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sabato 8 ottobre 2022

La nuova, innovativissima didattica DADA - 9 - L'incredibile avventura dello scolaro che si chiuse in un armadio

Gatti e armadi: un rapporto complesso
(comunque nel post non si parla di questo)
La nuova, innovativissima didattica DADA è infine partita, e dopo tanta autocoscienza sul sentirsi interiormente insegnanti DADA pur lavorando in ambienti assai convenzionali ci si sta infine concentrando sull'esteriorità della DADA (ovvero negli sciami di ragazzini che vagano rumorosamente da un punto all'altro della scuola) e sugli ormai mitici armadietti, ai quali ho deciso di dedicare questo post.
Costoro armadietti, in verità, avevano già mostrato qualche criticità quando erano stati sperimentati nelle ultime settimane dello scorso anno scolastico.
Punto primo: i lucchetti per chiuderli. I lucchetti di cui sopra non devono essere né troppo grandi  né troppo piccoli: nel primo caso non bloccano lo sportello, nel secondo impediscono di chiuderlo. La generica raccomandazione fatta a voce di portare un lucchetto da bicicletta di medie dimensioni non è stata sufficiente, in quanto i lucchetti da biciclette più consueti hanno vari formati e nessuno di noi aveva pensato a documentarsi sul formato giusto (ci avrebbe potuto, in effetti, pensare la ditta produttrice. E magari l'ha anche fatto, chissà, però nessuno ci ha fornito informazioni in proposito). E dunque nella prima settimana c'è stato un immenso rifrullo di lucchetti e qualcuno degli alunni ha messo su un piccolo assortimento di cotali utili oggetti, che prima o poi probabilmente gli farà comodo perché nella vita un lucchetto in più può sempre servire.
Secondo punto: la raccomandazione, sempre fatta a voce, è stata portate a scuola una chiave e l'altra tenetela di scorta a casa. Tuttavia non sorprenderà troppo forse il fatto che molti alunni girano tuttora con la coppia di chiavi e soprattutto che svariati alunni siano riusciti a chiudere nell'armadietto una o più delle chiavi. Di conseguenza appositi impiegati del comune sono già venuti almeno tre volte a scardinare armadietti e tagliare lucchetti.
E tutto ciò non è strano trattandosi di ragazzi in cui il senso dell'autonomia in questi ultimi tre anni è stato falciato senza pietà e che viaggiano portati dalla piena più totale. Sotto questo aspetto anzi trovo che la didattica DADA sarà molto utile perché li aiuterà a svegliarsi (almeno, si spera).
Punto terzo: gli armadietti presentano alcune criticità nel funzionamento, come ho detto io in tono assai forbito, ovvero sono dei grandissimi troiai come ha tradotto il prof. Curlock con l'efficace sintesi che spesso lo contraddistingue. Infatti la chiusura tende ad incastrarsi e ogni tanto* l'alunno di turno non riesce a chiudere l'armadietto perché la chiusura si blocca. Allora l'alunno chiama l'insegnante che a volte ne viene a capo e a volte no, e l'insegnante che non ne riesce a venire a capo corre a cercare soccorso dalle custodi, che prima o poi ne vengono sempre a capo, ma non subito e non senza molti e numerosi tentativi; e tutto ciò complica abbastanza le lezioni perché, infine, nell'armadietto ci sono anche libri e quaderni.
Punto quarto: gli armadietti tendono a scardinarsi lasciando l'alunno di turno con lo sportello in mano, così, senza un perché. Dopo qualche tentativo di solito si riesce a infilare di nuovo lo sportello sui cardini, ma davvero non è sempre cosa agevole e che riesce alla prima, e le dimensioni un po' perverse degli armadietti non aiutano.
Infine c'è un altro punto assai prevedibile, ovvero la tendenza della popolazione studentesca a giocarci, con gli armadietti - che sono piuttosto piccoli, in verità, ma non tanto che qualche alunno non riesca ad infilarcisi dentro, per fortuna finora senza provare a chiudercisi dentro - che sarebbe operazione piuttosto pericolosa, vista la tendenza di quegli strani armadietti a chiudersi, e magari pure a bloccarsi, anche quando non è stato usato il lucchetto.
Insomma possiamo serenamente affermare che gli armadietti di cui sopra presentano grandi margini di miglioramento; molto, molto grandi.

* ogni tanto un accidente, succede circa due volte al giorno quando va bene

3 commenti:

Elena ha detto...

Ne approfitto per richiedere un approfondimento sul rapporto gatti -armadi.
Noi gli armadietti li avevamo all'università, uno ogni due studenti (era il caso di accordarsi con un amico fidato), ma le chiavi le dava la segreteria, non occorrevano lucchetti.

Filippo ha detto...

Alle superiori avevamo un armadietto accanto alla lavagna con dentro un telefono, di quelli vecchi, col cavo e tutto quanto (sto parlando degli anni ‘90) non si sa perché. Una volta a un professore ho fatto questo scherzetto. Mi ci sono nascosto. Lui è arrivato in classe. Si è seduto. Di colpo esco con la cornetta in mano e dico: “È per lei”!. L’ha presa sul ridere perché anche lui era uno che faceva scherzi. (A carnevale, mentre ero interrogato seduto alla cattedra, dal fondo dell’aula si è avvicinato, ha tirato fuori una trombetta di quelle che si allungano e me l’ha suonata in faccia).

Sono contento che la transizione, nonostante gli inevitabili disagi, stia succedendo!

Murasaki ha detto...

@Elena:
Ebbene sì, la chiave data dalla direzione sarebbe stata un'idea migliore e sì, la gran parte degli armadietti scolastici hanno quella. Fra l'altro avrebbe anche molto ridotto le possibilità di chiuderla dentro l'armadio - voglio dire, con un po' di buona volontà si fa questo e altro, ma ci si deve almeno ingegnare.
Per il post sul rapporto gatti-armadi si vedrà quel che si può fare, magari più avanti ^__^

@Filippo:
Beh, avendo una cosa assurda come un telefono nell'armadio della classe, tanto valeva utilizzarla e direi che hai fatto benissimo!
Quanto ai disagi e agli intralci, sono inevitabili con le novità e non ci fermeranno, perché a scuola siamo tutti ostinati come muli ^_^