Il mio blog preferito

mercoledì 11 maggio 2022

La nuova, innovativissima didattica DADA - 5 - I leggendari armadietti

I nostri armadietti sono più o meno così (ma senza chiavi)
La prima cosa che vedemmo arrivare per la nuova, innovativissima didattica DADA furono gli armadietti: sbarcarono nella scuola qualche giorno prima del lockdown, ben imballati e in colori sgargianti.
Sarebbero serviti ai nostri ragazzi per conservare libri e zaini e piumini e...
"Comunque le cartelline di Arte e Tecnologia non ci stanno" osservò qualcuno. E in effetti non ci sarebbero stati nemmeno i piumini, se non pressandoli molto. Ma metti che qualcuno avesse la pretesa di indossare un cappotto?
All'inizio di quest'anno, quando ufficialmente è partita la didattica DADA, gli armadietti sono stati disposti lungo i corridoi delle classi sostituendo i più piccoli e dimessi armadietti verde scuro che c'erano sempre stati. Non che venissero usati moltissimo, ma ogni classe aveva il suo paio di alunni che li usavano per far fare meno su-e-giù ai libri di scuola. I genitori firmavano il contratto di comodato d'uso e ricevevano in cambio una piccola chiave di tipo ordinario che di solito gli alunni portavano al collo appesa a un lungo nastro.
I nuovi e sfolgoranti armadietti comunque fungevano solo da decorazione, dando in effetti un bel tocco di colore ai corridoi un po' menci.
Sin dalle prime settimane, ogni due-tre giorni qualche ragazzo della Prima Sfigata alzava la mano per chiedere "Mi scusi, ma quando cominciamo a usare gli armadietti?".
Dopo aver dichiarato più volte la mia totale e completa ignoranza sulla questione decisi di informarmi.
"Ma quegli armadietti li teniamo solo per decorazione? D'accordo che sono anche carini, ma ormai che ci sono potremmo pure usarli".
"Sono lì per la didattica DADA" mi spiegò la VicePreside.
"Ma abbiamo sempre avuto degli armadietti da dare ai ragazzi, anche quando non facevamo nessuna didattica DADA. E visto che ai ragazzi piacciono...".
La VicePreside provò a informarsi ma ne ebbe una confusa risposta sul fatto che in tempo di pandemia gli armadietti andavano evitati per il problema degli assembramenti. Considerando che non tutti i ragazzi avrebbero usato l'armadietto e soprattutto non avrebbero dovuto usarlo ad ogni ora mi sembrava una preoccupazione un po' del menga, ma in tempo di Covid mi sono risolutamente allineata al principio che le misure decise dall'alto per la pandemia non si discutono, si eseguono come che siano e insomma lasciai perdere.
"Chi vuole lasciare dei libri a scuola può usare l'armadio di classe" suggerì la VicePreside. Così feci, meditando in cuor mio che era più facile assembrarsi intorno ad un unico armadio che a un gruppo di armadietti; in ogni modo si trattava di assembramenti davvero modesti, e dunque amen.
Sotto Natale avvenne a scuola la Solenne Inaugurazione della nuova, innovativissima didattica DADA, alla presenza di svariati genitori e di un paio di giornalisti, e due giorni dopo Pentasilea arrivò con un lucchetto.
"La Preside ha detto che possiamo usare gli armadietti e dobbiamo portarci un lucchetto per chiudere il nostro. Dunque vorrei il mio armadietto" mi disse con bel garbo.
Le spiegai che il problema era che la Preside non aveva detto niente del genere a noi, e le chiesi di informarsi da sua madre se ci fosse una circolare o roba del genere. Conoscendo lo stato della nostra Segreteria, non era affatto impossibile che la circolare esistesse ma che si fossero dimenticati di girarcela.
La madre però mandò a dire che la circolare non c'era: semplicemente la Preside aveva spiegato che con l'arrivo della didattica DADA i ragazzi avrebbero avuto l'armadietto. E lo aveva già spiegato anche all'inizio dell'anno scolastico, all'assemblea dei genitori.
Tutto ciò, se non altro, spiegava perché i ragazzi si fossero così fissati su quegli armadietti.
Pensai molte cose in cuor mio su questo continuo promettere armadietti per poi non darli, ma dissi a Pentasilea di conservare con cura il suo lucchetto: sarebbe venuto il giorno in cui avrebbe avuto l'armadietto, ma c'era ancora da aspettare.

