Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemos |
Cambiare nome alle cose sostituendo parole usate da gran tempo non sempre sorte effetti felicissimi. D'altra parte le lingue vivono di cambiamenti e una lingua non cambia più solo quando è morta.
In molti han rumoreggiato quando gli handicappati sono diventati prima portatori di handicap e poi disabili, e i negri sono diventati neri, ma ormai gli handicappati non ci sono più e i negri esistono solo nelle vecchie traduzioni della Capanna dello zio Tom e nei discorsi di qualche estremista di destra particolarmente arretrato.
E in tanti hanno sbuffato davanti alle prime ministre e sindache e assessore dicendo che mai e poi mai sì barbare parole avrebbero attecchito nella nostra lingua - ma ormai abbastanza comunemente si parla appunto di sindache e ministre e financo avvocate, e pure le architette han smesso di suscitare reazioni scomposte e risate sguaiate.
Tuttavia certi cambiamenti devono percorrere una strada piuttosto lunga. Ricordo che mio padre ha continuato per diversi anni ad andare alla Valdarno al lavoro quando già da tempo la Valdarno era stata assorbita dall'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica - credo anzi che il vero cambiamento sia stato quando cambiò sede di lavoro per andare in una palazzina che non era stata mai della Valdarno ed era stata costruita dall'ENEL e dove tutti si erano sentiti lavoratori dell'ENEL sin dall'inizio. Tuttavia anche la Valdarno rimase nei discorsi di famiglia per anni, ma non per decenni.
In un qualche momento dei miei primissimi anni di insegnamento qualcuno decise di cambiare nomi agli ordini di scuola. La scuola materna diventò "dell'infanzia", la scuola elementare diventò "primaria" e la scuola media diventò "secondaria di primo grado", mentre le superiori diventarono "secondarie di secondo grado".
All'inizio, come sempre davanti a una qualsivoglia novità, rimasi piuttosto schifata. Passato il primo choc culturale feci appello alla mia autodisciplina e cercai coscienziosamente di adattarmi, aiutata in parte dai continui moduli che compilavo in quel periodo per il rinnovo graduatorie e dalle molte segreterie che frequentavo ai tempi delle supplenze brevi. La mia autodisciplina tuttavia subì una certa ridimensionata quando mi accorsi che intorno a me gli addetti ai lavori parlavano sempre solo e soltanto di medie e giammai si sporcavano la bocca evocando le scuole superiori.
E così, mentre gli africani e gli afroamericani dotati di pigmentazione scura venivano ormai quasi universalmente chiamati "neri" e gli handicappati sparivano senza lasciar traccia di sé insieme ai portatori di handicap, gli insegnanti delle elementari parlavano di primarie in gran scioltezza nemmeno fossero tutti cittadini americani in tempo di elezioni, la scuola dell'infanzia viveva un percorso più complesso, dovendo smanicarsi anche dal vecchio "asilo" oltre che dal desueto appellativo di "materna" ma insomma conosceva una sua evoluzione e la scuola "secondaria" si stava faticosamente smarcando dalle "superiori"ma la strada sembrava ancora lunga.
In tutti questi anni però le medie sono rimaste "medie", non solo per i giornalisti e i dibattiti televisivi, ma anche tra gli addetti ai lavori. Perfino i libri di scuola, che un tempo scrivevano fieramente in copertina "Manuale di storia per le scuole medie" oggi sorvolano pudicamente sull'ordine di scuola cui sono destinati.
A tutt'oggi, sono docente della scuola secondaria di primo grado solo quando compilo qualche modulo del MIUR e nessun genitore, custode o alunno sembra avere la minima propensione a parlare di "secondarie".
E c'è il suo motivo.
Tre anni fa, mentre compilavo un modulo dove mi dichiaravo Murasaki Shikibu, insegnante della Scuola Secondaria di Secondo Grado di St. Mary Mead, fui presa da un dubbio.
Col mio modulo in mano, uscii dalla scuola e guardai la targa di marmo dell'ingresso. C'era scritto "SCUOLA MEDIA XY".
Va bene, mi dissi, è una targa vecchia e non l'hanno cambiata.
Poi guardai meglio.
In alto, sopra la targa, c'era una targa in metallo. Portava scritto "Scuola Media XY". Era molto nuova e molto lucida.
E c'erano sopra la bandierina dell'Unione Europea e la targhetta del PON. E il PON è una roba senz'altro successiva all'arrivo delle scuolesecondariediprimogrado.
In tutti i casi, la mia scuola si dichiarava MEDIA in entrambe le targhe. Era lo Stato che la definiva così. Se andava bene per la targa d'ingresso, doveva andar bene anche per il MIUR, e meno storie.
