Un funzionario invalsi bruca tranquillo nel prato
Il 14 Luglio sono usciti i risultati delle prove Invalsi per l'anno scolastico 2020-2021.
A sorpresa (a giudicare dal grande scandalo collettivo) cotali risultati si sono rivelati non esattamente favorevoli alle nostre truppe. E subito i Tuttologi dell'Estate si sono scatenati deprecando tutto ciò, stracciandosi le vesti e ululando alla luna e ivi fu pianto e stridor di denti su tutti i giornali, con grandi critiche rivolte alla scuola tutta e lamentando questa e quest'altra sua Enorme Carenza.
E qui sorge spontanea la domanda: Cosa si aspettavano? Dopo un anno e mezzo di lamentazioni collettive di alunni, insegnanti, genitori e via dicendo che ululavano alla luna per colpa della Didattica a Distanza e delle sue Deplorevoli e Inevitabili Conseguenze?
Ebbene sì, strano ma vero qualche conseguenza negativa dopo un anno e mezzo di Didattica a Distanza c'è stata.
Ma proviamo a guardare nel dettaglio.
Le Elementari, dette anche talvolta Primarie, tutto sommato hanno fornito prove abbastanza simili a quelle di due anni fa.
Le Medie, dette anche Secondarie (e se proprio vogliamo sono Secondarie di Primo Grado) han perso cinque punti per Italiano e Matematica rispetto a due anni fa. Inglese no, soltanto due.
Le Superiori, dette anche Secondarie (ma sono Secondarie di Secondo Grado, nel gergo specialistico) invece han perso 9 punti per Italiano e Matematica e 3 per Inglese, e quindi sono andate davvero molto peggio del solito (salvo Inglese).
Se, come osservava la gentile commentatrice Nicoletta forse proprio perché il campione non è omogeneo (si riferiva al fatto che nelle varie regioni il tempo della DaD non era stato uguale) fare queste prove è interessante, per capire come e quanto la dad abbia inciso sull'apprendimento allora possiamo dire che la Didattica a Distanza sull'apprendimento ci incide abbastanza. E infatti la differenza è proprio la Didattica a Distanza: rispetto a due anni fa gli insegnanti sono grosso modo gli stessi MA quest'anno le Elementari hanno lavorato per gran parte in presenza, pur se con qualche alto e basso a seconda delle zone, le Medie sono andate avanti a strattoni ma una buona parte dell'anno in buona parte d'Italia per loro è stata in presenza; alle Superiori invece, a parte una piccola ouverture e un epilogo finale a presenza alternata, la gran parte dell'anno è stata a distanza. Dunque la DaD incide sull'apprendimento tra il 5 e il 9 per cento in media, in misura abbastanza proporzionale alla sua durata.
E' un dato interessante, senza dubbio. Ottenuto a caro prezzo (le Invalsi costano, oltre a essere un discreto impazzamento per organizzarle, specie in tempo di pandemia) ma alla fine è l'unico che abbiamo perché dal Ministero non ci hanno mai mandato a chiedere nulla e tutto quel che sappiamo sui risultati della DaD lo dobbiamo a chiacchiere più o meno estemporanee di gente che conosceva solo il suo orticello e a qualche indagine della Fondazione Agnelli che comunque ha lavorato su un campione (scelto con gran cura, sono convinta, ma qui è davvero un caso dove ognuno ha la sua storia da raccontare).
E qui sorge spontanea una domanda - soltanto a me, sembra, perché non mi risulta che nessuno abbia indagato:
Perché Inglese ne ha risentito molto meno di Italiano e Matematica?
Dal momento che gli alunni sono gli stessi, e gli insegnanti di Lingue son fatti della stessa materia di cui siamo fatti noialtri docenti, la differenza può stare solo nella natura della materia o nella metodologia didattica. Sinceramente, mi piacerebbe saperne qualcosa di più, e davvero non ho niente in contrario a farmi spiegare da qualche collega di Inglese come fare meglio il mio mestiere.
