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giovedì 17 giugno 2021

Cronache dagli Esami che quest'anno son di nuovo Esami - La consegna dell'Elaborato

la prof. Murasaki davanti al computer, in ansiosa attesa dell'arrivo degli Elaborati
(Il disegno è di Monokubo)

Quest'anno il Ministero dell'Istruzione, pace all'anima sua, si è mosso con un certo anticipo rispetto all'anno scorso e, stabilito che a fine inverno eravamo ancora in mezzo al guado e nessuno poteva ragionevolmente prevedere di che morte si sarebbe andati a morire (non solo in senso metaforico) di lì a Giugno, ha fatto una Ordinanza Ministeriale che prevedeva sì un esame in presenza (con possibilità di trasformarlo in esame da remoto qualora le circostanze lo consigliassero) ma senza scritti e col solito tormentone dell'elaborato, che se non altro quest'anno è stato definito con un po' più di precisione rispetto all'anno scorso.  
E dunque niente scritti.
E sì, d'accordo, adesso siamo buoni tutti a dire che gli scritti si potevano benissimo fare perché la scuola era vuota e quindi gli alunni di ogni classe avrebbero potuto agevolmente occupare due e financo tre aule in totale sicurezza (specie dopo che per tutto l'anno ne avevano occupata una sola, e ufficialmente sempre in perfette condizioni di sicurezza)- ma posso anche capire che nessuno se la sia sentita di rischiare. Resta il fatto che, in assenza di una prova scritta, talune classi e taluni alunni corre voce si siano alquanto rilassati a Matematica e a Lingue, e pure a Grammatica Italiana.
Che ci vuoi fare? Sono i casi della vita.
Comunque, due giorni dopo l'arrivo dell'Ordinanza la scuola ha partorito la circolare, che in sintesi riproponeva ampi passi scelti dell'Ordinanza, e ce l'ha trasmessa.
E nella Circolare era scritto chiaramente che la Tematica dell'elaborato consentiva l'impiego di conoscenze, abilità e competenze acquisite sia nell'ambito del percorso di studi, sia in contesti di vita personale, in una logica di integrazione tra gli apprendimenti ovvero la possibilità per gli alunni di trattare nell'Elaborato della loro vita e dei loro interessi, come del resto si è sempre fatto, almeno da quando insegno.
Dopo di che si sono visti insegnanti lamentarsi perché "Ahimé, Eriberto vuol portare il ciclismo e non c'è niente in letteratura italiana che parli di ciclismo, e la Preside ai Consigli di Classe è stata tassativa nel dire che negli elaborati possono portare solo cose fatte in classe" e "Hedwig porta il Calcio come tematica ma le ho detto che per Scienze Motorie non può parlarne perché non lo facciamo in classe, e allora dice che parlerà dello stretching", il tutto non solo rendendo grande onore alla flessibilità mentale della nostra categoria, ma dimostrando pure di non saper leggere quel che gli viene scritto né ascoltare quel che gli viene detto, visto che l'attuale DS ci avrà anche i suoi limiti, come tutti, ma non l'abbiamo mai vista contraddire le sue medesime circolari, e quanto al tema dell'inclusività certo non ha fallato per mancanza di disponibilità, vuoi con pensieri e parole e vuoi con atti.

