Gli insegnanti di St. Mary Mead incombono minacciosi sull'Elaborato del povero alunno indifeso. |
L'immagine è di Monokubo.
Ordunque, andava preparato l'Elaborato - oggetto abbastanza misterioso agli occhi di tutti noi, ma in realtà non troppo diverso dal percorso-su-slide che già da diversi anni alcuni esaminandi ci ammanivano al momento del colloquio orale.
Inoltre, dopo un anno e mezzo di didattica mista e a distanza, il rapporto dei nostri amati alunni con i mezzi informatici si era fatto decisamente più confidenziale (e quello di noi docenti anche).
Quanto a me, sin dall'anno scorso avevo allenato la Seconda Brillante - diventata poi Terza ancor più Brillante - a cercare immagini significative su vari temi corredandole di didascalie che dovevano sempre comprendere data e luogo, nonché ad eseguire piccole ricerche da esporre che venivano sempre più spesso scodellate alla classe sotto forma di presentazioni. I concetti su cui avevo insistito erano soprattutto
- non mettere troppe parole nelle slide e non sovraccaricarle
- scegliere con cura le immagini
- lavorare senza ritegno di effetti speciali, che solleticano lo spettatore: dissolvenze, animazioni eccetera.
Più di tanto non potevo dire perché più di tanto non so. Ma la piattaforma GoogleMeet ha un ottimo programma di presentazioni e su quello ho imparato a lavorare, sgrezzandomi con l'esercizio, ché fino a 18 mesi fa non avevo mai fatto una singola presentazione né avevo sentito alcun desiderio di farne.
Così ci eravamo tutti allenati presentando la Belle Epoque, i punti più salienti di geografia fisica dell'Africa, qualche stato sparso eccetera.
Altri colleghi, ben più qualificati ed esperti di me sul piano informatico, avevano lavorato a loro volta. Ai ragazzi era stata spiegata l'importanza di mettere le fonti - un aspetto, va detto a mio disonore, che non mi aveva nemmeno sfiorato - come caricare il quadro da analizzare per Arte (con apposite freccette o box dove inserire i punti essenziali dell'analisi in questione), come svolgere l'analisi testuale per Italiano eccetera. Tecnologia aveva anche speso qualche lezione per spiegare come comporre le slide, evitare di deformare le immagini o di sovrapporle al testo e altre utilissime cose.
Col tempo i risultati erano arrivati: a metà dell'anno avevo spezzato tre stati dell'Africa assegnandone un pezzetto a ognuno ed erano venuti fuori dei lavori abbastanza diseguali - a volte troppo lunghi, a volte pasticciati, a volte buoni. Quando ci ho riprovato a fine anno con il Brasile, con la scusa (neanche troppo campata in aria) che tanto io del Brasile sapevo solo quel che c'era sul libro, il risultato è stato addirittura sontuoso: due ore sono scivolate via come acqua di fonte ammirando fascinose presentazioni delle principali città del Brasile, del Rio delle Amazzoni, della danza e della musica brasiliane, delle favelas e non parliamo dello sport in Brasile: loro han lavorato come ciuchi e io sono stata piacevolmente intrattenuta imparando un sacco di cose (l'aggiornamento di un docente si fa in tanti modi, si sa).
E' sorta poi tra noi insegnanti la Gran Questione della Lunghezza del mitico Elaborato: che, come suggerisce il buon senso, non avrebbe dovuto essere troppo lungo né troppo corto: e dunque noi coordinatrici avremmo dovuto stabilire dei limiti in un senso e nell'altro e indicarli sulla Classroom "come era stato fatto l'anno scorso".
Io per la verità non mi ricordavo niente del genere per l'anno scorso, e nel corso degli anni ho sviluppato una certa qual allergia a questi tentativi di uniformità che poi nessuno si fila - senza contare che l'Elaborato Troppo Lungo lo avrebbero fatto solo quelli che puntavano al 10 e che secondo me avevano tutti i diritti di esibire ogni loro virtù a costo di stressarci con un elaborato "troppo lungo" - e si dava il caso che nella Terza Brillante i potenziali 10 fossero un buon numero. Così ho tagliato corto ricordando ai colleghi che la circolare d'istituto non indicava limiti di lunghezza ma che ogni insegnante era libero di dare tutti i limiti che voleva per la sua materia, mentre io non avrei indicato un bel nulla sulle dimensioni richieste per l'elaborato. E che sarebbe stata mai, qualche slide in più da guardare?
(Su questo ho avuto poi svariate occasioni di riflettere, mentre appunto guardavo gli elaborati della Terza Brillante, che certo non si sono segnalati per eccesso di brevità).