Così rientrai, presi un nuovo modulo e scrissi risolutamente che ero Murasaki Shilibu ed insegnavo nella scuola media XY di St. Mary Mead, insieme a tutte le altre informazioni che mi erano richieste, e lo portai in Segreteria - dove lo presero senza batter ciglio. E da allora nei moduli scrivo sempre che insegno nella scuola media XY di St. Mary Mead che fa parte dell'Istituto Comprensivo di St. Mary Mead.
E poi venne il giorno in cui la Toscana aprì il portale dove gli insegnanti si segnavano per vaccinarsi. E mentre lo compilavo per l'ennesima volta nella vana speranza di trovare un angoletto disponibile per me, mi accorsi che stavo barrando la casella "docente scuola media".
Un portale per vaccinazioni della Regione Toscana è una roba piuttosto ufficiale, mi sembra, e serve a distribuire vaccini per conto delle ASL della Toscana - tutta roba molto statale, e siamo pure una regione a statuto ordinario. Ma non vogliono sentir parlare di scuole superiori di primo grado.
Ricapitolando: insegno in una Scuola Media, con tanto di targa all'ingresso che la definisce tale. L'Unione Europea ci elargisce fondi perché siamo una Scuola Media, la regione Toscana ci dichiara scuola media, la nostra carta intestata parla di Scuola Media XY di St. Mary Mead. I docenti intorno a me si autodefiniscono "insegnanti delle medie", ai Collegi Docenti le Scuole Secondarie di Primo Grado vengono nominate solo quando viene letta qualche circolare del Ministero - che è l'unico ente che si incaponisce a sostenere che siamo una Scuola Secondaria di Primo Grado e non una scuola media, anche se tollera che nella nostra targa sia scritto tutt'altro.
Siamo un caso isolato? La Toscana scolastica parla una lingua tutta sua? In tal caso, perché il Ministero lo tollera?
Oppure l'Italia brulica di scuole medie che solo due o tre volte all'anno vengono chiamate "Scuole Secondarie di Primo Grado"?
Che senso ha avuto svegliarsi una mattina e stabilire che le scuole d'Italia dovevano cambiare denominazione ufficiale e poi lasciargli quella vecchia?
Perché, almeno al MIUR, non si impegnano per chiamarci Istituti di Scuola Superiore di Primo Grado?
Oppure perché al MIUR non lasciano cadere questa farraginosa denominazione e non tornano a chiamarci, come tutti, Scuole Medie?
In questi infiniti dubbi s'annega il pensier mio. E può pur essere che al mondo esistano entità più inutili di questo post, ma al momento non me ne viene in mente nessuna.
*la data precisa non sono riuscita a trovarla, ma mi sembra di capire che sia stato il 2003, con la Riforma Moratti. Forse.
5 commenti:
Secondaria di primo e secondo grado è una terminologia che crea non poca confusione. In molti devono riflettere per capire a cosa ci si stia riferendo, probabilmente succede anche al Miur.
Lo strano vezzo di cambiare nome alle cose, pensando di realizzare chissà quale innovazione. Come si direbbe qua nel Veneto: la m.... , anca a cambiarghe nome, la spusa sempre nel stesso modo.
Su architetta , sindaca, avvocata e simili non mi esprimo, ma mi limito a pensare. Almeno fino a quando me lo permetteranno.
Il commento precedente è mio.. sono Ornella e google non vuole riconoscermi....
Comunque scuolasecondariadiprimogrado è orrendo. Così come sindaca o avvocata. Per non parlare dei presidenti di regione che sono diventati governatori (qualcuno glielo dice che sono in Molise e non nel Wisconsin?). O vogliamo valutare come novità linguistica "petaloso"? Sarò tradizionalista, ma non ne tollero uno di questi!
@ Filippo:
sul lavoro io prendo SEMPRE le cose troppo seriamente, e i risultati spesso sono molto comici ^_^
@ Hermione:
Infatti 'sta storia del primo e del secondo grado rende tutto inutilmente complicato. Voglio dire, se la chiamavano Scuola Rodolfa e Scuola Sigismonda, dopo un po' la nuova denominazione avrebbe comunque preso piede, perché avrebbe comunque indicato un preciso grado di scuola. Credo.
@ Ornella:
Google da un po' di tempo rompe parecchio, e io apprezzo molto chi nonostante ciò mi commenta!
@ Romolo:
Che scuolasecongariadiprimogrado faccia schifo, pena e pietà è fuor di dubbio.
Quanto ai governatori delle regioni, temo sia una innovazione che non ha una base legislativa, come il nostro Presidente del Consiglio che è diventato premier perché così han deciso i giornalisti. Un classico caso, insomma, in cui il Parlante cambia nome alle cose.
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