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sabato 16 settembre 2023

Sull'infinita perversione del correttore automatico

Ebbene sì, è proprio il Cenacolo di Leonardo        
Per motivi che sfuggono alla mia debole mente, quando entro sui social il micidiale correttore automatico, che di solito si rivela uno strumento nemmeno privo di una sua certa utilità, si trasforma in una vera scheggia impazzita. In particolare insiste per farmi sempre scrivere c'è al posto di ce, pronome personale di cui evidentemente ignora l'esistenza, e non parliamo della congiunzione e che trasforma regolarmente nella terza persona del verbo essere rendendomi colpevole di frasi davvero sconvenienti e disdicevoli per una persona che si guadagna il pane correggendo gli errori ortografici altrui. 
Tuttavia, questo correttore ha anche dei difetti.
Un giorno stavo rispondendo ad un postatore che aveva espresso una previsione ai miei occhi tanto ottimistica quanto improbabile, e mi venne l'incauta idea di scrivergli, al posto del normale "Buona fortuna!", un non molto più originale "Good luck!".
Non rilessi prima di inviare, perché era, appunto, un commento molto breve. Solo dopo averlo pubblicato mi accorsi con orrore che ne era uscito fuori un God lunch, e come fosse venuto in mente al correttore di inventarsi quella strana specie di imprecazione di cui non avevo mai sentito parlare, proprio non so.
Naturalmente mi affrettai a correggere, ma dovetti insistere non meno di tre volte perché l'augurio di buona fortuna continuava a trasformarsi nel misterioso Dio Pranzo.
Così cancellai il commento raccontando tutta la storia e chiedendo se secondo quelli con cui discutevo "Dio pranzo" rischiava di essere considerata una bestemmia, seppure annacquata.
Mi risposero che no, assolutamente: in realtà il "Dio pranzo" poteva interpretarsi come un riferimento all'eucarestia, che lungi dall'essere una bestemmia era anzi il momento più elevato e importante della messa.
Convenni con loro che avevano assolutamente ragione.

Resta da capire come sia venuto in mente al micidiale T9 di farmi evocare il nobile rito dell'Eucarestia in un contesto in cui non si parlava nemmeno di striscio né di sacramenti né di questioni religiose in generale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il ce che diventa c'è è particolarmente micidiale, quanto la e che diventa è. In compenso il mio T9 è convinto che io voglia davvero scrivere ga o xe. Che ci sia un culto goldoniano di cui non so niente?
Lurkerella

Murasaki ha detto...

@ Lurkerella:
Pòle essere, entrare nel cosiddetto cervello del T9 sarebbe una esperienza interessante. Per un neuropsichiatra, intendo.