Il mio blog preferito

mercoledì 3 settembre 2025

Lo strano caso degli squali nel bosco durante il Medio Evo (Tralalero Tralalà)


Siccome il manuale di storia, fresco di adozione, si soffermava con cura e in modo efficace sui cambiamenti del paesaggio europeo dopo la caduta dell'impero romano e durante l'altro medioevo, con tutto il relativo corredo di impaludamenti, rimboschimenti eccetera; e siccome i ragazzi della Prima Radioattiva sembravano essersi presi abbastanza a cuore i vari modi con cui i nostri antenati usavano prati, boschi, fossi e paludi, decisi di farci una bella verifica scritta, di quelle a domande aperte.
I ragazzi si misero sotto e il paio di ore a ciò preposto passò piuttosto tranquillamente. In seguito venne per me il momento della correzione e come sempre partii da quelli che erano secondo me i più scarsi. Corressi, appuntai, emendai, a tratti inorridii, finché arrivò Qualcuno - ebbi cura di rimuovere dalla mia memoria chi era, quindi non starò a far nomi; ma insomma questo Qualcuno scrisse che nelle foreste c'erano anche gli squali
Guardai, riguardai, inorridii, misi un punto esclamativo, accennai in una nota a lato che nessuno squalo aveva la minima possibilità di restare vivo a lungo in una foresta (detto e non concesso che riuscisse ad arrivarci, e davvero non capivo perché mai comunque avrebbe dovuto provare a farlo) segnai a lapis un bel 4 e continuai a fare il mio lavoro.
Per ultimi arrivarono il gruppetto dei bravi, che avevano braveggiato come previsto, senonché Carbonio (ragazzo molto interessato alla storia che tra l'altro ci aveva una fissa per Napoleone sul quale, mi aveva raccontato la madre, si era letto diversi libri - e le avevo detto che era cosa buona e giusta interessarsi a Napoleone, e sia chiaro che Carbonio non studiava Napoleone invece del programma che stavamo facendo, era un interesse che coltivava a parte, com'era suo pieno diritto) e insomma trovai anche lì degli squali nella foresta. 
Rimasi interdetta: Carbonio era un ragazzo sensato e studioso, e comunque cos'era quella fissa collettiva sugli squali? 
Guardai, e guardai meglio; finii così per accorgermi  che non di squali si trattava, bensì di soldati. Ora, non mi ricordo come e in che modo ma c'era effettivamente un passo del manuale che parlava di soldati nella foresta, ed erano inseriti in un contesto logico e ragionevole, e dunque quanto scritto da Carbonio era del tutto pertinente.
Se poi qualcuno si stesse domandando come fosse possibile mettere dei soldati che somigliassero molto a degli squali, la cosa si spiega col fatto che Carbonio è certificato come disgrafico - in pratica, scrive male, con lettere che non hanno sempre le stesse dimensioni e hanno un tratto approssimativo,  insomma se l'han certificato per disgrafia c'è bene il suo motivo e, per quanto si impegni, i suoi compiti scritti a mano sono sempre piuttosto avventurosi da leggere.
Provai a ricordare la disposizione dei posti e finii per concludere che il Qualcuno aveva copiato da Carbonio sbirciando il foglio che Carbonio scriveva davanti a lui, ma senza applicare alcun filtro di correzione, e insomma aveva serenamente messo gli squali nella foresta senza farsi domande, e questo era un segnale talmente negativo e indice di tal stupidèra che, appunto, decisi di rimuovere dalla mia mente il nome dello squalificante, onde non renderlo vittima in futuro di pregiudizi da parte mia. Magari lo squalo era stato un punto molto basso ma a quell'età si cresce e ci si redime molto velocemente anche da orribili colpe, e insomma non volevo vincolarlo per tre anni a un giudizio così fortemente negativo.
Riconsegnai i compiti e  dopo aver riferito la questione degli squali spiegai loro:
"Durante i compiti di Storia non mi preoccupo mai molto di controllare se qualcuno copia, perché tanto la cosa viene sempre fuori, in un modo o nell'altro. Copiare è un lavoro che richiede intelligenza e anche un po' di conoscenza dell'argomento su cui si copia, e se hai intelligenza e un po' di conoscenza dell'argomento trattato, a quel punto copiare non ha molto senso in una verifica di prima media a risposte aperte. Chi ha trasformato i soldati in quali senza nemmeno soffermarsi a pensare a cosa stava scrivendo ha preso il suo bravo quattro ma io lo invito a cercare di usare un po' di buon senso in futuro anche se prometto che la cosa non gli verrà mai rinfacciata". E del resto, anche se non avevo fatto il nome, loro con tutta probabilità sapevano chi era, anche se il suo non era l'unico quattro.
L'incidente si chiuse lì, per quanto mi riguardava, a parte far sganasciare i colleghi in Sala Insegnanti perché gli squali nelle foreste dell'alto medioevo erano davvero troppo carini.

Tuttavia la storia ha un suo seguito, perché un giorno, mentre cercavo un po' di musica lo fi per sottofondo mentre correggevo, inciampai in un video dove c'era davvero uno squalo nel bosco, e se ne stava molto riflessivo, seduto a meditare mentre intorno a lui le foglie cadevano ondeggiando nel venticello leggero. Uno squalo con scarpe Adidas (lo squalo in questione ha le gambe), e in seguito ho scoperto che si chiama Tralalero Tralalà e fa parte di un gruppo di strani personaggi che vanno sotto il nome di Brian Riot, che piacciono molto agli adolescenti. Il personaggio in questione non mi è rimasto molto simpatico quando ho provato a conoscerlo più a fondo, ma dopotutto i Brian Riot non sono stati fatti per adulti pedanti e politically correct come me.
Così ho caricato il video sulla Classroom di storia spiegando che, a quanto pare, gli squali nelle foreste ci possono essere davvero. 
In effetti la presenza delle scarpe Adidas tenderebbe a escludere che si tratti di foreste altomedievali, ma su questo ho evitato di soffermarmi: pedante sì, ma non è necessario esserlo sempre.

domenica 31 agosto 2025

Lament (post di spurgo, come per le lumache)

Murasaki e la sua Prima (ormai diventata una Seconda)

Oggi è l'ultimo giorno dell'anno scolastico 2024/2025, che è stato al momento il più faticoso della mia ormai ventisennale carriera di insegnante. Mentre stavo rimettendo in ordine uno di quei pacchetti di fogli che in casa mia ogni tanto, misteriosamente, si accumulano ho pensato di... non so, forse tirare qualche filo.
Quest'anno, come in tutti gli ultimi anni, ho avuto tre classi: la Prima, dove ho fatto (e farò) tutto il pacchetto di 10 ore con Italiano, Storia e Geografia e una Seconda e una Terza dove ho fatto solo Storia e Geografia.
I ragazzi (non solo i mei) hanno fatto un po' di tutto, ma non in senso positivo. Sta di fatto che ognuno di queste tre classi ha avuto una Riunione Straordinaria  con i genitori, e sempre per motivi disciplinari.
Le Riunioni Straordinarie con i Genitori sono una trovata della psicologa della scuola. Perché sì, abbiamo una psicologa della scuola, è quest'anno si è divertita quanto ha voluto.
Le Riunioni Straordinarie con i genitori sono una roba che a modo loro è anche utile, perché se non altro servono a spurgare la situazione*: i genitori tirano fuori rimostranze stranissime, litigano tra loro e raccontano cose di cui noi insegnanti non eravamo minimamente a conoscenza. Ci aiutano a capire meglio la situazione ma sono anche terribilmente stressanti.
Inoltre per queste tre classi abbiamo avuto non meno di quattro Consigli Straordinari (uno dei quali, come ho raccontato, diviso in due parti) e due sospensioni, una delle quali doppia, oltre a una quantità immane di messaggi interni nelle Classroom del Consiglio dove riferivamo ai colleghi una infinità di questioni una più spinosa dell'altra.  E abbiamo collezionato una quantità immane di Convocazioni di singole coppie di genitori, con o senza la presenza del Dirigente.

