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martedì 8 gennaio 2019

Memorie di una acciughina debole e stressata

Le specie di pesce azzurro sono in realtà molto più numerose. Qui ad esempio mancano pesce sciabola, sugarello, tonnetto, tonno, pesce spada, ricciola, cefalo, aringa e altri
La notte dell'Epifania del 2017 qualcosa nel mio - fino a quel momento - fedele ed affidabile metabolismo si spezzò, e l'ernia ombelicale decise di strozzarsi. Non lo sapevo ma era l'inizio di una nuova vita, qualcosa di molto simile alla carta dei Tarocchi col crollo della Torre - quella che Rowling utilizza come base per raccontare la morte di Silente, per intendersi: una brusca fine che porta a un nuovo inizio.
La fase in verità rischiò seriamente di essere solo una brusca fine, ma al termine dell'intervento, che la chirurga definì "importante" agli amici che avevano ansiosamente aspettato per più di due ore, si poteva ragionevolmente supporre che oltre alla brusca fine ci sarebbe stato anche il nuovo inizio.
L'inizio della convalescenza fu un piacere: ogni giorno un pendaglio in meno e una nuova conquista in più: riprendere a bere, stare in piedi, camminare, vedere le flebo via via sostituite da pasticche...
Persi qualche chilo, naturalmente. Molti di più ne persi quando ripresi a mangiare, perché non mangiavo quasi niente: il mio leggendario appetito sembrava avermi abbandonato. Ho un ricordo vagamente allucinato di me che mi sforzavo di mandare giù una matassina di quaranta grammi quaranta di tagliatelline come unica componente del pasto e di un paio di giorni in cui il mio stomaco rifiutò con decisione di avere a che fare con qualsiasi cosa che non fossero cucchiaini di miele (neanche tanti), per non parlare delle crisi di rigetto che mi davano il pane (davvero inconcepibile) e la carne arrosto (inconcepibile perfino al di là dell'inconcepibile).
In queste condizioni non mi meravigliai certo nello scoprire che continuavo a dimagrire: con quattrocento calorie al giorno chiunque dimagrisce, anche facendo una vita molto sedentaria, e le brusche esortazioni dei medici del tipo lei deve mangiare delle belle bistecche! non miglioravano granché la situazione.
Per la prima volta in vita mia avvertii una certa solidarietà con quelle a me estranissime creature  nomate "anoressici" quando si lamentavano che dirgli "devi mangiare" non li aiutava più di tanto  perché non era una questione collegata solo alla loro volontà.
Per la prima volta mi resi conto di quanto irritanti, offensive e arroganti fossero quelle stupidissime pubblicità sulla prova costume. E perché dovrei aver paura della prova costume, anche se peso quanto mi pare? Chi l'ha detto e stabilito che devo dimagrire? COME OSATE intasare la mia rispettabile casella di posta elettronica con la pubblicità dei vostri insulsissimi prodotti e "metodi" che a memoria d'uomo e di donna non hanno mai fatto dimagrire alcuno? E perché siete convinti che l'unico scopo della mia vita sia dimagrire e incrementare le dimensioni del mio pene*? Soprattutto, cosa ne sapete, VOI, di come si dimagrisce, cosa vuol dire dimagrire e com'è complicato a volte tutto il meccanismo?

La rabbia contro i venditori di improbabili creme e tisane dimagranti non mi passò, ma piano piano l'appetito tornò. Non mangiavo proprio come ai vecchi tempi, ma più che abbastanza per mantenermi dignitosamente in vita. Anzi, cominciavo a trovare divertente il fatto di cercare di mettere più olio nell'insalata, più burro e marmellata sul pane, più condimento sulla pasta.
I vestiti smisero di tirarmi, cominciarono a piombarmi addosso in modo fantastico... poi arrivò l'era delle spille da balia per sostenermi le gonne in vita. Mi muovevo con ritrovata agilità, accavallavo le gambe senza problemi, passavo quasi dappertutto...
Non c'erano particolari problemi di guardaroba: un look di tipo molto ammantato come il mio sfidava il tempo e le taglie e anche gli sbalzi di qualche decina di chili. Io però mi sentivo un po' spaesata: cambiare tre o quattro taglie in pochi mesi è traumatico, ho scoperto. Ci sono difficoltà spaziali e di bilanciamento difficili da spiegare (e perfino da capire), come se quel nuovo corpo ti appartenesse solo fino a un certo punto.
Dopo essermi vista come una persona tutto sommato di stazza media, a dispetto di tutte le apparenze fenomeniche, adesso che la mia stazza era rientrata davvero nella media avevo dei problemi abbastanza seri con la mia immagine allo specchio.

