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venerdì 12 giugno 2020

American Gods - Neil Gaiman


Il libro è stato pubblicato nel 2001 e tradotto in italiano nel 2003; nel frattempo aveva vinto il premio Bram Stoker, il premio Nebula e pure il premio Hugo, dunque è blasonatissimo. Del resto è scritto da Neil Gaiman, e già questo è un notevole titolo di merito. Di recente ci hanno anche tirato fuori una serie televisiva, che credo sia arrivata anche da noi qualche tempo fa.
È un libro fantasy, quindi parla di dei, di religione e del destino dell'anima umana. Un libro fantasy vero, quindi non c'è la lotta del Bene contro il Male che molti insistono, gli dei soli sanno perché, a ritenere la vera caratteristica del fantasy; inoltre non c'è nemmeno l'ombra di una qualche ambientazione medievale e i draghi scarseggiano - ma  che il fantasy debba per forza avere l'ambientazione medievale è un luogo comune che ormai circola solo nelle antologie delle scuole medie e soltanto lì, si spera. Qualcuno ha parlato di gothic fantasy, ma siccome non ho idea di cosa sia il gothic fantasy non sono in grado di dire se sia giusto o sbagliato. Comunque la morte è uno dei temi portanti, senza dubbio - ma lassù nelle alte sfere la separazione tra vita e morte è molto meno definita di come tendiamo a vederla noi comuni mortali. Ecco, sì: è un libro dove di comuni mortali ne circolano davvero pochini.
È senza ombra di dubbio un romanzo on the road - categoria che normalmente detesto e che scanso con tutte le mie forze. Stavolta però il romanzo on the road mi è piaciuto molto, e l'unica spiegazione che riesco a darmi è che l'autore in realtà è inglese anche se vive da tempo negli Stati Uniti. Oppure dipende dal fatto che, per quanto on the road, dietro gli strani giri del protagonista c'è un percorso ben preciso, e qualcuno che tira i fili (dove "qualcuno" sta per "un sacco di gente"). Comunque c'è un sacco di vita quotidiana americana: hamburger, sceriffi, autostrade, alberghetti inquietanti, gazzettini locali, luna park e musei stranissimi...
Il romanzo afferisce anche a un altro filone narrativo piuttosto moderno: quello di una qualche divinità che "ritorna" per rimettere le cose a posto - filone che ha prodotto alcuni libri interessanti, una discreta quantità di ciarpame e alcuni film davvero divertenti. Qui gli dei all'opera sono una quantità immane, alcuni sotto un anonimato abbastanza trasparente, altri piuttosto ben nascosti.
Il protagonista si chiama Shadow, e in effetti è un po' inconsistente - anche come personaggio, in un certo senso. A chi legge risulta simpatico, ma mentre fa, disfa, lavora, muore e ritorna a vivere (fa anche questodà sempre l'impressione di essere un po' altrove. La cosa naturalmente è voluta dall'autore, ma non sono sicura di aver capito il motivo. In effetti le cose che non ho capito di questo libro sono parecchie, e probabilmente una o due riletture mi aiuteranno.
Dicevo, il protagonista. Un bravo ragazzo, in prigione per reati che ha più o meno commesso. C'è una rapina di mezzo, e col tempo si capisce che non l'ha fatta di sua spontanea volontà e non l'ha fatta da solo.
Comunque è in prigione ma sta per uscire, e lo aspettano una moglie affezionata e un lavoro in palestra che il suo più caro amico gli ha conservato. E già durante il colloquio che fa prima di uscire ci rendiamo conto che qualcosa non va: esci di galera e sei pronto a riprendere la tua vita lavorativa e familiare? È chiaro che c'è una fregatura in agguato.
E che fregatura: la moglie e il datore di lavoro (grandi amici da sempre) muoiono in un cruento incidente automobilistico proprio due giorni prima della fine della detenzione, così Shadow avrà due giorni di sconto sulla pena per andare al funerale. Quando si dice fortuna.
Per il lavoro comunque non ci sono problemi: già mentre torna a casa gliene viene offerto un altro, da un individuo di nome Wednesday. Scopriremo più avanti che è un dio in incognito, e che la povera Laura - la moglie, un personaggio davvero struggente - non è morta affatto per caso.
C'è una guerra in corso: i nuovi dei (un gruppo di sciamannati, imbecilli, imbranati, insomma una roba assolutamente patetica), gli dei del Progresso e della Modernità, contro i vecchi dei, quelli seri, tutti importati da fuori - perché gli americani non sembrano avere dei indigeni. Dei vichinghi, egiziani, mediterranei - c'è anche la dea Bast, naturalmente sotto la forma di gatto e di bella fanciulla, e dorme sempre, cioè quasi sempre - dei celtici, dei africani, dei che ci rendiamo conto che sono dei ma non sappiamo bene da dove vengano - almeno, io alcuni non sono proprio riuscita a riconoscerli. Non se la passano proprio benissimo: vivacchiano, spesso di truffe, furti ed espedienti vari, e qualcuno è ridotto proprio male, mentre qualcuno si è costruito una piccola nicchia; dei divisi in fazioni e separati da vecchi rancori, talvolta assai poco raccomandabili, talvolta ancora molto forti e ben avvolti in un grigiore ingannatore.
Dei, dei dappertutto, e una caterva di oggetti magici. Non c'è letteralmente verso di mangiarsi nemmeno un paio di hamburger in pace senza incappare in qualche oggetto magico e in qualche creatura ancor più magica. Shadow conduce una vita davvero complicata, anche se... ecco, in qualche modo sembra avere dentro una bussola interna che lo aiuta a orientarsi - al contrario del lettore che un po' si perde.
Wednesday sta facendo il giro degli dei sopravvissuti per riorganizzarli contro quelli nuovi. Qualcuno ci sta, qualcuno no, qualcuno cambia idea due e tre e quattro volte. C'è una tela complicata da tessere, e da disfare per poi rifarla.
La storia però va per conto suo. Ci sono diverse sorprese per Shadow, e un finale imprevedibile che rovescia diverse carte in tavola. Anche la battaglia finale sarà molto diversa dal previsto, e soprattutto non ci sarà, assolutamente e nemmeno per sbaglio, la minima lotta del Bene contro il Male: siamo molto al di sopra di questo livello, e del resto il Bene e il Male sono entità piuttosto scivolose - anche se mai quanto gli dei, che hanno tutti più facce dei dadi da gioco fantasy, e alcune facce sono del tutto incomprensibili.
Qualche lettore ci si è perso, qualcuno ci si è perso ma si è anche molto divertito, qualcuno, come me, è rimasto molto affascinato oltre a divertirsi e ha deciso di darsi una ripassata ai libri di mitologia, da rileggere con occhi nuovi.
Consigliato, ma solo se non vi appassionate particolarmente alle lotte del Bene contro il Male. E consigliatissimo se vi piacciono le storie on the road. Una infarinatura di mitologia nordica e celtica può essere di grande aiuto, ma al giorno d'oggi ce l'abbiamo quasi tutti. Comunque credo che si legga bene anche senza, basta essere consapevoli che gli dei a volte sono un filino inaffidabili.