Qui racconterò qualcosa della Prima Radioattiva, che davvero non ci ha fatto mancare niente.
Sulla carta l'avevano presentata come una nuova Corte dei Miracoli. 
Siccome l'anno prima avevo felicemente portato all'esame per l'appunto una classe che era stata descritta come una Corte dei Miracoli, ma che a conti fatti si era rivelata molto simpatica, anche se con qualche spina qua e là, non mi ero preoccupata troppo. C'era Uranio, questo sì, ma siccome era stato staccato da gran parte dei suoi Compagni di Merende, all'inizio sembrava piuttosto gestibile. Ho un certo talento con i ragazzi polemici&intrattabili, e confidavo in quello.
Il talento, se davvero c'è, non è comunque bastato: dopo qualche settimana di osservazione ha trovato nuovi Compagni di Merende con cui fare gruppo e ha cominciato a imperversare. Due dei Compagni di Merende erano nella sua classe, poi ce n'era un quarto che probabilmente era diventato un Compagno di Merende per paura, con l'intento di evitare guai. Non li ha evitati e ci ha pure lasciato un paio di denti, ma questo l'ha portato a lunghe riflessioni. Almeno spero, perché i denti sono importanti.
C'erano, anzi ci sono gli armadietti della Didattica Dada, dove per pochi minuti i ragazzi ogni due ore cambiano i libri in assenza di sorveglianza. A quegli armadietti, abbiamo scoperto poi, succedeva di tutto.
Il fatto che, tra risse, scazzi, insulti et similia, alla fine mancasse il tempo per fare quanto previsto agli armadietti, ovvero lasciare i libri e il materiale delle ore precedenti e prendere ciò che serviva per le ore successive, immagino che andasse messo in conto. Mai visto arrivare in aula una classe così sguarnita: e il libro no perché non sapevo che oggi c'era da portare, e il quaderno no perché l'avevano dimenticato, e il diario per i compiti no perché...
La quantità di note collettive messe perché non avevano questo né quello né tantomeno quell'altro non ha avuto limiti né confini. Poi c'erano le note individuali di chi non aveva questo e quest'altro, e anche quelle sono state un numero incredibile. Attenzione, non sto parlando di note disciplinari - anche quelle non avevano limiti né confini, naturalmente, e non di rado mentre le scrivevo mi sono ritrovata a pensare che forse quegli elenchi di Note Strane che circolano in rete potrebbero avere un fondamento di verità.
C'era il divieto di usare il cellulare. Con quei cellulari pare sia stato fatto di tutto. Mai visto una roba del genere. E pare che quel che facevano a casa, con i cellulari, fosse pure peggio.
Bullismo, naturalmente. Abbiamo avuto ben due coppie di genitori che sono andati in Presidenza ad elevare alte e giustificabili lamentele. Altre coppie, abbiamo scoperto in seguito, non sono andate perché in cuor loro coltivavano una certa rassegnazione. Altre storie sono spuntate qua e là nei colloqui con le famiglie.
La rassegnazione aveva anche alcuni aspetti collaterali: alla riunione dei genitori ci è stato spiegato che "X dice che, visto che tanto tutti fanno quello che gli pare, lui i compiti non li fa più".
Così, già al primo quadrimestre, nella scheda c'era un gruppetto di insufficienze singolarmente folto.
C'erano i Compagni di Merende, d'accordo. C'era un discreto clima di deboscia. C'era il fatto che spesso e volentieri fare lezione era una vera avventura anche per la Decana, che sono me.
E c'erano le lezioni in cui A si lamentava di B che si lamentava di C, D e F che reagivano malissimo. Allora partiva la discussione e in un paio di casi la prof. Murasaki ha lasciato che la discussione procedesse nella speranza (che si è poi rivelata vana) di capirci qualcosa: infatti buona parte di loro parla un italiano terrificante e racconta le cose malissimo. E sì, l'insegnante di Italiano dovrebbe appunto badare a questo: che gli alunni imparino ad esprimersi correttamente e soprattutto che siano in grado di infilare un racconto comprensibile.
Sia chiaro: in questo come in tutto l'insegnante di Italiano non ha cavato quasi nessun ragno dal buco.
C'erano dei problemi immani con la coniugazione dei verbi. 
Non è poi così insolito che all'inizio della prima media alcuni alunni sbaglino alcuni tempi verbali. Personalmente, in questi casi li piazzo a coniugare verbi per qualche ora con la grammatica aperta sotto gli occhi finché non gli scatta l'automatismo. A un certo punto scatta, e da quel momento i verbi li dicono quasi sempre giusti.
Non loro. No, loro no. 
Poniamo: l'imperfetto. Chi mai ha dei problemi con l'imperfetto? Io circumnavigavo, tu circumnavigavi, egli circumnavigava. E' facile.
Non per loro. Già fargli capire che l'imperfetto era quello con "avo" non è stato per niente facile. Ma già dopo la seconda persona quell'imperfetto si trasformava. Diventava un passato remoto, un congiuntivo trapassato, un futuro... sì, diventava anche un futuro. E se non li avessi sentiti con queste orecchie non l'avrei mai creduto possibile.
Insomma: gran parte della classe ha più o meno frequentato la prima, ma non l'ha fatta. 
A fine anno la prof. Moredress, celebre per riuscire ad insegnare matematica anche ai sassi (ma non a loro, o almeno così assicura) gli ha chiesto: "Cos'avete trovato difficile quest'anno, nel passaggio da elementari a medie?" e tutti han risposto lamentandosi dell'eccessivo carico di studio, lasciandola interdetta.
"Ma... voi non avete studiato!" ha provato a ribattere sbalordita.
E niente, erano tutti accasciati per l'eccesso di studio cui erano stati sottoposti.
In realtà, in mezzo a questa immane bolgia, tre di loro han studiato coscienziosamente tutte le materie e seguito tutte le lezioni, e i genitori assicurano che si sono anche divertiti. A loro non ho dato i compiti per le vacanze**.
Agli altri sì, e in gran quantità in barba ai miei principi. E non temo ChatGBT perché sono quasi tutti compiti di esposizione - e di coniugazione di verbi, naturalmente.

Agli scrutini la classe è stata un po' ripulita. Ma resta il problema che non solo non hanno fatto la Prima, ma non hanno nemmeno costruito un gruppo classe - anche se qua e là si è formato qualche gruppetto. Forse***. 

L'anno scolastico sta per cominciare. Possa il Cielo assisterci tutti quanti.

*come si fa con le lumache, che prima di cucinarle vanno tenute a spurgare in un secchio di acqua. Così almeno dicono i libri di ricette, perché io le lumache non le ho mai cucinate né ho mai desiderato farlo: sono tra i pochissimi cibi che non mi piacciono.

** e uno di loro mi ha scritto "Quindi noi dobbiamo solo ripassare?". Gli ho risposto che naturalmente nessuno gli impediva di fare qualcosa, se così gli andava, ma che l'unica cosa che mi interessava davvero che facessero era divertirsi e rilassarsi quanto più potevano.

