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venerdì 26 agosto 2022

Favole periodiche. Le vite avventurose degli elementi chimici - Hugh Aldersley-Williams

                                           

Qualche anno fa, a una delle Mostre del Libro che organizzavo per la scuola nei tempi felici pre-pandemia, incappai in un corposo libro dedicato agli elementi di Sua Maestà la Tavola Periodica, di cui sapevo che esisteva e davvero poco di più. 
Lo comprai, nella speranza di farmi una minima infarinatura con poco dispendio di energie - confidando, insomma, di trovarmi in mano un frutto di quella divulgazione colta cui il nostro compianto Piero Angela ha dato tanti validi contributi; poi lo lasciai tranquillo a riposare nello scaffale della libreria.
Ai primi di Agosto di quest'anno, improvvisamente, ho sentito che era venuto il momento di leggerlo, e leggendolo ho scoperto che si trattava in realtà di una cosa un po' diversa: non proprio un libro di chimica, e nemmeno di storia della chimica, ma un libro sull'importanza degli elementi nella cultura e nella storia, intervallati da ricordi autobiografici dell'autore - che ad esempio racconta il suo fanciullesco entusiasmo per la Grande Tavola, e i suoi tentativi di costruirsene una in casa con piccoli campioni di elementi (molto coinvolgente: mentre leggevo quella parte mi sono sorpresa a meditare seriamente di costruirmi anch'io una Tavola casalinga. Per fortuna in quei giorni era molto caldo e la pigrizia ha avuto quasi subito il sopravvento, perché davvero, anche saltando a priori la caccia agli elementi radioattivi, non si tratta di affare di poco conto).
Gli elementi sono divisi in gruppi, e a ogni gruppo è stato dato un titolo: Potere, Fuoco, Bellezza eccetera, e per ogni elemento si racconta qualcosa sulla sua storia e l'importanza che aveva avuto, ma spesso anche su come era stato scoperto e isolato. Una cosa del tipo: Tema del giorno, un elemento. Parlane nel modo che più ritieni opportuno.
A seconda degli elementi i capitoli sono diversi: si può raccontare l'avventurosa storia della sua scoperta, l'avventurosa storia della sua commercializzazione oppure la folle storia della sua entrata in pubblicità (quanti di noi si precipiterebbero oggi a compare una crema per la pelle addizionata al radio? In realtà potremmo farlo tranquillamente perché il radio quelle creme non lo vedevano nemmeno di lontano, per fortuna dei loro fabbricanti. Di solito. Di solito ma non sempre).
Ho così scoperto che l'oro è sempre stato molto amato e apprezzato principalmente per il suo colore, ma che a parte farci monete e gioielli non è che ci si combina molto; al contrario  il platino, che pure conoscevo esclusivamente per il suo impiego in gioielleria, è un elemento utilissimo per infiniti usi ed ha una storia molto recente, oltre ad essere molto più duro e difficile da fondere; che l'argento è simbolo per eccellenza della purezza anche perché si annerisce con esasperante facilità; che il cromo è pure lui molto recente ed è stato identificato come simbolo della pacchianeria tipica americana (anche se io, per la verità, l'ho sempre trovato molto carino, così luccicante) e anche che il carbone vegetale sta avendo un suo modesto rilancio in nome dell'ambientalismo ma che i carbonari hanno sempre avuto una strana reputazione, tra lo stregonesco e il rivoluzionario (il che mi ha aiutato a capire perché proprio da rivendite di Carbonari è partito il nostro Risorgimento), che qualche filone di cobalto non ancora identificato come tale è all'origine dei fondali azzurri di certe cattedrali francesi (con relativo approfondimento sulle difficoltà dei tempi andati per ottenere un bell'azzurro brillante se non avevi a disposizione del cobalto) e di come lo zinco abbia una storia particolarissima e sia l'unico elemento a cui è possibile attribuire una data di scoperta su cui la scienza occidentale non può vantare alcun primato (i primi campioni ci sono arrivati dall'Oriente nel basso Medioevo).
Ci sono naturalmente anche gli alchimisti e i loro tentativi di purificare il piombo per estrarne l'oro, così come l'epopea che ha portato ad isolare in serena incoscienza gli elementi radioattivi, avventurosa esperienza che alcuni scienziati hanno pagato a caro prezzo in termini di salute. 
Coloranti, gioielli, coperture in metalli vari, tentativi di esasperante lunghezza per isolare questo o quell'elemento separando i componenti di rocce e composti vari uno per uno; l'avvincente scoperta dell'ossigeno, che è entrato nella nostra vita solo alla fine del Settecento. La gara, ai tempi della Guerra Fredda, per aggiungere nuovi elementi - sempre più radioattivi - all'ultima riga della Tavola. La scelta dei nomi da dare agli elementi scoperti in tempi recenti, che si porta dietro curiosi riflessi politici e nazionalisti. E il capitolo finale, che ho trovato davvero interessante, sulle mitiche Terre Rare (che in realtà non sono affatto rare, solo molto complicate da isolare) con i loro sconosciutissimi nomi e tutte scoperte in Scandinavia da chimici scandinavi. A puro sfoggio di erudizione per esempio posso raccontare che i non conosciutissimi ittrio, erbio, terbio e itterbio prendono tutti e quattro i loro nomi dalla cava di Ytterby (chiamata così dal vicino villaggio) dove sono stati isolati per la prima volta da pazientissimi chimici svedesi.

