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martedì 16 giugno 2020

Cronache dell'Esame che non è un esame - The Mysterious Affair Of The Elaborato

L'immagine raffigura uno strumento di orientamento particolarmente efficace: l'aletiometro.
Peccato che non sia facilissimo trovarne uno.
Il 16 Maggio 2020, con comodo e senza fretta, Il nostro Ministero si è infine degnato di mandare qualche svagato cenno su come andava svolto l'Esame di terza media che non è un Esame; e subito fu pianto e stridor di denti.
Tale Esame Fantasma consisteva prima di tutto in un elaborato, parola misteriosa che già da qualche tempo circolava tra i Dirigenti Scolastici. E avrebbe dovuto essere trasmesso via cavo o in altra idonea modalità concordata.
Piccioni viaggiatori? Telepatia? Pare che fosse possibile perfino portare dei fogli di persona a scuola, dove apposito personale avrebbe dovuto prenderlo, immagino con lunghissime pinze, e passarlo in qualche modo ai docenti che ne dovevano prendere visione. Perché, con il venti per cento dichiarato di casi in cui la Didattica a Distanza non era potuta avvenire poteva darsi, sì, effettivamente poteva darsi, che qualche sventurato cavernicolo non fosse in grado di consegnarlo altrimenti (per fortuna a St. Mary Mead così non è stato).
E cosa avrebbe dovuto esserci, in questo elaborato?
Viene spiegato nell'Ordinanza che esso elaborato inereva* una tematica condivisa dall'alunno con i docenti della classe e assegnato dal consiglio di classe. Cotal tematica è individuata per ciascun alunno tenendo conto delle caratteristiche personali e dei livelli di competenza dell'alunno stesso e consente (all'alunno, si suppone) l'impiego di conoscenze, abilità e competenze acquisite sia nell'ambito del percorso di studi, sia in contesti di vita personali, in una logica trasversale di integrazione tra discipline.
Si poteva dirlo in modo più contorto, inutilmente complicato e incomprensibile?
Solo con molta difficoltà, ritengo.
Accantoniamo il verbo inenere (per altro facilmente traducibile con trattare, riguardare o qualche altra decina di verbi almeno vagamente comprensibili). Ma la prima domanda che si è imposta all'attenzione, in tutte le scuole del regno, è stata "Ma insomma, 'sto cazzo di tematica, gliela dobbiamo assegnare noi o l'alunno se la assegna (individua) da sé?".
Dopo decenni in cui l'alunno si sceglieva un percorso più o meno collegato per le varie materie (di solito costruito intorno a una tematica, ma mica sempre e non per tutte le materie) ecco che compare la tematica.
Naturalmente in ogni scuola del regno, immagino, si sarà seguita la procedura "dicci, tesoro, cosa vuoi portare?" a cui sarà seguita una risposta del tipo "il calcio" oppure "l'evoluzionismo del riccio delle Bermude"** e la pacata affermazione da parte dell'insegnante "Benissimo, te lo assegniamo"; ma non capisco perché complicare la questione in questo modo. Quanto all'idea di consentire l'impiego di conoscenze, abilità eccetera che la creatura attinge anche dalla sua vita personale, vabbé, grazie tante ma forse ci sarebbe venuta in mente anche se non ce lo suggerivano.
"Volevo parlare del cavallo". "E perché mai? A scuola non teniamo cavalli" "Ma io faccio equitazione da quando avevo quattro anni e adoro i cavalli!" "Affari tuoi, non ci interessa. Ti assegniamo invece un elaborato sulle leve".
Mapperpiacere.

E dunque ecco la ragazza alle prese con i suoi ricci delle Bermude. Come deve confezionare l'elaborato?
L'elaborato potrà essere realizzato sotto forma di testo scritto, presentazione anche multimediale, mappa o insieme di mappe, filmato, produzione artistica o tecnico-pratica.
Commovente. Nel 2020, e dopo tre mesi di didattica telematica, accettiamo anche slide o filmati.
Non disponete di lastre di pietra e scalpellini in quantità adeguata? Avete finito le scorte di pergamena? La vostra oca-da-penne preferita è stata mangiata al pranzo dello scorso Natale e avete finito sia la china che il succo di more? 
Niente paura, accettiamo perfino gli ipertesti.
Siamo gente tecnologizzata, ormai.
Da una buona dozzina di anni, ma questi son dettagli.

Un elaborato piuttosto generico, da confezionare a rotta di collo per l'alunno, da leggersi ognuno in dignitosa solitudine per i docenti, e su cui in seguito scambiare due parole con l'alunno. Cosa mai potrebbe andare storto?