** Può essere. Potrebbe essere. Poteva essere. Potesse essere. Potrebbino essere.

lunedì 28 luglio 2025

Lunedì film - Wargames (Film per le medie)

 
Il film, uscito nel 1983, rientra nella categoria "classici dimenticati degli anni Ottanta", ovvero ebbe un grande successo quando uscì ma in seguito è stato abbastanza dimenticato, probabilmente per questioni storiche: il tema principale era la Guerra Fredda, ma pochi anni dopo la Guerra Fredda finì e per molti anni è rimasta un vago ricordo del passato. Inoltre i protagonisti erano  molto giovani ma da allora i ragazzi nel mondo occidentale sono molto diminuiti di numero e hanno smesso di fare tendenza. Inoltre racconta un mondo che non c'è più.
La trama è piuttosto semplice e già allora un po' scontata: abbiamo David, il classico genietto da computer (ma ai nostri occhi sono ormai computer vagamente preistorici, dove i comandi andavano scritti con quella particolare scrittura ad aghi oggi completamente dimenticata, c'erano i dischetti... insomma, un mondo davvero lontano) che maneggia molto bene quel mondo misterioso intrufolandosi tranquillamente nel registro elettronico della scuola. Per impressionare una sua amica Jennifer - una bella ragazza molto disponibile ma con precisi principi morali - cambia un po' di voti, anche a lei, ma lei non gradisce e si arrabbia - e naviga allegramente nei canali delle industrie di videogiochi per piratarseli. E un bel giorno, dopo appunto aver ritoccato i voti, entra anche in un sito dove c'è un gioco molto ganzo: la guerra termonucleare tra sovietici e americani. Molto contento comincia a giocare e non viene nemmeno sfiorato dal sospetto che non sia affatto un videogioco.
Alla Grande Base dove studiano ed esperimentano le varie possibilità per reagire appunto ad un eventuale attacco militare sovietico sono però convinti che ci sia, appunto, un attacco nucleare in corso e il disastro viene evitato per un pelo. A quel punto i servizi segreti si sguinzagliano alla ricerca del misterioso intruso, che non sospetta di niente e continua allegramente a giocare.
Alla fine i servizi segreti lo trovano e lo catturano, e naturalmente non credono una parola del suo racconto. Il ragazzo comunque riesce a fuggire grazie ad un abile intrallazzo elettronico e, aiutato da Jennifer, con un abile lavoro investigativo, riesce anche a raggiungere lo scienziato che aveva elaborato la piattaforma per la guerra termonucleare, e che si era dato per morto e aveva tagliato i ponti con tutti essenzialmente perché quel tipo di giochi gli sembrava un po' troppo percoloso. Il sistema operativo però non si era dimenticato di lui e da qualche anno aspettava fiducioso di giocare di nuovo con il suo creatore.
Alla fine tutti e tre raggiungono la Grande Base - un posto davvero affascinante pieno di schermi e di operatori che sembrano usciti un po' da Star Trek, un po' da Gundam e probabilmente da altri classici dell'epoca che non conosco:
ADORO questi tipo di scenari, e ho sempre sognato di lavorare in un posto così
dove nel frattempo tutti sono in grandissimo tumulto e agitazione perché il computer non ne vuol sapere di smettere di giocare sol suo amato creatore. 
Alla fine David ricomincia a giocare con lui e lo convince a chiudere la partita-
Molto perplesso il computer chiude pronunciando una delle frasi più sagge di tutti i tempi con la tipica voce sintetizzata con cui parlavano i computer in quegli anni spensierati:

"Strano gioco: la sola mossa vincente è non giocare": frase che, al contrario del resto del film, non è stata affatto dimenticata.
Tutto si ferma, alla Grande Base festeggiano con grande entusiasmo e si suppone che festeggino alla grande anche i sovietici, ma di loro non sappiamo niente.

Il film quindi si basa su due dei grandi tormentoni di quegli anni: il giovane genietto che si intrufola nei blindatissimi sistemi di sicurezza delle superpotenze, di cui ho già detto, e il racconto della guerra termonucleare definitiva che comincia per caso, su cui si basano infiniti film e ancor più infiniti racconti e romanzi di fantascienza, compreso Terra! di Stefano Benni che uscì proprio lo stesso anno di Wargames.

Il film naturalmente funziona benissimo facendolo vedere a una terza media: personaggi adolescenti, adulti tutti pazzi uno più dell'altro ma che gestiscono il mondo e rischiano di fare grandissimi pasticci (e meno male che ci sono dei ragazzi a sistemare le cose), trama semplice, un po' di scene di azione e soprattutto un sacco di computer che recitano benissimo, nonché un ottimo lieto fine che arriva però dopo una scena di grande suspense. Oltre ai computer recitano veramente bene anche i missili che si risvegliano, si innestano sulle apposite rampe di lancio e puntano verso l'avversario.
Sul piano storico serve a descrivere perfettamente la Guerra Fredda vista dalla parte occidentale, con quella vaga atmosfera di terrore che innervava un po' tutta la nostra piacevole e benestante esistenza, e anche l'incubo della Guerra Per Caso che turbava tanto i nostri sonni. Dura quasi due ore ma sono ore spese bene.
E c'è anche una bella canzone: Crosby, Still & Nash, nientemeno

venerdì 25 luglio 2025

L'arrivo delle missive - Aliya Whiteley

Si tratta di un cosiddetto racconto lungo, che volendo e a seconda dei gusti potrebbe essere anche definito romanzo breve: 150 pagine, ma sono 150 pagine reali, belle fitte e nemmeno divise in capitoli. Scorre molto bene e si può tranquillamente consumare in un giorno o due serate, nemmeno troppo lunghe; pubblicato in Inghilterra (dove è ambientato) nel 2016 e pubblicato in Italia nel 2018 dalla casa editrice Carbonio, di cui fino a due giorni fa ignoravo financo l'esistenza ma che sembra gestita da persone di buon gusto. La copertina non c'entra alcunché con il contenuto (a parte essere ambientato nella campagna inglese) ma, nonostante quelle strane sagome nere non è sgradevole, che è più di quanto si possa dire delle copertine che normalmente circolano. L'autrice sembra promettere bene ma non hanno tradotto altro di lei, in italiano. Peccato perché mi sembra che meriterebbe, però è giovane e quindi magari col tempo arriveranno altre cose.
Visto che, per vari motivi che proverò dopo a esporre, della trama non posso dire granché proverò a dire a chi potrebbe piacere. A me, prima di tutto, ma non è molto indicativo perché sono abbastanza onnivora. Non ha avuto un gran risalto ma cercando si trovano diverse recensioni, per lo più favorevoli. Insomma, a quei pochi eletti che in qualche modo sono riusciti a metterci le mani è piaciuto abbastanza. Io l'ho pescato in biblioteca, ma credo che lo comprerò - col prossimo bonus, però, perché quello di quest'anno ormai l'ho spolpato tutto.
Viene di solito classificato come "fantascienza", oppure "distopia", che è una di quelle parole onnicomprensive di recente acquisizione che viene usata per indicare la descrizione di una società futura e piuttosto schifida. Questo libro però non descrive una società futura e quella che presenta non solo non ha nulla di schifido, ma è una normale ambientazione inglese agli inizi del secolo scorso. Personalmente, non ci ho trovato nulla di spaventoso e per certe cose sono di viscere piuttosto sensibili.
C'è, effettivamente, qualche elemento fantascientifico, ma proiettato molto avanti nel tempo.
Torniamo alla domanda iniziale: a chi potrebbe piacere? Cosa c'è dentro?
E' un racconto di formazione, a ispirazione femminista - ma, anche se la protagonista è femmina, i temi principali sono l'autodeterminazione, la realizzazione personale e soprattutto il libero arbitrio, ma anche la volontà di non farsi troppo guidare da chi ha già deciso cosa sarebbe bene per te o per tutti - e sono tutti temi che riguardano anche gli uomini, in effetti.
Non esito a definirlo una storia a lieto fine. Certo, il futuro si apre su delle incognite - ma ditemi voi quale futuro non contiene delle incognite. 
L'ho pescato tra i suggerimenti di un blog letterario dove la tenutaria aveva deciso di elencare cinque titoli "disturbanti" che le erano piaciuti molto. Davvero non so perché ho aperto un video che mi prometteva delle letture disturbanti: io non amo affatto essere disturbata e riempita di inquietudini, e non è certo quello il criterio con cui mi sceglierei una lettura. 
Sta di fatto che il primo libro presentato era questo, che mi sembrava rientrare nella categoria interessante; il secondo e il terzo dalla descrizione mi sono sembrati due pugni nello stomaco e gli ultimi due non saprò mai quali sono perché ho chiuso il video stabilito che quella roba aveva buone possibilità di disturbarmi assai.
Dunque non sono molto d'accordo col fatto che sia fantascienza, e volendo potrebbe tranquillamente rientrare nel fantasy, o più esattamente nella letteratura fantastica - non che ci siano streghe o folletti, ma sappiamo tutti che ormai con l'etichetta fantasy circola davvero un po' di tutto, compresa molta roba pubblicata da Urania.
C'è una buona traccia di romance, volendo - ma anche sotto l'etichetta romance circola ormai un po' di tutto.

