Il mio blog preferito

giovedì 26 agosto 2021

Sul 15 Agosto, l'8 Settembre, l'11 Settembre, insomma l'Afghanistan


L'11 Settembre del 2021 le truppe statunitensi (e relativi alleati) avevano fissato di lasciare definitivamente l'Afghanistan, dopo venti anni di permanenza non particoilarmente fruttuosa.
Si sapeva, si temeva e si pensava (tutto insieme, in un curioso pastone) che ciò avrebbe creato qualche inconveniente alla popolazione, perché era dato per assai probabile che, nel giro di qualche mese, i talebani avrebbero ripreso il potere scalzando il governo del paese, quello legittimamente eletto con legittime elezioni durante l'occupazione USA.
Le cose però sono andate diversamente da quanto programmato e anche da quanto temuto e già a Luglio i talebani avevano cominciato a riconquistare il territorio afgano strappandolo all'esercito del legittimo governo di cui sopra, fino a prendere Kabul il 15 Agosto, istituendo seduta stante la Repubblica Islamica dell'Afghanistan, che avrà come legge la Sharia, ovvero uno strano combinato di leggi ufficialmente basate sul Corano.

Il 15 Agosto non è una data che porta granché bene, in quella zona, per i cambi di gestione: siamo in piena estate, fa caldo e la gente diventa davvero irragionevole. Anni fa India e Pakistan conquistarono la loro indipendenza dall'Inghilterra proprio il 15 Agosto, e fu un passaggio piuttosto complicato, di quelli che ti sbiancano i capelli a leggere i resoconti nella tua fresca cameretta. 
L'11 Settembre invece è la data dell'attentato delle Torri Gemelle, organizzato da Al-Qaeda in Afghanistan; all'epoca gli USA si ritrovarono tre aerei dentro due grattacieli e fecero circa 3000 morti - meno che nel passaggio indiano e pakistano verso l'indipendenza, certo, ma comunque un bel numero. Anche lì, tra l'altro, tutti civili.
Il fatto avvenne nel 2001, e quest'anno verrà celebrato il ventennale.
All'epoca, negli Stati Uniti, il presidente era George Bush jr. 
Per rappresaglia dopo l'attentato delle Torri Gemelle gli Stati Uniti con i loro alleati organizzarono una spedizione internazionale a cui partecipò anche l'Italia.
A dire il vero l'Italia non era stata richiesta, ma si appellò a una qualche clausola degli ordinamenti della NATO che prevedevano che, in caso di attacco a una delle componenti (e l'attentato delle Torri Gemelle poteva, volendo, essere interpretato come un attacco)  tutti gli stati alleati agli Stati Uniti nella Nato erano chiamati alle armi, in qualità di alleati. Gli USA invece non si appellarono a un bel niente e accolsero le truoppe italiane con una sorta di perplessa indifferenza, usandole con molta parsimonia nelle operazioni militari.
Ricordo benissimo che, all'epoca, in tanti - opinionisti e giornalisti e uomini di governo - spiegarono a noi comuni mortali questa cosa dell'attacco e dell'obbligo dei paesi alleati di intervenire. Solo negli ultimi giorni invece ho scoperto che le truppe italiane andarono laggiù unrequitted. 
Ricordo altresì come, almeno in Italia, sui giornali e in televisione si parlò molto dell'importanza di abbattere la dittatura talebana per affermare i diritti delle donne e i valori della democrazia, e quindi di come perciò fosse bello e giusto partecipare a quella spedizione.
Si raccontava infatti che, in nome della religione islamica, i talebani trattassero molto male le donne, e corre voce che anche gli uomini non se la passassero granché. E, a ben guardare, nemmeno i talebani facevano poi questa gran vita, stante che l'Afghanistan, dopo aver fatto per tanti anni da ospite per le ultime propaggini della Guerra Fredda, si era decisamente impoverito.

