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sabato 12 settembre 2020

La preoccupevole e istericissima tregenda della riapertura della scuola - 3 - Chi schivare non può la propria noja, l'accetti di buon grado

Questa canzone l'hanno cantata proprio tutti, non solo in inglese

ma io da bambina la conoscevo in versione italiana

Un mese fa, dopo abbondanti libagioni e soverchia espositura al caldo sole agostano, qualcuno al governo stabilì che gli insegnanti e personale scolastico vario, prima di rientrare a scuola, avrebbero fatto un test.
Di per sé non sembrava in effetti una pensata così fuor di luogo, e nelle intenzioni avrebbe dovuto contribuire a tranquillizzare chiunque per avventura si ritrovasse a lavorare nella scuola nonché gli alunni e le famiglie dei medesimi. 
MA venne anche stabilito che tale test sarebbe stato volontario - cioè chi voleva lo faceva, chi non voleva non lo faceva. E così già pochi giorni dopo partirono ampie scandalizzatissime crociate contro gli insegnanti che non lo facevano.
Ora, sorvolando sul fatto che fare il test non era poi così facile, che il test suddetto era organizzato su base regionale, che c'erano grandi liste di attesa e che, insomma, testare 835.000 insegnanti più un bel quantitativo di custodi nel giro di poche settimane era un lavoro piuttosto vasto e non certo rapidissimo, in ispecie in un paese che spesso è stato lodato per il suo clima, la bellezza e il fascino dei suoi abitanti, la sua squisita cucina e le sue infinite attrattive turistiche ma ben raramente per la sua organizzazione - resta comunque da dire che un test facoltativo su base volontaria include automaticamente la possibilità che qualcuno non senta alcuna volontà di farlo e perciò si avvalga della facoltà di non farlo.
Insomma, se proprio ci tieni che tutti facciano il test, mettilo obbligatorio e pazienza se i risultati definitivi arriveranno a Novembre, a scuola ampiamente iniziata e nel frattempo avran perso gran parte della loro utilità perché anche chi sarà risultato negativo che più negativo non si può nel frattempo avrà avuto centinaia di occasioni per infettarsi alla grande.
In realtà testare un campionario così vasto della popolazione raccolto in modo assolutamente casuale in una fascia di età dove il virus non era troppo dannoso ma risultava comunque piuttosto presente aveva senz'altro un suo perché e poteva fornire preziosi dati sugli Asintomatici, misteriosa categoria difficile da quantificare perché, non avendo appunto sintomi, se ne sta buona nel suo cantuccio e... contagia? Non contagia? In che misura contagia? La questione è ancora assai misteriosa e quindi meritevole di studio.
Anche spinta da questo motivo, ben consapevole di non avere mai avuto l'ombra di uno dei sintomi del coronavirus dall'inizio dell'anno in poi, sono stata ben lieta di fare un test e curiosa dei risultati.
Al momento, secondo le più recenti notizie, circa mezzo milione di solerti lavoratori della scuola sono andati a farsi cavare sangue e 13.000 di loro hanno così scoperto di essere positivi - e scrivo scoperto perché immagino che se già lo avessero saputo si sarebbero prontamente messi in malattia.
Dunque abbiamo un campionamento casuale che presenta un tasso di 2,6% di asintomatici e gli esperti analizzeranno il tutto come credono meglio, ma ai miei occhi sembra un dato piuttosto confortante: esiste sì l'incognita del bravo cittadino che senza saperlo va in giro infettando, ma sembra una incognita abbastanza contenuta. A occhio, non sembra di doverne dedurre che all'apertura delle scuole andremo tutti al macello come tanti capretti inconsapevoli, insomma - senza contare che partiamo con 13.000 di queste incognite già segnalate e temporaneamente tolte dal mazzo, che mi sembra davvero una bella cosa.
Fino a una settimana fa alle tre del pomeriggio, dunque, anch'io ero innocua per chiunque mi frequentasse. Che lo sia ancora adesso è possibile e anche auspicabile, ma non certo. Ma, dopotutto, cosa c'è di certo in questo mondo così mutevole e ingannevole?