Ma veniamo alla trama. Anzi, non veniamo alla trama perché non si può raccontare. Non tutta, almeno. Personalmente non ho nulla contro gli spoiler, ma la trama presenta un buon numero di svolte e presentarne solo una o due non mi sembra abbia molto senso.
Così proverò a... ehm... dire qualcosa. Solo qualcosa.
Siamo, e sia chiaro che ci resteremo fino alla fine, in una bella campagna inglese, a primavera avanzata. La storia si snoda nell'arco di due-tre mesi. La prima guerra mondiale è finita da un paio di anni e la gioventù inglese è ancora lì che si lecca le ferite dopo l'abominevole salasso cui è stata sottoposta. Nei flashback avremo anche un piccolo, piccolo pezzettino di una battaglia della guerra in questione. Poca roba, ma molto coinvolgente e realistica.
La protagonista è una fanciulla di diciassette anni, considerata già in età matrimoniabile. Nonostante la fascetta ci informi che Shirley sembra già avere un destino stabilito per lei e che i genitori abbiano già deciso chi deve sposarla la cosa non è affatto così dichiarata e inevitabile, e Shirley ha i suoi bravi progetti. Inoltre è innamorata del suo professore - che ha 24 anni, e quindi non sembra affatto improponibile. Poi, certo, la famiglia ha altri progetti, ma chi non ne ha? E dopotutto, la madre è scappata a suo tempo col suo attuale marito: le ragazze inglesi hanno sempre avuto una certa determinazione nello scegliersi un destino su misura.
Il suo amato professore, all'inizio della storia, per quanto oggetto di ardenti fantasticherie e di ben precisi progetti, al momento è del tutto ignaro della questione. Tuttavia la vita funziona a modo suo, la ragazza ha degli amici, o comunque dei compagni di scuola... insomma, qualche imprevisto si acquatta nell'ombra. Ma non è un imprevisto spaventoso. 
Le missive del titolo sono quattro, credo, e le tre lettere del professore sono consegnate a mano. La quarta invece arriverà per posta e offre a Shirley un colloquio per l'ammissione a una scuola per insegnanti. E poi ce n'è anche una quinta, che comunque influisce ben poco nella trama.
La quale trama si snoda tra passeggiate campagnole in una natura assai piacevole, incontri romantici, preparativi per la gran festa del Calendimaggio, che in paese è molto importante, altri preparativi per... va bene, lasciamo perdere. Niente di disturbante, comunque.
E ci sono anche altre cose, forse, magari, un pochino più disturbanti, ma che Shirley affronta con molto buon senso.
E la storia finisce, affacciata sul futuro.
Potrebbe andare bene d'estate, sotto l'ombrellone o sotto un albero pieno di uccellini cinguettanti?
Sì, potrebbe. In effetti io l'ho letto appunto sotto un albero eccetera -ma anche a casa in poltrona, quando il caldo mi ha suggerito di rientrare. Secondo me però è perfetto anche in autunno, con la tradizionale tisana ai fiori e la fetta di torta sul piattino. E credo che nessuno ne uscirà disturbato.

lunedì 7 luglio 2025

Tra color che son sospesi (Cronache di un provvedimento disciplinare gestito da imbranati)