Il libro ha un prezzo molto contenuto, si legge con facilità e non avendo una vera e propria trama è adattissimo anche per le sedute di lettura più brevi, è stampato su carta leggera e dunque non ci vuole la carriola per portarselo dietro e contiene una quantità sterminata di storie divertenti e interessanti. Alla fine della lettura, temo, il lettore non ne sa molto più di prima sulla chimica, ma guarda il mondo con occhi nuovi.

8 commenti:

sara di croce ha detto...

immagino tu lo conosca senz'altro, però c'è anche un bel libro di primo levi basato su principi analoghi

Elena ha detto...

Lo metto nel mio elenco di libri da leggere, grazie mille.

Elena ha detto...

Il sistema periodico? Molto bello, mi è piaciuto molto.

Anonimo ha detto...

Grazie del consiglio! Visto e preso, sia lode alle biblioteche online. Avevo proprio voglia di leggere qualcosa del genere, penso che mi piacerà molto.

Filippo ha detto...

È bello pensare che l’universo è composto da una griglia di elementi definiti e limitati. I mattoni dell’universo. Personalmente, sono un tipo più metafisico e mi piace guardare ai mattoni che stanno in alto, tipo le dieci categorie aristoteliche, sostanza, qualità, quantità, relazione, dove, quando, stare, avere, agire, subire. Ecc.

Murasaki ha detto...

@ Sara (e @ Elena)
Non ne sapevo assolutamente nulla.
Grazie della segnalazione, l'ho messo in lista. Andrà benissimo per questo inverno ^__^

@ Anonimo:
Al vostro servizio!

@ Filippo:
Non ci avevo mai pensato ma, sì, io sono soprattutto un tipo fa mattoncini, alle categorie più alte arrivo per gradi
(e delle categorie aristoteliche, giuro, ignoravo financo l'esistenza)

Anonimo ha detto...

Grazie per questa recensione, lo segno tra o libri da prendere. Se ti piace il genere oltre al bellissimo Levi, a me è piaciuto tanto anche 'zio Tungsteno' del Neurologo di 'Risvegli' O. Sacks. Un'autobiografia scandita dalla scoperta della chimica, tramite racconti di famiglia, visite al museo di scienze naturali, libri ed esperimenti maleodoranti

Lucia

Murasaki ha detto...

@ Lucia:
Mi piace molto come scrive Sacks. Non sapevo che avesse scritto anche di chimica, e ti ringrazio molto per la segnalazione ^__^