 Nel giro di due-tre giorni i talebani furono spodestati, i diritti delle donne riconosciuti e il governo sostituito.
Unico piccolo e insignificante dettaglio: non riuscirono a catturare l'organizzatore dell'attentato alle Torri Gemelle, tale Osama Bin Laden. Lo presero solo nove anni dopo, in circostanze piuttosto fumose.
Sui giornali e in televisione tutti festeggiarono molto il ritorno della democrazia e l'emancipazione delle donne in Afghanistan.
Poi le cose si trascinarono per qualche mese perché in effetti la vittoria era stata annunciata un po' troppo in fretta e c'erano ancora dei problemi.
Poi le cose si trascinarono per qualche anno perché in effetti c'erano ancora dei problemi. Con i talebani, dice.
Inoltre dagli USA non arrivavano più molti fondi, perché nel frattempo laggiù qualcuno si era fatto venire la balzana idea di attaccare l'Iraq, accampando motivazioni che vennero poi riconosciute piuttosto campate in aria dalla stessa CIA.
Comunque per l'Afghanistan i soldi si ridussero notevolmente e ci si ridusse a vivacchiare nelle città e a farsi vedere poco e di sfuggita nelle cosiddette zone rurali (ovvero tutto il resto del paese).
Passarono gli anni. Tanti anni.
Venti anni, in effetti.
Ogni tanto cercavo notizie e scoprivo che in Afghanistan si combatteva moltissimo e che c'erano un sacco di attentati. Bombe al mercato, bombe negli aeroporti, quelle cose lì. Naturalmente io speravo sempre di leggere che non c'erano più bombe al mercato e negli aeroporti, e soprattutto che l'economia afghana era in ripresa - perché ho studiato storia e ho imparato che niente rafforza l'economia (e talvolta anche l'emancipazione femminile) quanto un aumento progressivo del PIL, e credo che per una donna sia più facile occuparsi della sua emancipazione se è sicura di fare almeno due buoni pasti al giorno - altrimenti il tempo se ne va a cercare qualcosa da mangiare per sé e per i figli (che spesso sono molti proprio perché manca l'emancipazione femminile), e siccome in queste circostanze raramente si rimediano dei pasti molto abbondanti, finisce che si è troppo indeboliti per riuscire a  far ripartire l'economia. Comunque no, nonostante le mie speranze buone notizie non ne vedevo mai.
Ogni tanto mandavo un po' di soldi da usare nei microcrediti per la microimprenditoria femminile e l'istruzione femminile in Afghanistan. Ultimamente andavano molto i piccoli allevamenti di galline, e non mi pareva un buon segno visto che in India con i microcrediti facevano invece i laboratori di sartoria, che secondo me sono qualche gradino più in alto. E, sempre dalla ONLUS che mandava i microcrediti, arrivavano notizie davvero sconfortanti. Tre anni fa mandai i soldi per pagare un anno di cibo alle bambine che andavano a scuola, e neanche questo  mi sembrò un gran segnale.

Sapevo comunque che le truppe degli USA c'erano ancora, e sospettavo che ci fossero anche gli altri alleati, noi compresi, pur se a scaglioni ridotti. Comunque, non ci raccontavano granché.
Sapevo anche che i talebani avevano un grosso appoggio da parte della popolazione e che erano talebani ormai un po' diversi da quelli dell'11 Settembre. D'altronde gli anni erano passati. La gente si evolve, movimenti guerrieri compresi. E correva voce che si evolvessero anche gli armamenti, grazie anche agli aiuti del terrorismo internazionale.
Nel frattempo le truppe occidentali armavano e addestravano l'esercito del legittimo governo insediato dopo le legittime elezioni, acciocché diventasse forte e ben armato e in grado di gestirsi da solo e di difendere l'Afghanistan da qualunque insidia, interna o esterna che fosse.
Dopo Bush jr. alla presidenza degli Stati Uniti è arrivato Obama, e si racconta che a un certo punto gli avessero consigliato di ritirarsi dall'Afghanistan, che tanto lì non si raccattava niente. Lui non li ascoltò e gli USA con alleati al seguito rimasero. 
Immagino che abbia avuto le sue buone ragioni per agire così, ma quali fossero nessuno me lo ha mai spiegato.
L'economia afghana comunque continuava ad andare malissimo.
Anche le donne pare che non se la passassero in modo splendido, soprattutto fuori dalle città presidiate da USA e alleati. Ma erano voci vaghe, vaghissime. Probabilmente, a impegnarsi a fondo, qualcosa avrei trovato. Ma chi ce l'ha il tempo di star dietro a tutto?
L'Afghanistan dormiva nella mia coscienza di un sonno inquieto (la mia coscienza si lascia prendere in giro con una certa facilità, non posso negarlo).
Poi è arrivato Trump, che ha passato più di un anno a fare trattative con i talebani per concordare l'allontanamento dall'Afghanistan delle truppe americane, e alla fine delle trattative ha firmato, appunto, un trattato. 
E poi, buon ultimo è arrivato Biden che ha deciso di mantenere l'accordo firmato da Trump e di lasciare l'Afghanistan.
Adesso si dice in giro che lo avessero avvisato che l'esercito legittimo, quello armato e addestrato dagli americani, rischiava di dissolversi come fumo se gli americani avessero lasciato il paese - segno, forse, che non era stato granché armato e addestrato, oppure che i talebani godevano di un forte appoggio da parte della popolazione, o magari di entrambe le cose, vai a sapere.
Biden ha deciso comunque di procedere e immagino che se l'ha fatto avrà avuto le sue buone ragioni, o almeno ragioni che a lui parevano buone. Darei per certo però che non immaginava che le cose si sarebbero messe proprio così male, o avrebbe preso qualche precauzione (del tipo far tagliere la corda a tutti prima, per intendersi). 

