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giovedì 3 gennaio 2019

Memorie di una signora che è stata a lungo di corporatura tradizionale

Peter Paul Rubens - Venere allo specchio (collezione privata)

Da piccola ero una falsa magra, più avanti mi trasformai in una autentica grassa e più avanti ancora, negli anni più recenti, ero entrata a pieno titolo nel numero degli obesi.
Ad epoche varie hanno corrisposto pesi diversi, con una sorta di aumento progressivo: fino a trent'anni e passa ero una ragazza piacevolmente abbondante, di curve morbide e generose, forse un po' troppo pesa per gli standard dell'epoca ma tutt'altro che improponibile. Un anno di pillola mi piazzò tra le persone francamente grasse (di corporatura tradizionale, per dirla con Precious Ramotswe, che è un personaggio cui mi sento molto vicina) e l'anemia quindici anni dopo mi portò a fare il definitivo salto di qualità oltrepassando il quintale*.
C'era di mezzo qualche problema di metabolismo, naturalmente, mai ben identificato (e questo vale soprattutto per il tempo dalla pillola in poi); c'entrava una forte eredità familiare da parte del ramo paterno. C'entrava forse anche una certa ansia continua che sentivo in famiglia vivendo sotto l'impressione di un esame mai ben superato.
Di sicuro c'era di mezzo un vivace appetito: ho sempre seguito una dieta abbondante che comprendeva un po' di tutto (o meglio molto di tutto) e non ero carente di alcun principio nutritivo, grazie anche al fatto che non ho quasi mai cercato di seguire una dieta, anche se in certi periodi facevo più movimento. Di sicuro non mi sono mai comportata in modo da far pensare che volessi scusarmi di essere grassa, così come non parlavo mai di diete e di sovrappeso. A dirla tutta li trovavo argomenti spaventosamente  noiosi e deplorevoli indizi di limitazione mentale nelle femmine - vivaddio, i maschi ne parlano assai più raramente, anche se sono capacissimi lo stesso di avere una conversazione di una noia allucinante, all'occorrenza.
Sviluppai uno stile di abbigliamento molto personale (che a volte rendeva necessario l'intervento di sarti o di abbigliamento straniero: celebre il mio mantello alla Darth Fender e le mie camicie cinesi a dragoni, ma vorrei ricordare anche le mie lunghe gonne a balze e le sottogonne col bordo di pizzo sangallo, dove la mia nonna paterna si impegnò a lungo. La regola base comunque era che l'insieme doveva risultare sontuoso e andava usata molta più stoffa del necessario.
C'erano dei vantaggi, naturalmente, e imparai a sfruttarli: un bel passo deciso, una presenza con una sua imponenza, e una notevole forza fisica - perché sotto lo strato di lardo c'era un robusto strato di muscoli che mi permetteva di affrontare con disinvoltura sforzi notevoli, e abbondanti riserve che mi rendevano agevole saltare uno o anche due pasti all'occorrenza - un bel viso liscio e ben colorito, pronto al sorriso e spesso assai gradito per questo agli alunni.
Negli ultimi anni c'erano anche degli inconvenienti, naturalmente: ad esempio dover evitare certi passaggi perché, appunto,  non ci sarei passata, o le gambe che non sempre era possibile accavallare. Ma per tutti questi anni in cuor mio non sono mai stata veramente "grassa": per strano che possa sembrare la mia anima era snella, solo un po' tondeggiante ma appena appena, e qualche volta guardandomi allo specchio ero sorpresa (ebbene sì, talvolta spiacevolmente sorpresa). Credo di essermi sempre considerata una persona di corporatura normalissima che al momento era un po' appesantita.

Adesso ricordo quei tempi felici come l'età dell'oro.


*non era colpa dell'anemia, naturalmente, anche se mentre ancora non sapevo di averla mi rendevo conto che mangiavo troppo perfino per i miei standard. Diciamo comunque che le due cose sono piuttosto legate sul piano cronologico.

9 commenti:

pensierini ha detto...

Già, proprio così. Sembra la mia descrizione, fatta da qualcuno che mi conosce, o meglio mi segue dappresso, da vent'anni.

Romolo Giacani ha detto...

E poi che è successo?

Murasaki ha detto...

Il seguito nella prossima puntata "Memorie di una acciughina" 😃

Melchisedec ha detto...

Incredibile! Vedi come cambiano le cose.Quello che scrivi è molto autentico e dovrebbero leggerlo i maniaci patologici della linea. Attendo la prossima puntata. ��

Anonimo ha detto...