Perché, una volta arrivati, gli Elaborati andavano valutati. E qui va pur riconosciuto che ci siamo fatti fregare per eccesso di zelo: in effetti non stava scritto da nessuna parte che gli elaborati andassero valutati prima dell'esposizione, anche se va pur detto che una guardatina era comunque opportuno dargliela: in un colloquio orale dell'esame dei vecchi tempi andava benissimo che i docenti arrivassero ignari e godessero (o sopportassero, a seconda dei casi) l'esposizione della creaturina, per poi valutarne l'effetto complessivo; ma in quel tipo di esame il colloquio era solo una delle tante prove, mentre stavolta comprendeva tutto l'esame. Del resto, l'anno scorso avevamo valutato gli elaborati prima del colloquio, giusto? (Ma l'anno scorso, a ben guardare, non si era trattato di un vero e proprio colloquio, bensì soprattutto di un affascinante dialogo tra sordi e di fatto gli elaborati, belli o brutti che fossero, erano l'esame).
Soprattutto, non ci eravamo posti 'sti gran problemi: le vicepresidi avevano mandato a dire "valutate gli elaborati", poi ci avevano caricato una bella griglia di valutazione - che era poi quella dell'anno scorso - dove dovevamo scrivere un votarello per l'originalità, uno per la coerenza con la tematica assegnata e uno per la chiarezza e correttezza; e d'accordo che si trattava di voci abbastanza generiche, ma insomma in qualche modo ci saremmo arrangiati, esattamente come avevamo fatto l'anno scorso.
C'era da valutare? E noi avremmo valutato.
Così gli insegnanti di St. Mary Mead, reduci da una settimana assai ardua a base di scrutini con tutti gli annessi e connessi del caso (compresa la correzione al volo delle ultimissimissime verifiche che non so perché tutti ci ostiniamo a fare negli ultimissimi giorni, nemmeno ce lo avesse ordinato il medico, semplicemente perché ci viene in mente che lo spazio per una ultimissimissima verifica materialmente c'è, e pazienza se gli alunni stramazzano sul campo), hanno passato un fine settimana incollati al computer, ché gli esami partivano da Lunedì e quanto a me, non sapendo come meglio passare il tempo, ho perfino messo su una specie di diario di bordo con le mie considerazioni personali su ogni singolo elaborato, al quale altri colleghi, come me afflitti dalla stessa cronica mancanza di occupazioni per passare in qualsivoglia modo le giornate, hanno aggiunto a loro volta commenti e considerazioni. Insomma, quando è arrivato il nostro turno avevamo fatto con grande diligenza i compiti e dunque eravamo assai onorevolmente preparati. Con un paio di perplessità.
La prima riguardava alcuni dei Bravi, che avevano presentato un elaborato piuttosto scarno (spiegazione: essi si erano limitati a seguire le nostre raccomandazioni, presentando l'ossatura dell'elaborato di cui poi hanno avuto cura di fornire abbondante polpa al momento dell'orale).
La seconda riguardava altri due dei Bravi, che invece avevano presentato un elaborato alquanto copiato dalla rete - no, non si trattava di un paio di concetti pescati qua e là, ma di testi infilati di peso, riconoscibilissimi perché lo stile cambiava bruscamente. Ma se è vero, come non ho mancato di ricordare ai colleghi, che era normalissimo che attingessero dalla rete le loro informazioni, specie quando trattavano argomenti che sui libri di testo erano svolti in modo troppo sintetico o non erano svolti affatto, altrettanto vero era che un copia&incolla di due pagine di fila e ben farcito di svolazzi retorici, specie per la parte nelle lingue straniere, non era particolarmente gradito. A questo proposito aggiungo che tuttora non so che tarantola abbia morso quei due, visto che erano perfettamente in grado di produrre una brillante sintesi degli articoli citati, almeno di quelli in italiano, e che purtroppo così facendo si sono automaticamente abbassati il voto (che anche così non era comunque molto basso). In pratica, uno si è giocato il 10 e l'altro il 9, in base al nobile principio "chi vuol esser scemo sia".
In compenso, mancavano totalmente quelli che la prof. Casini aveva definito gli orrori, ovvero dei lavori che si segnalassero per manifesta inadeguatezza; tutti, anche quelli più difettosi, erano ampiamente sopra la sufficienza. Così, da Brava Coordinatrice, ho spedito un messaggetto collettivo di auguri per tutti, mi sono adeguatamente curata gli occhi doloranti con un buon collirio sfiammante e ho atteso scalpitando il D-Day con la stessa ansia che se l'esame l'avessi dovuto fare io, esattamente come mi succede sempre sin dal primo anno che insegno.
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