Siccome il manuale di storia, fresco di adozione, si soffermava con cura e in modo efficace sui cambiamenti del paesaggio europeo dopo la caduta dell'impero romano e durante l'altro medioevo, con tutto il relativo corredo di impaludamenti, rimboschimenti eccetera; e siccome i ragazzi della Prima Radioattiva sembravano essersi presi abbastanza a cuore i vari modi con cui i nostri antenati usavano prati, boschi, fossi e paludi, decisi di farci una bella verifica scritta, di quelle a domande aperte.
I ragazzi si misero sotto e il paio di ore a ciò preposto passò piuttosto tranquillamente. In seguito venne per me il momento della correzione e come sempre partii da quelli che erano secondo me i più scarsi. Corressi, appuntai, emendai, a tratti inorridii, finché arrivò Qualcuno - ebbi cura di rimuovere dalla mia memoria chi era, quindi non starò a far nomi; ma insomma questo Qualcuno scrisse che nelle foreste c'erano anche gli squali.
Guardai, riguardai, inorridii, misi un punto esclamativo, accennai in una nota a lato che nessuno squalo aveva la minima possibilità di restare vivo a lungo in una foresta (detto e non concesso che riuscisse ad arrivarci, e davvero non capivo perché mai comunque avrebbe dovuto provare a farlo) segnai a lapis un bel 4 e continuai a fare il mio lavoro.
Per ultimi arrivarono il gruppetto dei bravi, che avevano braveggiato come previsto, senonché Carbonio (ragazzo molto interessato alla storia che tra l'altro ci aveva una fissa per Napoleone sul quale, mi aveva raccontato la madre, si era letto diversi libri - e le avevo detto che era cosa buona e giusta interessarsi a Napoleone, e sia chiaro che Carbonio non studiava Napoleone invece del programma che stavamo facendo, era un interesse che coltivava a parte, com'era suo pieno diritto) e insomma trovai anche lì degli squali nella foresta.
Rimasi interdetta: Carbonio era un ragazzo sensato e studioso, e comunque cos'era quella fissa collettiva sugli squali?
Guardai, e guardai meglio; finii così per accorgermi che non di squali si trattava, bensì di soldati. Ora, non mi ricordo come e in che modo ma c'era effettivamente un passo del manuale che parlava di soldati nella foresta, ed erano inseriti in un contesto logico e ragionevole, e dunque quanto scritto da Carbonio era del tutto pertinente.
Se poi qualcuno si stesse domandando come fosse possibile mettere dei soldati che somigliassero molto a degli squali, la cosa si spiega col fatto che Carbonio è certificato come disgrafico - in pratica, scrive male, con lettere che non hanno sempre le stesse dimensioni e hanno un tratto approssimativo, insomma se l'han certificato per disgrafia c'è bene il suo motivo e, per quanto si impegni, i suoi compiti scritti a mano sono sempre piuttosto avventurosi da leggere.
Provai a ricordare la disposizione dei posti e finii per concludere che il Qualcuno aveva copiato da Carbonio sbirciando il foglio che Carbonio scriveva davanti a lui, ma senza applicare alcun filtro di correzione, e insomma aveva serenamente messo gli squali nella foresta senza farsi domande, e questo era un segnale talmente negativo e indice di tal stupidèra che, appunto, decisi di rimuovere dalla mia mente il nome dello squalificante, onde non renderlo vittima in futuro di pregiudizi da parte mia. Magari lo squalo era stato un punto molto basso ma a quell'età si cresce e ci si redime molto velocemente anche da orribili colpe, e insomma non volevo vincolarlo per tre anni a un giudizio così fortemente negativo.
Riconsegnai i compiti e dopo aver riferito la questione degli squali spiegai loro:
"Durante i compiti di Storia non mi preoccupo mai molto di controllare se qualcuno copia, perché tanto la cosa viene sempre fuori, in un modo o nell'altro. Copiare è un lavoro che richiede intelligenza e anche un po' di conoscenza dell'argomento su cui si copia, e se hai intelligenza e un po' di conoscenza dell'argomento trattato, a quel punto copiare non ha molto senso in una verifica di prima media a risposte aperte. Chi ha trasformato i soldati in quali senza nemmeno soffermarsi a pensare a cosa stava scrivendo ha preso il suo bravo quattro ma io lo invito a cercare di usare un po' di buon senso in futuro anche se prometto che la cosa non gli verrà mai rinfacciata". E del resto, anche se non avevo fatto il nome, loro con tutta probabilità sapevano chi era, anche se il suo non era l'unico quattro.
L'incidente si chiuse lì, per quanto mi riguardava, a parte far sganasciare i colleghi in Sala Insegnanti perché gli squali nelle foreste dell'alto medioevo erano davvero troppo carini.
Tuttavia la storia ha un suo seguito, perché un giorno, mentre cercavo un po' di musica lo fi per sottofondo mentre correggevo, inciampai in un video dove c'era davvero uno squalo nel bosco, e se ne stava molto riflessivo, seduto a meditare mentre intorno a lui le foglie cadevano ondeggiando nel venticello leggero. Uno squalo con scarpe Adidas (lo squalo in questione ha le gambe), e in seguito ho scoperto che si chiama Tralalero Tralalà e fa parte di un gruppo di strani personaggi che vanno sotto il nome di Brian Riot, che piacciono molto agli adolescenti. Il personaggio in questione non mi è rimasto molto simpatico quando ho provato a conoscerlo più a fondo, ma dopotutto i Brian Riot non sono stati fatti per adulti pedanti e politically correct come me.
Così ho caricato il video sulla Classroom di storia spiegando che, a quanto pare, gli squali nelle foreste ci possono essere davvero.
In effetti la presenza delle scarpe Adidas tenderebbe a escludere che si tratti di foreste altomedievali, ma su questo ho evitato di soffermarmi: pedante sì, ma non è necessario esserlo sempre.
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