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martedì 12 gennaio 2021

L'incoronazione di Carlo Magno (post assai legato alla storia contemporanea)

 


La mattina di Natale, durante la messa, Carlo re dei Franchi venne incoronato imperatore da papa Leone III. Con questo gesto diede prova di grande gentilezza verso gli studenti, perché scelse una bella data rotonda che si ricorda sempre senza sforzo, e fondò una istituzione che attraversò i secoli per chiudere i battenti definitivamente solo nel 1919, quando l'ultimo imperatore cattolico d'Europa fu sbattuto fuori dal trono. Naturalmente non poteva sapere che quel gesto avrebbe avuto conseguenze così durature, ma sia lui che il papa erano consapevoli di fare qualcosa di importante - anche se in cuor loro erano convinti di continuare una tradizione, non di avviarne una completamente nuova (almeno credo).
Sul fatto che Carlo fu incoronato imperatore non ci sono dubbi: abbiamo le nostre varie fonti, anche se non dettagliate come le vorremmo. In compenso non sappiamo, e non possiamo sapere, cosa veramente passasse per la testa ai protagonisti.
Da secoli il dibattito storiografico in merito prosegue senza sosta, né c'è possibilità alcuna che qualcuno arrivi un bel giorno portandoci le risposte, e così ognuno ha la sua e in tanti non ne abbiamo affatto.
Quando, tanti e tanti anni fa, feci un corso all'università appunto dedicato a Carlo Magno scoprii che ogni storico vedeva quell'incoronazione a modo suo; ognuno di noi partecipanti al corso aveva avuto assegnato un bel tomo di studi storici dedicati appunto a Carlo Magno (e si trattava sempre di testi assai blasonati, che non di rado avevano rivoluzionato la storiografia carolingia) e lo doveva leggere e riferirne agli altri. Inevitabilmente ognuno di quei pregiati volumi conteneva ampie riflessioni e considerazioni sull'incoronazione e rimasi sorpresa, oltre che affascinata, dallo scoprire che ognuno dava di quell'interpretazione una versione diversa.
Carlo Magno fu colto di sorpresa? Oppure tutto era stato organizzato minuziosamente? Oppure c'era un progetto in corso ma Carlo non sapeva, o faceva finta di non sapere, che quella mattina sarebbe entrato in chiesa re per uscirne imperatore?
Quel gesto rafforzò il papa o l'imperatore o entrambi? Carlo era convinto? Era contento? Lasciò fare? Non si rese conto della portata del gesto?
Ogni storico aveva la sua da dire, e nessuno era completamente d'accordo con nessuno; tutti però, essendo storici di gran pregio, poggiavano la loro opinione su argomenti e considerazioni sempre molto appropriate e dunque, come nei manuali di filosofia, l'ultimo che arrivava ti convinceva sempre più del penultimo per poi essere soppiantato dal successivo. Evvabbé, eravamo giovani studiosi in formazione, che ci lasciassimo convincere senza far troppa resistenza ci stava.
A tutt'oggi non ho opinioni precise in merito, come spiego regolarmente ai miei alunni esponendogli una breve rosa di possibilità - perché mi preme prima di tutto che capiscano che la storia non è un insieme di fatti, ma un gioco di specchi dove, a seconda del punto in cui ti collochi, il quadro è sempre diverso perché è fortemente influenzato dalla realtà e dalla cultura contemporanea di chi la sta studiando.