Il 16 Maggio, giorno di emissione dell'Ordinanza che inereva l'elaborato, era Sabato. Lunedì 18 la macchina infernale si è messa in moto: con santa pazienza i Presidi han letto e decifrato l'astruso testo, poi han convocato a tamburo battente  i coordinatori delle terze, che a loro volta han convocato i consigli di classe e cominciato a mandare avvisi ai ragazzi.
I quali ragazzi, ammettiamolo, si son visti piombare addosso l'elaborato inerente dalla sera alla mattina, e se qualcuno aveva cominciato a organizzarsi per conto suo già da tempo raccogliendo notizie sui ricci delle Bermude, altri han sperato fino all'ultimo che l'esame non ci fosse e si sono ritrovati un po' spiazzati.
Fa niente, c'est la vie.
Inoltre c'era la questione delle materie: non era necessario portarle tutte, quindi gli elaborati andavano discussi uno per uno con i futuri elaboratori di elaborati da tutti i singoli insegnanti.
"Porto il Muro di Berlino e quindi parlo degli Stati Uniti a Geografia".
"No, ti limiti ad accennare alla questione dei due blocchi e della cortina di ferro. Basta e avanza".
"Ho scelto come argomento la pazzia e porto soprattutto personaggi pazzi, non so come metterci geografia".
"Non ce la metti" (per quanto, visto che notoriamente il mondo è dei pazzi...).
"Non saprei cosa mettere di italiano...".
"OK, niente italiano".
E così via.

La rete ferveva di domande e di risposte, con alcune inquietanti zone di silenzio.
"Rodolico non ha ancora mandato niente, nemmeno la tematica. E l'ho giù contattato tre volte. Mi dice sempre  sì, prof, stasera glielo mando...".
Niente di strano, Rodolico da quando c'è la didattica a distanza è praticamente scomparso nel nulla.
"Galatea ha mandato solo la tematica, poi non ha dato cenno di sé".
Galatea, in verità, cenni di sé ne ha mandati ben pochi, anche se talvolta a lezione è arrivata e ha perfino salutato; poi ogni volta ha detto che non vedeva, non sentiva, non le funzionava la telecamera e si è dissolta.
"E se non ci mandano niente?
Il Terrore incombe.
"In quel caso valuteremo il lavoro in presenza" ci rassicura la Preside.
Non siamo molto convinti: in realtà l'Ordinanza sembra dare per scontato (non del tutto irragionevolmente, va pur detto) che l'Elaborato Inerente ci sia.
Poi gli Elaborati cominciano ad arrivare, un po' per volta. La scadenza era il 3 Giugno ma naturalmente ne manca qualcuno. Aspettiamo.
La prof. Spini prepara apposita classroom per riceverli.
Qualche insegnante comincia a leggerli seminandoli di commenti e dimenticando che i ragazzi sono iscritti alla classroom.
Allora la Classroom viene archiviata e in qualche modo gli elaborati scompaiono. La prof. Spini ne apre una nuova, alcuni li rimandano, altri no.
Qualche elaborato non si riesce ad aprire. Qualche elaborato scompare e riappare.
Il coordinatore prepara una tabella per i voti, più un file per scambiarsi commenti.
Il Consiglio di Classe si consuma gli occhi e confronta prime e seconde versioni.
Leggiamo, valutiamo, commentiamo e compariamo. Ponderiamo, soprattutto ponderiamo. Anche perché ci è stato spiegato che l'elaborato ha un peso (nella valutazione). E come lo pesiamo?
Bilance a piatti? Magari sarebbe meglio una bilancia elettronica.
In tutti i casi c'è parecchio da stare allo schermo. Il collirio scorre a fiumi.
E come sono questi elaborati inerenti?

Sorpresa! Quelli bravi hanno fatto lavori lussuosi: ipertesti, mappe interattive, file musicali.
Considerazioni esistenziali sul Bene, il Male, la Vita, l'Amore e la Morte, collegamenti raffinati, ricerche sontuose. Non sfigurerebbero come percorsi per l'esame di maturità.
Qualcuno ha scelto come tema le stelle, e ha fatto delle bellissime slide con suggestivi sfondi galattici. Peccato che non abbia curato di più la scelta dei colori, perché per leggerle è necessario mettersi il proverbiale occhio in mano.
Qualcun altro ha impostato un complesso percorso su uno stimato gruppo pop: a ogni canzone, corredata di video,  è associata una materia e anche un po' di considerazioni personali. Un quarto d'ora per scaricarlo, mezz'ora per ascoltarsi le musiche guardando i video, più un bel po' di tempo per leggersi il testo perché l'autore decisamente non soffre di blocco della scrittura.
A sorpresa, per la prima volta nella mia ormai quasi ventennale carriera, qualcuno porta anche Religione. Cristianesimo per gli scout, ma anche shintoismo, culti animistici vari, e un incrocio molto pertinente con Ganesh. Tale prodigio non sembra però destinato a ripetersi negli anni futuri perché il nuovo insegnante di Insegnamento della Religione Cattolica (ma anche di altre, a quel che sembra) ha chiesto e ottenuto il trasferimento. Buon per lui e peccato per noi, ma ognuno ha la sua strada.