Un paio di mesi fa, in barba agli accordi firmati sull'uscita ordinata delle truppe alleate, i talebani hanno cominciato ad avanzare - anche se, a dirla tutta, una parte del paese era già in mano loro; oppure era rimasto in mano loro dai tempi dell'invasione del 2002, non sono riuscita a capirlo..
L'esercito regolare afghano, quello addestrato dagli Stati Uniti (e da noi) si è liquefatto, e in alcuni casi non si è proprio mosso, stante che a volte i capi delle città hanno consegnato le chiavi ai talebani senza nemmeno provare a difendersi nel tentativo di limitare i danni per la popolazione.
Quanto al capo del governo afghano, quello formato dopo regolari elezioni, la notte prima che i talebani arrivassero a Kabul ha preso l'aereo zitto zitto ed è sparito nel nulla, sembra portandosi dietro una grossa somma di denaro - ma questo non è sicuro, e visto che costui da quando è sparito non ha aperto bocca (a quanto ne so) non ho nemmeno capito se non è sicuro che si sia portato dietro i soldi o se non è sicuro che sia scappato, e la storia mi è sembrata inquietante per vari motivi: è scappato da solo? Aiutato dagli americani? E' scappato in accordo con i talebani? Non è scappato affatto ed è ancora a Kabul, anche se non più in grado di dare un contributo vitale al suo paese? E' prigioniero?
Comunque sia andata, una mattina a Kabul si sono ritrovati con un altro governo e con i talebani in casa. E tutto ciò (compresa la fuga del capo del governo nottetempo con i soldi) mi ha ricordato moltissimo l'8 Settembre del 1943, quando durante la notte l'Italia si svegliò scoprendo che durante la notte erano cambiate le alleanze e il re era scappato con la corte, l'archivio e il tesoro di famiglia, lasciando gli italiani piuttosto negli impicci.
E tanti, tanti altri ricordi affollano la mia mente di storica. Per esempio l'esercito dei Borboni che si liquefece altrettanto all'arrivo dei Mille guidati da Garibaldi - e stiamo ancora a discutere se sia liquefatto perché si era messo d'accordo con gli invasori, o perché non aveva voluto combattere, o se come esercito faceva talmente pena che anche un migliaio di volontari ne avevano avuto ragione in men che non si dica. Questi dubbi valgono anche per l'esercito ufficiale afghano, mi sembra.

