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venerdì 5 agosto 2022

Il diario geniale della signorina Shibata - Emi Yagi


Quello che vado oggi a presentare è un perfetto romanzo giapponese. Infatti si tratta di un romanzo corto (poco più di 150 pagine), molto denso, dove succedono tante cose ma tutte senza parere, e dove c'è anche un sacco di atmosfera. Inoltre è un romanzo strano, e con una trama molto particolare, tanto che non si sa nemmeno bene come raccontarlo.

In apparenza è una storia quasi normale: la signorina Shibata annuncia di essere incinta e vive la sua gravidanza, che come sempre succede è una esperienza profonda e coinvolgente, che muta profondamente chi la vive e le fa guardare tutta la sua vita e il mondo intorno a lei con occhi nuovi.
Al termine, la signorina Shibata trova che si è trattato di una esperienza molto soddisfacente, tanto che è fermamente decisa a ripeterla al più presto per avere un secondo figlio. Diciamo insomma che si tratta del racconto di una maternità. 
In apparenza niente di troppo originale, per quanto naturalmente ogni gravidanza sia un'esperienza unica per chi la vive.
E allora, cosa c'è di tanto particolare? Libri dedicati all'Attesa ce ne sono tantissimi, molti scritti in prima persona. Si tratta in effetti di un genere piuttosto gettonato.
Naturalmente c'è il fatto che questa esperienza è vissuta in Giappone, e si sa che il Giappone è un paese dove tutto viene fatto in modo piuttosto particolare.
Ma per quanto la cultura del tuo paese possa essere particolare, alla fine la gravidanza è un processo che segue le stesse tappe in tutte le parti del mondo: resti incinta, il bambino cresce e a un certo punto partorisci. Di solito.
Ecco, qui ci sarebbe molto da questionare su ognuna di queste tre tappe essenziali.
Per esempio la prima: resti incinta.
Ecco, per quanto ogni nascita abbia la sua storia, una gravidanza comincia sempre nello stesso modo: c'è un uomo (o un istituto di quelli che lavorano alla procreazione assistita) che fa la sua parte, e una donna che si ritrova un ovulo fecondato (qualche volta più di uno). Certo, ci sono racconti che contemplano altre possibilità ma, ammettiamolo, si tratta per lo più di leggende.
Ma qui è diverso: la signorina Shibata racconta "Ecco come rimasi incinta" - e segue una scena che si svolge nell'ufficio dove lavora.
Niente di strano, certo - fare un figlio con qualcuno che incontri nell'ufficio dove lavori è abbastanza comune. Ma qui la questione principale consiste in una serie di tazzine da lavare.
Un lavoro da donna, giusto? E l'unica donna dell'ufficio è la signorina Shibata.
La quale signorina Shibata improvvisamente scopre che l'odore del caffè, ora che è incinta, le dà la nausea, e anche quello del fumo - per tacere del fatto che in ufficio è vietato fumare.

La gravidanza inizia così. 
Poi la signorina Shibata stabilisce che non può lavorare troppo, visto che è incinta, e smette di fare gli straordinari, e questo le lascia improvvisamente molto più tempo libero. Meglio, così smette di nutrirsi di precotti e cura di più l'alimentazione - una alimentazione a base di prodotti freschi e genuini è molto importante, per una donna incinta e per chi cresce dentro di lei.
Ma una gravidanza è molto più di questo: è necessario preparare il proprio corpo al lavoro che sta intraprendendo. Corsi di yoga e di stretching, un po' di esercizio fisico, camminate.
Parlare con altre donne incinta aiuta molto: con quelle che hanno già avuto figli, certo, ma anche con chi, come te, non ne ha mai avuti. Si creano nuovi legami e amicizie. Si impara a riconoscere le altre donne incinta quando le incontri per strada. Mica tanto semplice, quando la gravidanza è appena agli inizi; eppure ci si riesce. No, non "ci si riesce": non si fa nulla perché succeda, succede e basta.
Ci sono le app che ti accompagnano, naturalmente, e ti spiegano passo passo come cambia il tuo corpo e come cresce il bambino. Si compilano schede e tabelle che ti aiutano a capire se tutto procede bene, ma ti permettono anche di sintetizzare quel che ti sta succedendo.
C'è la questione della scelta del nome del futuro bambino (che in Giappone è più complicato che da noi, perché oltre a scegliere il nome devi scegliere anche il modo con cui va scritto e pronunciato e gli ideogrammi che lo formano, ma questo chi legge manga lo sa bene).
Poi il bambino dentro di te cresce e incomincia a muoversi. A volte si muove moltissimo. 
E ci sono i controlli medici e le ecografie. Lo sbalordimento quando si vede per la prima volta quell'insieme di punti che è un bambino - il tuo bambino.
E c'è anche una anticipazione di quel che succederà dopo, in una bellissima scena che è l'ultima prima del parto (...prima del parto? Chissà...) dove una madre descrive con chiarezza e sincerità cosa può essere la vita quando hai un figlio piccolissimo.

E' un romanzo che parla di cosa è la gravidanza in una società maschilista come quella giapponese, e come può essere complicato il rapporto con il lavoro per una donna - non di una madre, di una donna. Ma è soprattutto un romanzo che parla del complesso rapporto tra realtà e immaginazione, e di come l'immaginazione possa a volte creare la realtà. Anzi, il tema principale è proprio questo: dove finisce la realtà, dove comincia l'immaginazione e quanto la prima possa essere influenzata dalla seconda. Un evento esiste quando c'è un osservatore ad osservarlo. Ma esiste di per sé oppure è la presenza dell'osservatore a crearlo?

Una lettura fresca e vivace, molto divertente e molto piacevole, con una prosa accattivante e molto ben scritta. 
Lettura consigliatissima a tutte le donne, anche (o forse soprattutto) a chi non ha figli e non ne avrà mai. Ma forse potrebbe essere molto interessante anche per un uomo, chissà. Dopotutto, tratta temi universali.

La copertina non c'entra niente, e credo che il titolo sia stato rimaneggiato. Se non ho capito male in origine era qualcosa tipo "Diario vuoto" oppure "Diario del vuoto".
Siccome è uscito da pochissimo, in rete non si trovano quasi recensioni. Spero che abbia successo ma non ne ho visto parlare da nessuna parte.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho già in lista, perché ne ho sentito parlare su instagram - un social che ti fa venir voglia di comprare qualunque cosa - tazzine antiche, lana di alpaca, oppure un gregge di alpaca, che puoi utilmente tosare da sola, nella tua casetta shabby granny (c'è anche un sacco di inglese creativo, su instagram). Sui libri apre un sacco di finestre interessanti, e a costo zero grazie alle biblioteche

Murasaki ha detto...

In teoria l'ultimissima cosa al mondo che mi serve è una nuova fonte di consigli per la lettura ma... ma...
(e poi gli alpaca mi piacciono un sacco!)

Dolcezze ha detto...

Ma quanto mi ispira questo libro anche se, non so perché, ho intuito dove andrà a parare. La gravidanza è un momento speciale che , a parte l’iperemesi dei primi quattro mesi e le caviglie gonfie dell’ultimo, certe volte rimpiango. Come ricordavi tu, è un processo molto semplice, naturale, in cui la natura fa da sé: il problema è dopo, quando sei tu a dovere costruire. E lì ce ne vuole…