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venerdì 18 maggio 2012
Hortodoxa - 17 Maggio 2012 - Giornata mondiale contro l'omofobia
Mi rendo conto che la giornata mondiale contro l'omofobia era ieri, e non oggi; ma oggigiorno la vita è caotica, non ci sono più le mezze stagioni, a scuola questo mese stanno cercando di battere il record europeo della concentrazione di impegni pomeridiani dopo avermi lasciata quasi libera per due terzi dell'anno e insomma sono venuta a saperlo soltanto ieri sera sul tardi, e d'altra parte ormai le giornate mondiali si sprecano e star dietro a tutte è un'impresa improba. Ci vorrebbe un calendario dedicato.
Però ho visto che il Ministro dell'Istruzione aveva esortato gli insegnanti a intervenire sull'argomento e mi sono detta che parlarne il giorno dopo era pur sempre meglio che non parlarne affatto,
Pensavo a un piccolo intervento incentrato sul mutamento di costumi, di come tutta la terminologia sui gay fosse relativamente recente e di come il concetto di omofobia si fosse assai esteso, includendo anche gesti e parole che un tempo erano ritenuti quasi normali... il tutto aiutata da quella che è la migliore amica dell'insegnante con la LIM, ovvero Wikipedia, che citava ben tre diverse accezioni del termine omofobia. Un interventino piccino picciò, che poi c'era la Conferenza di Yalta che incombeva e tanto per cambiare a storia siamo in ritardo.
Arrivata in classe ho acceso la LIM. "Ieri era la giornata mondiale contro l'omofobia".
"Sì, l'abbiamo visto. C'erano un sacco di link su Facebook".
"Molto bene. Chi mi spiega cosa vuol dire omofobia?".
"Sono quelli che amano gli uomini".
"Ehm, non proprio. Qualcuno ha un'altra ipotesi?".
Le ipotesi degli altri, per fortuna, erano molto, molto più vicine al vero.
Così siamo partiti dall'etimologia di "omofobia" e dal suo significato attuale, piuttosto ampio, passando poi alla nascita della parola "gay" nell'accezione comune oggi, al politically correct, alle leggi che vietano la discriminazione basata sull'orientamento sessuale, all'etimologia della parola "lesbica", al significato di "coming out" e "outing"...
... praticamente una lezione di linguistica, con tanto di dettatura di una paginata di schema. Del resto io sono la loro insegnante di lettere, chi più di me deve vegliare sulle loro competenze linguistiche?
Un'ora e mezzo di dibattito ad ampio raggio, con un ricco intermezzo sulle adozioni dei bambini, un altro sulla necessità di non discriminare di ama Justin Bieber (un argomento che ricorre molto spesso, in quella classe. E pensare che fino a otto mesi fa ignoravo financo l'esistenza di Justin Bieber) e finestre varie su Marco Mengoni, George Michael, Oscar Wilde, i registri delle unioni civili, De Gasperi e Pio XII, la nostra costituzione, il Vecchio e Nuovo testamento, le leggi inglesi e americane, la domanda rimasta senza risposta se una coppia gay può adottare un bambino all'estero e vedere riconosciuta l'adozione in Italia, le possibili reazioni dei genitori davanti a un figlio gay, l'opportunità di non usare la parola "finocchi" al di fuori del contesto puramente vegetal-verduriero (qui in Toscana non ha necessariamente un'accezione offensiva), a meno che non si sia più che sicuri dell'uditorio perché si rischia di offendere senza volere il capufficio che sta meditando se rinnovarti o no il contratto, più un'infinità di altre questioni di piccolo e medio calibro.
Piuttosto divertente, nel complesso; ma, da insegnante di lettere, mi sono immersa in profonda meditazione sul fatto che spesso le parole sono usate a caso o comprese con lo spannometro. Voglio dire, di outing si sente parlare a colazione, pranzo e cena, è una parola che si finisce per dare per scontata.
E invece con gli adolescenti è bene non dare per scontato proprio nulla.
Faticoso, a pensarci.
Comunque, eccomi qua. Il mio sassolino l'ho portato anch'io. Del resto, si sa, le parole a volte sono pietre.
La Conferenza di Yalta aspetterà il prossimo Martedì, augurandosi che non sia anche quella una Giornata Mondiale di pari levatura.
Auguri a tutti che questa giornata mondiale diventi inutile il prima possibile e possa venire sostituita da una Ulteriore Giornata Mondiale del Gatto.
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4 commenti:
E' uno dei miei errori più frequenti: dare quasi tutto per scontato. Ottima lezione, Murasaki, perchè è dalle parole che dobbiamo partire.
Mi fa piacere che tu abbia partecipato.
:-)
La penso come te, meglio una giornata mondiale del pane e salame.
Si dovrebbe arrivare a non parlarne più perchè vorrebbe dire che è normale ed ovvio che ci siano gli stessi diritti.
Mi accodo buona, ultima e traslocata all'auspicio che questa, come altre giornate mondiali, non siano più necessarie.
Pur augurandomi che non si renda necessaria una giornata contro la JustinBieberfobia... ;-)
ah bè. che aggiungere? nulla :)
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