E dunque, stabilito che nell'Elaborato i ragazzi possono occuparsi di quel che più gli interessa e infilarci tutto ciò di cui li punge vaghezza, ed essendo noi stati esortati apertamente a suggerirgli, caso mai gliene venissero a mancare, soluzioni creative e spregiudicate per infilare nella tematica le varie materie, la palla passava a loro.
Da brava coordinatrice ho dunque aperto una classroom dedicata agli esami della Terza Brillante, con brani scelti della circolare, uno spazio sia per le Tematiche, con tanto di scadenza di consegna (il 7 Maggio) sia per gli elaborati, anche lì con scadenza di consegna (il 7 Giugno). E le scadenze non me le sono cavate dalla testa, bensì erano prese pari pari dall'Ordinanza.
E qui sono cominciati i problemi: come ho più volte sviolinato, la Terza Brillante è una classe seria, brava, industriosa, con tanto di aureola sulla testa. Però, alla fine, è una classe di esseri umani. E quale Essere Umano a scuola va in anticipo sulle consegne?
Sì, qualcuno c'è. Non all'esame, per quanto mi risulta. E comunque son casi piuttosto rari.
Passavano le settimane e tutte le volte che li vedevo chiedevo "Come va con le vostre tematiche?" ma non è che ne veniva fuori granché. 
Così un bel giorno li ho presi (metaforicamente) per le orecchie e ho detto "Sputa fuori la tua tematica, caro, ché davvero è tempo di farlo" e tutti hanno cominciato a farfugliare qualcosa di indistinto, e insomma pian piano le tematiche sono arrivate. Non proprio per il 7 Maggio, ma insomma verso il 10 tutti avevano almeno spedito un titolo, e due terzi mi avevano anche mandato quel che chiamo "l'albero", ovvero i collegamenti con le varie materie.
Ai tempi dell'esame normale, quello in presenza, cosa dire al colloquio dell'esame per me era una questione che riguardava principalmente loro, e non me. Ci sono coordinatori molto pressanti che insistono per sapere tutto prima, ma io mi sono sempre limitata a qualche domanda distratta e a dire che se volevano che dessi un occhiata a eventuali testi ero lì disponibilissima. Qualcuno me li mandava, qualcuno no, e per me non era un problema. Altri insistevano per sapere tutto, e ho avuto notizia anche di chi faceva incontri pomeridiani per risentire i percorsi e addirittura i colloqui, che era un bel lavoraccio. Io ho sempre preferito non immischiarmi, non intervenire, non interferire, non condizionare, non influenzare, limitandomi a rispondere se interrogata. Altrettanto facevo con gli insegnanti della classe che coordinavo: ognuno gestisse la sua materia come meglio credeva.
"E se poi facevano male?".
Gli servirà come utile insegnamento per il futuro, sostenevo.
"E se poi non viene un lavoro coordinato?".
"La legge non ci chiede un lavoro coordinato, per il colloquio. La legge dice che anche argomenti collegati in modo estemporaneo, ad esempio dal fatto che interessano all'alunno, vanno benissimo, rispondevo io.
Arrivata all'esame, non mi preoccupavo tanto della mia reputazione ma del loro risultato: per la prima volta potevano lavorare in autonomia, e io mi limitavo a guardare il risultato, col sacchetto di pop corn in mano da sgranocchiare.
Tra l'altro, gli esami delle medie sono senza rete: una volta ammessi, gli alunni passano quasi in automatico, e caso mai non passassero sarebbe perché han dimostrato di non aver cavato un ragno dal buco in tre anni, non certo perché il colloquio orale non era ben coordinato.

