Va da sé che fare una prova Invalsi di grammatica ad un gatto sarebbe solo una gran perdita di tempo: è noto infatti che la maggior parte dei felini ha competenze grammatiche molto alte.
Premetto che non sono contraria per principio alle Prove Nazionali Invalsi, anche se il fatto che vengano somministrate mi ha sempre evocato irresistibilmente l'immagine del bravo insegnate che, come una madre affettuosa, somministra ai suoi amati scolari sciroppi per la tosse e ricostituenti a base di vitamine (capisco che non è il problema principale, ma non potremmo semplicemente sorvegliare l'esecuzione delle prove Invalsi, o qualcosa di altrettanto scialbo e un po' meno ridicolo?).
Mi spingo più in là e aggiungo che addirittura non trovo del tutto inutile l'esistenza di un'unica prova nazionale per verificare i livelli di competenze effettivamente raggiunti dai fanciulli che frequentano le italiche scuole e pazienza se ci dobbiamo prendere il disturbo di (ahem) somministrarla agli alunni di dette scuole; e arrivo ad affermare che secondo me lo scopo di queste prove non è valutare gli insegnanti sulla scorta delle competenze verificate nei loro alunni, ma valutare effettivamente le competenze raggiunte dagli alunni in questione - e aggiungo, quand'anche l'idea fosse davvero quella di valutare gli insegnanti sulla scorta dei risultati degli alunni, l'Invalsi è un ente troppo sciamannato e disorganizzato per sperare di venirne a capo e dunque noi insegnanti, i meritevoli come i non meritevoli e financo i demeritevoli, possiamo sotto questo aspetto comodamente dormire non tra quattro bensì tra otto guanciali imbottiti col più pregiato piumino di sottogola d'oca per molti, molti anni ancora.
Comunque queste sono mie personali opinioni. Credo però di poter affermare serenamente che il meccanismo delle Prove Nazionali necessita ancora un bel po' di rodaggio.
A questa conclusione sono giunta in parte dopo l'attenta lettura del post di Galatea e per la rimanente parte dopo aver partecipato alla correzione delle prove da me in precedenza (ahem) somministrate.
Si comincia col dire che in teoria non avrei dovuto correggerle io perché sono insegnante di italiano, ma così è andata. Non è che mi ci hanno proprio costretta, me l'hanno solo proposto.
"Sei disponibile per la correzione dell'Invalsi?"
"Beh, non è proprio che smani, in effetti".
"Certo che no, io non ti ho chiesto se vuoi farle, solo se sei disponibile".
"Beh, diciamo che se proprio non trovate nessun altro posso anche starci".
"Bene, ti segno per la classe dove le hai fatte".
"Ma io veramente avevo detto che..."
"Appunto, non hai detto di no".
Perché siamo una piccola scuola di paese con pochi insegnanti e insomma io non avevo madri in fin di vita da assistere, bambini piccoli ammalati, corsi di recupero da fare quel pomeriggio e via dicendo.
Così, in un luminoso pomeriggio di primavera, io e l'insegnante di Tecnologia (che insegna in tutte le nove classi e dunque anche in quella specifica prima) ci ritroviamo a correggere le prove Invalsi di una prima che io non conosco ma lei sì. Cioè, veramente anch'io qualcosa ne so, perché il paese è piccolo, la scuola pure e tra noi si parla parecchio.
Cinque ore di duro lavoro e le prove sono corrette. Secondo il nostro criterio. Perché Galatea ha ragione, le domande aperte sono davvero parecchie e i casi lasciati al nostro libero arbitrio sono un po' troppi. Sta di fatto che, in almeno in due casi, verso la fine della correzione mi viene il dubbio di aver interpretato la risposta nel modo più favorevole all'alunno (faccio così anche quando correggo i miei compiti: in dubio, pro reo) e, addirittura, nel secondo caso di avere letteralmente frainteso la domanda.
Poi ci sono i disegnini per matematica: dove cade la diagonale? Faccio vedere a Tecnologia e lei decide. Ma se invece di Tecnologia c'era Spagnolo (che invece sta assistendo la madre morente) che di diagonali ne capisce quanto me, allora saremmo semplicemente andate a caso. Scusateci, signori dell'Invalsi, io ero anche bravina a geometria ma disegno tecnico non l'ho fatto mai; calcolare diagonali, quante ne volete, ma disegnarle... beh, non erano proprio il mio forte, ecco.
A volte ci consultiamo. "Dici che possiamo dargliela per buona?".
"Massì, poverino, ha fatto anche troppo. E' un ragazzo debole" (dal che si deduce che se non era debole non gli avremmo dato la risposta per buona. Del resto, se non fosse stato debole probabilmente avrebbe anche dato una risposta incontrovertibilmente giusta, chissà?)