Un paio di settimane dopo la nuova insegnante di Sostegno mi disse che voleva chiedere l'armadietto per il suo alunno, che aveva problemi fisici e con lo zaino faticava abbastanza. Approvai l'idea pensando che almeno quei cazzi di armadietti sarebbero serviti a qualcuno prima di cadere a pezzi consunti dalla ruggine, ma la mail della Preside andò ben oltre le mie più rosee aspettative: infatti non solo autorizzava l'uso dell'armadietto per l'Alunno Debilitato, ma chiudeva con una fumosa frase sul fatto che questa assegnazione poteva diventare una testa di ponte per consentire l'uso degli armadietti agli alunni più fragili (giuro, parlò proprio di "testa di ponte").
Una volta letta la mail constatai con soddisfazione che gli alunni fragili nella Prima Sfigata abbondavano: a parte l'alunno debilitato e oggetto del Sostegno contavamo ben 9 PDP con le più varie motivazioni, più un'alunna che aveva risolto il problema della Scuola Senza Zaino comprando due serie di libri di testo, una da tenere a scuola e una da tenere a casa, senza contare due alunni che dall'inizio dell'anno avevano manifestato fragilità di altro tipo. I tre gatti che restavano... beh, poverini, sarebbe stato discriminante escludere proprio loro dagli armadietti, e dunque annuncia solennemente alla classe che chi voleva portasse pure i lucchetti e gli armadietti entravano in uso.
Nel far questo contavo su due fattori: il primo è il Principio di Inerzia che nelle scuole consente alle più assurde situazioni di prolungarsi nel tempo in base al principio che "per ora facciamo così, più avanti vedremo di organizzarci meglio"; e sul fatto che altri colleghi avrebbero colto la palla al balzo e consentito di soppiatto ai loro alunni di usare gli armadietti perché "se lo fanno nella Prima Sfigata, possiamo farlo anche noi". Dopotutto, che ne avrebbe mai saputo la Preside, che nel nostro plesso viene una volta al mese quando viene spesso, e nei corridoi delle classi non passa mai?
I fatti dimostrarono che avevo torto. Come previsto i ragazzi delle altre classi assistettero con grande invidia alla presa di possesso dei mitici armadietti e corsero dai loro insegnanti per chiedere se anche loro potevano fare come la Prima Sfigata; ma i miei amati colleghi stavolta delusero ampiamente le mie aspettative perché invece di lanciare i loro alunni come cani sull'osso colorato andarono dalla Preside a lamentarsi che la Prima Sfigata usava gli armadietti.
La VicePreside mi contattò per avvisarmi che gli armadietti andavano assegnati solo previa contratto di comodato firmato dai genitori.
"Ma non mi risulta che il mio Alunno Debilitato abbia firmato contratti di alcun tipo" provai a ribattere.
La VicePreside mi disse che tuttavia lo stato delle cose era che l'Alunno Debilitato poteva usare il suo armadietto anche senza contratto di comodato, e gli altri no. Convenne con me che si trattava di una forma di discriminazione e anche che tutto l'insieme era decisamente cretino, tuttavia le cose stavano così.

Meditai sul da farsi. Da una parte, considerando vari fattori, era probabile che facendo finta di nulla la cosa potesse comodamente trascinarsi per mesi per quanto i Colleghi Rompiballe potessero andare a lamentarsi. Tuttavia St. Mary Mead è un paese piccolo, dove la gente mormora, e non mi piaceva che i miei amati alunni scoprissero che disobbedivo all'ordine  (quasi) esplicito di un superiore, perché non mi sembrava un messaggio valido sul piano educativo; inoltre, io ormai la mia bella figura con loro ormai l'avevo fatta e quel punto la Cattiva era la Preside.
Dunque la mattina dopo avvisai la Prima Sfigata che gli armadietti andavano sgomberati e così fu fatto nonostante un certo comprensibile disappunto dei ragazzi. Tutti gli armadietti furono svuotati e i lucchetti tornarono a casa, mentre l'armadio di classe veniva di nuovo stipato di libri.