In compenso mi sento decisamente acida verso i tanti che deprecano la deplorevole incapacità degli italici insegnanti nella Didattica a Distanza: prima di tutto perché non c'è stato un cane che fosse uno che è venuto a farci assistenza spirituale e soprattutto materiale indicandoci una metodologia concreta e dandoci istruzioni (a parte gli sventurati Referenti Informatici, che peraltro sono pure loro insegnanti della scuola italiana); ma ancor di più perché, a quel che mi risulta, gli insegnanti di Inglese - che sono insegnanti della scuola italiana a tutti gli effetti - non sembrano al contrario essersela cavata per niente male.
Ma le sorprese non finiscono qui: infatti scopriamo che (questa sì che è una novità) al Sud hanno fatto molto peggio che al Nord.
Eppure sappiamo tutti che le regioni del Sud si distinguono per un tenore di vita assai elevato rispetto ai loro connazionali, e notoriamente godono di una assai migliore qualità di servizi: più computer, più laboratori informatici, abitazioni più comode, in generale un benessere economico e sociale ben più alto e collegamenti informatici nettamente superiori ai nostri. Davvero questo gran divario in negativo non si spiega.
Qualcuno sa come ha funzionato la distribuzione dei dispositivi agli alunni in condizioni di digital divide nelle regioni del Sud, e quali e quanti dispositivi sono stati distribuiti?
Così, per curiosità.
Perché una cosa che abbiamo imparato in questi 18 mesi è che la DaD è molto, molto classista.
E vogliamo parlare del numero dei componenti delle famiglie?
No, personalmente non ne voglio parlare; ma corre voce che i figli unici con la DaD se la siano passata meglio. Quando siamo in tre a fare lezione, più magari un genitore, l'appartamento dovrebbe avere ALMENO cinque stanze (gli altri che non fan lezione dovrebbero pur avere un posto dove stare, mica li puoi sbattere nell'androne. Specie d'inverno) - ma se per disgrazia non ce l'ha non puoi costruirgliela sul momento, e allora tutti saranno in difficoltà.
Come scrivevo più sopra, i Tuttologi si sono scatenati spiegando che le scuole dovrebbero essere più grandi e comode, che si potrebbero fare lezioni all'aperto (ad avercelo, un aperto dove stare), che gli insegnanti andrebbero formati meglio eccetera eccetera. Tutti temi freschi e nuovi che porteranno senz'altro a grossi esiti concreti.
In attesa di questi esiti, vorrei fare una piccola considerazione estemporanea sulle Prove Invalsi, che nel corso di questi anni Invalsi hanno cambiato più volte pelle: Prima sono state obbligatorie e facevano media con il voto della materia (e per un certo periodo anche con il voto dell'esame, almeno alle medie), ma abbiamo avuto anche tutta una serie di formule intermedie.
Al momento dice che non contano più, e corre voce che anzi i ragazzi possano decidere di non farle. Corre anche voce che, soprattutto alle superiori, molte le abbiano fatte senza impegno, tirando via a rispondere come capitava. E questa voce corre perché diversi alunni lo hanno ammesso senza remore, spiegando che la fine dell'anno è stata piuttosto turbinosa e piena di verifiche e dunque in molti han preferito concentrarsi su quelle verifiche che sfociavano in un voto, invece che sulle Prove Invalsi che, dal punto di vista dell'ammissione, lasciavano il tempo che trovavano.
Può darsi che eticamente questo non sia un atteggiamento valido (può darsi. Forse. Chissà) ma la scuola italiana è decisamente votocentrica nella sua impostazione, e di questo è bene che i funzionari Invalsi tengano conto, mentre si appendono i festoni di rose alle lunghe corna di cui madre natura li ha dotati*
Davvero, sono passati più di dieci anni da quando abbiamo le Prove Invalsi, e sarebbe ora che dette Prove decidessero cosa vogliono fare da grandi e mantenessero stabile questa decisione.
Sono prove amatoriali?
Sono prove valide a tutti gli effetti come verifiche?
Sono prove dell'esame?
Sono prove iniziatiche?
Sono prove i cui risultati saranno inseriti nel casellario giudiziario?
Sono prove che danno punti-patente?
Sono prove che permettono di accedere a sconti e facilitazioni nei bar e nelle discoteche?
Va bene tutto, ma che si decidano una buona volta.
