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giovedì 2 aprile 2020

Sull'arte di perdersi in una goccia d'acqua, ovvero le complesse problematiche della Valutazione nella Didattica a Distanza

Come i pastori dell'Arcadia, anche noi insegnanti a volte ci perdiamo in pensieri profondi
(il quadro è di Nicolas Poussin)

Passati i primi giorni ci stiamo abituando.
Ho fatto una fluviale verifica di riepilogo sulla Cina, e una ancor più fluviale sulla Rivoluzione Francese, tutte a quiz, sul delizioso programma Blank (almeno, immagino si chiami così).
I ragazzi hanno cominciato anche a restituirmeli. 
Adesso devo solo capire come si fa a vederli. Una collega mi ha spiegato la procedura, invero non particolarmente intuibile, e può persino darsi che l'abbia capita. Forse.
Preparo le lezioni cercando di farlo in modo diverso. Le idee non mi mancano, e cercare di renderle possibili in rete è piuttosto divertente - quando e se mi riesce.
Quando non mi riesce ululo alla luna e mi rifugio a letto in compagnia di romanzi fluviali. E dopo un po' mi alzo per tornare a combattere con la piattaforma perché nel frattempo mi è venuta in mente una nuova possibilità.
Le gatte fusaiole mi sono di grande aiuto: è noto infatti che i gatti sono dei grandissimi stabilizzatori dell'umore, e al momento il mio umore necessita assai di un po' di stabilizzazione.
Ogni tanto vado a leggere le notizie del mondo esterno, mi scoraggio e torno sulla piattaforma dove i problemi mi sembrano più alla mia portata.
E tutto ciò non è poi così diverso dalla vita di tutti i giorni, salvo il fatto che quasi non esco di casa.

Dalla scuola ogni tanto arrivano notizie, una più strampalata dell'altra.
Qualche giorno fa mi sono vista arrivare via mail una lunghissima circolare sulla valutazione da parte del Ministero che ci mandava a dire, a noi poveri insegnanti portati dalla piena, insieme a un sacco di ringraziamenti per essere stati così bravi e collaborativi, che quel che viene fatto in questo periodo di interregno dovrà poi essere trasformato in una valutazione. Anche i compiti che davamo a casa. 
Ho scosso la testa e mi sono domandata perché si erano incomodati a mandarci quella gran vasca di acqua calda: sin dall'inizio della reclusione avevo elaborato dei compiti piuttosto complicati che richiedevano anche una parte di ricerca, con l'idea di approfittare di questo momento così particolare per lavorare sull'abilità di trovare informazioni attendibili e confezionarle in forma appetibile. Col passare dei giorni avevo cominciato a ricevere quei compiti, prima sulla mia casella di posta personale, poi su quella della piattaforma e infine sulla sezione dei compiti della piattaforma suddetta - dove tutto è più comodo e qualsiasi programma si apre.
Li avevo aperti e letti e ponderati, poi ci avevo messo un voto, li avevo restituiti con tanto di commento ove necessario e infine avevo trascritto i voti sul registro elettronico. 
E certo che dobbiamo dare delle valutazioni: come ci hanno spiegato dal Ministero le scuole sono chiuse ma la scuola continua. Continua come può, certo, ma in qualche forma continua. E comunque se do dei compiti e quei poveri ragazzi si scomodano a farli, mi sembra ovvio che glieli debba anche valutare - magari con un occhio di riguardo, certo.
E mi rendo ben conto con Geografia è più facile di Matematica - molto, molto più facile.
Ma insomma io faccio quel che posso e gli insegnanti di Matematica faranno a loro volta quel che possono.

Ma poi dalla scuola è arrivata una nuova circolare che ripeteva quanto già detto dal Ministero, con allegate gran copia di slide sull'utilità e l'importanza della valutazione (una dozzina, come minimo).

Mi sono quasi commossa, sentendomi tornare indietro ai bei tempi della SSIS e delle sue straripanti vasche termali. Mi sono fatta un bel bagno, poi mi sono asciugata e ho chiamato una collega.
"Perché continuano a mandarci quei documenti così vaghi sulla valutazione? Mi sembra ovvio che dobbiamo valutare 'sti poveri figlioli, e mi sembra ancor più ovvio che dobbiamo farlo con criteri un po' diversi dal solito. D'altra parte stiamo facendo tutti un colossale esperimento bendato, si farà quel che si può".
La collega mi spiega come, alla notizia che il lavoro fatto in questo periodo dovrà sfociare in una qualche cazzo di valutazione, metà del corpo docente della scuola sia insorto.