Suspended in Gaffa di Kate Bush. 
C'entra il giusto col post, ma è una bella canzone.
Sul finire di Marzo venne infine deciso  che era tempo di punire Uranio: troppo e in troppi modi egli aveva peccato, e la scuola doveva prendere adeguati provvedimenti.
E no, non sono sicura di ricordare con precisione il motivo ufficiale del contendere - credo che ci fosse di mezzo l'uso assai improprio del cellulare - ma Uranio in quei sei-sette mesi di scuola aveva collezionato un tal portfolio di infrazioni al regolamento scolastico di ogni taglia e peso che tutti da tempo ci eravamo convinti che non c'era altro da fare che mandare il cosiddetto segnale*, e arrivati a quella convinzione ci siamo anche accorti, ahimé, che in effetti il provvedimento avrebbe dovuto scattare ben prima. Ma a St. Mary Mead siamo un po' tordi e questo si sa.
Tuttavia, per sospendere un alunno la strada è lunga e abbastanza in salita - com'è giusto che sia dal momento che si tratta di un provvedimento piuttosto grave. 
Il primo passo è consultare in via informale il Consiglio di Classe e il Dirigente Scolastico. Come ho già spiegato il Consiglio a quel punto brillava per unanimità e il Dirigente ha convenuto con noi che era senza dubbio tempo di intervenire.
La VicePreside ha parlato a lungo con la famiglia - più esattamente con la madre che è quella che tiene i contatti con la scuola; la quale madre si è cosparsa il capo di cenere e ha detto che sì, si rendeva conto.
Poi c'è stata l'elaborazione del Provvedimento. Sì, lo so, esistono ancora scuole che si limitano sobriamente a levarsi dai piedi per qualche giorno l'alunno sospeso e la classe può così tirare un sospiro di sollievo. Non noi: noi siamo una scuola inclusiva nonché un Istituto assai Comprensivo, e desideriamo tutelare il diritto dell'alunno all'apprendimento; perciò sospendiamo sempre con Obbligo di Frequenza, e così ci tocca stabilire un calendario parallelo dove la classe del Sospeso sta a farsi la vita sua, e il Sospeso fa delle lezioni individuali di carattere educativo - oppure didattico, nel caso specifico, perché Uranio durante quei sei-sette mesi era stato troppo impegnato a imperversare in lungo e in largo per pensare a questioni terrene quali seguire un po' le varie materie.
Ma anche così non ci basta, e allora in più cerchiamo di impegnare gli alunni sospesi in Lavori Socialmente Utili sul territorio - e per Uranio era stato stabilito di mandarlo alla cooperativa dell'Ape Laboriosa, vanto e fiore all'occhiello di St. Mary Mead. E tutto ciò richiedeva la disponibilità della cooperativa in questione e per giunta un protocollo particolare, e organizzare il tutto era perfino più impegnativo di preparare la scaletta per le lezioni individuali di cui sopra. Ma la VicePreside è sempre disposta a complicarsi la vita, e dunque il protocollo era infine stato avviato.
A questo punto c'era da convocare il Consiglio di Classe Straordinario, con tanto di Rappresentanti dei Genitori, sì come prevedeva la legge,  e naturalmente anche il Sospendituro e la sua famiglia perché venissero tutelato il sacro diritto dell'Autodifesa.
E tutto ciò venne fatto nei modi stabiliti dalla legge - o così credevamo. Ma su ciò fornirò ulteriori dettagli più avanti.
E venne alfine il giorno del Consiglio Straordinario, convocato sì come vuole la legge con cinque giorni di anticipo, e nel giorno stabilito eravamo tutti lì: prima il Consiglio in versione ristretta (ovvero solo gli insegnati e il Dirigente) e in quella sezione dei lavori venne stabilito che l'alunno sarebbe stato sospeso per ben due giorni. Viste le circostanze io, nota e implacabile orchessa, mi attentai a chiederne tre, ma il Dirigente stabilì che due bastavano. E noi tutti chinammo il capo e dicemmo sì, va bene anche due.
Poi entrarono le Rappresentanti - c'erano tutte e quattro, ascoltarono con grandissima attenzione, presero appunti e dissero sì, va bene e prendiamo atto, e non nascosero del tutto una certa qual soddisfazione perché un buon numero dei peccati di Uranio avevano variamente danneggiato anche i compagni.
E venne infine il momento di chiamare Uranio e sua madre perché entrassero. Ma non entrarono.
Non per partito preso o per cattiveria, ma perché di loro non c'era nemmeno l'ombra. Come potevano entrare e partecipare al Consiglio Straordinario se non c'erano?
Il Dirigente guardò perplesso la VicePreside e la VicePreside telefonò alla madre; la quale madre rispose che lei non sapeva nulla di alcuna convocazione e che era a lavorare nella Piana Lontana.
E qui devo appunto dare quei dettagli accennati più sopra.
Nella scuola media di St. Mary Mead ormai da tempo le comunicazioni ufficiali avvengono attraverso il nostro Grandioso Registro Elettronico, che però una non piccola fetta dei genitori non consulta o consulta a modo suo: in tanti per esempio non si occupano di leggere le varie note disciplinari o generiche, oppure... le leggono ma non mettono la spunta di presa visione perché non avevano capito che andava messa la spunta. E allora noi glielo spieghiamo, che andrebbe messa la spunta, e loro dicono che sì certamente e poi continuano a non metterla. Difficile stabilire coin sicurezza se ci sono o ci fanno.
La triste verità, sembra, è che gli sta fatica aprire il registro e leggere, e questo si vede molto chiaramente quando vengono mandate le circolari o le richieste di autorizzazione. Per la verità le autorizzazioni e alcune delle circolari vengono lette, decrittate e spedite dalle Rappresentanti, ma c'è anche un piccolo gruppetto che si guarda bene dal consultare la casella di posta che hanno indicato nel registro elettronico appunto per le comunicazioni, e dunque siamo al punto di prima.
Nel caso specifico la Convocazione per la famiglia era un atto privato di cui le Rappresentanti non sapevano niente ed era stato spedito direttamente a lei dalla segreteria della scuola; ma la madre, pur sapendo benissimo che c'era una sospensione nell'aria, non si era preoccupata di dare ogni tanto una scorsa alla casella in questione, e a  nessuno di noi - insegnanti, dirigenza e Segreteria - era venuto in mente di controllare che la mail fosse stata letta, anche solo con una semplice telefonata. Il che, ho scoperto dopo consultando una Addetta ai Lavori un tantino più scafata di me, è stata grave mancanza e trascuratezza da parte nostra, perché una convocazione ufficiale va controllato che sia stata ricevuta - in effetti, ho scoperto, molte scuole chiamano il genitore a ritirare questo tipo di convocazioni perché appunto firmi doverosa ricevuta. Non noi di St. Mary Mead, che siamo tutti anime davvero candide e AUPP**.
E insomma la madre, impegnandosi con tanta buona volontà, poteva quasi credibilmente sostenere che non era venuta perché non sapeva niente di niente della sospensione in agguato, mentre senza alcun dubbio noi della scuola di St. Mary Mead, senza impegnarci più di tanto, potevamo sostenere di essere assaissimo tordi e discretamente incapaci.
Le Rappresentanti si sono guardate più volte negli occhi poi una di loro ci ha accennato con bel garbo che, a dire il vero, loro non erano molto sorprese da quell'incidente, anche perché conoscevano Uranio e tutta la sua famiglia sin dall'inizio delle elementari. E tutto ciò offrì a tutti noi ampio motivo di riflessione, mentre il Dirigente era assai seccato, quasi che non avesse alcuna responsabilità delle procedure della scuola.
La seduta è dunque sciolta. 
Io e la VicePreside prendiamo subitosto un calendario per  stabilire la data della seconda parte del Consiglio Straordinario - il primo giorno dàbile, ovvero di lì a sette giorni. Una delle Rappresentanti mi chiede con garbo se  potrebbero, magari, nel secondo Consiglio Straordinario far partecipare solo una di loro, perché riprendere ferie dal lavoro potrebbe essere un problema...
Assicuro che sì, certamente: il Consiglio Straordinario prossimo verrà considerato la seconda parte di quello di oggi, dove loro han già partecipato, e una modesta rappresentanza sarà più che sufficiente. La seduta si scioglie, lasciandomi un senso di abbacchiatura piuttosto forte. In serata mi concedo un piccolo commento un po' informale sulla bacheca del Consiglio di Classe: non proprio un meme, ma comunque una delle mie vignette preferite di Snoopy:
Due giorni dopo la mail riparte, la madre di Uranio viene convocata in Segreteria per firmare, poi le viene fatta anche la telefonata di rinforzo caso mai la memoria non la soccorresse in modo adeguato. Proprio in quella mattina, guarda caso, Uranio (la cui salute è sempre stata assai precaria) viene colto da gran mal di testa cui si aggiunge una leggera febbre. Guarda un po' i casi della vita; d'altra parte in quei giorni c'è un gran rifrullo di influenza, e chi siamo noi insegnanti (tutti dottori, certo, ma non in medicina)per mettere in dubbio che la sua non sia una malattia delle più genuine? Se il ragazzo sta male non verrà, e questo è quanto.
Così al secondo Consiglio Straordinario (che è in realtà la seconda parte del primo) di nuovo non abbiamo il Gran Colpevole ma solo una madre che si mostra adeguatamente comprensiva - con noi, non con il figlio, e che cosa pensa davvero in cuor suo sono solo e soltanto affari suoi di cui non è tenuta in alcun modo a renderci conto.
E alfine il provvedimento di sospensione parte, nel più rigoroso rispetto delle procedure previste dalla legge, e la settimana dopo avverrà infine il Grande Evento.
Nel frattempo...
Nel frattempo una mattina arriva la mail di una delle Rappresentanti: loro non han detto nulla a nessuno della sospensione, ma hanno notato che in classe nessuno dei professori ne ha parlato. Ritenevano però giusto che la cosa venisse esternata e resa pubblica, anche per dimostrare ai ragazzi che certe azioni portano a determinate conseguenze...
Comprendo il loro stato d'animo, ma la cosa non mi convince molto. Così, prima di rispondere, mi rivolgo alla solita addetta ai lavori in cerca di lumi. A St. Mary Mead, come si sarà capito da tutto questo racconto, di sospensioni non ne facciamo molte e io non mi ero mai trovata negli ultimi anni a farne una nella classe che coordino. Non ricordo però nessuna proclamazione ufficiale in classe.
L'Addetta ai Lavori mi schiarisce in fretta le idee: la sospensione è un provvedimento preso verso un alunno, non verso la classe - e dunque se ci saranno ricadute didattiche positive ben vengano, ma non è previsto che la classe venga informata più di tanto - tanto più che all'emanazione del provvedimento hanno assistito le Rappresentanti, cui però non è stato minimamente imposto alcun vincolo di segretezza. Quindi, vedano loro se vogliono raccontare o no la cosa, e certo non le possiamo obbligare, ma la Pubblica Gogna in classe non è in alcun modo prevista - al di là della semplice e banale constatazione che, essendo St. Mary Mead un paese piccolo e ciarliero, tutti sanno tutto di tutti indipendentemente dal fatto che questo "tutto" sia stato raccontato ufficialmente o meno.
Trasmetto quindi tale accorta risposta alle Rappresentanti, evitando con cura di corredarla con le mie personali considerazioni sul livello di ciarlierità eventualmente raggiunto dal paesello di St. Mary Mead.
E la settimana seguente, finalmente, Uranio è stato sospeso con tutto il corredo di lezioni didattiche appositamente organizzate per lui e i due pomeriggi di lavoro supplementare per la Festa della Fratellanza che in quei giorni l'infaticabile Cooperativa dell'Ape Laboriosa ha contribuito ad organizzare.
Con un po' di pazienza, anche gli imbranati ce la possono fare.

