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Ci dicono che da quest'anno abbiamo una nuova giornata internazionale dedicata al gatto, e si festeggia il 24 Giugno |
Ventaglio o meno, tutti comunque grondiamo dignitosamente augurandoci che il tormento sia breve.
Il primo, avvincente argomento all'ordine del giorno è la confezione del diario scolastico della scuola. Arte infatti si è messa in testa di far preparare agli alunni di elementari e medie un diario di scuola con apposita copertina che ospiti disegni degli alunni, ma a fine anno si è accorta che non avrebbe fatto in tempo, anche perché soltanto qualche settimana fa si è accorta che sarebbe stato opportuno preparare due diversi diari, uno per le elementari e uno per le medie.
Il tema dei disegni, che nell'anno appena trascorso verteva sul rispetto (nobile concetto, invero, ma che ai miei occhi sprovveduti appariva piuttosto arduo da trasporre in un immagini) sarà per l'anno la gentilezza - e se disgraziatamente è vero che quest'anno entrambi i concetti, rispetto e gentilezza, si erano deplorevolmente segnalati tra gli alunni di St. Mary Mead per una carenza davvero notevole, in cuor mio ho sempre mai dubitato che a volte Arte si lasci prendere la mano da una certa qual tendenza ad indottrinare i ragazzi spiegandogli che devono essere buoni invece che cattivi e altri insegnamenti di cotal genere, che in verità non trovo eccessivamente convincenti nemmeno ora che ho raggiunto la cosiddetta età matura, e che ricordo benissimo che quando ero ragazzina mi innescavano una colossale orticaria.
Mi sono allora voltata verso la mia vicina, la stimabile prof. Therral, e ho borbottato qualcosa sul fatto che non mi pareva bello rovesciare una colata di buoni sentimenti sugli alunni e ancor meno annegarci dentro gli sventurati colleghi. La prof. Therral ha convenuto che sì, forse, in effetti, l'argomento avrebbe potuto essere adeguatamente esposto in un quarto circa del tempo, dal momento che già l'anno prima il Collegio aveva autorizzato il confezionamento di quella gran palla di diario.
Vivaddio tutto ha una fine, perfino i discorsi di Arte, e alla fine il Diario Della Scuola esce dalle nostre vite (almeno fino all'anno prossimo). Svariate Figure di Sistema (che nonostante la terrificante definizione sono esseri umani) si alternano riferendo sobriamente in merito all'Erasmus, alla gestione dei fondi del Piano Nazionale, all'inserimento di varie tipologie di alunni, alla gestione di determinati ambienti della scuola; finché tocca alla responsabile di Educazione Civica, che pacatamente accenna a un paio di modifiche da fare nel curriculum, ringrazia i colleghi per quel che han fatto durante l'anno, si raccomanda che collaborino con idee e suggerimenti...
...e poi spiega che per l'anno prossimo suggeriva come tema di lavoro comune nientemeno che LA PACE, aggiungendo al tutto qualche breve e innocua parola sulla necessità di farci tutti costruttori di pace e simili - ma, davvero, lo giuro, erano davvero pochissime parole, il minimo del minimo sindacale.
E come dall'esterno vedo un pensiero prendere forma con estrema chiarezza dentro di me, e la mia mano che si alza.
Vengo invitata a parlare.
"Scusate, da quattro anni a questa parte abbiamo una nuova guerra all'anno. Non sarebbe forse più opportuno parlare di guerra?".
"Di guerra e di pace" priva a mediare una savia collega. Invano.
"No, proprio di guerra, con tutte le sue implicazioni. La guerra non è assenza di pace, è una roba completamente diversa. I ragazzi non hanno la minima idea di come funziona, e nemmeno noi la conosciamo bene. Ma è un tema importante da affrontare".
La collega addetta all'Educazione Civica è piuttosto interdetta, ma sul momento sembra a corto di argomenti (come tutti noi, del resto, e anch'io mi domando da dove è saltato fuori quel mio improvviso sprazzo di vitalità).
"Bene, hai chiesto dei suggerimenti e questo è senza dubbio un suggerimento" osserva una collega con un certo sarcasmo nella voce. E così vengo ufficialmente ringraziata del suggerimento. E dopo si passa ai discorsi di addio delle pensionande, che quest'anno sono una vera infinità.
Tra un applauso e l'altro, in cuor mio medito sugli argomenti di cui parlare: la legge marziale, le restrizioni di movimento, i problemi degli stranieri, magari con cittadinanza doppia. La propaganda. Le misure di sicurezza. I bombardamenti sulle città...
Spero che mi passi presto. Sono in vacanza, ormai, ed è chiaro che di vacanze ho grandissima necessità.
1 commento:
Noto che le dinamiche di fine anno sono le medesime in tutte le scuole del patrio suolo. Mi domando se alcuni colleghi, nella stanchezza generale, non abbiano altro di meglio da fare che proporre tematiche retoriche e vaghe come la pace e simili. Nel mio ultimo collegio si sentiva un sottofondo di chiacchiere che non avrebbe prodotto neanche un vespaio e il bello è che il Ds credeva di essere ascoltato. Che aggiungere se non augurarti una serena estate?
Mel
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