Non avendo (per fortuna di tutti) alcuna responsabilità governativa, l'unica possibilità di intervento che ho è firmare qua e là appelli vari alle istituzioni dell'universo mondo che allestiscano quanto prima corridoi umanitari per tutti gli afghani che vogliono scappare dal loro paese, che sembra siano tantissimi - ma certo non tutti, perché dal numero dobbiamo togliere se non altro i talebani e i sostenitori dei talebani, che evidentemente erano una discreta quantità. Oppure no?
E poi mi faccio domande, un sacco di domande. Tutte senza risposta.
La prima domanda, naturalmente, è: ma quante balle ci hanno raccontato in questa storia? E quante cose non sono state raccontate?
I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso eccetera eccetera.
L'esercito in questione, ci dicono adesso, non è mai riuscito ad avere il controllo completo dell'Afghanistan anche se ci ha provato per 20 anni. 
D'accordo il paese ostile, la guerriglia, la conoscenza del territorio... e poi la collaborazione degli abitanti contro l'invasore, forse? Un pochino, almeno?
Sì, certo, l'invasore gli portava la democrazia e l'emancipazione delle donne. Ma forse ha sbagliato tattica nel portarle, vien da pensare. 
Ufficialmente questa non era una guerra di conquista, era una guerra per la democrazia. Al di là di tante belle parole, l'idea base, sembra di capire, era estirpare il terrorismo e fare dell'Afghanistan un paese tranquillo. 
Ma queste sono cose che puoi fare solo accattivandoti gli abitanti. In Afghanistan sono stasi spesi quantità innominabili di soldi, e il motivo dichiarato per cui gli USA sono scappati è stato che non si potevano più permettere di spendere tanto. 
D'accordo, ma avevano già speso tanto, ed erano rimasti sul territorio per 20 dicesi 20 anni. Una intera generazione di afgani è cresciuta sotto il loro ombrello. Come hanno lavorato, in questi 20 anni, e come li hanno spesi questi soldi se alla fine l'unica cosa che una bella fetta del paese voleva era levarseli dai piedi?
Maluccio, viene da pensare. 
C'è stata una vera unità di intenti? Hanno fatto qualcosa per rimettere in moto l'economia afghana?
Con tutti quei soldi gli afghani dovrebbero essere ricchi e ben pasciuti e molto amichevoli. Invece non lo erano nemmeno un po'. Dopo 20 anni.
Con tutti quei soldi l'esercito ufficiale afghano avrebbe dovuto essere forte e ben armato e pronto a fare polpette di tutti i talebani. Santo cielo, perfino io potrei essere addestrata a fare la guerra, in 20 anni.
Perché si sono liquefatti?
Corre voce che non fossero addestrati né ben armati né ben forniti del necessario per un esercito. In 20 anni dunque gli invasori, o i portatori di democrazia, o come vogliamo chiamarli, non sono riusciti ad addestrare un esercito in un paese che ha una notevole tradizione guerriera - e dove un esercito ben addestrato e ben rifornito si è formato, nonostante tutto, ma al di fuori della portata dei militari stranieri.
Se sono rimasti lì per 20 anni dovevano averci dei progetti, per l'Afghanistan, altrimenti avrebbero fatto un bel raid e se ne sarebbero andati, immagino.
Perché hanno fatto finta di addestrare un esercito? In quel modo hanno messo nei guai un sacco di persone che adesso sono collaborazionisti agli occhi del nuovo governo. Oppure sono considerati degli alleati, dal nuovo governo, perché hanno lavorato per loro? E allora non li hanno addestrati perché non se ne fidavano?
Ma allora potevano fare col loro esercito e risparmiare quei soldi, magari usandoli nella guerra contro i talebani.

C'è stata una guerra contro i talebani?
Se c'è effettivamente stata è stata combattuta male e in modo inutilmente dispendioso.
C'è stato un tentativo di togliere il consenso ai talebani affigliolandosi la popolazione?
Se c'è stato, è stato gestito molto male. E sì che in venti anni tempo di rivedere le tattiche ce n'è.
Si sono preoccupati della popolazione rurale, che è la maggior parte in quel paese?
Sembra proprio di no. In compenso la popolazione rurale si è preoccupata assai di aiutare i talebani - una parte, almeno.
In 20 anni, si sono accorti che l'Afghanistan non è solo città? Se proprio non ci arrivavano da soli, sarebbe bastato che mi telefonassero o mi mandassero una mail, glielo potevo dire anch'io, così come glielo poteva dire qualunque manuale di geografia delle medie.

