare gli insegnanti eccetera. Ci sono dirigenti che si impicciano assai (a volte con risultati disastrosi) e dirigenti che si limitano a firmare le liste e perfino dirigenti che fanno i sorteggi per le assegnazioni delle classi avendo cura di truccarli prima. E forse ci sono anche genitori che chiedono di avere questo o quell'insegnante - in teoria non dovrebbero esserci ma vai a sapere...
Un mio vecchio dirigente era specializzato nella composizione di classi ghetto e classi in. Un anno mi sono ritrovata in una classe in cui TUTTI i ragazzi avevano genitori “importanti” e un’altra in cui il più “titolato” aveva la madre maestra elementare. Sul brigare dei docenti anch’io so poco
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