"Ma, scusa, allora perché stiamo lavorando? Per passarci il tempo? Io ho tre scaffali di libri che aspettano solo di essere letti, mi sta benissimo anche lasciar perdere" ho detto sempre più perplessa "Ovvio che se teniamo occupati i ragazzi con i cosiddetti contenuti scolastici qualcosa in cambio glielo dobbiamo pur dare. O l'intenzione era di mettere su un circolo di cultori delle varie materie?"
La paziente collega mi racconta che da giorni son tutti su What'sUp a macerarsi e ambasciarsi e angosciarsi perché non sanno come valutare i ragazzi.

"Li valuteremo come possiamo. È chiaro che questa è una situazione anomala. Non è che possiamo fargli un compito in classe. Non dico che mi dispiacerebbe poterlo fare, ma al momento la vedo difficile".

"Dice che il Ministero deve mandarci a dire con precisione in che modo dobbiamo valutarli".
"In che senso? Certamente non saremo punitivi e terremo conto che siamo tutti nei pasticci, noi come loro, e qualcuno di noi e di loro più degli altri. Ma davvero, tra tanti problemi che abbiamo al momento questo mi sembra davvero il più gestibile".
E poi, insomma, i tecnici della valutazione siamo noi. Cosa dovrebbero fare, dal Ministero, mandarci le ciambelle salvagente e i braccioli?.

Certo, magari alle superiori è più complicato. Certamente è ancora più complicato alle elementari. Ma io per fortuna sono alle medie, e se non altro la signora Pandemia ha avuto l'accortezza di arrivare a Marzo, quando ormai una qualche idea su come lavoravano i nostri alunni ce l'eravamo fatta.

La collega cerca di spiegarmi l'arcano: "Il punto è che il Ministero ha mandato a dire che la valutazione deve essere formativa e non solo sommativa".
In effetti sono anni e anni che il Ministero manda a dire che la valutazione deve essere formativa. A dirla tutta, la Valutazione Sommativa è una roba di cui ho sentito parlare solo al mio primo anno di insegnamento, quando nelle relazioni iniziali e finali si scriveva, rispettivamente, che la valutazione sarebbe stata, oppure era stata, "sommativa e formativa". Da tempo comunque di valutazione sommativa non se ne parla più nemmeno nei titoli dei compiti delle antologie; la valutazione è formativa e basta, cioè tiene conto di come e quanto sia stato "formato" il malcapitato affidato alle nostre cure - e vien fatta tenendo conto che non abbiamo passato il tempo a riempirlo di nozioni quasi fosse uno stampo da sformato, ma ci siamo assicurati che almeno un po' riuscisse ad assimilarle e a sviluppare una certa autonomia di lavoro attraverso i nostri nobili insegnamenti. Del resto, ormai da gran tempo all'Alunno descritto dalle indicazioni del Ministero vengono richieste tali e tante meravigliose doti che davvero sarebbe una vergogna sottoporlo ad una valutazione men che formativa.
"E allora, qual è il problema?" provo a capire "Tra competenze, obbiettivi trasversali e cazzi vari è una vita che le valutazioni sono formative".
Di fatto, stando alle indicazioni ministeriali, quando diamo un voto dobbiamo tenere conto di tali e tanti fattori socio-cultural-psicologico-bocciofili che gestire il Giudizio Universale, al confronto, sembra una passeggiata. In mezzo a tutta quella roba ci può stare anche la considerazione che in questo periodo è in corso la più grande pandemia del millennio - che peraltro in questa zona per nostra buona sorte al momento grandi danni non ne ha fatti.
A quanto sembra però per qualcuno la prospettiva di dover fare valutazioni di tipo formativo  è un dramma, ed è stata perciò indetta una riunione del Dipartimento di Lettere, noi e Crifosso insieme, che è sempre una esperienza interessante.
La riunione c'è stata e ovviamente abbiamo parlato di tutt'altro - più che altro è stato un evento sociale, dove purtroppo scarseggiavano sia il tè che i pasticcini da condividere, ma insomma ci siamo rivisti volentieri.
Di valutazione però non si è parlato né tanto né poco, e non sono stata certo io a cercare di intavolare l'argomento. Perciò il giorno dopo Qualcuno ha detto che non avevamo parlato di valutazione e ha chiesto una nuova riunione per parlare di valutazione.
"Ma c'è la circolare del Ministero" ho provato a svicolare io "non basta quella?"
"No. Dobbiamo stabilire gli obbiettivi che possiamo raggiungere perché la vecchia programmazione non è più valida".
In effetti, mi rendo conto che è un problema che abbiamo solo noi in tutta Italia (e forse ormai dovrei dire in tutta Europa,); e davvero mi sembra opportuno dedicare un pomeriggio a sviscerarlo per poi stabilire che forse faremo un programma un po' ridotto rispetto alle previsioni che avevamo fatto a Settembre.
Darmi malata è difficile. Spiegare che ho fissato un impegno da molto tempo pure.
Penso che mi cucinerò una ciotola di pop corn e disattiverò il microfono. Così, mentre la riunione è in corso, potrò commentare liberamente quel che viene detto senza rischiare di disturbare nessuno.

