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domenica 13 dicembre 2009

Il mio cuore parla infine chiaramente: il destino del Portatore non è più nelle mie mani



A dividere la Compagnia non è solo la malefica influenza dell'Anello, che ha sconvolto il pur ben intenzionato Boromir, ma qualcosa di ancora più profondo, cioè la consapevolezza che la Compagnia ormai non serve più. Tutti in cuor loro sono dispostissimi ad accompagnare Frodo a Mordor, per spiacevole che possa rivelarsi, e tutti sono più che disposti a sacrificarsi per lui; ma in cuor loro sospettano che a Mordor sarebbero più d'impiccio che altro, con tutta la loro disponibilità. Come risulterà sempre più chiaro nello svolgersi della storia, per la missione a Mordor servono hobbit: leggeri, piccoli e silenziosi, disarmati, disarmanti e sguscianti, capaci di gestire Smeagol e di fingersi orchetti, abbastanza piccoli per non farsi notare. Elfi, nani e uomini non caverebbero un ragno dal buco (e che razza di ragno ci sarà da cavare!). La presenza di Aragorn e della sua Anduril sarebbero peggio di una segnalazione con i catarinfrangenti, per l'Occhio.

Andranno i due hobbit borghesi; sentendosi molto inadeguati, ma andranno. Non c'è niente da fare, è un lavoro che tocca a loro.
I due hobbit aristocratici si sono fatti rapire e Boromir è entrato in un corto circuito da cui l'unica uscita decorosa gli pare un'eroica morte in combattimento. Legolas, Gimli e Aragorn gli fanno un funerale di tipo vichingo, caricando sulla barchetta con lui le armi dei nemici uccisi e il corno spezzato perché suonato con troppa forza... e solo davanti a quel corno spezzato ho riconosciuto qualche anno fa il modello letterario di Boromir: Roland, paladino coraggioso ma non troppo capace di gestire le sfumature e le zone d'ombra che tutti ci portiamo dentro.
Suo fratello Faramir, che se lo vedrà passare davanti in quella zona sospesa tra sogno e irrealtà, sotto questo aspetto si dimostrerà molto più capace.
(Sotto tutti gli aspetti, in verità).

2 commenti:

Thiliol Calime ha detto...

come al solito commento i tuoi post e come al solito mi trovo più che d'accordo con te. Il destino era che i due hobbit andassero a Mordor soli e ciòera chiaro già da un bel pò,forse dai diverbi su Moria o addirittura fin da Granburrone, mi vien da pensare che Elrond sapesse tutto quando disse alla compagnia che chi voleva sarebbe potuto tornare indietro o prendere un'altra via

Murasaki ha detto...

Non ci avevo pensato. Sì, Elrond deve avere immaginato che a un certo punto un hobbit o più di un hobbit si sarebbero separati dal gruppo per andare al Monte Fato.
Del resto il vero problema che Frodo dichiara è che "non conosce la strada", e la Compagnia dell'Anello lo guida fin quasi al punto in cui può orientarsi da solo con la sola forza dell'attrazione dell'Anello.