Ci fu però un seguito, non so se causato da un provvido attacco di buon senso da parte della Preside, magari addivenuto in seguito ad un paziente lavorio ai fianchi della VicePreside: due settimane dopo, al Collegio Docenti, la Preside riferì che "si era creato un disguido e insomma, nella Prima Sfigata di St. Mary Mead ormai gli armadietti erano in uso". Volevo insorgere per spiegare che l'equivoco era nato esclusivamente a causa della sua storditaggine e che ormai da tempo la Prima Sfigata non adoperava più un bel niente visto che mi era stato dato l'ordine di far sgombrare quei cazzo di armadietti; ma i collegi on line han questo di bello, che se vuoi intervenire devi appoggiare il ferro da stiro o smettere di pulire la cucina e avvicinarti al computer per alzare la mano e intanto hai tutto il tempo per riflettere se, per citare un vecchio trattato di netiquette davvero il tuo intervento è indispensabile al benessere dell'umanità - e insomma non ne feci di niente perché decisi di aspettare la fine del discorso. 
E la fine del discorso era che la Preside aveva infine deciso che gli armadietti sarebbero entrati in funzione.
E così, due settimane dopo, proprio l'ultimo giorno prima delle vacanze di Pasqua, appena tornata a casa trovai la circolare che trasmetteva il Contratto di Comodato, da far firmare ai genitori, e nel giro di cinque minuti avvisai la classe della lieta novella.
Adesso gli armadietti stanno entrando in funzione, con grande soddisfazione della classe.
E insomma, le vie della Scuola sono infinite.

8 commenti:

Lurkerella ha detto...

Meglio tardi che mai. Ma allora gli studenti si spostano di aula in aula?

Murasaki ha detto...

Assolutamente no! La nostra è una scuola diversamente DADA, dove gli studenti restano sempre nell'aula tranne quando vanno nei laboratori, esattamente come abbiamo sempre fatto tranne nei due anni di emergenza per pandemia - e gli rtudenti hanno un armadietto proprio come l'avevano prima, anche se quelli nuovi sono più colorati.
Insomma, è una scuola normalissima ma interiormente siamo DADA (giuro che è stato detto anche questo).

Lurkerella ha detto...

Beh, il vero dada è invisibile agli occhi

Elena ha detto...

In pratica diventare Dada è stato il sotterfugio per poter cambiare gli armadietti...una nuova interpretazione del vecchio dadaismo

Murasaki ha detto...

@ Lurkerella:
...e punta alla sostanza squarciando il velo delle apparenze. Sì, insomma, una roba così ^__^

@ Elena:
In effetti si erano logorati col passare degli anni... e sì, in effetti la nostra didattica DADA nella sua quieta follia sembra rifarsi molto più al movimento artistico che alla Didattica per Ambienti di Apprendimento: i nostri ambienti sono rimasti tali e quali, ma la nostra DADA interiorizzata è abbastanza peculiare :)

Kukuviza ha detto...

Veramente questi racconti mi sconvolgono ogni volta, c'è quasi dell'assurdo gogoliano in questi aneddoti. Poi anche sta cosa della DADA inside! Complimenti per riuscire a districarti in tutto questo e anche a farci dei post esilaranti

Tenar ha detto...

No li abbiamo gli armadietti! All'inizio dell'anno ho tenuto la seguitissima "estrazione dell'armadietto" tirando con il dado per assegnarne uno ad ogni alunno (ok, ho truccato un po' per dare all'Unico Alunno Cresciuto uno della fila in alto e al nutrito gruppo hobbit quelli in basso). Poi abbiamo scoperto la fisica dell'armadietto. Che se un libro sfiora le cerniere delle antine esse si smollano e quindi la porta casca. Purtroppo Unico Alunno Cresciuto è anche molto goffo e un hobbit ci ha quasi lasciato per questo. Abbiamo però imparato a scorgere i segni di cedimento. Quindi il bidello Artemio (questo nome non è di fantasia) ora dopo il giro col termometro fa anche quello col cacciavite per sistemare le ante penzolanti.
Quanto alle cartellette e agli strumenti musicali rigorosamente non a fiato... Beh, abbiamo colonizzato aule non nostre e corridoi di cui ci approprieremo per usucapione.
La cosa fantastica, vedo, è che a scuola, in qualsiasi cosa, tutto diventa epopea. Anche l'armadietto.

Murasaki ha detto...

@ Kuku:
Poterci fare dei post di intrattenimento mi aiuta molto. Quando mi ritrovo incastrata tra Gogol e Kafka le mie rotelline cominciano a elaborare il nuovo post e tutto diventa più gestibile ^__^

@ Tenar:
La scuola è un microcosmo, e come tutti i microcosmi ha le sue microepopee, che verranno un giorno ricordate mentre si sbucciano le castagne intorno al fuoco. Anche i nostri armadietti sono un po' così, tendono a uscire dai cardini e le chiusure si incastrano in strani modi, ma ancora non ci sono stati incidenti, e tutto è molto leggero. Di fatto, però, un armadietto con la chiusura che si incastra facilmente e lo sportello che esce dai cardini rientra a tutti gli effetti nella categoria degli Aggeggi di Breve Durata.
Vedremo, intanto grazie per le cronache della tua personale epopea scolastioca ^__^