* che è il modo con cui in didattichese chiamiamo la sospensione
** AUPP = Anche Un Po' Pirla

venerdì 4 luglio 2025

4 Luglio - Indipendence Day

Un bel gattino patriottico festeggia il Quattro Luglio

Il 4 Luglio 1776, nella Convenzione di Philadelphia, venne letto e sottoscritto un documento  decisamente innovativo, noto come The unanimous  Declaration of the thirteen united States of  America ispirato ai più puri principi dell'illuminismo, in cui le tredici colonie inglesi in suolo americano dichiararono, appunto, la loro ferma intenzione a indipendentarsi dal regno di Inghilterra e di vivere d'ora in poi come meglio gli aggradiva.
Erano altri tempi: oggi la pubblica lettura di cotal documento sarebbe ripresa dalle emittenti televisive e trasmessa quasi in tempo reale a tutto il mondo, e nel giro di mezz'ora il sovrano inglese di turno e il capo del governo inglese sarebbero stati sollecitati da orde di giornalisti in cerca di reazioni e dichiarazioni di intenti. 
All'epoca però il mondo era diverso: non c'erano televisioni, né telefono né telegrafo e le notizie viaggiavano con tempi più lunghi. Immagino che passassero intere settimane prima che la notizia varcasse l'oceano e che da Londra cominciassero a riflettere su come reagire all'assai impertinente annuncio.
Tale documento dichiarava, con sobria e altera sicurezza:  
Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.
Entrava così nel linguaggio politico ufficiale un concetto nuovo: la felicità come diritto di tutti gli uomini, da perseguire in una ricerca individuale, anche cercando un governo che la favorisse e non più da aspettare come gentil concessione di un sovrano incaricato di governarli  da Dio in persona; e poi c'era il concetto dei diritti inalienabili, che anche quello era piuttosto innovativo.
Le idee dell'illuminismo per essere applicate in Europa, dove pure erano state faticosamente elaborate, dovettero prima varcare l'oceano. Le tredici ex-colonie (ex per volontà loro, non perché la cosiddetta madrepatria lo avesse benignamente concesso) si diedero una agenda politica del tutto innovativa e, con qualche inciampo e difficoltà, riuscirono a portare la nave in porto nel giro di qualche anno.
In Europa commemoriamo soprattutto il 14 Luglio di ventitré anni dopo, ma senza voler togliere niente all'eroico popolo parigino, e soprattutto alla bella e ardita  Mademoiselle Oscàr, l'attacco di malumore di una folla esasperata parla meno al mio cuore di un gruppo di gentiluomini che leggono un testo davvero rivoluzionario per l'epoca fondando uno stato diverso da tutti gli altri esistenti all'epoca senza chiedere il permesso a nessuno.,

Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, e oggi la gloriosa Costituzione degli Stati Uniti d'America mostra vistose crepe, mentre gli USA stanno diventando, nemmeno molto lentamente, una democratura, col consenso di buona parte della popolazione.  Il tempo ci dirà se il processo si mostrerà irreversibile, almeno a tempi brevi, o se la prima repubblica moderna riuscirà a riprendersi la gloria passata. Nell'attesa, voglio commemorare un giorno che è stato davvero speciale nella storia.

domenica 29 giugno 2025

Guerra o pace?

Ci dicono che da quest'anno abbiamo una nuova giornata internazionale dedicata al gatto, e si festeggia il 24 Giugno
Ultimo collegio docenti dell'anno. Difficile descrivere la situazione termica senza ricorrere alle solite banali metafore a base di pentole a vapore, bollitori e saune; ma questo è un blog senza pretese letterarie e basta farsi capire: diciamo che nel Medio Valdarno dove St. Mary Mead si distende con grazia sinuosa la temperatura è alta, l'umidità è notevole e il sole del tardo pomeriggio che brilla in un bel cielo azzurro e senza nubi contribuisce al disagio collettivo validamente aiutato dall'edificio anni 60 del tutto privo di isolamenti termici, con l'unico pallido soccorso di una modesta ventola al soffitto. Qualche saggio insegnante si è comunque munito di un ventaglio. Non io, che notoriamente nel blasone di famiglia non ho una volpe. 
Ventaglio o meno, tutti comunque grondiamo dignitosamente augurandoci che il tormento sia breve.
Il primo, avvincente argomento all'ordine del giorno è la confezione del diario scolastico della scuola. Arte infatti si è messa in testa di far preparare agli alunni di elementari e medie un diario di scuola con apposita copertina che ospiti disegni degli alunni, ma a fine anno si è accorta che non avrebbe fatto in tempo, anche perché soltanto qualche settimana fa si è accorta che sarebbe stato opportuno preparare due diversi diari, uno per le elementari e uno per le medie. 
Il tema dei disegni, che nell'anno appena trascorso verteva sul rispetto (nobile concetto, invero, ma che ai miei occhi sprovveduti appariva piuttosto arduo da trasporre in un immagini) sarà per l'anno la gentilezza - e se disgraziatamente è vero che quest'anno entrambi i concetti, rispetto e gentilezza, si erano deplorevolmente segnalati tra gli alunni di St. Mary Mead per una carenza davvero notevole, in cuor mio ho sempre mai dubitato che a volte Arte si lasci prendere la mano da una certa qual tendenza ad indottrinare i ragazzi spiegandogli che devono essere buoni invece che cattivi e altri insegnamenti di cotal genere, che in verità non trovo eccessivamente convincenti nemmeno ora che ho raggiunto la cosiddetta età matura, e che ricordo benissimo che quando ero ragazzina mi innescavano una colossale orticaria.
Mi sono allora voltata verso la mia vicina, la stimabile prof. Therral, e ho borbottato qualcosa sul fatto che non mi pareva bello rovesciare una colata di buoni sentimenti sugli alunni e ancor meno annegarci dentro gli sventurati colleghi. La prof. Therral ha convenuto che sì, forse, in effetti, l'argomento avrebbe potuto essere adeguatamente esposto in un quarto circa del tempo, dal momento che già l'anno prima il Collegio aveva autorizzato il  confezionamento di quella gran palla di diario.
Vivaddio tutto ha una fine, perfino i discorsi di Arte, e alla fine il Diario Della Scuola esce dalle nostre vite (almeno fino all'anno prossimo). Svariate Figure di Sistema (che nonostante la terrificante definizione sono esseri umani) si alternano riferendo sobriamente in merito all'Erasmus, alla gestione dei fondi del Piano Nazionale, all'inserimento di varie tipologie di alunni, alla gestione di determinati ambienti della scuola; finché tocca alla responsabile di Educazione Civica, che pacatamente accenna a un paio di modifiche da fare nel curriculum, ringrazia i colleghi per quel che han fatto durante l'anno, si raccomanda che collaborino con idee e suggerimenti...
...e poi spiega che per l'anno prossimo suggeriva come tema di lavoro comune nientemeno che LA PACE, aggiungendo al tutto qualche breve e innocua parola sulla necessità di farci tutti costruttori di pace e simili - ma, davvero, lo giuro, erano davvero pochissime parole, il minimo del minimo sindacale.
E come dall'esterno vedo un pensiero prendere forma con estrema chiarezza dentro di me, e la mia mano che si alza.
Vengo invitata a parlare.
"Scusate, da quattro anni a questa parte abbiamo una nuova guerra all'anno. Non sarebbe forse più opportuno parlare di guerra?".
"Di guerra e di pace" prova a mediare una savia collega. Invano.
"No, proprio di guerra, con tutte le sue implicazioni. La guerra non è assenza di pace, è una roba completamente diversa. I ragazzi non hanno la minima idea di come funziona, e nemmeno noi la conosciamo bene. Ma è un tema importante da affrontare".
La collega addetta all'Educazione Civica è piuttosto interdetta, ma sul momento sembra a corto di argomenti (come tutti noi, del resto, e anch'io mi domando da dove è saltato fuori quel mio improvviso sprazzo di vitalità).
"Bene, hai chiesto dei suggerimenti e questo è senza dubbio un suggerimento" osserva una collega con un certo sarcasmo nella voce. E così vengo ufficialmente ringraziata del suggerimento. E dopo si passa ai discorsi di addio delle pensionande, che quest'anno sono una vera infinità. 
Tra un  applauso e l'altro, in cuor mio  medito sugli argomenti di cui parlare: la legge marziale, le restrizioni di movimento, i problemi degli stranieri, magari con cittadinanza doppia. La propaganda. Le misure di sicurezza. I bombardamenti sulle città...
Spero che mi passi presto. Sono in vacanza, ormai, ed è chiaro che di vacanze ho grandissima necessità.