Taluni scodellano strana roba: un elaborato sulla follia dove il vero folle sembra quello che ha assemblato il tutto; una fascinosa galleria fotografica sul Marocco senza un rigo di didascalia; una collezione di mappe concettuali pescate da internet (con un certo criterio di fondo, se non altro); un percorso sui cani con tre righe tre di spiegazione per ogni argomento... "Per Geografia ho scelto il Giappone perché lì c'è una particolare razza di cani", segue foto del cagnolo giapponese and that's all per quanto riguarda il Giappone.
Sostegno contribuisce con l'uovo d'oro dell'elaborato multimediale fatto dal ragazzo dei Centri Sociali (ci lavoravano da mesi, quando il ragazzo ci è stato scippato. E meno male che abbiamo almeno quello, ma che peccato che sia rimasto incompleto perché era un gran bel lavoro e il ragazzo si è chiaramente molto divertito a farlo).
Le Anime Perse, di cui la classe abbonda, hanno appiccicato con lo sputo quattro magre relazioni standard, di quelle che si trovano a dieci per un soldo al mercatino dell'usato, senza collegamenti e senza un perché.
Parecchi si sono impuntati per portare le due lingue straniere: qualcuno perché sapeva quel che faceva, qualcuno perché era convinto di saperlo, qualcuno perché ha platealmente pescato dalla rete. Con grande pazienza le due insegnanti ci forniscono in nota chi ha copiato e come, ma scorrendo i testi sospetto che entrambe abbiano messo su parecchi capelli bianchi nel corso della lettura.
Immagini di quadri senza analisi, analisi di quadri senza l'immagine, presentazioni di pittori con foto ma senza quadri (ma questo, strano a dirsi in tempo di multimedialità, succede ogni anno).

Quello che quest'anno è strato offerto ai ragazzi di fare era un lavoro diverso dal solito, con grandi aperture verso percorsi indipendenti, della serie "Portateci qualcosa purchessia e se non sapete parlare di altro, parlateci pure di voi".
In apparenza era un lavoro più facile del solito, ma a dirla tutta avrebbe dovuto essere un po' preparato. Magari insieme agli insegnanti, e con un briciolino di assistenza informatica?
Insomma, con un po' di lavoro collettivo, ovvero proprio quello che è mancato negli ultimi mesi?
Certo, qualcuno se l'è cavata bene - guarda caso quelli che se la sarebbero cavata bene sempre e comunque, anche se li avessimo messi a fare l'esame a testa in giù.
Altri han fatto un onesto lavoro senza convinzione.
Molti han fatto roba parecchio scombinata.
Certo, va detto che quest'anno avevamo una Terza eccezionalmente mencia. Ma per l'appunto, alle medie può anche capitare di ritrovarsi tra le mani una Terza eccezionalmente mencia, che in tre anni non è riuscita a fiorire.
Magari mandando le istruzioni un mese prima anche loro avrebbero fatto qualcosa di meglio, può essere?
Personalmente sospetto di sì.

* imperfetto del verbo inenere. L'elaborato infatti è inerente. Inutile cercarlo sul dizionario, me lo sono ricostruito dal participio presente.
** non ho la minima idea se nelle Bermude abbiano ricci; ma è risaputo che a volte i ragazzi costruiscono percorsi partendo da spunti anche piuttosto stravaganti. E perché non dovrebbero? Anzi, un tocco di originalità è sempre gradito dalle commissioni stremate dai percorsi più consueti.

4 commenti:

Pellegrina ha detto...

Murasaki ma cosa sono 'sti ragazzi dei centri sociali? Perché per me a-scolastica i centri sociali sono questa roba qua: e non penso stiano proprio lì tra i banchi, ecco.

la povna ha detto...

Ogni volta che al MI (e ultimamente lo fanno spesso) qualcuno pronuncia improvvidamente le parole "tematica" e "interdisciplinare" un comparatista muore. Siamo rimasti in pochissimi.

Murasaki ha detto...

@ Pellegrina:
osservazione più che giusta e mi scuso per la confusione.
Naturalmente non sono "centri sociali" intesi in quel senso, sono un qualche tipo di enti, cooperative eccetera che badano a ragazzi in condizioni molto particolari, in pratica tolti alle famiglie per questioni che spesso non ci vengono nemmeno spiegate ma che a grandi linee intuiamo, e spesso molto problematici per gravi traumi subiti. Hanno talvolta il sostegno e di solito ci occupiamo più che altro di farli socializzare, premessa indispensabile perché gli venga voglia di applicarsi almeno un po' allo studio. Insomma, i più deboli nonché gli ultimi degli ultimi, e chiaramente vengono maneggiati con estrema delicatezza. Con quello di cui parlo il Sostegno, nel corso del triennio, ha fatto un gran bel lavoro secondo me. Solo che, prima ancora che chiudessero le scuole, son stati deportati in altra provincia e la versione ufficiale era che "non c'era personale sufficiente per occuparsi della didattica a distanza". Se avessi tra le mani chi ha gestito in maniera tanto immonda la cosa non esiterei a strozzarlo a mani nude anche in presenza di numerosi testimoni, fiduciosa di venire assolta con formula piena perché convinta che il fatto non costituirebbe reato.

@ la povna:
Che dirti? Posso offrire solo la mia piena solidarietà e le mie lacrime per i molti defunti :(

Pellegrina ha detto...

Andremmo in due a processo...