Imperversano poi grandi polemiche sulla misurazione della temperatura - quella interiore degli alunni, in particolare.
La questione è stata aggirata imponendo che ognuno misuri la sua, la mattina: alunni, insegnanti e custodi, ogni mattina alle sette accomunati da questo rito collettivo col loro termometrino sotto braccio in ansiosa attesa del responso.
Anche qui, l'idea non manca di un suo fondo di buon senso: placchi il potenziale ammalato già all'inizio della giornata, lo tieni in casa sua al calduccio e chiami il medico invece di mandarlo in giro ad infettare un gente.
Ci sono tuttavia, come per tutte le cose, i pro, i contro e la gente che non è mai contenta.
Certo, misurare la temperatura all'arrivo a scuola con il termoscanner - oggetto un tempo sconosciutissimo ai più, di cui da qualche mese tutti parliamo con grande dimestichezza e con cui talvolta ci rapportiamo pure - sembrava la cosa più razionale, ma la scuola è, per antiche tradizioni, un posto dove si entra tutti insieme, e un conto è sorvegliare che l'ingresso sia il meno possibile simile alla bolgia appiccicaticcia che è sempre stata e si spera presto possa tornare ad essere, altro conto è fermarli uno per uno per rilevare la temperatura. Se non ti procuri una buona Giratempo, la procedura rischia di rivelarsi piuttosto lunga. Alla media di paese di St. Mary Mead potremmo magari farlo, ma nelle scuole con migliaia di alunni il procedimento potrebbe forse presentare qualche criticità.
Dunque sembra più logico affidarsi all'organizzazione familiare, che in Italia funziona decisamente meglio di quella pubblica - fermo restando che ogni famiglia ci ha il suo termometro e prendere la temperatura in modo esatto è meno facile di quel che si crede; quanto al Termometro Attendibile, due anni di assidua frequentazione degli ospedali mi hanno insegnato che, come l'araba fenice, che ci sia ciascun lo dice ma dove stia non è dato sapere. Il termoscanner, per lo meno, sarebbe stato lo stesso per tutti (forse), ma è certo che misurerebbe la temperatura di chi già da tempo va in giro a piedi, in auto o in pullmino, eventualmente impestando chi gli sta intorno.

Infine, i genitori, una categoria che in questi giorni è senz'altro accomunata da un gran mal di testa ma che comprende al suo interno tante microcategorie - per esempio quella dei genitori convinti che il Covid sia tutta una montatura dei Poteri Forti, nella fattispecie anche del Potere Forte degli insegnanti che preferiscono fare la Didattica a Distanza; ma anche la categoria dei Genitori che non si fidano degli altri genitori perché "sappiamo tutti che i bambini vengono mandati a scuola anche quando stanno male".
È vero, lo sappiamo tutti - io stessa sono stata mandata un paio di volte a scuola anche se non mi sentivo granché. In circostanze normali non è una condotta del tutto irragionevole perché spesso i ragazzi si autocurano, e si dà spesso il caso di creaturine arrivate a scuola male in arnese che alla terza ora scavallano alla grande, come si dà il caso di creature arrivate a scuola in ottima forma che a metà della prima ora vomitano anche l'anima o alla seconda ora chiedono di andare a misurarsi la febbre e hanno 39. Ma è possibile che quest'anno i genitori saranno meno sportivi e più prudenti (in tanti, in questi mesi, abbiamo imparato ad essere  più prudenti) e che i ragazzi si sforzeranno di essere un po' più ipocondriaci.

Nel frattempo il mio spirito polemico verso la ministra Azzolina si è smorzato. È vero che avrebbe dovuto ridurre il numero minimo degli alunni in classe e curare molto di più le procedure di immissione in ruolo, magari cominciando a darsi da fare in tal senso almeno da Aprile invece di inventarsi strani esperimenti di reclutamento quinquennale; e non c'è dubbio che non si tratta di un fulmine di guerra, anche se va pur detto che nel presente governo i fulmini di guerra scarseggiano. Ma va riconosciuto che possiede una certa qual resilienza gommosa che le ha permesso di non perdere troppo le staffe mentre tutti intorno si affollavano dandole la colpa financo dell'effetto serra, e mi sembra assurdo che il suo dicastero si prenda la colpa di quello che è forse un esperimento un po' azzardato, ma abbastanza necessario - e dopotutto va ben considerato che i milioni di alunni che tra due giorni si riverseranno a un rispettoso distanziamento sociale di due metri da noi non escono da sotto una campana di vetro e ormai da quattro mesi vanno in giro per il mondo, forse contagiando, forse venendo contagiati.

