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domenica 20 maggio 2012
Con il nastro nero
Intendiamoci, anche se metti una bomba su un treno, davanti a una banca, in una piazza o in una pasticceria ci sono buone possibilità di beccare dei ragazzi. Però davanti a una scuola, specie in certi orari, le possibilità sono davvero alte, senza contare che si tende (...tendeva) a dare per scontato che davanti a una scuola nessuno lascia una bomba. Anche negli anni di piombo, quando gli studenti desiderosi di passare una mattinata un po' diversa dal solito telefonavano alle scuole annunciando bombe, credo che nessuno dei molti artificieri che puntualmente accorrevano prendesse in seria considerazione la possibilità che la bomba ci fosse davvero - e infatti mai ne vennero trovate.
Ci sono dunque tutte le premesse, mettendo davvero una bomba davanti a una scuola e facendola pure esplodere, per smuovere parecchio le acque.
Se poi la scuola si chiama Morvillo-Falcone, ha vinto un premio per la legalità ed è in una regione del Sud certi pensieri vengono davvero spontanei, anche prima che venga svolto un solo quarto d'ora di indagini.
E allora forse è vero che una bomba davanti a una scuola è un segno di debolezza.
Debolezza o no, comunque, una ragazza è morta e un'altra è molto grave. E oggi ogni insegnante, alunno, custode e genitore si sente molto, molto inquieto, scosso, angosciato, dispiaciuto, impaurito...
....e molto, molto, molto arrabbiato.
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5 commenti:
Molto arrabbiati anche per come la scuola è lasciata sempre più sola ...
Come ho scritto, remiamo quotidianamente contro una società che va da tutt'altra parte, senza perdere alcuna occasione di denigrare l'operato silenzioso e sotterraneo delle scuole... sapessero quante difficoltà e quanto scoraggiamento certe volte ci assalgono! E poi succede un fatto come quello di oggi...
ciò che mi fa rabbia oltre al fatto principale, sono le domande assurde dei giornalisti...
Mi associo alle tue parole. E poi taccio, che non so che dire.
@Agrimony
Ecchettedevodì, ormai da decenni le domande dei giornalisti mi sembrano al di là del bene e del male. E mica solo quelle dei giornalisti di cronaca...
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