5 commenti:

Tenar ha detto...

La follia qui dilaga.
Direttiva dalla presidenza: interrogarli in videoconferenza... Bzzz... Bzzz... Prof non la sento più!... Non va il video... Non va l'audio. Fossero almeno tentativi di depistaggio! Noi siamo in mezzo ai monti, ci sono paeselli sperduti da cui faccio prima a chiedere un segnale di fumo.
Direttiva dalla presidenza: continuare a fare lezione anche durante le vacanze di Pasqua per recuperare i giorni persi a febbraio (insurrezione popolare, ora pare sia facoltativo)
Direttiva dalla presidenza: siccome ci sono videolezioni a tutte le ore del giorno e della notte (io ad esempio attacco alle 16 quando mi viene reso il marito dal di lui lavoro) possiamo riunirci in videoconferenza di notte o di domenica...
Una collega mi ha girato un articolo in cui si parla di alunni costretti a fare interrogazioni bendati per evitare che leggessero...
In compenso io offro lavori-gioco che sono intrattenimento per tutta la famiglia. Mi è stata recapitata una ricerca su Bartali fatta dichiaratamente anche dai nonni...

dolcezzedimamma ha detto...

Noi navighiamo a vista. Non dobbiamo valutare, ma insieme dobbiamo valutare (non è un errore, eh!) e custodire gelosamente le montagne di compiti che ci vengono restituiti. Io parlo con i ragazzi , li impegno in lavori di gruppo alternativi e quando relazionano li valuto nella mia preziosa agenda, senza, ovviamente, mettere nulla nel registro elettronico. Quando e se mi verrà richiesto, saprò cosa dire, ma tanto son convinta che per quest'anno "todos caballeros " e quindi tutta questa fatica sarà inutile. Meglio lavorare in altro modo e tralasciare la valutazione in sé.

Romolo ha detto...

Pensa mio figlio che deve fare la maturità...

Murasaki ha detto...

@Tenar:
Anch'io sto molto lavorando sull'intrattenimento e l'autoapprendimento, insomma gli faccio un po' di giochini che prevedano un certo lavoro di ricerca, inchiesta e riflessione. La nostra dirigenza segue criteri diversissimi: due ore di orario diventano una comprensiva di quarto d'ora accademico. e vacanze di Pasqua passate con circolare ed estese al Mercoledì precedente e a quello successivo. Di interrogazione non è stata fatta parola anche se in tanti ci ingegniamo con domandine sparse. Le interrogazioni bendate spero siano una leggenda metropolitana. Quanto al segnale, qui siamo in pianura tra dolci colline, ma anche a casa mia ogni tanto la banda decide di prendersi una pausa caffè, così, senza un motivo al mondo, a casa dei ragazzi immagino sia uguale visto che le interruzioni le accusano anche i più diligenti. Ecco, qui abbiamo la fissa delle assenze. Nonostante la Preside abbia rifiutato di prendere posizione, in tanti son convinti di dover segnare le assenze e fare l'appello e aspettano che la Preside "dia delle direttive precise". Insomma, siamo niubbi e si vede.

@ Dolcezze:
Credo che da noi prevalga appunto questo ordine di idee - ma mi sembra un falso problema perché volendo un paio di valutazioni a testa si raccattano abbastanza in fretta ed è chiaro che a fine anno verrà chiesto qualcosa ma sarà un qualcosa del tipo "Todos caballeros". In compenso circolano un sacco di leggende su cosa si possa o non possa fare, e siccome io non sono su What'sUp ho deciso di attenermi al mio capriccio sul molto che non è arrivato in circolare visto che in tanti fanno lo stesso. Del resto, anche in circostanze normali ci sono un sacco di differenze di metodo tra noi, e non vedo perché così non debba essere.

Murasaki ha detto...

@ Romolo:
Mah. Si perderà quel senso di Rituale di Passaggio, e si sa che i Rituali di Passaggio sono importanti, sì, certo...
Ma secondo me si sopravvive anche senza. Anzi. Mi dispiace che si sia perso quel simpatico rituale che è la festa dei tre mesi prima, ma ormai è andata 😢