Particolarmente drammatiche sono le domande in cui gli sventurati alunni devono spiegare il procedimento seguito. Sono in prima, si spiegano come possono, però tutto sommato ci sembra che abbiano seguito il ragionamento giusto... Conoscendolo, lui ha scritto questo e intendeva dire quest'altro...
I risultati non cambiano molto, credo. Ma un punto qui, e due là, e ancora uno qua...
Cioè, non era un test oggettivo?
Infine il micidiale questionario a scopo statistico: un'infinità di domande sulle questioni più strampalate. Alcune mi sembrano proprio gratuite.
Perché i ragazzi devono scrivere se i loro genitori sono separati? O con chi abitano?
Per le statistiche sui genitori separati o vedovi non esiste lo stato civile?
E cosa c'entra lo stato civile dei genitori con i giudizi degli alunni sui vari docenti?
E siamo sicuri che quel sistema balordo del rispondere con "abbastanza d'accordo / non molto d'accordo / per nulla d'accordo" sia per loro così domestico? Io mi ci perdo abbastanza, per esempio, e la prima media me la sono lasciata alle spalle da un po'.
Ma soprattutto: se il questionario è anonimo, perché anche sul questionario c'è il codice di identificazione dell'alunno, che permette a qualsiasi insegnante di sapere chi ha scritto cosa?
I pacchi delle prove Invalsi sono rimasti nell'armadio non chiuso di una stanza dove stanno tutti i documenti della scuola. Chiunque poteva andare a guardare quel che voleva. Magari in molti l'hanno fatto, anche solo per curiosità. Cambiare qualche risposta sarebbe stato facilissimo. Nessuno, naturalmente, è stato a sorvegliare che ciò non accadesse - anche perché tutti noi là dentro, custodi inclusi, abbiamo già il nostro bel da fare anche senza stare a sorvegliare quel che non ci compete.
A St. Mary Mead siamo tutte persone di buona volontà, serie e coscienziose, e probabilmente nessuno ha fatto niente di illecito con le prove Invalsi. Credo. Ma chiunque avrebbe potuto fare un bel po' di cose illecite, volendo.
In sintesi: preparate e somministrate in cotal guisa, le prove Invalsi al momento mi sembrano una perdita di tempo per noi e per i ragazzi, nonché di soldi per il pubblico erario, fermo restando che secondo me l'idea di fondo non sarebbe malvagia.
3 commenti:
Avevo letto all'epoca anche io il post di Galatea, e come avevo scritto da lei sono d'accordo che la parte della correzione (e anche io, come te, non parlo di questioni di principio, più o meno finto, ma proprio di organizzazione) vada rivista assai. Alle superiori il problema delle domande aperte non c'è perché ti arrivano le risposte via web dall'Invalsi. Ma resta quella degli insegnanti disponibili, degli insegnanti di classe, delle regole che non si conoscono (la referente Invalsi ha ritenuto opportuno leggersi il regolamento il giorno stesso, o giù di lì), del questionario personale.
Sono anche d'accordo sulla prima parte del tuo post; aggiungo solo che, quand'anche l'Invalsi venisse a capo della disorganizzazione che la contraddistingue (e, come tu dici, non avverrà per molti anni), sarebbe solo cosa buona e giusta. Perché tutto sommato qualunque sistema per valutare gli insegnanti, per introdurre l'idea di valutare gli insegnanti sarà meglio della difesa oltranzista (e miope) di categoria che c'è ora.
Non ne sapevo nulla. A lume di naso, solo con il tuo post come "materiale", mi sembrqa in effetti una prova da rivedere... perlomeno da rivedere, diciamo! ;-)
www.wolfghost.com
@ 'povna:
per valutare gli insegnanti... non so, mi sembrerebbe un metodo un po' improbabile. Tutti i metodi di cui ho sentito parlare mi sembrano un po' improbabili, in effetti. Ai tempi di mia madre per esempio c'erano gli ispettori, ma era un sistema con pregi e difetti anche quello. D'altra parte la difesa oltranzista e miope della categoria di difetti ne ha parecchi. Qualcosina però ci vorrebbe, in effetti.
@Wolf:
E' una mattana che ha pochi anni. Il vero problema credo siano i soldi: la correzione per esempio andrebbe fatta ALL'ESTERNO, altrimenti come prova oggettiva non funziona, con tutta la buona volontà del mondo. Ma per farla correggere all'esterno ci vogliono SOLDI. Come per tante cose che in Italia funzionano male ma che potrebbero anche funzionare bene, se ben curate.
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