Quest'anno però mi sono dovuta impicciare ben di più, e pure assistere in diretta alle risposte dei colleghi sulla classroom. Era le Legge che me lo chiedeva, e alla Legge si deve obbedire. Inoltre, per quanto i ragazzi fossero vieppiù senza rete, stavano facendo da cavie a qualcosa di abbastanza nuovo.
E il problema, infatti era  che, essendo il tutto abbastanza nuovo, noi stessi insegnanti ci si orizzontava alla meno peggio. E che sarà del cieco se si piglia per guida un altro cieco? Il capitombolo nel burrone era dietro l'angolo ma in qualche modo tutti dovevamo attivamente coniugare il verbo "arrangiarci".
Comunque diciamo che a metà Giugno, dopo una risciacquata in piena regola, gli alberi c'erano tutti al gran completo.
Mi aspettavo, a quel punto, un lento stillicidio di elaborati, frammenti di elaborato, pezzetti di elaborato. Certo, ogni tanto qualche alunno mi scriveva chiedendo se mi andava bene questo o quest'altro e sottoponendomi testi, ma solo per le mie materie.
Arrivata al 3 Giugno ho cominciato a guardare male la classroom. Nel pomeriggio ho scritto un avviso ricordando che la scadenza del 7 Giugno non se l'era inventata la scuola, ma era proprio scritta nell'ordinanza ministeriale. Insomma, dura lex sed lex.
La mattina del 4 Giugno ho detto (più o meno) che si sbrigassero a mandare quei cazzi di elaborati una volta per tutte. Ed era Venerdì.
Sabato mattina ho mandato un garbato avviso. 
E poi sono rimasta col computer aperto e la classroom in bella vista, e ogni poco passavo a controllare.
E hanno cominciato ad arrivare gli elaborati. Uno, due, tre... Domenica sera (6 Giugno) erano un bel gruppetto. La mattina del 7 ho guardato la posta e ce n'erano altri. Nel pomeriggio, stessa trafila. Alle undici, quando ho spento il computer, ne mancavano però DUE.
A tutti, via via che arrivava l'elaborato, mandavo una letterina di ricevuta con le iconcine dello champagne stappato, del brindisi, dei fuochi artificiali e dei festeggiamenti, dopo aver controllato se c'era tutto. Perché durante l'anno, a volte, era capitato che spedissero ma che non arrivasse niente, o arrivasse metà roba.
E infatti  anche stavolta una povera fanciulla durante il trasferimento ha visto le sue belle slide preparate con gran cura arrivare completamente scomposte, finché qualcuno non le ha suggerito di spedire con un altro dispositivo. Dopodiché ho potuto mandare anche a lei debita ricevuta, insieme all'invito a mangiarsi una grossa fetta di torta perché esperienze di quel tipo sono sempre molto stressanti.

La mattina dell'8 ho visto che erano arrivati anche gli ultimi due elaborati MA che l'ultimissimo, spedito alle due e mezzo di notte (!) era composto da... quattro slide.
Panico, telefonata alla responsabile digitale, mail all'infelice alunno... che mi ha scritto affranto che aveva fatto l'elaborato sul computer di suo padre ma che adesso la piattaforma non lo voleva.
Il poverino ha quindi passato una giornata infernale a tentare e ritentare, finché alla fine la piattaforma si è decisa ad accettare il suo lavoro dopo una serie di manovre piuttosto complicate.

Ecco, questa parte dell'esame non mi è proprio piaciuta, perché qualche problema è inevitabile che salti fuori quando più di venti esseri umani devono inderogabilmente spedire qualcosa: quasi sempre la piattaforma, il registro, la casella postale, il collegamento o la banda fanno i capricci, e qualche sfigato che finisce invocando un trapianto di fegato perché il suo suo ormai se l'è mangiato tutto c'è sempre - e la povera coordinatrice soffre con lui/lei (e le famiglie pure, immagino).
E quando l'ultimo allegato dell'ultimo alunno è infine arrivato, seppur diviso in quattordici piccoli file, mi sono sentita molto sollevata e mi è parso di aver concluso un lavoro assai faticoso - anche se io, in effetti, non avevo fatto altro che guardare il computer con gli occhi ansiosi come il gattone del bel disegno di Monokubo che apre questo post.
Ah, da non credere quanto è faticoso preoccuparsi senza costrutto.

3 commenti:

Melchisedec ha detto...

Il ministero ha ribadito più di una volta che non è un esame di serie B; dirò di più, ossia "questo" non è un esame e ciò si è verificato sia alla secondaria di I che di II grado. Tutoraggio, sostegno, guida...ma che esame è? A questo punto basterebbe uno scrutinio finale a chiudere un ciclo di studi anziché costruire un siffatto teatrino delle marionette.

Pellegrina ha detto...

Ma bel gattone!!!

Murasaki ha detto...

@ Mel:
In effetti il nostro somiglia molto all'esame dello scorso anno (e il vostro pure, da quel che vedo)
Comunque assistere i ragazzi col cucchiaino per la compilazione del percorso alle medie usava abbastanza anche prima - qualcuno, anzi, arrivava a FARGLIELO e poi a RISENTIRGLIELO. Non a St. Mary Mead, comunque.
Però gli siamo stati abbastanza dietro - soprattutto per le questioni informatiche.

@ Pellegrina:
Vero?
Mi piacciono moltissimo i disegni di Monokubo ^__^