Oppure lo scopo di partenza era incattivire al massimo un popolo esasperato dai 20 anni precedenti di invasioni, e aiutare il più possibile il terrorismo internazionale coprendosi di ridicolo, scatenando un conflitto interno a casa loro e spendendo una barcata di soldi?
Se questo era l'obbiettivo di partenza sì, allora hanno fatto un lavoro eccellente.
Ed è stato un lavoro assolutamente bipartisan, dove due presidenti di entrambi gli schieramenti politici ci hanno messo, come si suol dire, la faccia.
Tuttavia il presidente degli Stati Uniti, per tutta una serie di motivi, ben raramente è un esperto di guerre, e decide in base a quel che gli viene raccontato.
Non sono mai stata una grande estimatrice di Trump mentre Biden mi piace abbastanza. Ma l'idea di Trump di levarsi infine da lì e piantarla di sprecare soldi non mi sembra del tutto biasimevole nella sua essenza, e d'altra parte Biden è arrivato alla Casa Bianca con quattro anni di esperienza come vicepresidente e qualcosa della guerra in Afghanistan la sapeva già. A conti fatti, anche se parecchie cose sono state sbagliate nel corso di questi 20 anni, decidere se la colpa è dell'uno o dell'altro mi sembra difficile anche se il disastro di questi giorni mi sembra figlio di entrambi (e dei due loro predecessori).
In compenso, non sono convinta che per Trump insistere tanto su quella che, oggettivamente, si presenta come una sconfitta senza appello, sia una grande idea. Non tanto perché anche Trump ci ha messo del suo, in quella sconfitta - ma ce l'hanno messa in quattro, di presidenti, e non parliamo del Pentagono e della cosiddetta Intelligence, che per l'occasione sembra stata piuttosto una Stupidity di dimensioni davvero notevoli - non mi sembra una buona idea proprio di per sé. Agli americani in generale non piace molto sentirsi ricordare le loro sconfitte. D'accordo, non piace a nessuno, ma a loro in modo particolare.
Così almeno mi sembra, ma vai a sapere. Non pretendo di essere un'esperta di comunicazioni.

E poi, i talebani. Che sono arrivati spiegando che erano bravi e pucciosi, che avevano le loro idee e se le tenevano ma che sarebbero stati bravi e pazienti e avrebbero perdonato tutti.
Un quarto d'ora dopo, sparavano e rastrellavano.
A che gli è servito fare tutto quello sfoggio di bontà?
Dice che l'hanno fatto perché vogliono il riconoscimento internazionale del loro governo e gli aiuti internazionali perché l'economia del paese va male.
Ottima idea, ma non gli conveniva reggere la parte per qualche settimana, o almeno per qualche giorno?
Dice che tanto Putin e la Cina li riconosceranno lo stesso. 
Ma non credo che Putin potrà rimettergli in moto l'economia, visto che ha problemi piuttosto seri già con quella del suo paese. E non so fino a che punto la Cina gradirà avere una polveriera accanto a casa, anche se di fatto, come tutti, di come davvero funzioni la Cina non ho la minima idea.
In tutti i casi, per qualche giorno starsene tranquilli almeno con i proclami avrebbero potuto farlo con poca spesa.
Oppure no?

Ho scritto questo post senza nessuna speranza di infilarci dentro niente che fosse meritevole di essere scritto, ma solo per tentare di descrivere la confusione e lo sconcerto che il comune essere umano occidentale prova in questi giorni quando apre un giornale, un notiziario o anche solo un social dove si parli dell'Afghanistan, ovvero un paese che, dopo che da vent'anni ci stiamo, dovremmo conoscere come le nostre tasche e di cui non sappiamo invece niente.
Una pagina di diario, insomma, da rileggere magari tra qualche anno (...venti?), quando un po' di risposte ci saranno se non altro perché, avendo visto il seguito, potremo dedurre in qualche modo i precedenti.

11 commenti:

Lurkerella ha detto...

Solo adesso ho scoperto che i profughi afgani venivano rispediti indietro da più di 10 anni, perché tanto l'afganistan era sicuro.

dolcezzedimamma ha detto...

Effettivamente il post esprime benissimo tutta la confusione che stiamo vivendo ( e che soprattutto stanno vivendo i poveri afghani). E le tue domande non sono per nulla peregrine

Melchisedec ha detto...

Il tuo post con la tua solita chiarezza e leggerezza mi ha permesso di ripassare un po' di scottante storia attuale. Pochi giorni fa un mio amico ha postato sul suo status una foto dei Talebani con una didascalia in dialetto siciliano, ossia "Va parra cu chisti!" che, riportata il italiano, non rende l'idea, ma pressappoco suonerebbe così: "E' fatica sprecata tentare di dialogare con questi".

Murasaki ha detto...

@ Lurkerella:
La storia degi afghani rimandati in patria era uno di quei millemila dettagli che mi mancavano completamente. Anche così, tuttavia, quando ho letto che alcuni governi della UE erano decisi a continuare i rimpatri anche nelle scorse settimane, non ho pensato granché bene di loro.