Quanto ai Tuttologi, per fortuna quest'anno siamo stati assistiti da una pregevole vittoria dell'Italia agli Europei di calcio e da olimpiadi dove gli atleti italiani hanno conseguito risultati davvero ottimi, e quindi si sono calmati quasi subito.
I risultati dell'Invalsi di quest'anno comunque restano quello che sono, che i Tuttologi se ne occupino o meno; e limitarsi a criticare per un giorno o due gli insegnanti e la qualità degli edifici non porterà ad alcun miglioramento dei risultati per l'anno prossimo, temo.
*(com'è noto infatti essi tutti sono, senza esclusione alcuna, dei grandissimi cornuti, come ho ripetuto più e più volte in questo onorato blog).
3 commenti:
La variabile votocentrica ha un peso notevole sulla qualità della prestazione dei ragazzi, ma si tratta di una mia impressione perché non ho dati un minimo oggettivi per esprimere una mia valutazione valida; un dato è certo: a scuola il mio modo di verificare è moltoooo distante dal giochetto delle 4 carte che l’Invalsi ha sempre proposto nella formulazione del quesito linguistico. Voglio dire che i miei alunni non sono allenati alla tipologia Invalsi. Una tantum propongo prove di questo tipo, ma soltanto per fare esercitare i ragazzi e prospettare loro che fuori dalle nostre aule il mondo della prova può essere differente da quello a cui sono abituati a scuola. Probabilmente sono in errore; in dipartimento si è tentato di discutere sulla possibilità di introdurre anche prove strutturate secondo il sistema Invalsi, ma chi ha sollevato la questione è stato prontamente zittito o fulminato dai raggi fotonici degli oppositori. 😵💫
Infine un’altra mia perplessità: uno dei pericoli di queste prove è il “copia-copia” generalizzato, trattandosi di quesiti identici per tutti con risposte standardizzate. Un conto è un tema o un’analisi o un testo argomentativo, un altro una crocetta da apporre. E poi mancherebbero le postazioni informatiche, se uno volesse convertirsi al virtuale. E poi i tecnici di laboratorio. E poi l’ostruzionismo dei ragazzi che, assentandosi proprio il giorno delle prove, fanno diluire le prove per circa un mese. Non se ne esce facilmente.
Per quanto riguarda la distribuzione degli strumenti informatici nelle scuole del Sud, posso dirti che in quelle dei miei figli c'era un numero di tablet del tutto insufficiente alle richieste. Ognuno quindi ha fatto come ha potuto.
Sono rimasta colpita, invece, da quel che mi ha detto un signora italiana che vive in Francia. Lì le uniche scuole in Dad sono state le superiori dove, a giorni alterni, metà classe era in aula e l'altra metà a casa in Dad. I prof, però, pare si siano rifiutati di fare didattica a distanza e quindi quelli a casa in buona sostanza si limitavano a fare un po' di compiti assegnati.
@ Mel:
Non ho la minima idea di quanto sia facile copiare all'Invalsi. Sospetto però che il problema sia nel manico, perché da quando sono partite ho visto arrivare meccanismi sempre più complessi appunto per impedire che gli studenti copino, e sospetto che nello studente italiano medio la tendenza a copiare sia più alta della media europea. Non so però se è un sospetto giusto.
Se fai una prova con valutazione OGGETTIVA però l'unico modo temo che sia a crocette o a risposta unica.
Credo che il tuo sistema sia quello giusto, o almeno è quello che uso anch'io: partendo dall'idea che le Invalsi nascono come test per valutare certe capacità e competenze, mi limito a fare il mio miglio dando per scontato che al momento di fare l'Invalsi le abbiano raggiunte. Non uso libretti né altro, mi limito a fargli UNA prova su qualche recente prova di quelle fatte dall'Istituto Invalsi, giusto per fargli vedere di che roba si tratta. Tra l'altro, negli anni in cui le correggevo, ho notato che i voti finali erano più o meno quelli che avevano raccattato durante l'anno.
@ Hermione:
Da noi tutti quelli che lo chiedevano hanno avuto il loro tablet o computer, ma devo dire che il comune di St. Mary Mead ci ha aiutato parecchio, soprattutto durante il primo lockdown. Immaginavo però da certe lamentele trovate in rete che non dappertutto la cosa sia stata semplice.
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