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sabato 30 ottobre 2021

La decana sono me? - Guida per l'aspirante Bravo Insegnante

La prof. Murasaki, giunta ormai a completa fioritura

Viene uno strano momento, nella vita dell'Aspirante Bravo Insegnante, in cui improvvisamente costui si accorge che la disciplina da tenere in classe non è più un problema. Entra in classe e anche se fino a un attimo prima l'impressione era che stesse per scoppiare una nuova Rivoluzione d'Ottobre, tutti si calmano come per incanto. I ragazzi smettono di urlare, si siedono, tirano fuori il libro e aspettano.
Magari in quella classe succedono cose indicibili, ma mai mentre c'è lui.
Classi note per la loro turbolenza diventano almeno gestibili, classi un po' vivaci si calmano come agnellini.
E cos'ha fatto per produrre sì gran miracolo, l'Aspirante Bravo Insegnante?
Niente, è soltanto entrato, magari dicendo cortesemente "Buongiorno ragazzi" (a volte in lingua straniera, se appunto insegna una lingua straniera).
Non ha urlato, non ha strepitato, non ha minacciato rapporti e sospensioni, è soltanto entrato. 
Le prime volte l'Aspirante Bravo Insegnante si congratula con sé stesso per aver finalmente trovato il modo giusto per rivolgersi alla classe, poi col tempo la cosa si fa del tutto abituale, tanto che finisce per trovarla del tutto ovvia.
Ai consigli di classe i giovani colleghi (e non di rado anche taluni colleghi anziani) criticano la classe perché fan questo e quest'altro e pure quest'altro ancora, e spesso si tratta effettivamente di cose che in una classe non dovrebbero affatto succedere. L'Aspirante Bravo Insegnante, dopo aver tentato una blanda difesa d'ufficio di quella che a lui sembra una classe perfettamente ragionevole, finisce per chetarsi e meditare in cuor suo sullo strano fenomeno. 
Forse la classe ha una speciale preferenza per lui?
Forse solo lui, in tutto il Consiglio, è riuscito a toccare le giuste corde del cuore di quei  giovinetti invero un po' vivaci?
Forse si tratta di una di quelle strane alchimie che nascono principalmente da una gran fortuna, di quelle che cominciano con la lettera c?
Forse la sua materia è l'unica in grado di interessare e tenere buona quell'orda di belve scatenate che i colleghi descrivono con sì accorati accenti?

Tutti questi fattori possono naturalmente concorrere. Ma la spiegazione più probabile è che l'Aspirante Bravo Insegnante sia diventato, non certo da un giorno all'altro, un Insegnante Decano. E tra le prime caratteristiche dell'Insegnante Decano c'è appunto quella di "saper tenere la classe" senza far niente di particolare a parte il fatto di esistere.
Naturalmente ogni classe può essere "tenuta" nel migliore dei modi se è lei a deciderlo, e ci sono classi di animo gentile che lo decidono molto, molto spesso. Incontrarne qualcuna nei primi anni di insegnamento può cambiare la vita di un insegnante, e fermare nell'insegnamento persone che avevano accettato quel lavoro solo come toppa temporanea in un particolare momento di magra.
E ci sono insegnanti simpatici che sin dall'inizio riescono a fascinare gli alunni con il loro entusiasmo da novizi e col loro calore umano. Sono tanti i supplenti alle prime armi che hanno cambiato la vita e le prospettive di certi loro allievi grazie a un tocco magico che non sempre sapranno conservare con gli anni. Ma con i novellini è la classe che sceglie se farsi tenere o no.
Con i Decani, la cosa viene da sé. Si lasciano tenere perché non riuscirebbero a fare diversamente. Si crea una misteriosa corrente che tiene i ragazzi a bada.
I Decani dispongono esattamente degli stessi strumenti che hanno i colleghi più giovani per tenere i ragazzi in riga: richiami verbali e richiami scritti. Sì, è vero che i giovani insegnanti hanno spesso un po' di remore a usare gli uni o gli altri, ma usarli non fa la differenza - e il Decano, tra l'altro, abbastanza raramente ricorre agli uni o agli altri. E nemmeno è vero che i colleghi sono disposti a fregarsene del fatto che il nuovo arrivato viene trattato come un cencio per pulire il pavimento, mentre probabilmente è vero che un po' di decisione da parte di certi Dirigenti Scolastici potrebbe troncare certe deplorevoli abitudini in certi allievi particolarmente amanti dell'odore del sangue. Ma sono comunque questioni complesse e trovare risposte o rimedi è davvero difficile.