L'anno scolastico sta per cominciare.
Armiamoci di Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza, e che sia ciò che deve essere.

7 commenti:

Pellegrina ha detto...

Be’ se intendi con asintomatici i positivi, è quasi lo stesso tasso di positivi riscontrato a Vo’ (3%). Non è proprio tranquillizzante, tenendo conto che il campionamento è nazionale, quindi in certe zone la percentuale sarà più alta.
Il problema è che a Vo’ facevano i tamponi, qui credo di no.
Sul termometro nessuno vieterebbe una doppia misurazione preventiva a casa, ma una misurazione sullo stesso strumento, possibilmente di buona qualità e correttamente controllato e mantenuto (no discount cinese, insomma) permette un campione più significativo e stabile. Se il problema sono le file all’entrata, si cerca una soluzione per le file, ironia o no. Certo poi vedi in giro trappoline di termometri che paiono lì lì per spaccarsi e ti dici: mah.
Insomma nell’incertezza generale, compresa quella sul comportamento del virus ancora poco noto, meglio la prudenza. Anche se questo principio scatena in giro gran crisi di orticaria in chi vorrebbe la Risposta Certa e Unica Subito. Il che è abbastanza segno di grande ingenuità, metodologica anzitutto.
Quanto al fatalismo finale, se si fosse voluto spendere per aule e insegnanti anziché per giocattoli vari, non avrebbe fatto un soldo di danno, virus o no, anzi avrebbe potuto essere una scusa per cogliere la palla al balzo (e affanculo Maastricht, francamente). Quello, cioè evitare di concentrare più persone in luoghi chiusi, è mancato totalmente dalle aule ai trasporti, dove si sono aumentati il numero dei posti occupabili considerati “sicuri” a seconda della riapertura delle scuole o degli uffici aumentandolo dal 50 all’80%, perché altrimenti si sarebbe dovuta lasciare a terra troppa gente. Una follia, come approccio. Pertanto Azzolina o no il governo si è mostrato totalmente inadeguato.

O hai la certezza che non accadrà niente di serio, e allora lo dici perché non siamo una massa di schiavi dementi da tenere all’oscuro, o non ce l’hai. Se non ce l’hai, cosa più che comprensibile, lo dici e senza allarmismi prendi le giuste precauzioni anziché esibirti nei siparietti fumogeni che abbiamo visto da mesi in qua. I soldi per la sicurezza non sono mai uno spreco.
Ma il governo ha taciuto quanto sapeva sulla diffusione del virus per settimane, mandando avanti pagliacci di varia estrazione che sostenevano che il rischio non esisteva, sconsigliando o proibendo perfino i test. Quand’anche non ci fosse un solo infettato a scuola (in effetti altre situazioni come i luoghi di lavoro di molti adulti in spazi ristretti o mal aereati come uffici o fabbriche potrebbero essere più propizi alla diffusione del virus), difficile ormai anche fingere di credere alla sua serietà.

Visto da fuori sembra una serie di gesti formali che incidano il meno possibile sulle vere problematiche della situazione reale della scuola ma mettano al riparo da ricorsi e conseguenze legali di vario tipo i responsabili locali, perché comunque “qualcosa hanno fatto” e/o “hanno seguito le raccomandazioni ministeriali e governative”. Ovviamente non è loro colpa se non hanno potuto fare di più, eh, non sono loro a poter assumere il doppio degli insegnanti né affittare il doppio delle aule... ancora una volta è il governo a dover dare i mezzi per intervenire sul serio, o al ministero o agli EELL.

