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lunedì 6 marzo 2023

Lunedì Film - L'ultima follia di Mel Brooks (Film per le medie)

Quest'anno a St. Mary Mead abbiamo anche avviato un corso di cinematografia, sponsorizzato dalla Regione - il solito tipo di corso dove alla fine le classi produrranno un video divertendosi assai, ma che per l'occasione include anche la visione di un film con relativa analisi del linguaggio cinematografico, la visita al cinema del paese e diversi altri accrocchi, uno più complicato dell'altro.
Il tutto è iniziato con una lezione frontale di storia del cinema nell'Agorà (che è pure un posto un po' scomodo per starci seduti due ore di fila) a gruppi di due classi per volta.
L'utilità di una lezione di storia del cinema che parte dalle ombre cinesi e dalle lanterne magiche per fermarsi ai bei tempi della celluloide mi è un po' sfuggita. Cioè, di per sé ha senz'altro un senso perché è bene che i ragazzi di oggi, cresciuti a effetti speciali e CGI, realizzino quanto lunga e ricca di meraviglie è stata la strada che ci ha portato fin qui, ma quella gliela sappiamo fare anche noi e, detto brutalmente, credo che noi l'avremmo fatta meglio. Ma insomma l'ha fatta l'operatrice e amen.
Comunque, arrivati al fatidico momento in cui è stata fatta circolare una pizza in celluloide nella mia mente è improvvisamente spuntata la deliziosa scena di Silent Movie, che in Italia arrivò come L'ultima follia di Mel Brooks nel 1976, dove Bellocchio per salvare la pellicola se la avvolge intorno al corpo per poi finire in cabina di proiezione girando su sé stesso per consentire la proiezione. 
Così ho deciso sull'istante di far conoscere ai miei alunni questo gioiellino al giorno d'oggi un po' dimenticato rispetto al ben più noto Frankenstein Junior ma che all'epoca dell'uscita ebbe altrettanta notorietà. Un bel film muto, ricostruito a tavolino e molto divertente.
Che cosa avrebbe potuto andare storto?
Quasi niente, in effetti, e per l'occasione anche la celebre maledizione di St. Mary Mead sui film si è un po' placata.

La trama è davvero semplice: un famosissimo regista in cerca di rilancio dopo un lungo periodo di alcolismo decide di  rilanciare la sua carriera e le sorti degli studi per cui lavora con un film muto, quando già da qualche anno (ma non da molto) i film sono sonori. Per assicurarsi un ricco pubblico decide di procurarsi un cast di grandi divi - e tutti gli interpellati accettano con grande entusiasmo tranne il mimo Marcel Marceau che pronuncia un bel No che è l'unica parola del film. Nel frattempo i malvagi finanzieri della società Trangugia e Di Vora cercano in tutti i modi di ostacolare l'iniziativa, temendo (a ragione) di non potere più rilevare gli studi cinematografici per pochi soldi se il film ha successo, ma tutti i loro biechi tentativi falliscono e il film muto risulta un grande successo, senza contare che il regista trova anche il suo Grande Amore con cui si sposerà ben presto.
Nonostante il film rientri a pieno titolo nel genere del metacinema, ovvero quello in cui si fanno film che raccontano di gente che fa un film, peer citare l'eccellente definizione di Pentasilea, lo spettatore segue solo le vicende legate all'organizzazione del film e al reclutamento degli attori e non un solo metro di pellicola è dedicato alle riprese vere e proprie; la pizza però ha un suo ruolo importante nell'ultimo quarto d'ora, perché viene rapita, recuperata all'ultimo momento in modo assai avventuroso e uno dei protagonisti se la avvolge intorno al corpo come ho già raccontato.
Il film è un magnifico pezzo di bravura perché imita la scansione dei film muti ma adattandola ai tempi moderni, è pieno di citazioni di scene famose e raccoglie una incredibile quantità di situazioni topiche. Anche l'uso che viene fatto del gruppo di divi è una specie di parodia di alcune delle situazioni più famose dei loro film più tipici e topici e il risultato è davvero divertente.
Tutto ciò con me era abbastanza sprecato, anche se rivedendolo a distanza di tanti anni qualcosina ho colto, e quanto ai ragazzi gli addentellati culturali gli mancavano quasi tutti - il che non toglie che si siano divertiti come pazzi perché il ritmo è davvero buono. E vorrei anche sottolineare l'uso eccellente dei rumori amplificati e quasi fumettistici, molto diversi dal modo di usare i rumori quando è arrivato il sonoro.

E' un film davvero perfetto per essere guardato alle medie, o in generale a scuola dove i tempi cinematografici non corrispondono quasi mai alla nostra granitica scansione in ore di sessanta minuti, e la semplicità della trama permette di inserirsi facilmente in qualsiasi momento; così ho potuto tranquillamente permettermi di interrompere a un quarto d'ora dalla fine perché  c'era da prepararsi per l'uscita e i tre ragazzi che mancavano il primo giorno si sono goduti serenamente il finale senza dover mai chiedere chi era chi e che accidenti stava succedendo, per favore. 

2 commenti:

Elena ha detto...

Anche a noi alle medie avevano fatto fare il percorso sul cinema con visione e relativa analisi di trama, linguaggio ecc ecc...ci era piaciuto molto, era un percorso sul film giallo, abbiamo visto: i tre giorni del condor, Psycho (che ci terrorizzò nei secoli dei secoli a venire) e un terzo film di cui non ho memoria. Ci fecero fare lo stesso tipo di analisi anche con la pubblicità, però quella sulle riviste che poi potevamo portare a scuola, non quella televisiva. Ne ho tutt'ora un ottimo ricordo.

Murasaki ha detto...

@ Filippo:
sì, è molto, molto divertente. Mel Brooks è un vero sempreverde, e l'ho fatto vedere diverse volte, sempre con ottimi risultati. Non credo di essere l'unica, comunque ^__^
Quanto al cortometraggio dei ragazzi... è una fase da cui dovrei restare fuori (per fortuna di tutti) ma proverò comunque a insistere sull'importanza di una solida storia.

@ Elena:
In realtà questi corsi sul cinema sono relativamente frequenti, specie oggi che i cellulari consentono di fare tutto con poco impazzamento per trovare gli strumenti, e i ragazzi non mancano mai di apprezzare!