Tutte queste sono cose che si superano, naturalmente. Il mio problema fu che continuai a dimagrire a dispetto dei vassoietti di noccioline, delle stecche di croccante alle nocciole e dei pasticcini di mandorle (tre cose che non avrei ancora dovuto mangiare, ma nessuno me lo aveva detto né alcun medico pensò ad assegnarmi un nutrizionista vero nonostante le mie ripetute richieste. In compenso ero circondata da uno sciame di nutrizionisti fai-da-te che niente riusciva a chetare).
In vari modi la situazione crollò, letteralmente, fino ai 48 chili: praticamente ero diventata un mucchietto di ossa con la pelle intorno, ed evitavo con ogni cura gli specchi.  Una acciughina dall'aria molto malinconica e sbattuta. Per accavallare le gambe dovevo aiutarmi sollevandole, e quanto ai passaggi, lì davvero non c'erano problemi: purché ci passasse una lama di coltello ci passavo anch'io. Ma il fondo dell'abisso mi resi conto di averlo toccato solo il giorno in cui mi sorpresi a guardare con un certo interesse lo scaffale dei reggiseni imbottiti - proprio io, che a partire dai tredici anni non avevo mai avuto il minimo problema a riempire qualsiasi scollatura e anzi potevo sfoggiare scolli virtuosissimi con la felice consapevolezza che la bellezza e morbidezza della carne ivi contenuta apparisse chiaramente senza dover ricorrere ad alcun espediente artificiale.
Poi qualcuno si rese infine conto che avevo una sindrome di mal assorbimento del cibo.

Al momento la situazione è in via di miglioramento. Continuo a non avere una diagnosi né una cura specifica, e dall'inizio di Settembre non ho ancora avuto il bene di toccare una cattedra di scuola, ma sono tornata sui sessanta chili - che considero di gran lunga troppo pochi, ne voglio almeno una decina in più, ma insomma ci si può convivere e anche portarci su un po' di biancheria adatta.
Aspetto con fiducia che i medici procedano nel loro lavoro, porto pazienza (anche perché non ho alternative) e guardo con fiducia il futuro. I chili torneranno, si spera, e magari, ora che da acciughina sono passata al grado di sardina, magari riuscirò almeno a diventare sgombro o addirittura tonnetto.

*un classico della mia casella postale, mai capito perché.

7 commenti:

pensierini ha detto...

Sei coraggiosissima ad affrontare la situazione SCANDALOSA che i medici non abbiano ancora formulato una diagnosi e cura appropriata. Un abbraccio cauteloso.

Murasaki ha detto...

@Pensierini:
Giuro, non era assolutamente cincepito come un post di denuncia contro la malasanità. Mti rendo conto che a mia è una situazione balorda ma, garantisco, NON perché non stiano cercando di venirne a capo. Probabilmente ci vorrebbe il dr. House 😃

pensierini ha detto...

Mai insinuato. Resta il fatto che un malassorbimento intestinale non dovrebbe essere una patologia così difficile da trattare. Sono degli incompetenti, a mio immodesto parere.

Melchisedec ha detto...

Pare che il tuo corpo stia compiendo un ciclo, da un punto di rottura alla quasi catastrofe e ora la lenta ripresa. Come spesso avviene per la psiche. Stare sui 60kg è già un guadagno. Forza a te e luce ai medici! 🙏🏻😊

Kukuviza ha detto...

Ma il momento "epifanico" di rottura del metabolismo è successo tutto a un tratto? Non sapevo nemmeno che potesse succedere una cosa del genere, né che esistessero i malassorbimenti intestinali. Pazzesco, non cesso mai di stupirmi di come i nostri corpi abbiano una complessità stratosferica.
Dai dai dai, che devi ritornare a mettere il mitico mantello di Darth Vader, mi piacerebbe proprio vederlo! Sento già partire la musica.. ta ta ta taatità taatitaaaaaaa

Murasaki ha detto...

Il mantello alla Darth Vader era (ed è) effettivamente mitico. Purtroppo funziona solo se giri a piedi o in macchina, su due ruote presenta dei seri inconvenienti. Se qualche volta però decido di andare alla stazione ferroviaria o in oaese a piedi sarebbe proprio ora di riorenderlo, era di un loden nero indistruttibile e bellissimo, per giunta anche impermeabile!
Il nostro organismo è invero una bestia strana, e il mio sembra deciso a battere ogni record di stranezza. E il momento in cui la mia interiorità è andata in crisi sembra proprio sia stato la prima operazione, perché fino a quel momento niente era più affidabile e assennato delle mie amatissime budella!

Murasaki ha detto...

@Mel
Diciamo che è un processo di rinascita piuttosto complesso, che forse si sta avviando a soluzione. Di più non ho proprio il coraggio di dire, al momento.