Profalcaffè ha detto...

Murasaki, la mia molesta curiosità mi impone di farti una domanda affatto avulsa dall'argomento del post: quest'anno che classi hai?
Sono uscito allo scoperto: sono il classico professore gay curioso come una bertuccia. 😅
Quanto alla mia assegnazione io aspetto e spero, si intende.

Anonimo ha detto...

Ogni tuo scritto è una boccata di ironia e acume.
Buon anno,Prof.

Prof. Cippalippa

Romolo ha detto...

Anche la mia dolce metà (che come forse ti ho già raccontato fa la segretaria in una scuola elementare paritaria) si è sottoposta al sierologico. Peccato che poi al Policlinico si sono scordati di comunicare i risultati! È riuscita a saperlo solo dopo 10 giorni, ma fortunatamente era negativa!

Murasaki ha detto...

@ Pellegrina:
Tante cose si potevano fare e non sono state fatte. In certi casi il problema era, oggettivamente, il tempo (non puoi ricostruire le scuole in pochi mesi, non puoi raddoppiare gli insegnanti perché non crescono sugli alberi), non credo siano stati i soldi, certamente c'è stata molta disorganizzazione e una notevolissima dose di cialtroneria. Quanto al governo, non ha fatto certo grandi cose, ma tuttavia qualcosa ha fatto. E comunque anche quello al momento dobbiamo tenercelo.
Quanto ai positivi, immagino che fossero asintomatici perché altrimenti si sarebbero fatti curare, e a quel che sembra ne abbiamo fermati una buona metà. Gli altri, probabilmente, sono ancora in coda ad aspettare e c'è pure il Lazio che è fuori dal conto, non ho capito perché, ma dove il test è stato fatto.
Ma, in sintesi, ormai siamo in ballo e balleremo, in un modo o nell'altro. Diciamo che siamo parte di un Grande Esperimento.
E diciamo che sarei più tranquilla se nella zona dove abito e insegno non spuntassero ogni giorno come funghi nuovi positivi. Ma così è, amen.

@ Profalcaffè:
Invero ignoravo che gli insegnanti gay si distinguessero per particolare curiosità ^__^
Comunque la tua non mi sembra una domanda molto indiscreta, e avrò una Terza, una Seconda e una Prima; e una valanga di sostituzioni, al momento, perché partiamo a scartamento ridotto. Qualcuno tra l'altro dovrebbe spiegarmi perché, dopo tanti anni, non si sono ancora degnati di mettere a ruolo le nostre cattedre di Inglese e Spagnolo, che di conseguenza ci mettono ogni anno un sacco di tempo per arrivare.
Auguri per l'assegnazione!

@ Prof. Cippalippa:
Grazie, e buonissimo anno anche a te!

@ Romolo:
Sulla comunicazione dei risultati, a quanto ho capito ogni istituto ha fatto repubblica a sé: promettevano tutti di contattarti se eri positivo, e qualcuno fissava una data per consegnare il risultato e qualcuno no ma potevi andare a chiedere più varie altre possibilità. A ben guardare, quindi, può darsi che i positivi siano più di quelli scoperti finora... oppure meno, perché corre voce che il test non sia molto sicuro (ma non so se è vero, io sono andata e basta, per il resto vedano loro).
Rallegramenti alla tua signora e buona navigazione anche a lei ^_^

Fatevi i Gatti Vostri ha detto...

In questi casi il risultato da sempre giustizia del come siano state fatte le cose e se e come avessero potuto esser fatte in maniera diversa e più efficace. Domani pubblicherò una foto di come siano assiepati gli studenti a Venezia, da incubo. Sono contenta di esserne fuori perché Bobby mi scrive da Londra che anche lì navigano a vista o meglio a orecchio.
Un gentile lettore i ha trovato la principessa e la trovi dove al solito, distanziata e con la mascherina.
Un abbraccio and take care of u
Dani

Murasaki ha detto...

Grazie Dani!
Auguri agli studenti veneziani (e pure a quelli inglesi) e passerò dal blog a ringraziare il gentilissimo Corsaro Rosso ^__^