Con questo secondo post partecipo per la seconda volta nella giornata al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro buone letture e un sereno fine settimana a chi passa di qua.

6 commenti:

dolcezzedimamma ha detto...

Questo libro mi attende da un paio d'anni. È nella libreria di mio figlio, lui lo ha letto e mi ha detto che era "un po' così". Mi sa che me lo porto al mare...

Murasaki ha detto...

Al mare? Non mi sembra pensata male. Comunque un tentativo lo merita, secondo me (immagino che si fosse capito...)

Anonimo ha detto...

letto proprio al mare, a Bibbona, un paio di anni fa. bello, ma in effetti anche un po' così. non so se guardare la serie, accetto consigli. Lurkerella
ot: i gialli di Crimen con i libri di Solito sono di nuovo in edicola

Fatevi i Gatti Vostri ha detto...

Ce lo devo avere da qualche parte in ebook voglio provare a leggelo, mi sa che l' aria del tirreno gli giovi. Casomai lo metto nche in biblioteca.
In cineteca T'ho messo "ìtlere conto i pittori" boia dè r fiurer aveva prencipiato come mbianchino, luilì era uno che di pennelli se ne ntendeva. Se rivoi dantòn fammelo sapé te lo mando dimmi però se hai sempre murachan come mail.
Ciao
Un abbraccione
da Zanza

Murasaki ha detto...

@ Lurkerella:
Della serie so soltanto che esiste, quindi per i consigli farai bene a rivolgerti altrove. Mi pare abbia avuto un certo successo, però.
Grazie dell' OT: giusto ieri sera stavo pensando a oprdinare in rete l'unico volume che mi manca, il 7. A questo punto chiederò direttamente all'edicola di procurarmelo ^_^

Murasaki ha detto...

@ Fatevi i Gatti Vostri versione Zanza:
ottima, ottima idea metterlo nella biblioteca. E comunque leggere Gaiman è sempre cosa buona e giusta ^_^
Quanto alla mia mail, è sempre quella in testa al blog. Ma passerò a dirvelo sul blog.