domenica 12 gennaio 2025

La tortuosissima saga dell'attorcigliata burocrazia scolastica - 2 - Il Gran Consiglio (orientativo)

Un povero micio sperso nell'albero di Natale. I suoi occhi perplessi e le sue orecchie allargate tradiscono la Grande Domanda "E mo' come esco da qui?"

Il Consiglio Orientativo per gli alunni della Terza media è una vecchia istituzione, tanto che c'era già cinquant'anni fa, quando le medie le facevo da alunna. Con me lo risolsero con la formula riservata a quelli bravi può frequentare qualsiasi tipo di scuola. Voleva dire, immagino, che potevo andare sia al classico che allo scientifico visto che scrivevo molto bene e con la matematica me la cavavo onorevolmente*; a nessuno venne in mente che avrei potuto trarre un qualche frutto da tecnici o professionali, riservati notoriamente alle scartine. 
Per quanto riguarda l'orientamento, ricordo che si risolse in un garbato appello della nostra insegnante di Lettere che ci ricordò che non esistevano solo i licei - un concetto certamente valido di per sé, ma la nostra era una scuola popolata per lo più da figli di laureati più che convinti che solo il liceo forma la mente, e soprattutto nessuno ci aveva mai detto alcunché su queste insulse scuole che non erano licei e perciò apparivano del tutto indegne della nostra bella presenza.
Immagino che oggi ci penserebbero un po' di più prima di mandarmi al classico a scatola chiusa - almeno, confido che mi avrebbero mi avrebbero per lo meno fatto qualche questionario e presentato un po' di scuole alternative, perché l'orientamento ormai viene affrontato piuttosto seriamente e lo spettro del Consiglio Orientativo incombe maestoso su tutta quella parte dell'anno scolastico della Terza che precede Natale.

Come funziona adesso la formulazione del Consiglio Orientativo?
Il Consiglio (di Classe) si riunisce, sfoglia la lista degli alunni e stabilisce quale scuola gli alunni in questione dovrebbero frequentare a parer loro. Naturalmente prima viene chiesto più volte agli alunni in questione dove vorrebbero andare e cosa vorrebbero fare, se n'è parlato con le famiglie - anzi non è raro che le famiglie in questione si consultino con gli insegnanti valutando in lungo e in largo la questione - e insomma, dietro c'è un certo lavoro di preparazione che è cominciato già in Seconda. Nel frattempo i ragazzi seguono il corso di orientamento, vanno a visitare scuole, si consultano tra loro e con fratelli e amici, discutono in famiglia eccetera. Ma alla fine il Consiglio si ritrova alle prese con la lista dei nomi e una gran serie di punti interrogativi in testa e i punti interrogativi vengono discussi con pazienza. E non voglio dire che sia complicato come eleggere il presidente della repubblica, ma insomma non è cosa che venga presa alla leggera. 
Ordunque il Consiglio, sennato o meno che sia, viene alfine formulato e a quel punto si tratta solo di consegnarlo alle famiglie che ne faranno quel che meglio credono - perché appunto di consiglio si tratta; e se è vero che ci sono sempre in ogni classe famiglie dure come le pigne verdi che rifiutano di ascoltare la voce della ragione e del buon senso, nella gran parte dei casi c'è sincera collaborazione con gli insegnanti, perché certo nessuna delle parti in causa desidera che l'uccellino, colomba, falchetto o aquilotto che sia condotto nel nido sbagliato o lasciato implume e indifeso in balìa degli animali da preda.

Quando ho cominciato a insegnare, sull'orlo del Duemila, il Consiglio Orientativo era una strisciolina di carta da compilare che veniva poi consegnata dal Coordinatore alle famiglie nel corso del Gran Ricevimento di Natale. Anzi, non di rado il Coordinatore disponeva di qualche gentil collega che compilava le striscioline per lui - insomma, il confezionamento materiale del Consiglio era di gran lunga la parte più semplice della faccenda.
A quei tempi, poverini noi, non avevamo ancora la gran fortuna di avere il registro elettronico Argo.

Adesso invece lo abbiamo. 
Non solo, abbiamo anche una nuova VicePreside, che è una perfetta incarnazione dello Spirito della Complicazione Butocratica. Costei ha arricchito il nostro lessico - per esempio abbiamo imparato che le recite o le mostre al termine dei vari laboratori non sono, appunto "recite" o "mostre", bensì "restituzioni"* - e cavare da lei una risposta semplice a una domanda semplice, del tipo "Vuoi un panino con il prosciutto?" "No" è probabilmente impossibile (va detto però che io ci sto provando da soli sei anni, anche perché prima costei lavorava altrove). A lei dobbiamo una fioritura di moduli piuttosto contorti e una lunga serie di comunicazioni, scritte o vocali ricche di periodi in sospeso e di oscuro significato. Non sono rari i casi in cui, verso il quarto inciso e la sesta subordinata ho letteralmente urlato in mezzo alla strada "Soggetto, predicato e complemento oggetto!" rovinandomi così la reputazione presso la popolazione indigena di St. Mary Mead, che dopo quasi vent'anni che insegno lì ormai sa benissimo chi sono e cosa faccio di mestiere.

Non tutte le complicanze dei moduli con cui noi e le famiglie degli alunni combattiamo tutti i giorni sono colpa sua, naturalmente: lo spirito della Brutale Semplificazione scorre assai debole nel corpo insegnanti, altrimenti non starei a fare questa serie di post. Tuttavia, nel caso del modulo del Consiglio Orientativo l'autrice è proprio lei. 
Ed ecco, in spregio ad ogni elementare norma di riserbo istituzionale, una fedele riproduzione del prezioso schema per il Consiglio Orientativo

ISTITUTO COMPRENSIVO di St. MARY MEAD

CONSIGLIO ORIENTATIVO

A.S. 2024/2025



Il Consiglio di classe tenuto conto di:


- strategie di apprendimento, abilità di studio e metodo di lavoro acquisiti

- attitudini e inclinazioni evidenziate

- interessi e motivazioni espressi

- competenze acquisite

- progressi di apprendimento e di sviluppo cognitivo e relazionale personale, evidenziati nel corso degli studi 

- attività di recupero e/o potenziamento in corso


ritiene che per l’alunno/a _____________________________________  della classe ___________ possano meglio rispondere alle esigenze personali di crescita, sviluppo e maturazione la tipologia di scuola sotto indicata: 


