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lunedì 10 febbraio 2020

Lunedì film - Jojo Rabbit


Di tendenza scanso come la peste i film su nazismo, deportazione, prima e seconda guerra mondiale e credo di essere l'unica italiana vivente che non ha mai visto nemmeno La vita è bella; li trovo troppo deprimenti per la mia delicata sensibilità e tanto c'è sempre qualche collega volenteroso che rifila alle terze qualche film assolutamente agghiacciante su questi temi. Un po' meglio digerisco i saggi storici su questi deplorevoli argomenti, e infatti ne ho macinati una rispettabile quantità. Tuttavia qualcosa in questo film mi chiamava e richiamava, e così un giorno mi sono fatta forza e mi sono imbucata in una proiezione pomeridiana.
Cosa strana, ne sono uscita un po' scocciata dicendo a me stessa che il vero vantaggio di averlo visto era che a quel punto potevo dire onestamente che non valeva la pena di vederlo. Cosa ancora più strana, ho continuato a pensarci per diversi giorni riandando con la memoria a diverse scene e adesso sono convinta che mi sia piaciuto molto, non solo, ma lo trovo particolarmente adatto per le scuole medie. Ripensandoci ancora, mi sono resa conto che quasi tutto il film mi era piaciuto moltissimo, e che l'unica cosa che mi era andata di traverso era il finale - proprio gli ultimi trenta secondi, quando i due protagonisti, peraltro quasi gli unici sopravvissuti di tutto il blocco dei personaggi, cominciano a ballare sulle note della versione tedesca di Heroes di David Bowie. Prima o poi capirò come mai proprio quello mi ha irritato, per adesso non me lo spiego - in fondo la canzone era del tutto pertinente oltre che molto bella, e c'era anche un motivo specifico perché i due si mettessero a ballare tra le macerie, ora che la guerra era finalmente finita.
In compenso ho trovato molto carina l'idea di inserire, all'inizio, la versione tedesca dei Beatles di I Wanna Hold Your Hand che invece all'apparenza c'entrava molto meno anche se sul momento mi è sembrata del tutto pertinente.
Jojo è il nome del protagonista, un adorabile e pucciosissimo ragazzino di dieci anni (dieci e mezzo alla fine del film) che si guadagna il soprannome di Rabbit quando, all'adunata della gioventù hitleriana cercano di convincerlo a strangolare un coniglio puccioso quasi quanto lui. È chiaro che il ragazzino non solo non vorrebbe affatto strangolarlo, ma anzi che l'unica cosa che gli verrebbe in mente, lasciato a sé stesso, sarebbe di cercare di farci amicizia perché gli piace moltissimo - e infatti il povero coniglio gli sta in braccio tranquillo e fiducioso. Nonostante le esortazioni a farlo fuori Jojo tenta di liberarlo, ma il coniglio viene ugualmente strangolato da un adulto che interviene prontamente - e lì ci rendiamo definitivamente conto, in verità senza sorprenderci più di tanto, che il ragazzo, nonostante tutta l'esaltazione nazista che professa a gran voce con sincero entusiasmo, nonostante sia stato imbevuto fino all'osso con la migliore propaganda di regime tanto da farsi addirittura Hitler come amico immaginario, non è più nazista del fiducioso coniglio che tiene in braccio.
Per lavare il suo onore Jojo decide allora di sparare una granata - che naturalmente esplode troppo presto ferendolo gravemente; il tutto però si risolverà con un leggero problema a una gamba e qualche leggera cicatrice in viso, più o meno della stessa gravità di quelle che può infliggere un gatto affettuoso quando fa le paste con troppo entusiasmo sulle mani del suo umano preferito.Quanto alle ferite morali, sua madre e il suo amico immaginario provvederanno a curarle nel migliore dei modi.
Siamo alla fine della seconda guerra mondiale. La Germania sta perdendo e lo sa. Jojo abita con sua madre in una casa piuttosto ricca e anche se il cibo e il carbone sono razionati anche per loro, i loro abiti sono di caldi e di ottima qualità e la loro vita è piuttosto confortevole. La madre in realtà lavora per la resistenza (come il padre, ufficialmente disperso in guerra ma in realtà disertore) ma è una donna saggia  oltre che una madre amorevole e quindi si guarda bene dall'interferire nello sfrenato patriottismo del figlio.
La trama è molto semplice: un po' di gioventù hitleriana, una ragazzina ebrea che la madre tiene nascosta nel sottoscala con cui Jojo farà amicizia dopo un po' di inziali zuffe e che gli spiegherà che gli ebrei non sono diversi dagli altri esseri umani (geniale la scena in cui Jojo le chiede di spiegargli dove la loro regina madre depone le uova). Poi la madre viene scoperta e impiccata (geniale anche la scena dove Jojo la ritrova e gli spettatori la riconoscono dalle scarpe ma senza che venga mai inquadrata la figura intera). I due bambini rimangono soli a guardare i bombardamenti (che risparmiano miracolosamente la loro casa), poi il ragazzino fruga tra i rifiuti per rimediare un po' di cibo e infine, dopo che tutto il mondo di Jojo tranne la casa è andato in pezzi e anche l'amico immaginario è stato cacciato via in malo modo, arrivano gli alleati, e da lì in qualche modo si ripartirà.
Il film parte come racconto surreale, poi resta a lungo sospeso tra favola e racconto dell'orrore e finisce con i titoli che scorrono sui due ragazzi che ballano tra le macerie - suppongo perché in qualche modo doveva pur finire, e quello era un modo come un altro, magari non il più felice ma forse avevano esaurito le idee, e comunque in tanti per quel finale ci sono andati pazzi. Più che una storia sul nazismo la definirei la storia di un'anima innocente che nonostante tutto e tutti riesce a mantenersi tale e che serve a ricordarci, a noi che sappiamo benissimo che gli ebrei non deponevano uova ed erano comuni esseri umani, che anche i tedeschi non deponevano uova e nonostante tutto erano comuni esseri umani - un messaggio tutto sommato confortante, di quelli che mi piacciono.
Come ho già scritto, nel complesso mi è piaciuto nonostante l'irritazione per il finale, e sospetto possa piacere parecchio a degli adolescenti. L'anno prossimo farò la prova.

2 commenti:

dolcezzedimamma ha detto...

Io non sono riuscita a vederlo, ma me ne hanno parlato bene. Se serve a veicolare un messaggio è un buon film

Murasaki ha detto...

Di messaggio ne veicola parecchi, in effetti - e non solo legati al nazismo o alla nostra storia.
In effetti mi sembra perfettamente fruibile anche da chi non sa niente di nazismo e dell'Olocausto. Insomma, racconta una storia universale.