Non abbiamo molta speranza di capire cosa passava per la testa dei protagonisti: nessuno di loro ci ha lasciato diari, memorie o autobiografie - ma quand'anche l'avesse fatto, fino a che punto sarebbe stato sincero, financo con sé stesso?
Poniamo che Carlo, sul suo diario personale e segretissimo, avesse scritto "Oggi mi hanno incoronato imperatore, proprio come Augusto. Che ganzo che sono!", lo avrebbe fatto per incoraggiarsi o perché lo pensava davvero? Lo avrebbe scritto per i posteri o per i suoi figli? Lo avrebbe scritto portato dall'entusiasmo del momento oppure due giorni dopo avrebbe pensato "Naaa, è stata una sciocchezza. Oh, se potessi tornare indietro e levarmi dai piedi il papa!"? Eccetera eccetera eccetera. Anni dopo, a imperatore morto, Eginardo scrisse che in seguito Carlo avrebbe detto che se avesse immaginato quel che sarebbe successo nemmeno entrava in chiesa. Eginardo però quel giorno non c'era, e soprattutto: sul serio il papa avrebbe azzardato una mossa del genere se avesse davvero pensato di contrariare il re dei Franchi, che non era esattamente quel tipo d'uomo che si lascia trasportare dagli eventi per poi balbettare smarrito "ma io non sapevo... non credevo... non immaginavo..."? La versione che vuole Carlo contrariato dal gesto è contemporanea o di molto successiva, e tesa ad indicare la modestia e l'umiltà (seeee...) del Re unto dal Signore?
Vai a sapere.

La sera del 6 Gennaio, mentre tutti noi mettevamo i denti negli ultimi dolci di Natale guardando con una punta di dispiacere (o di sollievo) gli addobbi natalizi che presto sarebbero stati riposti, negli USA è successo un avvenimento davvero molto particolare: il presidente ancora in carica ha fatto un discorso dai toni piuttosto sovversivi negando di essere stato sconfitto alle elezioni. Le migliaia di persone che hanno assistito a detto discorso hanno tumultuato e rumoreggiato in segno di approvazione e dopo una piccola frazione di loro se n'è andata all'assalto del palazzo sede del Congresso, che era lì dietro l'angolo, e che nella seduta di quel giorno avrebbe dovuto ratificare appunto che c'era un nuovo presidente in arrivo. La polizia ha cercato di traccheggiare e prendere tempo, suppongo anche per evitare una strage di dimostranti (molti dei quali armati) e di parlamentari, poi alla fine è dovuta intervenire ma non in modo indolore, e ci sono stati cinque morti - nessun parlamentare ma quattro degli assalitori e uno dei poliziotti, più varie decine di feriti. Alla fine il VicePresidente ancora in carica ha preso in mano la situazione, ratificato la nomina del nuovo Presidente e preso le distanze dal Presidente tuttora in carica. E tutti, tranne i morti e i feriti, sono tornati a casa piuttosto straniti.
Tutto ciò è avvenuto in diretta, davanti agli occhi del mondo. Telecamere, telecamere ovunque. Messaggi e filmati dai cellulari, social impazziti, cronisti da ogni angolo del mondo tirati giù dal letto, testimonianze di prima mano come se piovesse, resoconti discordanti altrettanto come se piovesse.
Ma per quanti filmati e racconti possiamo collezionare, nessuno mi dà le risposte che davvero vorrei, e sospetto che nessuno potrà mai darmele, per quanto il fatto venga e verrà esaminato da diritto e da rovescio.
Il Presidente in carica voleva che le cose andassero così o gli eventi gli han preso la mano?
Credeva di non volerlo ma in realtà voleva?
L'assalto poteva riuscire?
Era un golpe, un tentativo di golpe o una scampagnata in libertà? C'era un progetto comune?
Il Presidente sperava davvero che il VicePresidente avrebbe lasciato fare? Il VicePresidente si è posto il problema?
Quali ordini aveva ricevuto la polizia? 
Con i se e con i ma non si fa la storia, ma questo particolare avvenimento che oggi ci appare in un centinaio di modi diversi tra una settimana, un mese o quindici anni ci apparirà probabilmente sotto una luce differente, anche perché a quel punto sapremo cosa è successo dopo - ma chi ci ha partecipato poteva solo immaginare cosa sarebbe dovuto succedere, e nessuno, credo, aveva la palla di vetro in tasca.
Ad ogni modo, sembra di capire, a Capitol Hill si è fatta la storia. Che tipo di storia lo scopriremo col tempo.
Nel frattempo mando giù i commenti di tutti come fossero pane in tempo di carestia, e ogni volta do ragione all'ultimo che ha scritto.
E sono curiosa come una gazza* (e molto dispiaciuta per i morti e i feriti, naturalmente).