Penso tu sia molto alta. Mentre descrivevi il tuo abbigliamento mi è venuta in mente una maestosa signora, già nonna quando ero alle medie, che portava gonnelloni ricamati, mantelle e grandi gioielli fantasia. Io sono più tipo Victoria Regina, piccola, tracagnotta, e il passaggio dalla pinguedine all'obesità mi ha veramente indignata, con l'aggravante che io diete ne ho sempre fatte, anche dissennate - ma ragionevoli o pazze che fossero il risultato era sempre lo stesso: dai due ai cinque kg in più. Era più un dovere sociale che un mio bisogno, e non riesco a immaginarmi magra più di quanto riesca a vedermi bionda. Sembra che gli aggettivi per descrivere le donne si siano consumati, ora esiste solo "bella", e persino chi vede la trappola invece di usarne altri usa questo a sproposito. Attendo con ansia di leggere le "memorie di un'acciughina". Cari saluti da Lurkerella e dalla sua corporatura tradizionale

Murasaki ha detto...

Ringrazio tutti, naturalmente. Il mondo delle diete è un universo a parte, molto particolare, e ammetto che un po' mi fa paura. Ho avuto alcuni amiche che hanno fatto con successo una dieta e perso venti o trenta chili (anche se di solito il risultato è quello che racconta Lurkerella, per questioni legate al metabolismo che si difende con le unghie e con i denti per mantenere la stazza che è convinto che gli spetti di diritto)... ma per lungo tempo hanno anche perso memoria, elasticitá mentale e in certi casi anche una bella fetta di buonsenso. Niente di definitivo, intendiamoci, ma la cosa mi ha spaventato parecchio, e molti avranno notato che le persone a dieta spesso sono terribilmente noiose da frequentare. Altra cosa è un savio programma a scalare con effetti lenti e moderati accompagnato da un po' di tempo da dedicare al nuoto, alle passeggiate o cose del genere - ma lì si ragiona in termini di anni e se devo essere sincera non so di nessuno che abbia mai proposto niente del genere, altrimenti ci sarei andata. Quasi tutti quelli di cui ho avuto notizia partivano premettendo che c'era da eliminare un gruppo di alimenti (di solito carne rossa, soecie di maiale, insaccati, fichi, banane, dolci e focacce) e secondo me non si deve rinunciare a priori a niente di quello che fa oarte della nostra alimentazione, fosse pure la Coca-Cola in nome delle fussazioni del nutrizionista di turno, particolarissimamente a santissimo Insaccato da Norcia! Insomma, nessuno mi ha mai dato abbastanza affidamento da spingermi nemmeno a tentare, e a conti fattij je ne regret rien, giusto o sbagliato che sia.

@Lurkerella:
in realtà non sono molto alta, diciamo che arrivo sul metro e settanta aiutandomi con qualche centimetro di tacco rigorosamente non a spillo. Ho, o meglio AVEVO invece un bel passo deciso (e infatti le scarpe non mi sono mai durate granché). Attualmente mi contento di zampettare con fare incerto, ma questa è altra storia.
Quanto agli aggettivi per descrivere una donna... bah, ci hai ragione da vendere, ma va detto che in questi anni il lessico non brilla troppo per varietà in molti ambiti...

minty ha detto...

Io quoto pensierini, lassù. Pare che con questo post mi sia stato fatto il ritratto... XD

acquaforte ha detto...

Mi ha molto rassicurato il tuo racconto del prima, quando eri una allegra e positiva signora di corporatura tradizionale. Se tu fossi stata una (anche) allegra e positiva acciughina, cosa saresti diventata dopo questi mesi (troppi) di dieta non solo forzata, ma alla ricerca di una quadra, quindi a tentoni ?
Io appartengo alla categoria delle donne mai soddisfatte del proprio corpo, alla perpetua ricerca di una confortante rassicurazione. Né grassa né magra, credo che questa insoddisfazione abbia radici nel mio profondo e non riguardi solamente il mio aspetto fisico. Se fossi sicura di me, contenta di cosa ho realizzato finora, di quello che sono diventata,forse smetterei di considerare il cibo, il piacere della tavola, il mio personale veleno.

Murasaki ha detto...

@Minty:
a quanto pare ho scoperchiato un vaso di Pandora e il mio blog è frequentato da uno zoccolo duro di lettrici di corporatura tradizionale, spontaneamente attirati dalla loro consorella. Molto divertente, a pensarci, e mi fa davvero piacere 😃

@Acquaforte:
E questa sì che è una sorpresa: non avrei mai pensato che tu fossi insoddisfatta di te (se non nella misura in cui lo siamo un po' tutti), anzi ti avrei definita una persona piuttosto appagata, e con buoni motivi per esserlo! È sorprendente vedere cosa tirano fuori a volte i post di argomento più personale.