Difficile immaginare un modo più farraginoso di introdurre un consiglio orientativo: il malcapitato alunno di cui ci si ricorda di dire il nome solo dopo la lunga sbrodolata ha acquisito strategie di apprendimento, abilità di studio e metodo di lavoro  - e già qui ci sarebbe parecchio da discutere: ci siamo occupati di farlo lavorare? Cosa si intende esattamente per "lavoro", nell'ambito di una scuola media? Li abbiamo mandato a raccogliere le olive? (Sì, ogni tanto lo abbiamo fatto, ma dubito che in tutto il corpo docenti della nostra scuola ci sia qualcuno in grado di insegnare granché a riguardo: qualcuno di noi magari a Novembre va nel podere di famiglia a raccogliere olive per la spremitura con qualche parente, ma lo fa in modo assai amatoriale; stesso discorso vale per la coltivazione dell'orto della scuola e per le scaffalature dipinte nel laboratorio artigianale). 
Poi la creaturina ha anche acquisito "competenze", ma ci ricordiamo di dirlo solo due righe dopo.
Nel frattempo gli alunni, bontà loro, hanno anche espresso ed evidenziato attitudini, inclinazioni, interessi e motivazioni. Dal canto nostro, ci siamo anche occupati di recuperarli e potenziarli.
Si potrebbe dire in modo più elegante e meni ripetitivo?
Certo che si potrebbe, e anzi davvero si dovrebbe: che schifo di italiano dimostriamo di avergli insegnato, scrivendo in questo modo?
Ecco, il vero problema secondo me è proprio l'italiano, inteso come uso corretto della lingua: il Consiglio infatti, dopo tutto questo gran prendere atto... ritiene che per l'alunno POSSANO a meglio rispondere LA TIPOLOGIA di scuola sotto indicata.
La concordanza tra soggetto e verbo (ovvero: se il soggetto è singolare il verbo ha da essere al singolare, se il soggetto è al plurale altrettanto al plurale dovrà essere il verbo) viene di solito  insegnata già alle elementari, di sicuro alle medie lo ripetiamo... no, la VicePreside non insegna Lettere, ma ha ovviamente compiuto studi superiori se è arrivata in cattedra. Lo stesso vale per chiunque abbia visto o intravisto quello sciaguratissimo testo, e nella commissione dell'orientamento almeno una insegnante di Lettere c'è di sicuro.
D'accordo, l'errore di grammatica si può correggere in corsa, e così abbiamo fatto. Detto questo il documento è sgradevole, e anche quel nome nascosto all'interno di una frase così arzigogolata secondo me è un grosso errore di comunicazione.

Ad ogni modo mettiamoci nei panni degli sventurati genitori: dopo un lungo periodo circonvoluto e che non hanno (si spera) degnato di uno sguardo, arriva finalmente 'sto cazzo di Consiglio Orientativo, che a Delfi per trasmettere il responso di Apollo la facevano meno lunga?
Ebbene no, almeno non subito. A meno che tuo figlio non sia stato ritenuto meritevole di fare un liceo.
Mi guarderò bene dal ripetere la tabella che inseriamo nel nostro modulo, anche perché sarebbe un vero spreco di spazio, e mi limiterò a una breve descrizione: essa comprende un elenco di tutte le possibili opzioni - no, non tutte le possibili opzioni per il singolo e specifico alunno, ma proprio per tutti gli scolari della Repubblica Italiana. 
Naturalmente per prima viene citata l'Istruzione Liceale, poi c'è quella tecnica, quella professionale e infine l'Istruzione e formazione professionale, ovvero i corsi triennali, e per quelli non è specificato niente, ché sia chiaro che si tratta di un generico ghetto dove i genitori pescheranno a casaccio. Insomma tutte le possibilità vengono presentate nel più tradizionale degli ordini gerarchici.
Ora, io figli non ne ho, non ho studiato psicologia e di marketing so davvero pochissimo; e tuttavia mi sorge il sospetto che per il genitore di turno non sia propriamente gratificante dover scorrere tutto l'elenco, lungo l'equivalente di tre paginate su carta, per scoprire infine che l'amata prole è relegata nel ghetto dopo tutti gli altri ordini possibili. Inoltre, non riesco proprio a immaginare che chi viene consigliato di far fare a suo figlio, poniamo, un rispettabile tecnico agricolo, sia poi così interessato a conoscere tutte le altre possibilità a disposizione che ormai, volente o nolente, ha imparato a conoscere nei tre mesi dedicati all'orientamento.
Il fortunato compilatore comunque deve pure lui scorrerle tutti gli ordini di istruzione, alla caccia della crocetta che gli indica cosa consigliamo e che magari può pure sfuggire a una prima lettura. Confesso comunque che l'anno scorso, oltre a correggere l'errore del verbo al plurale e dell'istituto al singolare ho allargato il carattere, messo il grassetto e pure un bel colore rosso che spicca in mezzo a tutta la trafila.

Una volta compilati i moduli poi il file va trasformato in un PDF, e il PDF va caricato sul registro Argo - il quale registro Argo ha un modo tutto suo e perversissimo di raccogliere i file, perché per ognuno va aperta una cartella, da inserire in una particolare area, con una serie di manovre non prive di una loro complessità, e infine condiviso nella classe, ma facendo attenzione che lo possano leggere solo i diretti interessati. Per una classe di una ventina di alunni se ne va una buona oretta.
E' mai possibile che non esista un sistema più rapido per trasmettere alle famiglie il frutto delle nostre fatiche orientative? Viene da pensare che sì, sia possibile.

Quest'anno comunque il Ministero dell'Istruzione (e del Merito) ha deciso di prendere in mano la situazione e di elaborare un proprio e personale modulo che valesse per tutte le scuole italiane. 
L'ho trovata una bella iniziativa perché, quand'anche il modulo fosse un vero cimitero di errori ortografici e sintattici, o costruito in modo da trasformare la ricerca del Consiglio Orientativo in una sorta di caccia al tesoro, in tutti i casi la colpa di tutto ciò sarebbe da imputare appunto al Ministero, e nessun disdoro ne verrebbe a noi poveri insegnanti né alla nostra specifica scuola.
Unico inconveniente: il modulo è arrivato quando i Consigli erano già stati pazientemente compilati e dunque il coordinatore di turno ha dovuto rifarli tutti, dal primo all'ultimo, seguendo lo schema del Ministero.
Non io, per mia buona sorte. E mi piacerebbe poter esprimere un giudizio e cenciare anche il modulo ministeriale ma Argo ha deciso che non posso vederlo, nemmeno a titolo di semplice curiosità, perché quest'anno non coordino una Terza.
Che ci sarebbe di male a vedere il modulo, anche se non devo compilarlo? Loro mica lo sanno che mi sono messa in  testa di coprire di insulti tutta la modulistica scolastica usando allo scopo il mio blog.
Ma, niente, non posso vederlo. Immagino che chiederò comunque in gran segreto a qualche collega di farmelo vedere: dopotutto, un modulo ministeriale non dovrebbe essere protetto dal segreto professionale.

il liceo linguistico ancora non esisteva, e dubito che mi ci sarei fatta onore, visto che mi arrangiavo con una certa difficoltà anche in inglese; di fatto non avevo alcun talento per le lingue, come si vide chiaramente quando affrontai il greco, e anche in latino non mi ero certo coperta di gloria.

** probabilmente il concetto di base dietro quest'insolito uso del vocabolo sta ad intendere che, dopo aver accumulato nuove competenze, abilità e percezioni nel corso delle attività didattiche, le RESTITUISCE agli sventurati genitori e parenti che verranno ad assistere al frutto delle loro fatiche; almeno, ho finito per farmi questa idea ma ho evitato con ogni cura di approfondire la questione con la diretta interessata, perché se si fa una domanda c'è sempre in agguato dietro l'angolo il pericolo di ricevere una risposta. Lunga e contorta.