*detto e non concesso che le gazze siano particolarmente curiose

6 commenti:

Unknown ha detto...

Di gran lunga il commento più umile che abbia letto in questi giorni (nel senso dell'atto di umiltà di dire di non sapere).

Hermione ha detto...

Un'analisi molto sensata. Chissà se i contemporanei di Carlo Magno si posero gli stessi dubbi che attanagliano noi sullo pseudo golpe.
Per il resto, un "ai posteri l'ardua sentenza" ci sta tutto.

Anonimo ha detto...

Bah, non credo che Trump avesse (o abbia,se è per quello) mai avuto un progetto politico, quindi non credo che sapesse esattamente cosa stesse facendo: semplicemente ha fatto quello che fa sempre, agire e parlare prima di pensare; tutta sta storia è sembrata un suicidio politico condito da una rivolta all'acqua di rose, improvvisato e raffazzonato da dei buzzurri che mentre venivano portati fuori dal Campidoglio gridavano a favore di telecamere :" And now...Let's have a beer!!"
Nel momento in cui succedeva parlando con i miei figli ho fatto l'esempio della Marcia su Roma del '22, in cui le camicie nere minacciarono di prendere il potere con la violenza : mi sono resa conto col trascorrere degli eventi che i fascisti del 22 a confronto della folla di Capitol Hill erano dei sopraffini strateghi con un'analisi politica acuta e articolata...
Sicuramente salterà fuori che dietro qualcuno ha favorito, coperto conversazioni, eluso controlli,salterà fuori che dietro c'è stato un enorme "gomblotto", ma se tutto quel che ha saputo partorire questo enorme gomblotto è stato un tizio vestito come Jamiroquai in concerto... ho letto di gomblotti meglio riusciti nella storia!
Ciao
Betty

Romolo ha detto...

Fu mossa politica o improvvisazione? In quel modo sperava di cambiare il suo destino o l'ha definitivamente affossato? Ormai da un po' di tempo a questa parte accadono cose che fino a qualche tempo fa avremmo pensato di trovarle giusto in qualche sceneggiatura di B-movie. Entrerà quindi nella storia quest'assurdo attacco a Capitol Hill? Come dici giustamente tu, ai posteri l'ardua sentenza!

Murasaki ha detto...

@ Unknown:
Ti ringrazio, e confermo ^_^

@ Hermione:
Già, chissà se rimasero sorpresi, se si domandarono se era una buona idea, se approvarono, se dissero "Oh, era l'ora, sono più di cinquant'anni che si andava in questa direzione!". Un po' di tutto, immagino, e anche molto altro ^_^

@ Betty:
Sai, non sono del tutto convinta che una persona senza un progetto di un qualche tipo riesca a diventare presidente degli USA: è una macchina particolarissima, molto complessa e devi impegnartici molto.
Di sicuro il suo piano era, appunto, diventare presidente degli USA e anche ri-diventarlo: a quanto ho capèito ha iniziato la sua raccolta fondi per la seconda elezione pochi mesi dopo l'inizio del mandato. Ma su questo singolo avvenimento, ecco, tendo a pensarla come te.
DI SICURO i fascisti erano ottimi strateghi, o almeno lo era Mussolini. Che però il progetto politico ce l'aveva eccome, e molto chiaro in testa. Paragonarlo a Trump mi sembra davvero ingeneroso.
Quanto ai desperados all'assalto, dice che a ben guardarli non erano poi così portati dalla piena né così innocui.
Dice, sembra, pare, ci raccontano.
Vai a sapere.

@ Romolo:
L'assalto a Capital Hill è già entrato nella storia. Tra qualche tempo sapremo se in futuro verrà considerato un dettaglio da statistica o qualcosa che ha lasciato tracce. Quanto alle sceneggiature dei B-movie, non posso che condividere appieno.

Melchisedec ha detto...

Dovremo attendere qualche tempo. Immagini e narrazione cucita sulle immagini; talvolta pare un copione ben organizzato. Meglio intanto le tue riflessioni storiografiche su Carlo Magno.