Indubbiamente esiste qualche Decano borioso che boriosamente osserva "Ma com'è che queste nuove leve non riescono a farsi rispettare?" con tono di repellente superiorità - denotando tra l'altro una scarsità di memoria che non è nel suo stesso interesse evidenziare; del resto gente così esiste in tutte le professioni, e gli alunni non sono i soli ad amare l'odore del sangue. Ma è indubbio che la gran parte dei Decani, se avesse un buon consiglio da dare al poverello di turno, di tutto cuore lo darebbe e glielo ricamerebbe pure a punto croce. E qualche volta ci provano pure, a darlo, ma i risultati sono scarsi.
Non è, questo, un sapere che si possa trasmettere, e ognuno deve arrivarci per la sua strada - mentre è vero che qualche fortunato impara in fretta ed esistono perfino rari casi di Eletti che non hanno quasi nulla da imparare in merito e a questo felice stadio della loro carriera arrivano in gran fretta; ma sono rari.

Comunque sia, viene un momento in cui le classi sono quasi sempre tutte gestibili, i colleghi si rivolgono a te per avere consigli sulle più strane questioni e quel che dici al Consiglio di Classe o perfino nelle commissioni viene considerato come fosse oro appena colato.
In quel momento ti accorgi che sei diventato un Decano della scuola (il che non significa affatto, per ovvi motivi, che le grane siano finite o che d'ora in poi tutto sarà in discesa). 
A questo curioso stadio della mia esistenza sono arrivata quando sono rientrata a scuola dopo la malattia, anche se ci ho messo un buon tre anni per accorgermene e ho realizzato completamente la cosa solo quando mi hanno spiegato che "con me la Seconda Capricciosa sta buona" (che poi, buona un cavolo. Diciamo che riesco a fare qualcosa di vagamente simile a una lezione).  E sono ancora qui a cercare di capire com'è successo.
Quando lo capirò, naturalmente, non mancherò di raccontarlo sul blog.

5 commenti:

Romolo ha detto...

Anche in ufficio da me, mi accorgo con una certa sorpresa che mi chiedono consigli e stanno a sentire quello che dico. Bello eh! Soddisfacente, ma poi ci ragiono...sarà che sono diventato diversamente giovane?

Tenar ha detto...

Oddio mi sta succedendo!
Devo dire che io sono fermamente convinta di avere una gran fortuna con le classi. Ne ho solo due, nello specifico due seconde, la A e la B e spesso sento delle urla belluine provenire dalla C. Per le norme covid non ci ho mai messo piede, ma sono sicura di aver scampato la classe ingestibile.
C'è da dire che due anni fa ho avuto la surreale esperienza di avere una collega giovane (giovane all'insegnamento, dato che credo sia più o meno mia coetanea) che per altro è il mio mito (ha tre figli, due cani e una vita sportiva e intellettuale) chiedere a me come tenevo una classe. A me! Io che una volta ho candidamente detto a un alunno che mi minacciava fisicamente che, piccolina come sono, avrebbe fatto una figuraccia nel vantarsi di avermi menato. Quindi ecco, non so, da giovane precaria il tocco magico non l'ho mai avuto, per niente. E, senza indagarne troppo le cause, mi beo del fatto che, negli ultimi anni, la parte a scuola neppure più sembra un lavoro.

Murasaki ha detto...

@Romolo:
ah sì, certo: per sua stessa definizione il Decano tanto giovane non è, e nemmeno può essere di primissimo pelo. Alcuni però diventano Decani in pochissimi anni, mentre altri cominciano a insegnare davvero presto, anche prima della laurea, e te li trovi decani a poco più di trent'anni (che non è stato il nostro caso, mi par di capire ^__^ )

@ Tenar:
Sì, uno dei sintomi inconfondibili è appunto l'impressione che le classi difficili da gestire capitino tutte agli altri e per uno strano caso a te arrivino soltanto le più paciose :)

Mary ha detto...

Ci si abitua al decanato e fa anche piacere essere un punto di riferimento ma nulla è paragonabile all’ebrezza che coglie l’insegnante che ha compilato la Domanda di cessazione di servizio. Ogni richiesta di consulenza e/o supporto è accompagnata da: “Beata te!”
Sarò beata? Adesso lo sono poi vedremo.

Murasaki ha detto...

@ Mary:
Ma certo che lo sarai, per tutti i secoli dei secoli!
Auguri e rallegramenti vivissimi ^__^