@ Dolcezze:
e ricordiamoci sempre di ringraziare la nostra buona sorte per il fatto che ci limitiamo ad essere confusi e non ci sparano addosso!

@ Mel:
Questa ce l'abbiamo anche in fiorentino: "O ragionaci, con questi!" ^__^
(il problema, sembra di cominciare a capire, è - anche - che gli stessi talebani hanno seri problemi a ragionare con l'ala oltranzista talebana... che guarda caso, è quella che tiene in mano il fucile...

Corie ha detto...

Essì, le stesse domande che mi faccio anche io, poste con il tono giusto di chi, in fondom sa di essere stato preso in giro per 20 anni.

Tenar ha detto...

Ecco, anch'io ho le stesso domande e lo stesso sgomento. E tanta, tanta tristezza impotente.

Romolo ha detto...

Una sequela di errori talmente grandi ed evidenti che davvero lasciano esterrefatti. Anche da parte di persone decisamente in gamba come Obama. Mah! Forse sul serio tra qualche anno leggeremo una spiegazione plausibile sui libri di scuola

Lurkerella ha detto...

Sul Post c'è un riassunto della storia dell'Afghanistan, così ho anche capito cosa ci stava a fare Watson

Murasaki ha detto...

@ Corie Bratter e Tenar:
Sì, c'è la ferma consapevolezza di essere stata presa in giro per venti anni e tanta tristezza. E il dubbio che gli USA si siano anche un po' presi in giro anche per sé :(

@ Romolo:
Oh sì, ci dispiace infinitamente dover pensare che anche Obama sbagliava. E tuttavia, in quegli otto anni, qualcosina di non troppo accorto sembra di dover pensare che anche lui l'abbia fatta :(

@ Lurkerella:
Ebbene sì, con l'Afghanistan ci han battuto le corna anche gli inglesi.
Come ci ricorda Galetea, ce le ha battute perfino Alessandro Magno...

acquaforte ha detto...

Su Repubblica di oggi, 3 notizie mi hanno colpito. 1) il diario da Kabul, di A.Cairo, CRI internazionale. Un soldato, un mujaheddin, un hasara e talebani,tre etnie e rivali, si fanno un selfie, ridendo, mentre aspettano il medico occidentale per la protesi. 2) il giornalista picchiato dall'energumeno no vax che vuole convincerci (ed educarci) con le sue certezze. 3) il governo cinese che decide (quello che dovrebbero fare i genitori) quanto i minorenni possono stare online, sui videogiochi. Nel tempo di Internet, che ha allargato i nostri confini personali mostrando realtà, filosofie, vita insomma di altre culture,genti, ma che puo essere veleno perché il vero e il falso e' mescolato e difficile da decifrare. Il tutto con un click, tempo reale, senza filtri.... Che cosa e' la libertà oggi, carissima Murasaki?

Murasaki ha detto...

Dovrebbe essere il governo o dovrebbero essere i genitori a dare dei limiti ai ragazzi per il tempo al computer, e soprattutto per le preziose ore di sonno indispensabili prima di andare a scuola?
Ma i genitori possono soffrire di dipendenze ludiche pure loro, e di notte il computer può essere una droga. Il governo ha una visione più fredda della questione, forse. E forse il coronavirus ha alle spalle il suo bel carico di dipendenze aggiuntive, e in certe zone della Cona si sono fatti un lockdown che il nostro al confronto era all'acqua di rose.
L'ideale sarebbe che i ragazzi (e gli adulti!) non avessero nemmeno l'impulso di restare inchiodati al computer, ma sappiamo che non è così.
Comunque in Cina la libertà scarseggia anche sotto altri aspetti.
E sospetto che anche i no vax siano vittime dello stress da pandemia. Voglio dire, conosco gente in apparenza sana di mente che tira fuori discorsi stranissimi seguendo ragionamenti che forse gli sono sfuggiti di mano.
Sono domande difficili.
La terza notizia, che poi è la prima che hai detto, comunque è triste e basta. Quei tre ragazzi dovrebbero stare a farsi il selfie in piazza della loro città, o al mare o dove gli pare, non in attesa di una protesi che ben difficilmente si rende necessaria per rimediare i danni di un incidente in moto :(