Per i compiti di descrizione scelgo spesso immagini molto pucciose |
In ogni caso, in quella classe mi sento come un topo nel formaggio e già mi sto tapinando perché l'anno prossimo dovrò assistere al volo di partenza, perché ormai da Seconda son diventati Terza.
Verso la fine dell'anno ho fatto la solita Prova di Descrizione, che consiste nel piazzargli davanti una immagine e chiedergli di descrivermela, individuando anche nei limiti del possibile il momento dell'anno, l'ora e il luogo. Normalmente vivo questa prova come un tentativo di rendere gli alunni più sistematici nell'esposizione - e tra l'altro l'esposizione al momento non è esattamente il loro forte. Tuttavia stavolta ci sono state diverse sorprese.
Sono partita dall'immagine sull'autostima che, come ho raccontato anni fa, a suo tempo riuscì a mandare in tilt una intera classe e che ho assegnato ad Akela:
La classe annuisce, convinta. Risolto il problema.
D'accordo, l'autostima ad Akela non ha mai fatto difetto, comunque mi sembra una sintesi davvero buona.
"Dove siamo e che ora è?" chiedo.
"Dentro un edificio..." pausa "In un bagno. C'è il tappetino, il radiatore a scala, e quella sembrerebbe una vasca. Direi che l'ora è il tardo pomeriggio, perché la luce non è molto forte".
Sono anni che uso questa immagine, ma non avevo mai capito che si svolgeva in un bagno. Non avevo mai fatto caso al tappetino e col cavolo avevo immaginato che quella a sinistra fosse una vasca da bagno. Ma in effetti, in quale altra stanza una pozza d'acqua sarebbe così a suo agio?
E' il turno di Pisola, una fanciulletta abbastanza indietro con la crescita e che il Consiglio sospetta fortemente di ritardo mentale - la diagnosi però segnala una leggera dislessia e la dichiara normodotata, e personalmente concordo con la diagnosi almeno per la parte sul normodotata, mentre avanzo diversi dubbi sulla dislessia. Di fatto nutre un disinteresse cosmico per qualsiasi materia studiereccia e sembra più interessata a disegnare unicorni che a sviluppare un qualsivoglia argomento matematico, ma è anche molto simpatica e questo tende a influenzarmi. Dopotutto, chi sono io per criticare qualcuno a cui non interessa la matematica? A me piaceva molto, ma mi è piaciuto molto anche studiare il latino medievale, che non è in cima agli interessi della maggior parte delle persone. E insomma le servo la sua immagine a draghi, che è quella che apre questo post.
"Dunque siamo al mare, d'estate, e c'è una mamma drago che ha portato i suoi piccoli su uno scoglio, dove ci sono anche delle piante, probabilmente per insegnargli a volare. In questo modo riesce a farli partire da una certa quota, ma se cadono, cadono in acqua e non rischiano di farsi male. Sta per lanciare uno dei piccoli, l'altro ha già fatto il primo tentativo e adesso si sta arrampicando sullo scoglio per raggiungerla".
Anche se nel mio archivio di foto questa è segnata come "Gruppo Vacanze Draghi" non avevo mai e poi mai pensato che si trattasse di una vacanza-studio per imparare a volare - ma in effetti l'atteggiamento protettivo e insieme incoraggiante della draghessa rende il tutto molto credibile.
La classe interviene, suggerendo che si tratti di una costa scogliosa del nord-Europa perché i colori non fanno pensare a una zona mediterranea. Si discute a lungo sul tipo di cespugli ma se ne conclude che non sembra macchia mediterranea.
Da lì è stata tutta in discesa. Prima il legittimo interrogato descriveva l'immagine, poi la classe si lanciava in esercizi di deduzione analizzando i più vari dettagli. Viene discussa a lungo la stoffa del cappello dove staziona il gatto
e si dibatte se il cappello è tenuto sollevato da un qualcosa (si opta per il no perché non se ne vede traccia) e se le nuvole siano vere nuvole di un cielo azzurro o piuttosto una tappezzeria (viene data per probabile la tappezzeria, perché nuvole così uniformi non è facile vederne; questo fa saltare l'ambientazione in un bel giorno di tarda primavera per optare piuttosto per una stanza).
Viene altresì a lungo questionato se la ragazza al centro dell'immagine qui sotto stia volando in alto sopra l'aereo o se l'aereo sia un giocattolo poggiato sulla trapunta (si decide di no, perché ormai la trapunta patchwork si è trasformata in uno sfondo di campi ben coltivati. A quel punto però resta da capire come mai nella stanza è ormai sera, visto che la luce è accesa e dalla finestra si vede il cielo ormai scurito, mentre fuori è un tardo pomeriggio).
Si questiona poi su dove finisca il pavimento e cominci il fiume e su quanti letti ci siano nella stanza.
Tutto ciò allunga di molto il tempo dell'interrogazione, ma è molto divertente.
Quanto a me, tendo a chiudermi in un dignitoso silenzio, perché la Seconda Sfigata riesce ad analizzare quelle immagini molto meglio di quanto abbia mai fatto io.
E d'accordo, osservano molto più accuratamente di me - che pure, ricordo, alle elementari ero stata assai lodata per il mio acuto senso dell'osservazione, ma da allora devo aver perso parecchi colpi.
Di sicuro però hanno anche molto più senso dell'osservazione delle due classi cui avevo servito molte di quelle immagini in tempi passati - e che nessuno aveva mai definito di livello men che medio.
Voti buoni per tutti, si capisce. E gli faranno comodo perché sull'ortografia c'è ancora qualcosa da ridire e no, non solo su quella dei DSA.
1 commento:
@ Filippo:
L'idea mi è venuta quando hanno cambiato la formula del tema dell'esame. Una delle prove può partire da un'immagine da cui ricavare una storia, e ogni tanto faccio una traccia di questo tipo nei temi. Così ho pensato che ci potevo fare anche una prova orale. Quest'anno devo dire che i risultati sono stati molto interessanti ^__^
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